Si perderà quel corpo bambino
vagherà senza pace nei pascoli delle colline eterne
desidererà
essere ascoltato, in piedi col suo volto bianco
laverà ogni lacrima
resisterà
per non essere un’altra volta dimenticato.
Ottenebrati e miserevole
i gesti e le parole
di chi non sa vegliare e cova
la disperazione come un frutto germinoso
che produce invece vermi
la vita non è un indizio
non è accidente e non è svista
è misura, distanza
vera attesa quieto rimpianto
il corpo bambino è ora un passaggio,
è me che invecchio, è il tempo incerto
del suo ritorno.
Fabrizio Falconi - maggio 2011 (proprietà riservata).
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