"La sensazione e' la stessa di alcuni
luoghi della Terra Santa, importanti non solo per la storia o
una religione. Ma per il genere umano".
Cosi' Francesco
Prosperetti, Soprintendente per l'Area archeologica di Roma,
racconta il Carcer Tullianum, meta tra le piu' sacre al
Cristianesimo perche' qui tradizione vuole che vennero
incarcerati San Pietro e San Paolo, ma anche luogo piu' nero
della storia di Roma, dove "per oltre un millennio si facevano
sparire i nemici della citta"'.
Grazie alla "grande collaborazione" con l'Opera RomanaPellegrinaggi (che gestisce il sito e che insieme alla
Confraternita dei Falegnami e' tra i tre "padroni di casa"), il
Carcer, noto anche come Carcere Mamertino, riaprira' al pubblico
il 21 luglio dopo un anno di chiusura con un nuovo percorso
museale, restaurato e soprattutto dopo tutte le scoperte
dell'ultima di tre campagne di scavo, finanziata da
Soprintendenza ("300 mila euro") e ORP ("800 mila") con il
contributo di Intesa San Paolo e LSGI.
La prima bellissima sorpresa e' la "piu' antica Madonna della
Misericordia mai rinvenuta a Roma, per di piu' proprio nell'anno
del Giubileo della Misericordia", racconta Monsignor Liberio
Andreatta, vice presidente dell'ORP.
E' venuta fuori da un
affresco parietale di cui si scorgono ancora i colori e che gli
studiosi datano al XIII secolo d.C.
Ma andando "giu"' uno dopo
l'altro ecco riemergere i tanti anelli di una storia lunga quasi
3 mila anni, per un'aera che nasce nell'VIII secolo sulla Rupe
Tarpea con le mura di contenimento del Campidoglio, poi diventa
luogo sacro nel V a.C sulle acque della fonte Tulliana (oggi ben
visibile), cresce con i primi ambienti per recludere i nemici
politici, viene monumentalizzata nella prima eta' imperiale, poi
torna luogo di culto, questa volta cristiano, nell'VIII d.C,
come testimoniano le "lampade e i resti della Chiesa di S.
Pietro" ritrovati, racconta il direttore archeologo per l'Area
di Roma, Patrizia Fortini.
O la cattedra del IX secolo e gli
affreschi in cui ancora si riconoscono tante mani di fedeli
(XI-XIV secolo), fino alla Chiesa della congregazione dei
Falegnami del 1540.
Ma scavando "quasi per miracolo - racconta
l'archeologa - in un'intercapedine tra il portico moderno e la
facciata antica abbiamo trovato anche gli scheletri di tre
corpi: un uomo, ucciso con un colpo in testa e le mani legate;
una donna e una bambina. Le analisi dicono che sono del IX-VIII
a.C".
E poi ecco le offerte di un rito votivo, "con il piu' antico
limone mai ritrovato nel Mediterraneo - dice la Fortini - Semi e
polpa fresca, che le analisi al radiocarbonio datano al 14
d.C." e che potrebbero finalmente fissare una data precisa per
l'inizio dei lavori della nuova facciata, "non sotto Nerone, ma
con Augusto".
E ancora ecco "i resti delle ceramiche di una
fornace del XIII, che a Roma non erano ancora mai state
trovate".
Il nuovo allestimento ha ora restituito la forma circolare
dell'ambiente assunta nel Medioevo. Il Museo raccoglie i reperti
trovati e le nuove visite, con tanto di tablet, racconteranno le
loro implicazioni storiche, con anche le ricostruzioni degli
ambienti originali. Dal 21 luglio, poi, sara' attivo il nuovo
varco per il Foro Romano dal lato del Campidoglio (disponibile
un biglietto unico per Carcer e area archeologica) sottolineando
"quanto tutta questa area fosse connessa".
Ma le sorprese non
sono finite. Ora, conclude la Fortini, "ci sarebbe da scavare
tutto il lato verso le scale Gemonia. Li' sotto ci deve essere
ancora il passaggio originario al Foro, con le scale volute da
Augusto".
fonte Daniella Giammusso per ANSA
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