Trio di fine millennio
I.
Molto prima che i Romani
accendessero fuochi e sparsi
marmi in questa terra di sale,
molto prima che divenisse azzurra
e molto avanti al desiderio
sbagliato e creato e ancora sbagliato
in me, e ancor prima che tu nascessi
e qualcuno pensasse il filo più tenue
dei pensieri pensabili. Molto prima
che tu fossi mio padre, io tuo figlio
e molto tempo prima che il mio sguardo
cieco affiorasse dal gorgo.
Dunque molto prima di tutto
il viandante che aveva ferite
le lasciò disegnate sulla terra
e dalle sue ferite comunque fu generata
la più assurda delle sconfitte,
la più invisibile delle presenze,
la più inutile delle cose tentate
e nemmeno iniziate.
Molto prima di tutto
c’era qui un vecchio albero
dalle vecchie foglie fredde
mai cadute.
E intorno all’albero
frettolosi vortici di pioggia,
ombre e una radura,
l’echeggiante risposta
a una domanda mai posta.
Rispondere dell’albero
Del suo fantasma ritornato,
della radura, che forse l’ha ucciso.
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