Tolstoj scrisse un racconto bellissimo, che forse pochi conoscono e che è il mio modo per augurarvi un buon anno nuovo, il 2013.
In questo racconto c'è un imperatore che un giorno pensò che se avesse avuto la risposta a tre domande, avrebbe avuto la chiave per risolvere qualsiasi problema:
In questo racconto c'è un imperatore che un giorno pensò che se avesse avuto la risposta a tre domande, avrebbe avuto la chiave per risolvere qualsiasi problema:
Qual'è il momento migliore per intraprendere qualcosa ?
Quali sono le persone più importanti con cui collaborare ?
Qual è la cosa che più conta sopra tutte ?
L'imperatore emanò un bando per tutto il regno annunciando una lauta ricompensa per chi avesse saputo rispondere alle tre domande.
Ma le risposte che i centinaia di avventori gli diedero, non lo convinsero in nessun modo.
Per la prima domanda risposero nei modi più vari. La cosa migliore era secondo alcuni la costituzione di un Consiglio di esperti, per altri era rivolgersi a maghi e indovini.
Per la seconda domanda, gli consigliarono di riporre la sua fiducia negli amministratori, un altro gli consigliò di affidarsi al clero o ai monaci.
Per la terza domanda, qualcuno disse che l'attività più importante era la scienza, altri dissero l'arte militare, o la religione.
Insoddisfatto, l'imperatore decise di rivolgersi a un eremita, un sant'uomo che si riteneva molto saggio, che la mattina dopo decise di andare a trovare, scalando la montagna sulla quale si era ritirato a vivere.
Ma giunto al cospetto dell'eremita, questi non rispose a nessuna delle sue domande. Era intento a vangare il suo orto. "Devi essere stanco, " disse l'imperatore, "lascia che ti aiuti". L'eremita lo ringraziò , gli diede la vanga e si sedette per terra a riposare.
L'imperatore vangò per due ore, poi mise giù l'attrezzo, e disse all'eremita: "Sono venuto per rivolgerti tre domande. Ma se non sai darmi la risposta, ti prego di dirmelo, così me ne torno a casa mia."
Ma l'eremita alzò la testa e disse: " Non senti qualcuno che corre verso di noi ?" L'imperatore si voltò di scatto e vide un uomo insanguinato che correva verso di loro, e che si accasciò a terra, a pochi metri.
Rimossi gli indumenti, videro che era stato ferito gravemente. L'imperatore pulì le ferite, curò l'uomo, gli diede da bere, e insieme all'eremita portò il ferito nella capanna, lo adagiò nel letto.
L'imperatore, distrutto dal lavoro della giornata, si addormentò vicino a lui.
Quando si svegliò il mattino dopo, vide l'uomo ferito che lo guardava. E gli disse: "Vi prego, perdonatemi." "Ma di cosa ?" fece l'Imperatore.
E il ferito raccontò la sua storia: era un acerrimo nemico dell'imperatore, deciso ad ucciderlo, perché nell'ultima guerra l'imperatore aveva ucciso il fratello e si era impossessato dei suo beni. Sapendo che l'imperatore era andato da solo su quella montagna per consultare l'eremita, lo aveva seguito,ma nel bosco era stato affrontato dalla scorta, e anche se ferito gravemente, era riuscito a fuggire.
"Volevo uccidervi, "disse l'uomo, "e invece mi avete salvato la vita ! La mia vergogna e la mia riconoscenza sono indicibili. Se vivo, giuro di servirvi per il resto dei miei giorni e di imporre a figli e nipoti di fare altrettanto. Vi prego, concedetemi il vostro perdono."
L'imperatore non solo lo perdonò, ma andò a cercare la sua scorta, per far ricondurre l'uomo a casa sua. E diede ordine che fosse assistito e curato.
Poi, tornò a cercare l'eremita. Voleva riproporgli le tre domande per l'ultima volta. Lo trovò che seminava nel terreno dove il giorno prima aveva vangato.
L'eremita si alzò e guardò l'imperatore: "Ma le tue domande hanno già avuto risposta."
"Come sarebbe ?" chiese l'imperatore.
"Se ieri non avessi avuto pietà della mia vecchiaia, "rispose l'eremita, "e non mi avessi aiutato a scavare questi solchi, tu saresti stato aggredito da quell'uomo sulla via del ritorno. Allora ti saresti pentito amaramente di non essere rimasto con me. Perciò il momento più importante era quello in cui scavavi i solchi, la persona più importante ero io, e la cosa più importante da fare era aiutarmi. Più tardi, quando è arrivato il ferito, il momento più importante è quello in cui hai medicato la ferita, perché se tu non lo avessi curato sarebbe morto e avresti perso l'occasione di riconciliarti con lui. Per lo stesso motivo la persona più importante era lui e la cosa più importante era medicare la sua ferita. Ricorda che c'è un unico momento importante: questo. Il presente è l'unico momento di cui siamo padroni. La persona più importante è sempre quella con cui siamo, quella che ci sta di fronte, perché chi può dire se in futuro avremo a che fare con altre persone ? La cosa che più conta sopra tutte è rendere felice la persona che ti sta accanto, perché solo questo è lo scopo della vita."
Fabrizio Falconi
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