L’incontro durò
fino all’ora di pranzo.
Terminato il
tempo per le domande, Rajakrishna si alzò in piedi, fece il solito inchino e si
allontanò dalla sala.
Più tardi i suoi
collaboratori riferirono che dopo aver pranzato con riso e matè si era inoltrato a
piedi, per il sentiero che partiva dal lato nord del borgo e si inerpicava
sulle colline circostanti.
Isabella insieme
ai ragazzi consumò uno spuntino all’unico bar dei paraggi, poi cercò di
riposarsi sui sedili di pietra della grande vasca all’aperto, sotto la pergola.
Arrotolati i risvolti dei pantaloni, immerse le gambe nell’acqua calda. Il
vento era calato e il sole era ancora
alto e caldo.
Valdemar si era
addormentato su una delle panchine.
Isabella muoveva
avanti e indietro i piedi nell’acqua.
Lorenzo si
sedette vicino a lei.
“ Credo di
essermi innamorato di te, “ disse .
Isabella non
spostò lo sguardo dall’acqua. Rimase a lungo in silenzio, come se lui non
avesse parlato. Sussurrò: “ Non voglio nemmeno sentirlo. “
Lorenzo gettò un
sasso nell’acqua.
“ Non servirà
non parlarne. “
“ Forse non
servirà, ma è quello che voglio. Non voglio parlarne. “
Nuvole rade
correvano sul sole.
“ Curiosa quella
scena, te la ricordi ? “ Lorenzo sembrava pensare ad altro, ora. .
“ Quale scena ?
“
“ Quella scena
di Nostalghia, il film di
Tarkovskij. La girò qui, in questa
vasca. L’hai visto ? “
“ Sì. Però non
mi ricordo bene. Sono vecchi film. Mi chiedo anzi come fai a conoscerli .“
Lui non rispose.
Proseguì:
“ Nessuno ha
capito bene cosa significa quella scena del matto che attraversa a piedi la
vasca prosciugata con la candela in mano, e ogni volta che la candela si
spegne, deve tornare indietro. Succede per tre volte ed è un piano sequenza
lunghissimo. “
“ Sì adesso mi
ricordo. Secondo me era una specie di voto. “
“ Un voto ? “
“ Sì, un voto
che si realizza solo se la candela rimane accesa fino alla fine della vasca. “
“ E di quale
voto poteva trattarsi ? “
“ Non lo so.
Forse lo stesso che chiederei io, ora, “ rispose lei.
“ E cioè ? “
“ Che il tempo
per una volta si fermi. Qui. Che banale. Chissà quante volte anche tu l’hai
pensato. Lo pensano tutti: quando uno trova un punto nuovo che non conosceva,
dentro se stesso, vuole fermarsi. Ma nessuno può esaudire questo voto, e
d’altronde è così che va il mondo. “tratto da Cieli come questo - di Fabrizio Falconi - Fazi Editore, 2002.
Adesso dovrò leggere il libro.
RispondiEliminaGrazie, "distratta 70 ..."
RispondiEliminaf