Non resterò confuso, non mi farò trascinare dalla corrente mai.
Sarà questo uno dei punti fondamentali. Il flusso della corrente non permette di fermarsi e dentro la corrente, non al di fuori di essa, è molto facile smarrire se stessi.
Non resterò eternamente confuso, non resterò a chiedermi chi sono. Non farò quello che fanno gli altri.
Trascinato dal flusso della corrente sarà infatti inevitabile perdere ogni riferimento, pensare di non poter più distinguere ciò che è bene da ciò che è male.
Ma nella essenza del mio essere umano io ritroverò sempre le ragioni della distinzione che permette di orientarsi. L’essenza del mio essere umano è il mio centro.
Ed è lo stesso centro che orientava il cammino dell’Uomo sui ghiacciai di Similaun, 5000 anni fa. E’ lo stesso centro a cui attinge una madre a cui nasce un figlio. Lo stesso centro a cui fa appello un vecchio nell’ora della morte.
Ad ogni latitudine, in ogni epoca.
Il grano e la gramigna non sono una invenzione, semplicemente esistono, e questo è il grande mistero della esistenza: la differenziazione. Che qualcuno chiama libero arbitrio.
So che ha a che fare con la conoscenza di me, con l’allontanamento o la vicinanza che saprò mantenere, dalla capacità che avrò di ascoltare il mio centro.
Come scrive Carl Gustav Jung, ci sforziamo di raggiungere il buono e il bello, ma al tempo stesso afferriamo anche il malvagio e il brutto, poiché nel pleroma essi formano un tutt'uno col buono e col bello. Se invece restiamo fedeli alla nostra essenza, cioè alla differenziazione, allora ci differenziamo dal buono e dal bello, e perciò anche dal malvagio e dal brutto, e non cadiamo nel pleroma, ossia nel nulla e nel dissolvimento.
Fabrizio Falconi
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