03/09/14

Un piatto da Roma ritrovato in una tomba in Giappone del V secolo d.C. Un appassionante mistero.




La scoperta ha dello straordinario ed e' destinata a modificare o forse riscrivere la conoscenza dei rapporti tra Oriente e Occidente gia' oltre 1500 anni fa. 

Le analisi fatte su un piatto di vetro blu, di pregevole fattura, ritrovato in una tomba del sito archeologico di Niizawa Senzuka, nella prefettura centrale di Nara, hanno fatto emergere una sorpresa: e' il primo manufatto del suo genere originario dell'Impero Romano mai scoperto finora in Giappone. 

I risultati degli esami sviluppati da alcuni ricercatori nipponici hanno portato anche a stabilire che una ciotola di vetro rotonda, rinvenuta insieme al piatto, e' riconducibile con ragionevole certezza al periodo della Persia sassanide (226-651 d.C.). 

Piatto e ciotola sono stati recuperati nel corso degli scavi fatti al tumulo n.126, che risale al V Secolo dopo Cristo del gruppo di tombe che costituiscono un sito storico nazionale. 

Gli studi scientifici, riporta il quotidiano Asahi, hanno dimostrato che il Giappone ha importato manufatti diversificati a dimostrazione di una vasta gamma di scambi commerciali tra Oriente e Occidente.

"Il piatto e' stato probabilmente realizzato intorno al mar Mediterraneo e portato nella Persia sassanide", ipotizza Yoshinari Abe, professore di chimica analitica presso la Tokyo University of Science, a capo del pool di ricercatori. 

 "Dopo essere stato decorato li', fu trasportato poi fin in Giappone", aggiunge Abe. 

La sorpresa nella sorpresa e' che il piatto, di circa 14 centimetri di diametro, si ritiene sia stato fatto al piu' tardi nel II Secolo. 

Secondo le analisi fatte con uno speciale dispositivo di fluorescenza a raggi X per valutare gli elementi chimici, la composizione del reperto è quasi identica ai vetri rinvenuti nell'area dell'Impero Romano.

Si tratta di un mix di natron, di un tipo di minerale di sodio, di una sabbia in silice e calce, simili a quelli usati di solito nelle vetrerie del bacino del Mare Nostrum e nel successivo periodo dell'Impero Romano d'Oriente. 

Il team, da ulteriori test, ha appurato la presenza di antimonio, elemento metallico molto popolare a Roma fino al II Secolo. 

La conclusione piu' ragionevole è che il piatto abbia impiegato più secoli per arrivare in Giappone, cosi' come nel caso della ciotola di vetro il cui taglio e' ritenuto identico a quello dei frammenti rinvenuti nei resti di un palazzo della antica capitale persiana di Ctesifonte. 

"Il Giappone aveva scambi molto aggressivi con altri Paesi nel V secolo, e gli ultimi risultati mostrano come vari elementi esterni riuscissero a entrare in Giappone", osserva Takashi Taniichi, professore d'archeologia alla Sanyo Gakuen University. 

"Dato che il piatto di vetro potrebbe essere stato trasportato attraverso l'Asia centrale, non c'e' da meravigliarsi per lo scarto di tempo tra produzione e arrivo in Giappone". Insomma, il mistero del 'piatto romano' avrebbe trovato la sua soluzione. 

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