Devo dire che certe volte la cronaca, i casi di cronaca, ci dicono del nostro mondo, molto di più di quanto potrebbero decine e decine di trattati di sociologia. La cronaca ci parla con una immediatezza, con una risolutezza brutale, di quello che è diventato il nostro mondo, la nostra società, ci apre gli occhi su quello che non vogliamo vedere e ci illudiamo sia molto diverso.
Quanti discorsi sentiamo sulla gioventù, sull'isolamento, sulla disperazione, sulla mancanza di ideali, o di speranza, sulla pochezza di vite che dovrebbero avere quella genuinità, quella forza potenziale di scardinare il mondo. Eppure per riassumerli tutti in un secondo, basta poco. Sono rimasto come molti - immagino - basito leggendo oggi le rivelazioni della stampa a proposito del 'Delitto di Garlasco'.
C'è sempre una feroce banalizzazione nel modo in cui media propongono alla curiosità morbosa dei lettori o dei telespettatori vicende come questa. E nella banalizzazione di turno, questa volta, ad Alberto, il fidanzato imputato spettava il ruolo del perverso e probabilmente del cinico corruttore che porta la sua 'innocente' fidanzata di fronte all'evidenza dei propri fantasmi, e una volta scoperto, si scopre perfino omicida. Mentre alla fidanzata uccisa spettava il ruolo di vittima innocente, sacrificale.
Ora apprendiamo dai verbali de-secretati (ad arte dalla difesa di Alberto, nel tentativo di ottenere una assoluzione dal rito abbreviato ) , che la realtà è - come sempre - ben più complessa, e si scopre un lato d'ombra della vittima, Chiara, davvero ingombrante, al punto tale che dietro la maschera della 'brava ragazza', studiosa e innocente, ella appare fatta di una pasta non molto diversa di quella del suo fidanzato (ma di quanti altri giovani in circolazione oggi nel nostro paese ??).
Quanti discorsi sentiamo sulla gioventù, sull'isolamento, sulla disperazione, sulla mancanza di ideali, o di speranza, sulla pochezza di vite che dovrebbero avere quella genuinità, quella forza potenziale di scardinare il mondo. Eppure per riassumerli tutti in un secondo, basta poco. Sono rimasto come molti - immagino - basito leggendo oggi le rivelazioni della stampa a proposito del 'Delitto di Garlasco'.
C'è sempre una feroce banalizzazione nel modo in cui media propongono alla curiosità morbosa dei lettori o dei telespettatori vicende come questa. E nella banalizzazione di turno, questa volta, ad Alberto, il fidanzato imputato spettava il ruolo del perverso e probabilmente del cinico corruttore che porta la sua 'innocente' fidanzata di fronte all'evidenza dei propri fantasmi, e una volta scoperto, si scopre perfino omicida. Mentre alla fidanzata uccisa spettava il ruolo di vittima innocente, sacrificale.
Ora apprendiamo dai verbali de-secretati (ad arte dalla difesa di Alberto, nel tentativo di ottenere una assoluzione dal rito abbreviato ) , che la realtà è - come sempre - ben più complessa, e si scopre un lato d'ombra della vittima, Chiara, davvero ingombrante, al punto tale che dietro la maschera della 'brava ragazza', studiosa e innocente, ella appare fatta di una pasta non molto diversa di quella del suo fidanzato (ma di quanti altri giovani in circolazione oggi nel nostro paese ??).
Come sempre questa rivelazione può essere scioccante, ma anche salutare.
Che immagine abbiamo noi dei ventenni ? Cos'è che li spinge a cercare, anche dentro vite apparentemente normali, borghesi, tranquille, perfino torpide, emozioni sempre più forti, estreme come tanto si usa dire oggi ? Qual è il vuoto che hanno dentro ? Dove è andata la loro anima ? Che cosa è successo alla loro anima ? All'anima di chi li ha educati, a quella dei loro genitori ? Davvero il compiacimento sessuale, il vouayerismo, la perversione, la ferocia del sangue sembrano essere i nuovi idoli di queste vite ?
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...non emozioni, Faber, sempre più forti... ma esperienze di corporeità sempre più disgiunte dal mondo interiore delle emozioni perché più nessuno accompagna alla scoperta di questa dimensione e ancor più alla profonda unità che dovrebbe esserci tra anima, corpo e ragione...il centro, il luogo dove origina la nostra unicità...quello che gli antichi chiamavano il cuore dell'uomo. Qualche tempo fa mi trovai davanti ad una ragazza di 16 anni che con molta convinzioni mi diceva che non era normale perché ancora vergine rispetto alle sue amiche,la sua ignoranza del linguaggio dei corpi era totale ma le pesava questa verginità. e' la stessa ignoranza che avevo io alla sua età più di trent'anni fa con questa radicale differenza per me il corpo di una donna era un mistero al quale avvicinarmi passo passo attraverso tutti i successivi livelli di una comunicazione condivisa, della continua scoperta del mistero, per me, della sua femminilità, dell'amore come energia che spinge ad entrare nella dimensione dell'altro e il contatto fisico, l'accostarsi al corpo era un groviglio di sensazioni corporee ed emozioni tremori, paure non del livello della propria prestazione ma della propria e dell'altra nudità, il fidarsi dell'altro...se guardo mio figlio a vent'anni che pur ha riconosciuto il modello maschile che ho cercato di testimoniare con lui, la fatica che fa ad esprimere le sue emozioni, l'attaccamento che ha alla razionalità, alla concretezza e agli altri giovani maschi e femmine che ho possibilità di vedere e la dissociazione che vi è tra la rappresentazione che danno di se e il loro mondo interiore non mi stupisco di quanto sembra emergere dall'inchiesta..trovo solo conferma di una frase del Vangelo di Luca su cui rumino da anni, quando si dice che Giovanni tra le cose necessarie che deve fare per preparare la strada alla venuta del Signore mett al primo posto il far si che --il cuore dei padri sia rivolto verso i figli-- Perché è cosi importante che il cuore dei padri sia rivolto verso i figli? Che li sia il loro tesoro il centro della propria energia e del proprio amore e non distolto da mille ambizioni, aspettative, ricerca di riconoscimenti..ma li, proprio li dove sta quel piccolo uomo o donna che deve trovare se stesso e camminare in un mondo sempre più complesso! Perché?....e perché non siamo capaci, in particolare noi uomini di considerare questa una ragione che basta a dare senso ad una vita?
RispondiElimina"tra le cose necessarie che deve fare per preparare la strada alla venuta del Signore mette al primo posto il far si che --il cuore dei padri sia rivolto verso i figli-- Perché è cosi importante che il cuore dei padri sia rivolto verso i figli? Che li sia il loro tesoro il centro della propria energia e del proprio amore e non distolto da mille ambizioni, aspettative, ricerca di riconoscimenti.."
RispondiEliminaCaro Alessandro, prendo per me queste tue parole, che mi sembrano davvero un comandamento, per me che le sento, da genitore che sono e spero di essere, e uomo.
Grazie.
F.
A parziale integrazione del post che ho scritto, devo anche, con tutta onestà, dire che sui giornali di oggi emergono, a proposito delle rivelazioni su Chiara, nuovi particolari, dai quali potrebbe risultare che qualcun'altro - e non la ragazza - usò quel computer.
RispondiEliminaE' una vicenda torbida, e assai brutta. La memoria di Chiara, comunque, non era l'oggetto del post, ovviamente, ma lo status dei giovani di oggi.
Ciò perchè era dovuto.
F.