Con
Sebastiano Vassalli, nato a Genova il 24 ottobre 1941 e morto
oggi a Casale Monferrato dopo una malattia tenuta riservata,
scompare uno dei nostri scrittori più interessanti che con la
propria opera, in gran parte basata su indagini storiche, non ha
fatto che indagare la natura e il carattere del nostro paese e
degli italiani, cui ha dedicato nel 2007 anche 12 storie
esemplari e molto critiche, raccolte col titolo 'L'italiano'.
Romanziere storico, ma alieno dal colore e dalla
ricostruzione d'ambiente romanzesca fine a se stessa, il suo
indagare, studiare e raccontare il passato, partendo dalle
invasioni barbariche per arrivare a Medioevo e Controriforma e
proseguendo sino ai nostri giorni con la Grande guerra, il
fascismo e i caldi anni '70, era un soffermarsi su momenti
simbolici e esplicativi del formarsi di un paese e dei suoi
abitanti, cercando di spiegarne umanità, psicologia, cultura e
risvolti storico-sociali, come uno scoprire radici che sono
ancora quelle che ci fanno essere quel che siamo oggi.
Due sono i titoli piu' fortunati, che esemplificano la sua
ricerca, "La notte della cometa" del 1984, omaggio e
ricostruzione della vita del suo "padre folle" il poeta puro
Dino Campana, uomo di passioni e tormenti, libero e perseguitato
da vicende sfortunate, e il romanzo "La chimera" che, vincendo
nel 1990 lo Strega, ne fa uno scrittore popolare con
l'avvincente storia e lo sfaccettato ritratto psicologico di una
ragazza cresciuta nel Seicento sotto il Monte Rosa, che per la
sua straordinaria bellezza attira gli interessi e, vista come
strega ammaliatrice, la persecuzione del clero controriformista
inquisitorio dell'epoca.
Aveva appena terminato un nuovo
romanzo, Io, Partenope, in uscita il 12 settembre.
Candidato quest'anno al Nobel per la letteratura
dall'Universita' di Goteborg e insignito del premio Campiello
alla carriera, che avrebbe dovuto ritirare a settembre,
Sebastiano Vassalli, nato a Genova 73 anni fa e che si diceva
abbandonato dalla famiglia, crebbe presso delle zie a Novara e
in quella zona e' rimasto poi a lavorare e vivere sino a oggi.
Laureatosi a Milano con Cesare Musatti e su una tesi su arte e
psicanalisi, aderi' giovane al Gruppo '63 e scrisse romanzi
sperimentali e trasgressivi come "Narcisso" e "Tempo di
massacro" fino a quando, nel 1983 pubblico' "Arkadia",
spietata analisi critica dei gruppi d'avanguardia di cui aveva
fatto parte.
Era l'epoca in cui stava lavorando su Dino Campana
("La notte della cometa" uscirà l'anno dopo) e si avvicina a
un altro modo di intendere l'artista e la letteratura che
racconta con scrittura partecipe e facendone qualcosa di
avventuroso e fascinoso.
Nel 1987 pubblica "L'oro del mondo" racconto autobiografico
tenero e sarcastico attraverso cui racconta il momento fondante
della nostra democrazia, quello tragico dell'uscita dal fascismo
e della Resistenza raccontata da chi non l'ha vissuta in prima
persona e dominata, ieri come oggi, dal malcostume e dal
trasformismo.
E' in questo romanzo che il bimbo chiede a uno zio
perché si viva: "Per la nostra memoria: e per che altro? -
spiego' - Per quelle poche pagliuzze di felicita' che rimangono in
fondo alla memoria, come l'oro sul fondo della ba'tea", che e'
per Vassalli quasi una dichiarazione di poetica.
Seguiranno cosi' i romanzi storici, storie sempre anche
complesse e umanamente avvincenti, da "La chimera" a "Marco e
Mattio" (un caso psichiatrico tra le Dolomiti a fine '700 e
inzio '800), da "Il cigno" (sullo scandalo del Banco di
Sicilia a fine '800) a "Stella avvelenata" (viaggio di un
chierico da Casale Monferrato a Parigi nel Quattrocento), sino a
"Le due chiese" del 2010 (ritratto di un paese di montagna
nell'Italia tra la Grande guerra e i nostri giorni) e "Terre
selvagge" del 2014 (sulle invasioni di Cimbri e Teutoni nella
pianura padana).
Einaudi, Interlinea e Rizzoli sono stati i suoi
editori.
Grande narratore di storie appassionanti, Vassalli fu anche
poeta e soprattutto saggista e pronto a intervenire (dalle
pagine spesso del Corriere della sera di cui era collaboratore)
sulla nostra realta' e le distorsioni del mondo culturale, visti
da lontano, dal suo luogo di vita ritirata che gli permetteva
uno sguardo non compromesso, lucido e libero, al di fuori di
ogni mondanita' e esibizione letteraria (ultimamente aveva
criticato la candidatura allo Strega della Ferrante).
Cosi' si
potrebbero citare molti altri suoi titoli, anche non di
narrativa, tra i quali vanno comunque ricordati "Sangue e
suolo" frutto di un'inchiesta in Alto Adige nel 1984, i cui
temi ha ripreso ora nell'ultimo libro pubblicato, "Il
confine", in cui rivede anche positivamente l'evoluzione di
quella situazione critica tra le due etnie italiana e austriaca.
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