L'altrove della poesia - Anna Vasta
"Come scende la sera qui" da Poesie(1996-2007)-Fabrizio Falconi.
Come scende la sera qui,
mi chiedi contando le mosche
bloccate dal temporale:
scende come una fune, come
acrobata dai piedi d'oro,
scende.
Fabrizio Falconi
Così scendono i versi del poeta, con la leggerezza e il fiato sospeso di un acrobata. Come un acrobata si avvinghiano alla fune gli attimi strappati all'insignificanza, i giorni e le notti fagocitati da un “fuoco colossale”che trasforma “la carne in scintilla”, “perdite, mancanze”, corse, “ascese” “per “intricati rami” “all'albero del pane/e della conoscenza”.
E “ore vuote e limpide,/ inconcludenti, magnifiche/sparse incomprensibili ore” di un tempo “quando bastavano/miti, non certezze”.
Ora “veniamo a patti con il cielo” e la vita é “fiorir di fiori fuori stagione”,/addomesticamento”.
E “Al sogno/ frecciato, sporco di anni,/ repentino , io sollevo/il calice notturno/solitario di marmo e terra.”. “E qualcosa di sbagliato deve esserci/nell'invenzione che non risolve, /nel dubbio che non scorda/e commemora i tempi dello sbaglio.”
Non c'é “sbaglio” , né “colpa”, se anche degli sbagli e delle colpe “non é rimasto niente”. Se il ritorno é affidato a “quell'unico, perduto/reciso,/indelebile geranio da balcone”, che malgrado tutto “tenta nuovi colori,/ sulla stessa morta terra”, se “vivere é perdere/ogni giorno un poco di sè/, vale la pena comunque provarci.
Se quel che perdiamo possiamo “ricrearlo nuovo/in un altrove sconosciuto."
L'altrove della poesia.
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