La scoperta ha dello straordinario
ed e' destinata a modificare o forse riscrivere la conoscenza dei
rapporti tra Oriente e Occidente gia' oltre 1500 anni fa.
Le analisi fatte su un piatto di vetro blu, di pregevole
fattura, ritrovato in una tomba del sito archeologico di Niizawa
Senzuka, nella prefettura centrale di Nara, hanno fatto emergere
una sorpresa: e' il primo manufatto del suo genere originario
dell'Impero Romano mai scoperto finora in Giappone.
I risultati degli esami sviluppati da alcuni ricercatori
nipponici hanno portato anche a stabilire che una ciotola di
vetro rotonda, rinvenuta insieme al piatto, e' riconducibile con
ragionevole certezza al periodo della Persia sassanide (226-651
d.C.).
Piatto e ciotola sono stati recuperati nel corso degli
scavi fatti al tumulo n.126, che risale al V Secolo dopo Cristo
del gruppo di tombe che costituiscono un sito storico nazionale.
Gli studi scientifici, riporta il quotidiano Asahi, hanno
dimostrato che il Giappone ha importato manufatti diversificati
a dimostrazione di una vasta gamma di scambi commerciali tra
Oriente e Occidente.
"Il piatto e' stato probabilmente realizzato
intorno al mar Mediterraneo e portato nella Persia sassanide",
ipotizza Yoshinari Abe, professore di chimica analitica presso
la Tokyo University of Science, a capo del pool di ricercatori.
"Dopo essere stato decorato li', fu trasportato poi fin in
Giappone", aggiunge Abe.
La sorpresa nella sorpresa e' che il
piatto, di circa 14 centimetri di diametro, si ritiene sia stato
fatto al piu' tardi nel II Secolo.
Secondo le analisi fatte con
uno speciale dispositivo di fluorescenza a raggi X per valutare
gli elementi chimici, la composizione del reperto è quasi
identica ai vetri rinvenuti nell'area dell'Impero Romano.
Si tratta di un mix di natron, di un tipo di minerale di
sodio, di una sabbia in silice e calce, simili a quelli usati di
solito nelle vetrerie del bacino del Mare Nostrum e nel
successivo periodo dell'Impero Romano d'Oriente.
Il team, da ulteriori test, ha appurato la presenza di
antimonio, elemento metallico molto popolare a Roma fino al II
Secolo.
La conclusione piu' ragionevole è che il piatto abbia
impiegato più secoli per arrivare in Giappone, cosi' come nel
caso della ciotola di vetro il cui taglio e' ritenuto identico a
quello dei frammenti rinvenuti nei resti di un palazzo della
antica capitale persiana di Ctesifonte.
"Il Giappone aveva scambi molto aggressivi con altri Paesi
nel V secolo, e gli ultimi risultati mostrano come vari elementi
esterni riuscissero a entrare in Giappone", osserva Takashi
Taniichi, professore d'archeologia alla Sanyo Gakuen University.
"Dato che il piatto di vetro potrebbe essere stato trasportato
attraverso l'Asia centrale, non c'e' da meravigliarsi per lo
scarto di tempo tra produzione e arrivo in Giappone". Insomma,
il mistero del 'piatto romano' avrebbe trovato la sua soluzione.
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