13/09/14

L'enigma del pavimento del Pantheon di Roma.


E' un monumento unico al mondo, il Pantheon di Roma, sotto ogni aspetto. 

E se esteriormente il Pantheon dà e dava l’impressione di essere un tempio tradizionale – sul modello della purezza di linee greche -  non appena varcata la soglia (il portone monumentale è uno dei tre originali romani ancora esistenti e misura 7,50 metri di larghezza e 12,50 metri di altezza) si viene come risucchiati all’interno di una perfetta sfera delimitata da un tamburo cilindrico, in opera laterizia, spesso ben 6 metri.


La doppia decorazione, in due diversi registri, del tamburo, lo straordinario pavimento – a quadrati e cerchi (ancora quadrati e cerchi, il rapporto tra le due figure geometriche ricorre in tutta la costruzione) - e soprattutto la cupola articolata in cinque ordini di 28 (anche questo numero ritorna in tutta la costruzione) cassettoni concentrici, conferiscono all’opera un aspetto grandioso: la percezione del vuoto è impressionante, sembra di essere capitati all’interno di una enorme bolla di sapone, dove esterno e interno, vuoto e pieno tendono a coincidere. 

A proposito del pavimentooriginale, seppure restaurato nel 1872 - vale la pena aggiungere che il disegno geometrico, simile ad una sorta di scacchiera (in testa a questo post la pianta geometrico/cromatica) esercita pure un forte fascino simbolico, tutto da decifrare: è composto infatti da una serie di fasce parallele e perpendicolari che definiscono quadrati, al cui interno sono inscritti quadrati ancor più piccoli, oppure dei tondi (i pannelli con i quadrati sono costituiti da una cornice di porfido rosso e da quadrati piccoli in pavonazzetto bianco con venature azzurro-viola; i pannelli con i tondi hanno, invece, una cornice di marmo giallo ed il tondo di granito egiziano grigio scuro o di porfido rosso). 


E’ inoltre leggermente concavo in modo da convogliare le acque piovane in 22 fori che fanno parte di un complicato sistema di fognature sotterranee. 


Ciò nonostante ogni romano sa che perfino la pioggia rappresenta uno spettacolo, vista dall’interno del Pantheon: perché, a meno di una precipitazione particolarmente intensa o abbondante, la pioggia normalmente sembra sospesa al di sopra dell’oculus, e impossibilitata ad entrarvi, ciò a causa di quell’effetto camino, cioè della corrente d’aria ascensionale che porta alla frantumazione delle gocce di pioggia e le rallenta, altra proprietà che evidentemente gli architetti romani dimostravano di conoscere molto bene.

 Fabrizio Falconi - © riproduzione riservata.    

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