In questi tempi difficili, quando si parla di fede, e la si cerca, è sempre bello tornare alle parole dei grandi illuminati che hanno percorso, prima di noi, e con molto più frutto, queste strade.
Torno spesso a Pavel A. Florenskij, maestro spirituale tra i più grandi del Novecento. Florenskij scrisse tra le altre cose una biografia del suo padre spirituale, apparsa anche in Italia con il titolo “Il sale della terra. Vita dello starec Isidoro” ( Qiqajon).
Questa è una delle pagine conclusive, che riassume il segno e il senso della sua vicenda umana e spirituale. E che rappresenta per noi, uomini del 2009, una grande suggestione e un valido, profondo insegnamento:
L’abba Isidoro era un autentico portatore dello Spirito di Dio. Ecco perché quanto di eccezionale è in lui era e continua a restare inefferrabile per il nostro linguaggio, impercettibile per il nostro intelletto. Di per sé tutto d’un pezzo, unitario, l’abba diventa interamente contraddittorio nel momento in cui si tenta di caratterizzarlo a parole, dicendo: “Ecco, era questo e quest’altro”. È vero, sottostava ai digiuni, ma al contempo li violava. È vero, era dotato dello spirito di sottomissione, ma anche di indipendenza. È vero, viveva relegato dal mondo, ma amava tutta la crazione come nessuno mai. È vero, viveva tutto assorto in Dio, ma non trascurava di leggere i giornali e di dilettarsi di poesia. È vero, era di carattere mite, ma sapeva essere anche severo. In una parola, al nostro intelletto egli si presenta come un’insanabile contraddizione. Ma alla ragione purificata egli appare come un tutto coerente come nessuno mai. Anche la sua unità spirituale sembra costituire una contraddizione sul piano razionale. Viveva nel mondo, e al contempo non era di questo mondo. Non disdegnava nulla, eppure si manteneva sempre al di sopra, in una dimensione celeste. Era spirituale, pneumatoforo, e nella sua persona era possibile comprendere che cosa significhi la spiritualità cristiana, che cosa significhi essere cristiani “non di questo mondo”.
(Pavel A. Florenskij, Il sale della terra. Vita dello starec Isidoro)
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...luce e ombra..ogni uomo, ognuno.. anche Gesù era criticato per le sue cosiddette incoerenze...apparenti...se stiamo con il Signore possiamo guardare l'ombra senza soccombere agli abissi del cuore..la sua luce ci aiuta a ricomporre quell'unità profonda che Florenski esprimeva..e quella serenità che appartiene a chi si abbandona nelle braccia del Padre... é una grazia...bisogna volerla, pregarla, chiederla... altrimenti il Signore non ce ne fa il dono...io rispetto a questo mi sento come Agostino prima della conversione quando chiedeva al Signore il dono della castità e aggiungeva....domani, però, mio Signore e mio Dio.....
RispondiEliminaCi sentiamo in parecchi, così !
RispondiEliminaGrazie, Alessandro.
F.