La collana Electaphoto dedica il quarto volume all’indagine del profondo legame fra Pompei, la
sua immagine ben presto divenuta icona dell’Antico, la sua fortuna culturale e le numerose
valenze emotive ed estetiche che l’arte, tesa nello sforzo di far vivere la storia spezzata della
città romana, ha, nel tempo, messo in scena.
Il volume comprende: le precoci dagherrotipie degli scavi pompeiani, quasi una trascrizione figurativa
delle stampe degli incisori; le prime vedute calotipiche legate alla pressoché immediata necessità
editoriale di diffondere la conoscenza del sito e dei "tesori" che venivano dissepolti; le immagini
fotografiche ritoccate ad acquarello ancora debitrici del gusto pittoresco del Grand Tour; la funzione
ancillare della fotografia ottocentesca di edifici, decorazioni, sculture e suppellettili rispetto alla
ricostruzione del mondo antico nella pittura accademica e pompier europea, come nell'architettura in
stile fino alle soglie del Fascismo; le foto-cartoline sciolte vendute presso gli Scavi e al contempo le
campagne di ripresa istituzionali come quella affidata, ancora in periodo borbonico, a Giorgio Sommer;
la presenza a Pompei di tutte le principali ditte italiane (Alinari, Brogi, Vasari, Chauffourier) dotate delle
più moderne strumentazioni e con peculiarità diverse nell'allestimento dei set; le rovine pompeiane
come scenario creativo per autori come Plüschow che hanno inteso popolarle e farle rivivere nella
suggestione di immagini mentali cariche di significati; la rivalutazione critica della loro opera a partire
dagli anni sessanta del XX secolo quando la citazione, il rendering, la copia e la contaminazione di stili
e generi sono divenuti al centro delle poetiche postmoderne e dell'arte cosiddetta neopompeiana; la
più recente dicotomia fra una fotografia documentaria che muove da criteri scientifici di ripresa, una
crescente fotografia "turistica", e gli sguardi decisamente autoriali dei più grandi maestri della fotografia
contemporanea.
Il volume è pubblicato in occasione della mostra Pompei e l’Europa 1748 – 1943 allestita al MuseoArcheologico Nazionale di Napoli e all’Anfiteatro negli Scavi di Pompei dall’architetto FrancescoVenezia.
La rassegna, visitabile fino al prossimo 2 novembre, è organizzata da Electa e promossa dalla
Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia e dalla Direzione Generale del Grande
Progetto Pompei, con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
L’esposizione nel Salone della
Meridiana del museo di Napoli è curata da Massimo Osanna, Maria Teresa Caracciolo e Luigi Gallo.
A
Pompei la sezione “Rapiti alla morte”. I calchi è a cura di Massimo Osanna e Adele Lagi, mentre “La
fotografia” è curata da Massimo Osanna, Ernesto De Carolis e Grete Stefani. La mostra ha ottenuto il
patrocinio Expo Milano 2015.
info MOSTRA: www.mostrapompeieuropa.it
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