Come Papa Wojtyla ha interpretato la sua ascesa al Pontificato anche come una chiamata per l'intera Polonia a riscoprire la propria dignita' offuscata dalla dittatura comunista, il Pontefice tedesco si sente chiamato a sradicare i germi ancora vivi del nazismo, come spiega l'agenzia di stampa AGI.
Negli ultimi mesi di questo quarto anno di Pontificato, Benedetto XVI e' tornato molte volte a parlare del nazismo, un'ideologia che ha causato la Shoah e la seconda guerra mondiale ma anche tante sofferenze al popolo tedesco".
La Shoah induca l'umanita' a riflettere sulla imprevedibile potenza del male quando conquista il cuore dell'uomo, ha auspicato al termine dell'udienza di mercoledi' 28 gennaio, riprendendo la profonda meditazione del suo discorso del giugno 2005 nel campo di concentramento di Auschwitz.
Non ha solo condannato ogni forma di oblio e di negazione della tragedia dello sterminio di sei milioni di ebrei, ma ha richiamato i drammatici interrogativi che questi eventi pongono alla coscienza di ogni uomo e di ogni credente. "Perche' - come ha sottolineato il portavoce vaticano Federico Lombardi - la fede nella stessa esistenza di Dio che viene sfidata da questa spaventosa manifestazione della potenza del male. La piu' evidente per la coscienza contemporanea, anche se non la sola. Benedetto XVI lo ha riconosciuto lucidamente nel discorso di Auschwitz, facendo sue le domande radicali dei salmisti a un Dio che appare silente ed assente".
Del nazismo il Papa ha parlato anche a partire dalla propria esperienza personale. "La nostra vita e' stata segnata dalle sofferenze del nazismo e della guerra", ha ricordato il 17 gennaio parlando in occasione del Concerto offerto dalla diocesi di Ratisbona per l'85esimo compleanno di suo fratello,
mons. Georg. La famiglia Ratzinger fu infatti vittima, come tante altre in Germania, della macchina di morte del regime nazista contro "i malati o i difettosi": un cugino, poco piu' giovane di Joseph e Georg, nato con la sindrome di Down, fu portato via dalla sua casa nella Baviera sud-orientale in base alle nuove disposizioni del Terzo Reich, che proibivano ai figli handicappati di rimanere coi propri genitori.
mons. Georg. La famiglia Ratzinger fu infatti vittima, come tante altre in Germania, della macchina di morte del regime nazista contro "i malati o i difettosi": un cugino, poco piu' giovane di Joseph e Georg, nato con la sindrome di Down, fu portato via dalla sua casa nella Baviera sud-orientale in base alle nuove disposizioni del Terzo Reich, che proibivano ai figli handicappati di rimanere coi propri genitori.
Di fronte alle vibrate proteste dei familiari, gli inviati del Reich si mostrarono inflessibili: nessuno vide mai piu' il ragazzino. Molto tempo dopo la famiglia ricevette la notizia che il piccolo era morto. Questo dramma ha segnato profondamente entrambi i fratelli Ratzinger.
Appena un mese dopo quel Concerto, il 21 febbraio, incontrando la Pontificia Accademia della Vita in occasione di un simposio sulle nuove frontiere della genetica, il Papa ha denunciato con forza il rischio di un ritorno a forme di eutanasia eugenetica che il mondo ha gia' conosciuto ad esempio nell'antica Roma, dove i bambini handicappati venivano gettati dalla Rupe Tarpea, e nella Germania nazista.
fonte AGI : http://www.agi.it/
nella foto: Joseph Ratzinger studente di teologia a Frisinga.
... nel'33 quella sui malati mentali fu la prima legge di Hitler, ne morirono 80.000 tra handicappati dalla nascita ma anche affetti da sindromi psichiatriche gravi non congenite...80.000 e gli psichiatri che si rifiutarono di applicare la legge furono poche centinaia su circa 12.000, perdendo il lavoro ma non la dignità di uomini...è stata la prova provata dell'indifferenza della maggioranza alla sofferenza di una minoranza...questo il germe devastante che ha consentito al Nazismo di produrre tutte le leggi che ha poi prodotto con pochissimi magistrati che seppero opporsi perdendo il lavoro e qualcuno la vita..ma non la dignità...oggi noi sapremmo riconoscere il nazismo.. se si ripresentasse con i baffetti nevrotici di Hitler..il problema é che il male non si ripresenta mai con la stessa faccia anche se usa le paure che albergano nel cuore dell'uomo da sempre per costruire la sua normalità di comportamenti di pensieri facendoci credere che siano naturali..assolutamente naturali....se lo pensano tutti vuol dire che é buono e vero...la storia dell'uomo è costellata delle violenze che questo modo di pensare ha consentito..
RispondiEliminaE' proprio così Alessandro. Il male si incarna sempre in forme nuove, e oggi non possiamo assolutamente sentirci al riparo da questo genere di orrori.
RispondiEliminaAnche perchè, come sempre, l'ideologia fu semplicemente la 'veste' che calò sopra anime già predisposte, che non erano anime particolarmente malvage.
Basta leggere la Arendt, per rendersi conto che quella predisposizione al male esiste, potenzialmente, nel cuore di ogni uomo. Pronta a risvegliarsi al calare di un Hitler qualunque.
Quel che si annida nel fondo di ogni coscienza è spaventoso, anche se e quando (e forse soprattutto) quando si riveste di buoni sentimenti e di 'buone intenzioni'.
Bisogna vigilare, sempre, sempre.
A me hanno particolarmente confortato le parole pronunciate in questi giorni dalla grande Rita Levi Montalcini, che sta per festeggiare il suo 100mo compleanno. Lei, ebrea, non si fece annichilire, non si fece schiantare dal male degli altri. Fu fortunata a scampare, certo. Ma ne approfittò per ritrarsi e continuare con ancora più convinzione, con ancora più
forza, con ancora più speranza, i suoi studi.
In una situazione di massimo male, essa riuscì a tirar fuori da sè il massimo bene.