18/11/15

La grandezza della Letteratura Francese, a Roma. Il calendario degli eventi delle Biblioteche romane.




un modo per reagire ai terribili fatti di Parigi è anche riscoprire la grandezza della letteratura francese. In questa lodevole iniziativa del circuito delle Biblioteche di Roma. 
Qui di sotto l'elenco completo anche degli altri appuntamenti. 


Parigi, 13 novembre 2015

"Il terrorismo e la menzogna sono le armi del debole, non del forte"
 Mahatma Gandhi



Festival della narrativa francese, VI EDIZIONE
le voci della narrativa francese incontrano il pubblico italiano  22 ottobre -  26 novembre
Prosegue la kermesse dedicata alla letteratura francese fino al 25 novembre presso l'Institut français - Centre Saint-Louis in Largo Toniolo 22, con: Alessandro Tota e Pierre Van Hove "Il ladro di libri", Coconino Press (19 novembre ore 19);
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Estate assassina di Gilda Piersanti, Bompiani
Presentazione libro con l'autriceGuglielmo Marconi - martedì 24 novembre, h. 18:30
Nell'ambito del Festival della Narrativa francese, organizzato dall'Institut français Italia/Ambasciata di Francia in Italia, Teresa Ciabatti presenta  Gilda Piersanti.
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Colonia Italia
Presentazione libroEuropea - venerdì 20 novembre, h. 17:30
Prima presentazione romana del libro Colonia Italia, di  Mario Josè Cereghino e Giovanni Fasanella, edito da Chiarelettere. Sulla base di un lavoro di ricerca su documenti del governo, della diplomazia e dell’intelligence inglese, desecretati
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Mostra del nuovo cinema europeo
Rassegna cinematograficaEuropea -  23 - 29 novembre
EUNIC, il partenariato tra Istituti di Cultura, Accademie e Ambasciate Nazionali dell‘Unione europea a Roma, lancia la prima edizione della Mostra del nuovo cinema europeo.
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Pasolini - il cinema in venti tavole
 Inaugurazione mostraElsa Morante - mercoledì 18 novembre, h. 17:00
Inaugurazione della mostra "Pasolini - Il Cinema in 20 Tavole", a cura della Fondazio Cinema per Roma. L'evento fa parte delle iniziative per il 40° anniversario della morte del grande intellettuale, scrittore, regista e poeta.
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Biblioring. Ultimo round!
Partecipa on line al Biblioring: prendi in prestito, acquista, commenta, vota  14 luglio -  30 novembre
Vuoi  che il tuo libro sia il “testo più letto e amato” del BiblioRing? Inserisci un commento e indica con una stellina da 1 a 5 la tua preferenza su www.bibliotu.it.

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La vita è in gioco
Presentazione libro
 Centrale per Ragazzi - giovedì 19 novembre, h. 17:00
In occasione del 26° anniversario della Giornata Mondiale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, un incontro a cura di Amnesty International.
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Luce, Gravità e Musica
 Conferenza e concertoVaccheria Nardi - sabato 21 novembre, h. 11:00
Ancora un sabato mattina dedicato alla musica nella sala della Vaccheria Nardi, con una conferenza concerto organizzata dall’Associazione Suono Immagine Onlus, che celebra il centenario della formulazione della Relatività Generale di Albert Einstein.
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Roma dei misteri di  Vittorio Di Giacomo
Presentazione libro Nelson Mandela - giovedì 19 novembre, h. 16:30
Il Centro Culturale G.G. Belli presenta il libro "Roma dei misteri": la magia, l’alchimia, la stregoneria come provocazione, sfida o difesa contro la “potenza”.
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Donne in giallo
Incontro-conferenzaRispoli - lunedì 23 novembre, h. 17:00
Agatha Christie, Dorothy Sayers e il merito delle scrittrici nella nascita del mystery. Incontro-conferenza a cura di Valeria Palumbo. Tra gli Anni Venti e gli Anni Quaranta fiorì il cosiddetto giallo deduttivo.
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Flautissimo 2015. Il viaggio segreto della musica. 17a edizione
Parco della Musica , Centrale Preneste , Biblioteca Villa Leopardi e Vaccheria Nardi  27 novembre -  22 dicembre
Prende il via la XVII edizione di Flautissimo, il Festival Italiano del Flauto, organizzato dall’Accademia Italiana del Flauto. Il programma di quest'anno presenta inquadrature e angolazioni per un’offerta di spettacolo innovativa e multidisciplinare
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Lunetta Savino in Grand Guignol all’italiana
 Teatro Eliseo SPECIALE PROMOZIONE Biglietto € 20 (anziché € 34) 17 - 29 novembre
Grossolanità, cinismo, squartamenti e lacrime da cronaca nera, eros e bordello a infarcire un drammone popolare senza lieto fine. Nella Francia di fine ‘800, il “Grand Guignol” era tutto questo; un miscuglio non molto amalgamato di tinte fortissime,
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Quartetto di Cremona in Esplorando Beethoven
Sabato 21 novembre 2015 ore 17.30 Aula Magna Sapienza Università di Roma
P.le Aldo Moro 5 Romasabato 21 novembre
Il ciclo completo dei Quartetti di Ludwig van Beethoven – diciassette geniali e straordinari capolavori, che costituiscono uno di più grandi monumenti della musica di tutti tempi – è da anni l’obiettivo cui lavora il Quartetto di Cremona, che li sta
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Concerto per Odysseo. Cronache dall’Iliade di Omero
Teatro di Documenti Via Nicola Zabaglia 42  PROMOZIONE SPECIALE SOLO 8 €URO 20 - 22 novembre
L'Iliade come non è mai stata raccontata finora. Continua ad affascinare e ad interessare anche le giovani generazioni. Raccontiamo ancora una volta di uomini ed eroi, della guerra e della assoluta necessità della pace, di vendetta ma soprattutto di
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Sandro Veronesi in "Non dirlo. Il Vangelo di Marco"
 22/11/2015 Auditorium Parco della Musica  Sala Petrassi  ore 21domenica 22 novembre
Questa non è una storia classica, non è composta né scritta in modo classico: qui si sta parlando di un rivoluzionario, un personaggio che è venuto a rivoltare il mondo, e Marco capisce che deve rivoluzionare anche il racconto.
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Dino Zoff: la storia di un mito
Teatro Golden  Via Taranto, 36 domenica 22 novembre ore 21domenica 22 novembre
Dino Zoff: portiere nato, recordman nato, titolare fisso. E’ la storia di un mito, di un bambino che non sognava di fare gol ma di pararlo. Unico giocatore di calcio celebrato con un francobollo, il portiere più grande di tutti i tempi, a 40 anni da
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Alla scoperta delle Basiliche Maggiori di Roma con Artefacto
S.Giovanni in Laterano, S.Maria Maggiore, S.Nicola in Carcere 21 - 25 novembre
Gli archeologi di Artefacto vi propongono, per il prossimo weekend, una visita guidata alla scoperta di due importanti Basiliche romane e della Chiesa di S.Nicola in Carcere con i sotterranei.
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GIOVANNI E PAOLO al di là di Falcone e Borsellino
Teatro Sala Umberto 25  novembre 2015 ore 21.30mercoledì 25 novembre
Lo spettacolo, nella sua drammaturgia di testo, musica e azione, mette in scena un Falcone e Borsellino inediti; crea le condizioni per cui, nonostante la loro/nostra storia sia conosciuta a tutti, si possa ancora scuotere la testa e dire:
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La versione di Tristano. Giovanni Scifoni voce narrante e Quartetto Roma Tre
Accademia Filarmonica Romana Sala Casella giovedì 26 Novembre 2015 ore 21  giovedì 26 novembre
La vicenda di Tristano e Isotta è una delle più celebri storie a noi pervenuta dalla tradizione medievale. Il racconto, con il trascorrere dei secoli, si è trasformato, arricchito, diversificato: la storia è diventata leggenda, la leggenda mito;
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Giorgio Albertazzi protagonista de La Tempesta di William Shakespeare
Teatro Ghione  19 novembre -  13 dicembre
L’uomo di oggi è confuso, disorientato, frastornato da persuasori occulti, anaffettivo, comprato da una società che lo ha divorato, digerito, trasformato in cieco consumatore e prodotto di mercato. A capo chino bruchiamo la porzione d’erba a noi
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17/11/15

Le Chiese e i siti cristiani di Nagasaki. Una bellissima mostra sul Giappone al Palazzo della Cancelleria, a Roma.

Cattedrale di Oura


La mostra, "Le Chiese e i Siti Cristiani di Nagasaki", candidati al riconoscimento come patrimonio culturale dell’umanità, intende presentare come si è radicato il cristianesimo in Giappone e come esso abbia favorito per quattrocento anni lo scambio di valori tra Giappone ed Europa, sarà aperta al pubblico dal 23 al 29 di novembre 2015, è organizzata dalla Prefettura di Nagasaki, Prefettura di Kumamoto, Comune di Nagasaki, Comune di Sasebo, Comune di Hirado, Comune di Goto, Comune di Minamishimabara, Comune di Ojika, Comune di Shinkamigoto, Comune di Amakusa, è realizzata grazie al contributo dell’ANA, Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone e si avvale del Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri del Giappone e del Pontificio Consiglio della Cultura.



Una statuetta di Maria Kannon XIX secolo Arcidiocesi di Nagasaki La leggenda vuole che la statua fosse di proprietà dei credenti di Urakami. Sculture raffiguranti la Dea kannon venivano prodotte in massa in Cina, perciò questo tipo di scultura fu scelta per rappresentare la Vergine Maria. I “senpuku kirishitan” (cristiani clandestini) la chiamavano “Hanta Maruya” (Santa Maria)

“Le Chiese e i Siti Cristiani di Nagasaki”, candidati al riconoscimento tra i patrimoni culturali dell’umanità. Le orme dello straordinario cristianesimo giapponese. PALAZZO DELLA CANCELLERIA (PIAZZA DELLA CANCELLERIA 1, ROMA)

Da lunedì 23 a domenica 29 novembre

Chiesa di Egami 


Situata all'estremo occidente del Giappone, la regione di Nagasaki è un territorio costituito da una miriade di isole i cui colori dominanti sono l'azzurro e il verde grazie all'intenso tono blu del cielo che le sovrasta ed al verde cristallino del vasto mare che le circonda. Sin dall'antichità attiva protagonista degli scambi culturali con il continente, la regione di Nagasaki, nel suo ruolo di porta d'ingresso per gli scambi con l'Occidente, ha svolto un ruolo determinante per lo sviluppo della cultura giapponese e per il processo di modernizzazione della stessa. In tale contesto, si è assistito alla creazione di una cultura originale di questa regione, che come caratteristica principale ha quella di essere in grado di testimoniare il processo di radicamento del cristianesimo in Giappone.



Un paravento decorativo pieghevole raffigurante l’arrivo degli europei in Giappone (copia) ca. 1600 Questo paravento ritrae in maniera estremamente vivida le scene di arrivo in Giappone di missionari e mercanti. Nella parte in alto a destra si può notare una chiesa, circondata da numerosi negozi che vendono rosari e altri oggetti di culto.





L'introduzione del cristianesimo in Giappone, ad opera del missionario gesuita Francesco Saverio, avvenne nel 1549 e a partire dal XVI secolo la regione di Nagasaki costituì il centro delle attività dei missionari, che portarono alla diffusione della religione cristiana. In seguito, a causa dei divieti, delle oppressioni e delle persecuzioni delle autoritàà politiche del tempo, per un periodo di circa 250 anni i credenti della regione di Nagasaki tramandarono la loro fede costituendosi in comunità clandestine, fino a che, alla metà del XIX secolo, non riuscirono a ricongiungersi alla chiesa cattolica. 



L’“O-kake-e” (L’Annunciazione) Risalente alla seconda metà del XVIII secolo- inizio XIX secolo circa Museo di Shimanoyakata nell'isola di Ikitsuki, Comune di Hirado Immagine sacra tramandata dai “senpuku kirishitan” (cristiani clandestini) dell' isola di Ikitsuki di Hirado, denominata “Il bucato”, poiché vi si sovrappongono strati pittorici di diverse epoche, che testimoniano la trasformazione dallo stile pittorico occidentale a quello giapponese. Nel dipinto, che raffigura la scena dell’Annunciazione, sono ritratti l’Arcangelo Gabriele, con le ali sul dorso, la Vergine Maria che già tiene il Cristo tra le braccia e, nella parte superiore, Dio

Con la mostra "Le Chiese e i Siti cristiani di Nagasaki", candidati al riconoscimento tra i patrimoni culturali dell’umanità, intendiamo illustrare la peculiare storia del processo di recepimento del cristianesimo da parte del Giappone, verificatosi a partire dal XVI secolo e per un periodo di circa 400 anni e presentare la cultura e i patrimoni culturali ad esso legati, attraverso gli oggetti, le immagini e i documenti esposti. In un paese come il Giappone, le cui radici spirituali erano legate al buddismo e allo shintoismo sin dalla più remota antichità, come è stato possibile diffondere il cristianesimo ed assistere alla sua drammatica rinascita dopo un lungo periodo di agonia La meraviglia di questa storia è sotto i vostri occhi.
Villaggio di Sakitsu a Amakusa



Un’orecchia di mare (copia) Museo della chiesa di Dōzaki Una conchiglia chiamata “orecchia di mare”, riportante l'iscrizione: “San Givan”. Si ritiene che il nome “San Givan” indichi San Giovanni Battista. I “senpuku kirishitan” (cristiani clandestini) intravedevano la figura del Santo nei riflessi che risplendono nella parte interna della conchiglia. Fu così che queste “orecchie di mare” iniziarono ad essere utilizzate e tramandate in vari luoghi come oggetti di devozione.

13/11/15

Raffaello, Parmigianino, Barocci: una mostra imperdibile ai Musei Capitolini fino al 10 gennaio.





“Raffaello, Parmigianino, Barocci”: è un confronto a tre quello che andrà in scena fino al 10 gennaio 2016 ai Musei Capitolini, un’esposizione di sguardi incrociati: quello degli autori antichi sul Parmigianino e Barocci e la loro relazione con Raffaello; quello dei due pittori su Raffaello e, infine, lo sguardo stesso dei tre artisti rivolto allo spettatore negli autoritratti selezionati

La mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura e allo Sport di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo in collaborazione con il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, è organizzata da MetaMorfosi con Zètema Progetto Cultura ed è curata dalla direttrice del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Marzia Faietti. Catalogo Palombi Editori. 

Una selezione assai mirata di dipinti richiamerà i nodi tematici principali offerti dalla grafica. Lo sguardo dei protagonisti di quell’ideale dialogo artistico, attraverso i loro autoritratti (lo straordinario Autoritratto giovanile di Raffaello e l'Autoritratto di mezza età di Barocci, entrambi dalla Galleria degli Uffizi, e i due Autoritratti del Parmigianino dall'Albertina di Vienna e da Chatsworth), introdurrà il percorso originale di quest'esposizione. 

In programma visite didattiche e laboratori per le scuole di ogni ordine e grado e visite didattiche dedicate al pubblico non scolastico.

Info e prenotazioni allo 060608. 


Di seguito il link dal quale è possibile scaricare alcune immagini delle opere in mostra: 

12/11/15

Oltre la Mente - La vita a scartamento ridotto.





Due cose realizzano la vita: la consapevolezza e la pienezza. 

Si possono vivere grandi emozioni, grandi sensazioni (ancora più epidermiche), ma se non si è consapevoli di ciò che (si) vive, tutto scorre senza lasciare traccia, tutt'al più pallidi ricordi. 

Ciò avviene perfino per le sofferenze.  Nella nostra vita ce ne sono di molte inautentiche. Crediamo di star male per quel motivo, molto spesso banale. Invece l'origine del malessere è di tutt'altra natura.  Le sofferenze inautentiche infatti, sono definite da Carl Gustav Jung, come nevrosi. 

Anche discernere una vera sofferenza, dunque, si può fare soltanto se si è consapevoli di essa.  Di cosa è che la fa scaturire, di cosa e perché (ci) provoca quella reazione. 

Allo stesso modo avviene con la pienezza.  Sono molti gli stati d'animo della vita, che rimangono tali. Sono stati dell'animo, appunto.  Che vanno e vengono, che piegano a sinistra e a destra la bandierina della nostra anima, come fa la rosa dei venti. 

Ma noi non siamo (solo) stati d'animo.  L'essere umano è fatto di ben altra profondità, che lo rende grave nella sua condizione terrestre, ovvero pesante, radicato al suolo, bisognoso di trovare (e di rendere consapevoli) le sue radici. 

In questo senso, la pienezza è qualcosa che trascende la vita, rendendola degna di essere vissuta, e non soltanto attraversata. Più leggo i pessimisti, più amo la vita, scriveva Cioran (in Lacrime e santi). E se c'è uno che si intende di pessimismo, questo è lui. 

Questo amore per la vita, per la follia della vita, per la imprevedibilità della vita, per la sua forza trascinante è appunto la pienezza.   Anche la sofferenza contribuisce a questo.  La sofferenza, scrive anzi Dostoevskij, è la causa unica e sola della coscienza. 

Ed è molto velleitario pensare di poter raggiungere la pienezza della vita, senza conoscere la (vera) sofferenza.  La sofferenza, anzi, è la stessa misura della pienezza. Come una cartina di tornasole, infatti, la sofferenza rende vero, per contrasto, il piacere, rende vero, per contrasto, lo stare bene, il sentirsi in sintonia con l'onda della vita. 

Senza sofferenza, senza autenticità, e quindi senza consapevolezza e senza pienezza, si vivono vite a scartamento ridotto.  Si vive funzionando, come una macchina, un puro corpo biologico. 

Su questo binario a scartamento ridotto, il panorama è monotono, è sempre uguale: quel che vediamo scorrere dal finestrino, non ci appassiona e non ci scuote. Ci lascia indifferenti. 

Per questo bisogna avere il coraggio di scegliere il binario più veloce, quello che rischia di scaraventarti fuori e di perderti, ma che scuote e incoraggia, dispone prove e concede la forza per superarle. 


Fabrizio Falconi
(C) -2015 riproduzione riservata.
foto in testa dell'autore


11/11/15

Le piramidi "sbilenche" di Snefru e altri misteri. Un convegno internazionale a Roma.



Piramidi 'sbilenche' ma costruite con perfette rappresentazioni del cielo, telescopi di ossidiana e monumentali lastre di pietra bucate per puntare il Sole: sono solo alcune delle più recenti scoperte dell'archeoastronomia, lo studio del passato archeologico con gli occhi scientifici degli astronomi, presentate a Roma in occasione del convegno internazionale della Societa' Europea per l'Astronomia nellaCultura (Seac), fino al 13 novembre. 

"Forse una delle piu' rivoluzionari scoperte degli ultimi anni nello studio dell'antico Egitto - ha spiegato Juan Antonio Belmonte, astronomo dell'Istituto di Astrofisica delle Canarie - arriva dalle piramidi di Snefru, da sempre considerate come un tentativo poco riuscito di piramidi. Studi recenti, integrando archeologia e astronomia, hanno permesso di stravolgere questa visione e dimostrato che quelle opere erano volutamente costruite in quel modo e sono cariche di simbolismo sia politico che astronomico"

La 'riscoperta' di queste piramidi rappresenta solo uno dei grandi successi arrivati dallo studio delle relazioni che le antiche civiltà del passato avevano con il cielo, il tutto attraverso l'astronomia e le moderne tecniche di analisi. 

"E' una disciplina - ha spiegato Vito Francesco Polcaro, dell'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (Iaps) dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) - che aveva avuto un grande sviluppo a inizio del '900 ma che e' stata poi svergognata dai nazisti che la usarono per giustificare la loro ideologia e dai moltissimi studi anche attuali privi di qualsiasi valore scientifico ma che hanno trovato grande visibilita' grazie a un giornalismo di basso livello". 

Se fatta correttamente l'unione di archeologia e astronomia diventa pero' uno strumento potentissimo che ha permesso di raggiungere grandi risultati, come capire la funzione delle grandi lastre di pietra 'bucate' presenti in tutto il sud Italia, risalenti al II millennio a.C., la cui funzione era di perfetto calendario, o la possibilita' dell'uso di pietre di ossidiana come specchi per rudimentali telescopi.

questo il programma:
Convegno/Cultura Astronomy in Past and Present Cultures

lunedì 9 novembre 2015, ore 09.00 aula Odeion – edificio di Lettere piazzale Aldo Moro 5, Roma martedì 10 novembre 2015, ore 08.00 auditorium – Cappella universitaria piazzale Aldo Moro 5, Roma
mercoledì 11 e giovedì 12 novembre 2015, ore 09.00 auditorium – Cappella universitaria piazzale Aldo Moro 5, Roma
venerdì 13 novembre 2015, ore 09.00 museo dell’arte classica – edificio di Lettere piazzale Aldo Moro 5,

Roma Lunedì 9 novembre, presso il Museo dell’arte classica, si inaugura il convegno internazionale della European society for astronomy in culture (SEAC) “Astronomy in Past and Present Cultures”. La manifestazione riunisce scienziati che lavorano nel campo dei beni culturali e dell’astronomia. Nelle varie sessioni del convegno, che prosegue presso l’auditorium della Cappella universitaria, si propone un’analisi dei fenomeni astronomici nel mondo antico e gli aspetti culturali legati all’osservazione del cielo, all’organizzazione e alla gestione del territorio, nonché alla progettazione di edifici e spazi in funzione dell’osservazione celeste. 

10/11/15

La "Resurrezione" di Piero della Francesca al Restauro: emergono grandi sorprese.





A pochi mesi dall’avvio del restauro della Resurrezione di Piero della Francesca per mano dei restauratori Paola Ilaria Mariotti e Umberto Senserini, il Comune di Sansepolcro, il Museo Civico, l’Opificio delle Pietre Dure e Soprintendenza di Arezzo (costituenti la direzione dei lavori) comunicano i primi, importanti, risultati delle indagini e delle operazioni effettuate in questo primo periodo

L’intervento conservativo e di restauro sull’opera, che era già stata oggetto di una ampia campagna di indagini preliminari, è iniziato con test mirati ad effettuare le operazioni di prima pulitura. 

Dopo aver approfondito lo studio delle sostanze estranee soprammesse all’originale, è stato deciso di procedere nella pulitura asportando selettivamente gli strati di accumulo superficiali, utilizzando solventi ad azione contenuta che operassero limitatamente alle sostanze da asportare. 

I metodi di pulitura saranno diversi in base alle campiture cromatiche diverse, questo per adeguarsi alla tecnica di esecuzione e ai pigmenti impiegati.

I metodi di pulitura sono stati prima testati in base alla loro specifica idoneità chimico-fisica su micro-aree di prova, poi estesi alla intera campitura cromatica; l’operazione, si ribadisce, è finalizzata, al momento, solo alla asportazione delle sostanze estranee di deposito e di accumulo e dei fissativi applicati sulla superficie pittorica in passato, che hanno subito trasformazioni chimiche che li rendono dannosi

In tal modo si è recuperata la visibilità di alcuni particolari, prima osservabili solo in fotografia all’infrarosso, come piccoli borghi, torri e castelli che popolano le colline dello sfondo. 

La Resurrezione di Piero della Francesca, collocata sulla parete di fondo della sala Piero della Francesca del Museo Civico di Sansepolcro, anche se in restauro, è attualmente visibile grazie ad un ponteggio progettato ed realizzato ad hoc

Il restauro è stato voluto dall’amministrazione comunale in seguito ad una campagna diagnostica, condotta dall’Opificio delle Pietre Dure nel 2008-2010, che aveva constatato la presenza di fenomeni di degrado in atto in corrispondenza della pellicola pittorica e degli intonaci dipinti. 

Tali fenomeni di degrado sono principalmente identificabili in solfatazioni, decoesione della superficie pittorica e degli intonaci, sollevamento e distacco dello strato pittorico in alcune parti. 

Anche i materiali superficiali derivati da interventi pregressi hanno un’incidenza negativa non solo sulla lettura dell’opera in quanto offuscano il colore originale, ma anche sulla sua conservazione in quanto l’invecchiamento dei secoli li ha trasformati in ossalati. 

Fra i più preoccupanti fenomeni di degrado vi sono quelli relativi al distacco dell’intonaco pittorico in numerose zone della superficie dipinta

Numerosi ritocchi antichi sono presenti in corrispondenza delle cadute di colore: nel tempo tali ritocchi si sono alterati cromaticamente rispetto all’originale, come ad esempio sul manto rosa del Cristo dove adesso risultano di colore arancio; o sull’elmo verde del soldato dove si sono alterati in azzurro.

Più goffi nel loro intento erano alcuni ritocchi a pastello giallo che erano stati apposti sul colmo delle colline per attenuare la tonalità bruna che le velature di verde rame trasparente hanno assunto a causa dell’invecchiamento naturale del materiale. 

Nonostante non siano ancora completamente note le vicende conservative della pittura, un antico intervento di pulitura che usò sostanze aggressive risulta evidente da questi fenomeni di degrado e anche dalle scolature visibili sotto i cespugli bruni, conseguenza di un parziale scioglimento del verderame dovuto ad una reazione con una sostanza basica.

 Proprio per chiarire queste vicende accanto al restauro procedono le ricerche di archivio che si spera possano dare risposta ai tanti interrogativi che segnano la vita di questo capolavoro. 

Sul fronte dello studio della tecnica esecutiva sono emersi nuovi particolari.

Possiamo dire che la Resurrezione è stata realizzata tramite 18 giornate, cioè 18 stesure intonaco: questo non significa che Piero abbia impiegato 18 giorni per dipingere l’opera. 

Una giornata poteva infatti corrispondere ad un periodo di tempo superiore al giorno solare o, in caso di scelta di non usare una tecnica ad affresco puro, poteva essere dipinta anche in vari giorni e ripresa anche successivamente per apportare finiture

E’ risultato, inoltre, evidente che tutta la cornice perimetrale dell’opera, integrata perché fortemente lacunosa, è stata completata in varie riprese (almeno 4)

Piuttosto interessante è stato poter appurare come fosse rimasto incompleto fino a tempi relativamente recenti come dimostra una documentazione fotografica del 1961 grazie alla quale si possono vedere alcune le zone perimetrali di colore bianco o stuccature angolari di colore neutro.

 Il rifacimento perimetrale è documentato con esattezza attraverso un rilievo grafico. Come tecnica di trasporto del disegno, Piero ha impiegato il metodo dello spolvero che ha lasciato sul muro la memoria di un esattissimo e ammirevole disegno. La tecnica pittorica è attualmente oggetto di indagini scientifiche (a cura del Laboratorio Scientifico dell’OPD, da parte dei chimici Giancarlo Lanterna e Carlo Galliano Lalli) ma possiamo già affermare che Piero ha qui impiegato una tecnica mista, di cui la maggior parte della campiture cromatiche, fu realizzata a secco. 

Le indagini termografiche (a cura di Facoltà di Ingegneria dell’Aquila), ripetute in quattro diverse campagne, a seconda della stagione e su varie porzioni architettoniche della sala, hanno consentito di ubicare esattamente la canna fumaria presente dietro la parete della Resurrezione in tutta la sua estensione, nonché di comprendere la tessitura muraria della pittura e della intera parete. 

Il Restauro della Resurrezione di Piero della Francesca conservata nel Museo Civico di Sansepolcro è realizzato da: Opificio delle Pietre Dure di Firenze: Marco Ciatti, Soprintendente; Cecilia Frosinini, Direttrice del Settore Restauro Dipinti Murali e Stucchi Paola Ilaria Mariotti, Restauratore e Conservatore Soprintendenza BAP SAE di Siena, Grosseto e Arezzo: Anna Di Bene, Soprintendente Paola Refice, Funzionario di zona Umberto Senserini, Funzionario Diagnosta Restauratore Ente proprietario: Comune di Sansepolcro Daniela Frullani, Sindaco di Sansepolcro Chiara Andreini, Assessore alla Cultura del Comune di Sansepolcro Museo Civico di Sansepolcro: Mariangela Betti, Direttrice Enti coinvolti: Istituzione culturale Biblioteca Museo Archivi storici - Città di Sansepolcro Daniele Piccini, Presidente Il Restauro è realizzato grazie ai contributi di: Comune di Sansepolcro, Ente proprietario Dr. Aldo Osti, Mecenate e finanziatore Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo MUSEO CIVICO DI SANSEPOLCRO Via Niccolò Aggiunti, 65 – 52037 Sansepolcro, Arezzo, Italy Telefono e fax: +39 0575 732218 e-mail: museocivico@comune.sansepolcro.ar.it Prenotazioni visite: tel. +39 0575 732218 Orari di visita: tutti i giorni (mai chiuso), dalle ore 10.00 alle ore 13,00 e dalle 14,30 alle ore 18 Ingresso: intero € 8, ridotto e gruppi € 5 Sito web: www.museocivicosansepolcro.it 

09/11/15

"La fonte meravigliosa" di Ayn Rand, un romanzo totale. (Recensione)




Chi è alla ricerca di un libro capace di catturare completamente, aprendo scenari e riflessioni di vita interiore, insomma un libro di quelli che nella vita di un lettore restano a lungo, può affrontare senza esitazione le seicento pagine de La fonte meravigliosa (The Fountainhead), il romanzo scritto in pieno conflitto mondiale, nel 1943, da Ayn Rand, che anche se oggi piuttosto dimenticato, ebbe grandissima eco, con quasi 6.5 milioni di copie vendute nel mondo, grazie anche al successo del celebre film che ne fu tratto nel 1948 con  Gary Cooper protagonista.

Ayn Rand – al secolo Alissa Zinovievna Rosenbaum, originaria di San Pietroburgo - si era trasferita negli Usa nel 1925 a causa dei rovesci finanziari familiari causati dalla Rivoluzione d'Ottobre e oggi 
viene considerata uno dei maggiori filosofi americani del Novecento, anche se il suo nome e le sue dottrine, in altra epoca molto diffuse, oggi hanno conosciuto contrasti e offuscamento. 

Ayn Rand riuscì a pubblicare il romanzo dopo ben 12 rifiuti di editori importanti.  Ma alla sua uscita il successo fu enorme, incarnando in fondo quello che era il significato profondo del libro, l'affermazione della individualità creativa umana e del talento personale contro ogni gretta costrizione della società e dei sistemi. 

In questo senso La fonte meravigliosa disegna un vero e potente affresco alla voglia di affermazione della libertà dell'animo umano: della sua indipendenza, anticonformismo, insofferenza alle costrizioni, capacità di rompere con le convenzioni e il quieto vivere o viceversa del bisogno di adeguarsi alla maggioranza.

Il libro si incentra sulla figura del giovane Howard Roark, ispirata per stessa ammissione della scrittrice su quella di uno dei più grandi architetti del Novecento, Frank Lloyd Wright, seguendone le orme da quando, all'inizio della storia viene espulso dalla Scuola di Architettura dell'Istituto di Tecnologia di Stanton, proprio alla vigilia della laurea per le sue idee rivoluzionarie che rifiutano i canoni neoclassici e caldeggiano il ricorso a linee moderne, tecnologiche, ardite. 
Roark ha appreso queste idee dalla voce del suo talento ma anche dall'esempio anticonformista del suo maestro, Henry Cameron, genio dell'Architettura moderna finito in disgrazia.
Il deuteragonista è invece Peter Keating, compagno di corso di Roark, suo amico eppure suo opposto, animato da ambizione sfrenata, ma senza talento, e con la capacità di adattarsi senza problemi a qualunque imposizione esterna, specie quella del grande studio dell'architetto Francon - molto à la page - presso il quale lavora.
  
Altri tre grandi protagonisti della storia sono la figlia di Francon, la bellissima Dominque (che si innamora di Howard, ricambiata, anche se il loro rapporto va incontro a ostacoli di ogni tipo), il giornalista Ellsworth Tookey, vero e proprio genio del male, esperto e critico di architettura, che blandisce Dominque e cerca di manipolarla, e l'editore di giornali Gail Wynand, che si è fatto dal nulla e ha costruito un impero editoriale con riviste popolari. 

Sarà proprio lui a sposare Dominique (dopo il primo matrimonio di lei con Keating) e a dialogare con Howard sui differenti modi di realizzare se stessi, contro le muraglie imposte dal sistema. 

Roark dovrà attraversare una personale via crucis per affermarsi, ma alla fine il suo talento individuale purissimo, e la sua idealità romantica verranno ricompensati. 
Il prezzo da pagare però è molto duro. 

Ayn Rand ha intessuto il romanzo delle sue convinzioni filosofiche: l'avversione nei confronti delle masse, la convinzione che soltanto dall'inseguimento delle proprie roccaforti interne - e dalle relative zone d'ombra - sia possibile emanciparsi e raggiungere il frutto vero della esperienza umana: quello delle proprie capacità, della missione unica che ci è stata concessa. 

In questo senso appare perfino crudele il fatto che anche i sentimenti siano relegati e asserviti all'ideale che è ben più importante.

Alla fine il romanzo vira su tirate idealistiche forse datate.  Ma in Europa, al contrario degli Stati Uniti - dove la fama esagerata conquistata dal romanzo ha generato un culto esasperato che ruota intorno all'apologia del liberismo sfrenato - La fonte meravigliosa può essere apprezzato ancora per quello che è: una straordinaria storia che fa  muovere personaggi indimenticabili e li fa vivere nella coscienza e nei pensieri del lettore molto a lungo. 

Fabrizio Falconi 



08/11/15

Gassman, Rossellini, Moravia, Ungaretti, De Sica, Trilussa: le tombe del Cimitero del Verano.



Il cimitero del Verano 

L’ager Veranus, la zona dove sorge attualmente il cimitero monumentale di Roma, prendeva il nome anticamente dall’imperatore Lucio Vero che regnò dal 161 al 169 d.C. ed era adibita già da tempo immemore a luogo di sepolture, essendo attraversata dalla via Tiburtina, ai lati della quale, in quel punto, esistevano numerose catacombe e lo stesso san Lorenzo era stato qui sepolto nel 258 d.C. 

La zona continuò poi a essere utilizzata come ossario, ma il primo vero e proprio cimitero fu istituito dopo l’editto di Saint Cloud del 1804 che imponeva le sepolture al di fuori dei centri abitati

Il progetto iniziale fu affidato al Valadier, nel 1811, ma dopo la caduta del regime napoleonico bisognò aspettare il 1836 quando papa Gregorio XVI diede l’ordine definitivo di costruzione, affidando la realizzazione dell’ingresso monumentale a Virgilio Vespignani.

Lo stesso architetto realizzò i possenti muraglioni verso la via Tiburtina e alle spalle della basilica di San Lorenzo mentre le quattro grandi statue allegoriche poste all’entrataSperanza, Meditazione, Preghiera e Silenzio – furono scolpite dal Blasetti e dal Galletti. 

Il nucleo storico, più antico del cimitero, è costituito dalla sua porzione israelitica, che fu denominata negli anni Pincetto Vecchio, per la sua caratteristica di essere leggermente sopraelevata, rispetto al resto del piano cimiteriale. 

Al Verano furono sepolti personaggi noti e meno noti delle vicende romane, e anche quelli che incapparono nelle maglie della giustizia in modo del tutto inconsapevole, come quel Cesare Lucatelli che venne decapitato nel 1861 accusato di aver ucciso una guardia pontificia, mentre soltanto qualche anno più tardi si scoprirono le prove della sua innocenza. 

Nel cimitero monumentale poi furono sepolti Giuseppe Gioacchino Belli e Cesare Maccari, Edoardo Perino, il creatore del Rugantino e Guido Baccelli, ma aggirandosi oggi per i grandi viali alberati si ha soltanto l’imbarazzo della scelta nello scoprire le tombe di personaggi popolari amatissimi, attori, uomini politici, benefattori, scienziati, artisti: tra gli altri Maria Montessori, Alberto Moravia, Pietro Nenni, Nino Manfredi, Giuseppe Ungaretti, Alberto Sordi, Eduardo Peppino e Titina De Filippo, Bruno Buozzi, Vittorio De Sica e Aldo Fabrizi, Luciano Lama e Ugo La Malfa, Gabriella Ferri e Clara Petacci, Gianni Rodari, Vittorio Gassmann e Roberto Rossellini, George Santayana e il grande Trilussa, vera e propria voce della città

Un museo all’aperto, insomma – molte di queste tombe sono state scolpite da grandi artisti – purtroppo seriamente danneggiato dai bombardamenti degli alleati che colpirono Roma e il quartiere di San Lorenzo il 19 luglio del 1943.

estratto dal Libro Misteri e segreti dei Rioni e dei Quartieri di Roma, Fabrizio Falconi, Newton Compton, Roma, 2013. 

07/11/15

"Detestavo il mondo intero, in blocco" - Una lettera di Francois Truffaut.





A Helen Scott



                                                                                              Parigi, 13 marzo 1962



Va bene, sono un porco. Ma in queste ultime settimane non le ho più scritto perché i miei pasticci familiari iniziavano ad essere troppo piccanti per gli "amici comuni" (...)
Per quanto la riguarda, sapevo di non dover temere da parte sua nulla di men che opportuno, e nulla che fosse frutto di cattive intenzioni. Ma nella situazione di estremo nervosismo in cui ero, mi son quasi sorpreso a pentirmi  di averla messa fin dall'inizio a parte di tutto.  Specialmente quando, nelle lettere che lei mi scriveva, trovavo allusioni a notizie uscite dal mio entourage: che un certo giorno ero triste, un altro allegro, ecc... Dalla situazione di tensione in cui mi trovo ormai da mesi alla mania di persecuzione il passo è breve.  Detestavo il mondo intero, in blocco. Adesso mi sto progressivamente riconciliando, ma ho ancora nausea di tutto. 
Riconciliato con Madeleine, vado con lei a fare questo viaggio, ma non ne sono affatto entusiasta. In realtà avremmo bisogno di vacanze vere, che ci prenderemo subito dopo. 
Esco da Jules e Jim come da un fallimento umiliante, e non riesco neppure a capire perché. 
Le scriverò ancora domani per gli "affari", questa è una lettera tra amici. Sono molto contento di rivederla presto, e sono anche contento che capiti dopo qualche giorno di sole e di riposo a Mar del Plata e a Rio, che mi permetteranno di comparire davanti a lei con un'aria meno decaduta e meno miserabile. 
mille saluti da

Francois Truffaut

06/11/15

"Il desiderio è una malattia, tutti vogliono sempre quello che gli altri vogliono." E' morto il grande René Girard.


E' passata quasi completamente inosservata in Italia, la scomparsa di uno dei grandi protagonisti del novecento filosofico: René Girard. 

Il grande antropologo è morto mercoledì 4 novembre, a Stanford, negli Stati Uniti, dove abitava e insegnava, a  91 anni. 

Fondatore della "teoria mimetica" quella scena intellettuale anticonformista aveva costruito un lavoro originale, che unisce la riflessione accademica e la predicazione cristiana.

I suoi libri hanno formato e  formano i passi di una vasta indagine sul desiderio umano e la violenza sacrificale in cui qualsiasi società, secondo Girard, trova la sua origine vergognosa.

Nato il giorno di Natale, il 25 Dicembre, 1923 ad Avignone, René Théophile è cresciuto in una famiglia di piccola borghesia intellettuale. Suo padre, socialista radicale e anticlericale, è curatore della biblioteca e il museo di Avignone e il Palazzo Papale. 

Sua madre è una cattolica, appassionata di musica e letteratura. In serata, lei legge i romanzi italiani o Mauriac ai suoi cinque figli. La famiglia non naviga nell'oro, lei è preoccupata per la crisi.

Piuttosto felice, l'infanzia di René Girard è quanto meno caratterizzata dall'ansia. Alla domanda su quale sia il suo primo ricordo della politica, ha risposto senza esitazione:
"Sono cresciuto in una famiglia borghese decrepito, che era stato impoverita dai famosi prestiti russi dopo la prima Mondiale Guerra. Abbiamo avuto una profonda consapevolezza della minaccia nazista e la guerra stava per arrivare. Anche nel parco giochi avevo paura della grande brutalità imperante. E ho invidiato gli studenti del college gesuiti che sono andati a sciare sul Monte Ventoux ... "

Dopo gli studi irrequieti (anche lui espulso dalla scuola per un cattivo comportamento), il giovane Girard finalmente nel 1940, si recò a Lione ma le condizioni materiali sono troppo dure, e lui decide di andare ad Avignone. Suo padre gli suggerì di entrare nella scuola di Charters.

A Parigi in tempi difficili, accetta l'offerta di diventare assistente di francese negli Stati Uniti. Questo è l'inizio di un'avventura americana che si concluderà solo con la sua morte, tutta la traiettoria accademica di Girard si svolge principalmente negli Stati Uniti. Poi arriva il primo salto: responsabile per l'insegnamento della letteratura francese ai suoi studenti, commenta davanti a loro i libri che hanno segnato la sua giovinezza, Cervantes, Dostoevskij e Proust. Quindi, confrontando i testi, inizia a studiare le risonanze in Stendhal e Flaubert o Proust. 

Emerge così quale sarà il grande progetto della sua vita: tracciare il destino del desiderio umano attraverso le grandi opere della letteratura.

Nel 1957, Girard si trasferì  alla Johns Hopkins University di Baltimora. Qui si svolgerà il secondo turno decisivo della sua storia, quello della antropologia religiosa 

"Tutto quello che dico è stato dato a me in una sola volta. E 'stato nel 1959, stavo lavorando sulla relazione dell'esperienza religiosa e scrittura di romanzi. Ho pensato: è lì che la tua strada, è diventato una sorta di difensore della cristianità ", confidò Girard nel 1999.

A quel tempo risale il libro che rimarrà uno dei suoi più noti saggi: Truth Lies romantiche e romantici (1961).

Ci sono esposte per la prima volta come parte della sua teoria mimetica: per comprendere il funzionamento della nostra società, è necessario partire dal desiderio umano e dalla sua profondità patologica: il desiderio è una malattia, tutti vogliono sempre quello che gli altri vogliono, che è la molla principale di qualsiasi conflitto. 

In questa competizione è  nato il ciclo di rabbia e di vendetta. Questo ciclo non si risolve con il sacrificio di un "capro espiatorio", come testimoniato gli episodi più diversi della storia, come lo stupro di Lucrezia o l'affare Dreyfus.

E' qui una distinzione fondamentale per Girard occhi: "La differenza insormontabile tra le religioni arcaiche e giudaico-cristiane. "Per pienamente cogliere le differenze tra loro, dobbiamo cominciare identificando il loro tratto comune: a prima vista, in un caso come nell'altro, si tratta di una narrazione di crisi che risolve una linciaggio trasfigurato in epifania. Ma se le religioni arcaiche si risolvono in una forma di moderna caccia alle streghe -  sopraffare il capro espiatorio - è il cristianesimo a proclamare ad alta voce l'innocenza della vittima. 

Contro coloro che riducono la Passione di Cristo a un mito tra gli altri, Girard ribadisce la singolarità irriducibile e scandalosa verità della rivelazione cristiana. Non solo rompe la logica infernale della violenza mimetica ma scopre definitivamente il substrato sanguinoso di qualsiasi cultura umana: il linciaggio che lenisce la folla e ripara la comunità. 

Così Girard, a lungo scettico, così a poco a poco ha indossato i panni del predicatore cristiano, con l'entusiasmo e la combattività di un esegeta convertito dai testi. Di libro in libro, La violenza e il sacro (1972) fino a Vedo Satana cadere come la folgore (1999), esalta la forza sovversiva dei Vangeli. Un impegno religioso criticato Questo impegno religioso è stato spesso indicato dalla critica, per la quale la sua prosa è più una apologetica cristiana che la scienza umana. Per loro, l'antropologo ha risposto che i Vangeli sono vera scienza dell'uomo ... "

Per lui, la teoria mimetica ha permesso di illuminare non solo la costruzione di desiderio e genealogia miti umani, ma questa violenza, l'infinita spirale di risentimento e rabbia, lo ha portato ad asserire che l'Apocalisse sta arrivando. "Oggi non c'è bisogno di essere religiosi per sentirsi che il mondo si trova in uno stato di totale incertezza ".


Tratto da La morte di René Girard, antropologo e teorico della "violenza mimetica" Le Monde, 2015/05/11, di Jean Birnbaum 

04/11/15

"Primo Levi di fronte e di profilo", il nuovo libro di Marco Belpoliti (Einaudi) presentato a Roma alla Biblioteca Angelica.



Martedì 10 novembre 2015 alle 18.00, presso il Salone Vanvitelliano della Biblioteca Angelica, la presentazione del volume di Marco Belpoliti: Primo Levi di fronte e di profilo. Guanda, 2015. Intervengono: Andrea Cortellessa e Umberto Gentiloni. Modera Stefano Chiodi.
(Info: Biblioteca Angelica – Piazza di Sant’Agostino 8 – tel. 0668408045/32)

In questi settant’anni Primo Levi si è imposto come il testimone per eccellenza del genocidio nazista, eppure il suo libro più famoso Se questo è un uomo, uscito nel 1947, è stato rifiutato dalle case editrici, per quanto ora sia reputato in tutto il mondo un capolavoro assoluto. Anche la vicenda letteraria di Levi, il suo riconoscimento come scrittore, è complessa; per gran parte della sua vita Primo Levi è stato un chimico che scriveva quando era possibile, nelle pause dal lavoro o durante le vacanze.

Questo libro racconta la storia delle opere di Primo Levi, come sono nate, quando sono state scritte, di cosa parlano; s’addentra nell’universo dell’autore, nei suoi molti mondi: dalla deportazione alla chimica, dalla scienza alla antropologia, dalla biologia all’etologia, dall’ebraismo alle idee politiche.

Levi è stato un uomo che si è interessato di molti campi dello scibile umano e ha praticato diverse forme letterarie, dal memoriale alla poesia, dal romanzo all’autobiografia, dal saggio al racconto. Per la prima volta vengono qui esplorate contemporaneamente le sue molteplici facce.

Costruito come una sorta di enciclopedia portatile, Primo Levi di fronte e di profilo è il risultato del lavoro ventennale di uno dei maggiori studiosi di Levi, curatore delle opere complete presso Einaudi. Racconta attraverso dieci fotografie la vita dello scrittore torinese, s’addentra nella storia dei suo libri, spiega la passione per i voli spaziali, gli animali, le parole, la linguistica, i marciapiedi, il lavoro, la scienza, la chimica, indaga i diversi temi e risponde a molte possibili domande su una opera variegata e complessa.

La sua inconsueta struttura permette di utilizzarlo in diversi modi: lo si può leggere dall’inizio alla fine, seguendone l’andamento narrativo, o consultarlo come un manuale di istruzioni per l’uso, percorrere la pubblicazione dei suoi scritti dal 1947 al 1986, seguire i temi dell’opera, passare da un argomento all’altro seguendo la propria personale curiosità oppure ricostruire la storia di ogni libro, così come la vicenda della vita o il rapporto con i grandi scrittori del passato (Dante, Leopardi, Baudelaire, ecc.), ma anche con quelli contemporanei (Lévi-Strauss, Saul Bellow, Jean Améry, Bruno Bettelheim, Hannah Arendt, ecc.). Un libro per chiunque voglia approfondire l’opera di Primo Levi, ricco di riferimenti e materiali utili, informazioni, riflessioni, documenti, collegamenti, suggerimenti.
Scritto in uno stile scorrevole, a tratti con un passo narrativo, questa è un’opera senza eguali su un autore fondamentale per capire il nostro passato, ma anche il nostro futuro.

Marco Belpoliti, saggista e scrittore, insegna presso l’Università di Bergamo, collabora a vari giornali e riviste, condirettore della collana “Riga” (Marcos y Marcos) e della rivista on line di cultura “doppiozero”. I suoi ultimi libri sono: Senza vergogna (Guanda), Pasolini in salsa piccante (Guanda); Il segreto di Goya (Johan&Levi), L’età dell’estremismo (Guanda).

03/11/15

Citazioni da "Roma , la pioggia... (a che cosa serve la letteratura?)" di Robert Pogue Harrison




Citazioni tratte da Robert P. Harrison, Roma, la pioggia.... A che cosa serve la letteratura? Traduzione di Stefano Velotti,  Garzanti editore, Milano, 1995. 



Il nostro lavoro è fallito, ci rifiutiamo di porci le domande critiche, cospiriamo contro le condizioni dell'intuizione e della riflessione. 
(pag.110)

*
(i morti) hanno bisogno di mostrarsi periodicamente, di scivolare tra i nostri momenti vuoti, le nostre ore di noia e d'indolenza. Hanno bisogno di venirci a trovare di tanto in tanto, e di stendere un velo sul mondo, assentandoci dalle nostre immediatezza.
(p.109)

*
tu appartieni alla prima generazione di una storia millenaria per la quale l'incertezza è la regola, non l'eccezione.
(p.93)

*
So bene che c'è più di una natura nell'umano, ma quel che intendo dire, credo, è che ciascuno di noi possiede una disposizione propria , un peso - pondus amoris - che appartiene a uno dei quattro elementi: il mio, sembra, appartiene alla terra.
(p.92)

*
Quando le chiesi, tra lo scherzo e la fantasia, se voleva vivere con me, rispose: "voglio morire con te."
(p.91)

il linguaggio non è semplicemente uno strumento di comunicazione, un mezzo per esprimere o denotare, ma la nostra condizione. La letteratura in generale, e la poesia in particolare, ci ricordano che, chiunque noi siamo, siamo condannati all'alienazione della parola.
(p.80)

*
Il compito dello scrittore è trovare la voce, l'idioma, in cui sentiamo parlare in noi quell'altra dimensione.... Il valore di uno scrittore può essere misurato sulla capacità di attingere a questo straniamento. 
(p.74)

*
A che serve provare a giustificare il mondo, o credere che abbia bisogno del nostro consenso ?
(p.117)

*
L'arte di dimenticare. In questo siamo maestri.
(p.122)

*
E' così semplice. I nostri problemi non sono fuori della nostra portata. Dobbiamo farne l'inventario e agire - agire in nome di noi stessi, non in nome dell'idea che ci siamo fatti di ciò che crediamo di essere e di volere.  Agire come possiamo, ricordandoci che alcune cose sono in nostro potere, altre no. E' in nostro potere sapere cosa non è in nostro potere. 
(p.129)

*
La parte più difficile è sapere quello che vogliamo. Il resto è facile.







02/11/15

(L'universo, i morti) - 2 novembre di Mario Luzi.



(L'universo, i morti)

                                                                                              2 novembre




L'universo, i morti. Ne immagina
nell'etere gli opachi
o cristallini insediamenti. Loro
dove stanno ? - intende i suoi più cari.
Ne fissa per un attimo quel vago
sfavillio di firmamento,
                                       si sposta
lui, si sposta il desiderio
                                       col suo ago
da stella a stella
in tutto il mirifico quadrante,
e qualcuno ne ravvisa
o crede "ma è un'insidia
del rimpianto, quella" il senso
si ravvede. Con esso gioca, a volte,
nelle sue perenni ondate
                                        l'incessante
loro e nostro mutamento.
                                        E' vero, è vero
ma persiste il cuore,
                                        l'umano non si arrende.



Mario Luzi (1914 - 2005)
Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini,
Milano 1994, p.145

30/10/15

Lo "sguardo animato" del Salvatore del Perugino in Santa Maria sopra Minerva.




La Chiesa di Santa Maria sopra Minerva è una delle più straordinarie di Roma.  Fondata nel secolo VIII sui resti di un tempio di Minerva Calcidica e rifatta in forme gotiche nel 1280, deve il suo fascino anche a questo: il sorgere sullo stesso luogo esatto dell'antico Tempio di Iside al Campo Marzio  (o Iseo Campense o Iseum et Serapeum) che i Romani avevano dedicato al culto degli dei orientali e che nel corso dei secoli ha restituito preziosissimi reperti, provenienti dall'Egitto. 

La Chiesa è anche piena di tesori d'arte e una visita è densa di scoperte anche minime. 

Il dipinto che ho inserito in testa  decora, all'altare principale, la 3a cappella della navata di sinistra. 

Si tratta di un piccolo olio su tavola, che non può nemmeno essere ammirato da troppo vicino, per via di una inferriata sempre chiusa. 

Il dipinto è stato variamente attribuito.  E dopo una dubbia attribuzione al Pinturicchio, è oggi unanimemente considerato opera di Pietro di Cristoforo Vannucci, più famoso con il nome di Perugino (1448-1523), il maestro di Raffaello. 

Perugino (o allievi della sua stretta scuola) lo realizzò negli anni successivi al 1479, quando fu chiamato da Papa Sisto IV per decorare l'abside della Cappella della Concezione nel coro della Basilica Vaticana. 

E' un ritratto, quello del Salvatore del Perugino, estremamente affascinante. Per l'uso dei colori (il verde intenso del mantello sul rosso pompeiano della tunica), per l'effige del volto, in espressione dolcissima, con il capo debolmente reclinato sulla destra, il viso incorniciato dai capelli castani, le guance rosee, lo sguardo penetrante. 

Perugino usò la tecnica dello sguardo animato (comune ad altri celebri ritratti rinascimentali, tra cui La Gioconda): grazie ad un sapiente uso della prospettiva, lo sguardo del Cristo infatti, sembra seguire l'osservatore.  Lo si sperimenta davanti al dipinto, nella Chiesa, ma anche semplicemente davanti ad uno schermo del computer.  Spostandosi lentamente da destra verso sinistra e al contrario, lo sguardo del Cristo sembra continuare ad osservare direttamente negli occhi lo spettatore.

E' per questa sua particolarità che scelsi di inserire il fascino di questo piccolo quadro - e delle sue sorprendenti proprietà - nel romanzo Il giorno più bello per incontrarti.

Fabrizio Falconi (C) -2015 riproduzione riservata


29/10/15

SOS Biblioteche (sempre meno fondi, sempre più frequentate). Nasce Biblioraising !






Biblioraising: è on line il primo sito dedicato alla sostenibilità delle biblioteche 

Da tempo le biblioteche pubbliche italiane si ritrovano a stringere i denti per i continui tagli economici che subiscono

I tagli più consistenti riguardano la somma destinata all’acquisto dei libri, scesa da oltre 8 milioni annui a 3 milioni. 

Sotto la spinta della crisi economica, di fronte all’emergere di nuovi bisogni e nuove povertà questi luoghi di cultura stanno diventando luoghi di accoglienza, di inclusione e interazione per le diverse fasce di cittadini che la frequentano

Sì, perché con la crisi economica le persone preferiscono risparmiare sull’acquisto dei libri ma vanno di più in biblioteca. 

Per dare una risposta concreta a questa difficile situazione, da oggi sarà online il sito www.biblioraising.it, dedicato alle biblioteche di tutta Italia che vogliano approfondire e mettere in pratica il fundraising

Biblioraising fa parte di un progetto più ampio di Formazione sul fundraising e sull’uso dell’Art Bonus per le biblioteche promosso dal Centro per il Libro e la Lettura del Mibact e dall’ANCI e elaborato dalla Scuola di Roma Fund-raising.it che ne ha curato la realizzazione. 

Prezioso strumento, l’Art Bonus prevede importanti benefici fiscali, come previsto dalla legge, sotto forma di credito di imposta per chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura. 

Con la legge di stabilità ottobre 2015 il Ministro del MiBACT Dario Franceschini rende permanente l’agevolazione fiscale del 65%. 

Navigando nel sito, gli operatori e dirigenti delle biblioteche potranno trovare un kit contenente strumenti di comunicazione sociale e di gestione amministrativa sull’Art Bonus e altri strumenti di raccolta fondi rivolti ad individui, aziende e fondazioni. 

E’ presente, inoltre, uno spazio di confronto e condivisione delle esperienze tra bibliotecari che si occupano di fundraising. 

Biblioraising – che ha visto, tra gli altri, un’attiva partecipazione dei territori coinvolti nel progetto sperimentale In vitro - è iniziato a maggio, con un’azione di formazione e assistenza nei sistemi bibliotecari di Roma, Torino, Lecce, Nuoro, Ravenna, e Regione Umbria, e nasce dall’esigenza di diffondere l’uso dell’Art Bonus presso le biblioteche, quale strumento per favorire donazioni filantropiche e di rispondere all’urgente necessità di promuovere e realizzare azioni di raccolta di fondi a favore di questi luoghi di cultura, non solo come risposta alla crisi della finanza pubblica, ma soprattutto come strumenti atti a coinvolgere la comunità nel sostegno e nella gestione dei cosiddetti beni comuni.