Penso che una gran parte dell'infelicità umana - piuttosto diffusa in Occidente, ultimamente - sia quella di non saper apprezzare il presente.
Cioè quello che si vive, quello che si sta vivendo.
La nostra vita è perennemente proiettata oltre - al passato, o al futuro.
Non finiamo di rimpiangere (o di maledire) la vita che fu. Non finiamo di immaginare, sperare, desiderare, la vita che verrà.
Ma mentre viviamo non ci rendiamo conto - o molto raramente lo facciamo - della polvere d'oro che scorre tra le nostre dita.
Salvo poi farlo quando quella polvere d'oro è sparita. Ed è troppo tardi.
Ed è quella sensazione così potentemente evocata da Dante nel Quinto canto dell'Inferno, con quelle parole messe sulla bocca della disperata Francesca:
Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria
Dovremmo pensarci più spesso. E apprezzare meglio, con più pienezza, con più consapevolezza, la nostra vita.
Non so quanti di voi hanno visto quel meraviglioso film di Wim Wenders, Paris Texas, girato nel 1983, e Palma d'oro a Cannes nell'anno seguente.
La sequenza che vi propongo qui sotto è forse la scena più bella del film. Il protagonista - l'attore Harry Dean Stanton - che insieme al figlio piccolo, sta cercando la moglie fuggita via (scoprirà poi che è finita a intrattenere uomini in un peep show) ed è ancora disperatamente innamorato di lei, va ospite da alcuni amici comuni. L'amico gli mostra un vecchio super8, fatto alcuni anni prima, quando tutti e 5 - le due coppie di amici e il bambino - avevano fatto una gita al mare.
La nostra vita è perennemente proiettata oltre - al passato, o al futuro.
Non finiamo di rimpiangere (o di maledire) la vita che fu. Non finiamo di immaginare, sperare, desiderare, la vita che verrà.
Ma mentre viviamo non ci rendiamo conto - o molto raramente lo facciamo - della polvere d'oro che scorre tra le nostre dita.
Salvo poi farlo quando quella polvere d'oro è sparita. Ed è troppo tardi.
Ed è quella sensazione così potentemente evocata da Dante nel Quinto canto dell'Inferno, con quelle parole messe sulla bocca della disperata Francesca:
Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria
Dovremmo pensarci più spesso. E apprezzare meglio, con più pienezza, con più consapevolezza, la nostra vita.
Non so quanti di voi hanno visto quel meraviglioso film di Wim Wenders, Paris Texas, girato nel 1983, e Palma d'oro a Cannes nell'anno seguente.
La sequenza che vi propongo qui sotto è forse la scena più bella del film. Il protagonista - l'attore Harry Dean Stanton - che insieme al figlio piccolo, sta cercando la moglie fuggita via (scoprirà poi che è finita a intrattenere uomini in un peep show) ed è ancora disperatamente innamorato di lei, va ospite da alcuni amici comuni. L'amico gli mostra un vecchio super8, fatto alcuni anni prima, quando tutti e 5 - le due coppie di amici e il bambino - avevano fatto una gita al mare.
Non c'è nient'altro da aggiungere. Guardate, semplicemente.
Che bello questo volo alto e lieve tra letteratura, polvere d'oro e cinema!
RispondiEliminaAggiungo queste parole di Gibran ... mi sembra esprimano un pensiero simile
Come acqua
'Ognuno ha sperimentato questa verità
l'amore, come un ruscello d'acqua corrente,
si trascura, si dà per scontato,
ma quando il rivo gela
la gente comincia a ricordare
com'era quando scorreva
e vuole che riprenda a fluire.'
M
Carino,grazie!
RispondiEliminatrovo che :
Il passato è come la pellicola di un film,
il presente ci sfugge mentre
rincorriamo il futuro.
tocca la miseria , tocca il dolore e capirai la sensazione ...
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