E' il Vitellone di felliniana
memoria l' 'imputato' del tradizionale Processo del 10 agosto a
San Mauro Pascoli (Forli'-Cesena) promosso da Sammauroindustria.
Nomignolo nato dall'inventiva dello sceneggiatore Ennio Flaiano
(spiego' la derivazione dall'abruzzese "vudellone", una budella
da riempire), nel tempo ha assunto connotati controversi:
positivi, del seduttore per eccellenza della Riviera romagnola;
negativi, del maschilista tout court.
A dibattere nel tribunale
a Villa Torlonia, alle 21, saranno la giornalista de Il
Manifesto Daniela Preziosi, che guidera' l'accusa, e Gianfranco
Angelucci, stretto collaboratore del regista riminese, alla
difesa. Presidente del Tribunale Miro Gori, fondatore del
Processo; il verdetto sara' emesso dal pubblico munito di palette
(400 i posti disponili causa restrizioni Covid).
Il Processo e'
un chiaro omaggio ai 100 anni di Federico Fellini.
"Vitellone e' uno che non fa nulla e campa, anche in eta' da
lavoro, sulle spalle della famiglia - spiega Gori -. Perfetta da
questo punto di vista e' la rilettura felliniana di Amarcord dove
in Lallo, zio del protagonista Titta, la figura del vitellone si
fonde con quella del 'pataca'. Se questo e' un primo e assai
grave capo d'imputazione in una Repubblica 'fondata sul lavoro',
altri non mancano: dall'incapacita' di crescere, maturare,
staccarsi dall'adolescenza, al maschilismo radicale che ha
indotto nell'opinione comune l'analogia tra vitellone e
seduttore da spiaggia, come racconta Sergio Zavoli, altro
illustre riminese, nel documentario 'I vitellini'.
Ma spettera'
all'accusa definire con esattezza il capo dell'imputazione e
alla difesa trovare attenuanti e reali motivi per
l'assoluzione".
Le prime schermaglie tra le due parti non mancano. Secondo
l'accusatrice Daniela Preziosi "i Vitelloni restano un monumento
alla peggio gioventu' maschile, regredita al comodo eterno stato
infantile, mammoni e traditori, bandiere di un'inconcludenza che
e' indifferenza. Bighellona, bovina, bulla, banale,
irredimibile".
Diverso il punto di vista del difensore
Angelucci: "I luoghi comuni, le convenzioni, nascondono spesso
pregiudizi che conducono verso una strada sbagliata. I Vitelloni
sono ben altro da cio' che in molti pensano, e ci stupiremo
insieme a scoprire quanto la loro natura, che ci appartiene cosi'
da vicino, rappresenti forse la nostra parte piu' nobile".
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