13/12/18

Un popolo misterioso vissuto 4.000 anni fa nella lontana Cina.



Un popolo misterioso dedito al culto del sole e a riti sciamanici visse 4000 anni fa nelle valli del Fiume azzurro. La scoperta della sua civilta', nel secolo scorso, ha riscritto la storia della Cina antica portando alla luce capolavori intrisi di spiritualita'. 

Il MuseoArcheologico Nazionale di Napoli (Mann) ospita, per la prima volta in Europa, nella mostra 'Mortali Immortali, i tesori del Sichuan nell'antica Cina' (14 dicembre - 11 marzo 219) ben 130 testimonianze della cultura Shu. 

Nel'immenso salone della Meridiana, opere in bronzo, oro, giada e terracotta, dal secondo millennio a.C. fino all'epoca Han (II secolo d.C.) raccontano il percorso di un popolo destinato a sparire e l'enigma delle maschere di bronzo piu' sofisticate dell'archeologia di tutti i tempi. 

"Questa importante esposizione, che chiude idealmente l'anno del turismo Europa-Cina e rientra tra le attivita' promosse nell'ambito del Forum Culturale Italia-Cina del Mibac - spiega il direttore del Mann Paolo Giulierini, che domani inaugurera' la mostra insieme a una delegazione cinese - conferma il sempre piu' solido legame tra il museo e il paese del Dragone per la promozione del patrimonio culturale italiano ma anche di quello cinese in Italia. Ricordiamo che le mostre del Mann su Pompei, nei maggiori musei cinesi fino al luglio 2019, contano gia' oltre due milioni di visitatori". 

Gli oggetti esposti a Napoli includono grandi statue e vasi rituali di bronzo, elementi decorativi in oro, preziosi reperti in giada, le celebri maschere con gli occhi sporgenti e ingigantiti, statuette in terracotta e delicati recipienti di lacca

Dalla terra dell'abbondanza, cosi' come era chiamata la fertile regione cinese, alla 'Campania felix' delle citta' vesuviane sepolte: ed e' cosi' che il cavallo di Sanxingdui, il sole di Jinsha, l'immagine del piu' grande albero di bronzo della storia dell'archeologia, dialogano in insoliti e suggestivi accostamenti, con la meridiana, la statua in bronzo di Apollo ed il cavallo di Ercolano. 

La mostra realizzata sotto la guida dell'Ufficio provinciale della Cultura del Sichuan, raccoglie pezzi dai principali musei databili dal 1600 a.C. (Dinastia Shang) al 220 d.C. (Dinastia Han). L'allestimento, con suggestivi effetti riflesso, e' curato dagli architetti Gaetano Di Gesu e Susanna Ferrini di "studio Asia". 

Ricostruzioni digitali, foto, video dello scavo aiutano il pubblico a comprendere il contesto di rinvenimento dei reperti e lo sviluppo di questa antica civiltà cinese cosi' lontana dalla cultura della Cina 'classica'. 

"I morti dovrebbero essere serviti come i vivi" e' l'espressione piu' antica ritrovata sul tema dell'aldila' ed e' proprio l'armoniosa convivenza tra uomo e natura il segno esemplare di un popolo che rappresenta un mistero profondo dell'archeologia della Cina e del mondo intero.



12/12/18

Sul perfezionismo e la smania di perfezione. Una breve riflessione di C.G.Jung.




In effetti, ancor oggi l'uomo sopporta meglio e più a lungo una perfezione relativa la quale, invece, per la donna che, come regola generale vi si adatta poco bene, può addirittura divenire pericolosa.
Quando la donna aspira alla perfezione dimentica questo suo ruolo complementare, cioè quello della completezza, di per sé imperfetto ma che proprio per questa ragione rappresenta l'elemento di riscontro tanto indispensabile alla perfezione. 

Infatti come la completezza è sempre imperfetta, così la perfezione è sempre incompleta e rappresenta perciò uno stato disperatamente sterile.
'Ex perfecto nihil fit', dicono gli antichi maestri, mentre invece l' "Imperfectum" porta in sé i germi di futuri miglioramenti. Il perfezionismo termina sempre in un vicolo cieco, mentre la completezza da sola manca dei valori selettivi.

Carl G. Jung, Risposta a Giobbe, 1950, pag. 57.



11/12/18

Libro del Giorno: "Altre visioni" di Pietro Tripodo.



Pietro Tripodo è un poeta ancora troppo poco conosciuto. Nato 1948, è nato e vissuto sempre a Roma fino alla sua tragica e prematura scomparsa nel 1999. 

La critica oggi lo considera a ragione, uno dei massimi poeti del secondo Novecento, anche se la sua produzione è esigua, e notevole invece sua attività di traduttore. 

La maggior parte della sua produzione poetica ha visto la luce negli anni Novanta del secolo scorso e molti dei suoi testi sono stati pubblicati su riviste quali Poesia di Nicola Crocetti e Altri argomenti. 

Il suo libro di poesie, Altre visioni, fu pubblicato dalla casa editrice Rotundo, nel 1991, nella collana diretta da Arnaldo Colasanti; ma nel 2007 la raccolta è stata meritoriamente ripubblicata, a cura di Raffaele Manica, con Donzelli, insieme al secondo volume di poesie di Tripodo, Vampe del tempo, la cui prima edizione era stata pubblicata nel 1998 dalle Edizioni Il Bulino.

Tra i lavori di traduzione di Tripodo, una versione latina de Le Cimetière marin di Paul Valéry, una versione italiana di Rusticus, di Angelo Poliziano oltre a edizioni e traduzioni di Georg Trakl, Callimaco, Catullo, Shakespeare e di Arnaut Daniel.

Ma questo volume è particolarmente prezioso perché oltre che per la introduzione e per la cura meticolosa e ricchissima di Raffaele Manica, per l'avvicinamento dei due momenti della poetica di Tripodo, quella colta, forbita e piena di rimandi classicisti di Altre Visioni (del 1991)  e quella di Vampe del tempo, di sette anni più tardi, con versi ancora più laceranti, definitivi, in cui i volti e i sentimenti - specie quello della mancanza - si alternano, nell'allineamento atipico (quasi in forma di prosa) della pagina - alle descrizioni estatiche e febbrili della natura.

Vi si leggono versi preziosi e per molti versi non dimenticabili:

dalle mie lacrime prendi congedo, anima, con la testarda tristezza di lei che vuol tenermi lontano e con la sua solitudine che è forte e resiste.

Ti amo anche ora che non provo più dolore.

Volto che trasmigra negli anni dei nostri cari, nostra stessa materia, trasmigra e avverte o consola.

(Vampe del tempo)

purpurei addii l'autunno distilla

Ferma nel bosco è l'ombra degli amori

(Altre visioni)

Quella di Pietro Tripodo era davvero - e lo è ancora - una voce angelica che canta un canto eversivo rispetto a quella slavina della parola che ha divorato il linguaggio contemporaneo.
E' oro per le nostre orecchie e per i nostri, affaticati, sensi.

Fabrizio Falconi

Pietro Tripodo
Altre Visioni
A cura di Raffaele Manica
Roma 2007 Donzelli



10/12/18

All'Ara Pacis una grande e bellissima mostra tutta dedicata a Marcello Mastroianni.


Una vita tra parentesi”. Così Marcello Mastroianni amava definire la sua vita. Le parentesi tra un set e l’altro, tra un palcoscenico e l’altro, lungo una carriera fatta di un’infinità di film, di spettacoli, di personaggi.

L’esposizione ripercorre la carriera straordinaria di Mastroianni. Dagli esordi con Riccardo Freda nel 1948 alla collaborazione con Federico Fellini, di cui diventò un vero e proprio alter ego.

Più di cento film tra gli anni Quaranta e la fine dei Novanta, e molti riconoscimenti internazionali: tre candidature all’Oscar come Miglior Attore, due Golden Globe, otto David di Donatello, due premi per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes e due Coppa Volpi al Festival di Venezia.

Un attore entrato prepotentemente nell’immaginario collettivo, identificato dal semplice profilo (pensiamo all’icona creata da Fellini in 8 e ½), ma su cui in realtà c’è ancora molto da scoprire.

E per andare a fondo nella scoperta, come osserva il curatore Gian Luca Farinelli, dobbiamo tallonare la sua filmografia in quanto specchio della sua stessa vita.

Ed è proprio questo il percorso che seguirà la mostra Marcello Mastroianni, a partire da un tratto distintivo della sua personalità: quell’umiltà che gli faceva amare gli altri attori, figure di un pantheon che raccoglieva Gary Cooper, Clark Gable, Tyrone Power, Errol Flynn, John Wayne, Greta Garbo, Jean Gabin, Louis Jouvet, Vittorio De Sica, Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Amedeo Nazzari, Totò, Assia Noris, e nel quale trionfava, non a caso, Fred Astaire, un attore capace, come sarà poi Marcello, di recitare con tutto il corpo (ricordiamo una delle sequenze fondamentali interpretate da Mastroianni: quella in cui si scatena nel ballo in Le notti bianche, il film di Luchino Visconti che segnerà il suo riconoscimento come attore “importante”).

Tutta la vita e la carriera di Marcello Mastroianni sono raccontate in questa mostra che raccoglie i suoi ritratti più belli, i cimeli e le tracce dei suoi film e dei suoi spettacoli, alternando immagini e racconti e immergendo lo spettatore in quello che è stato ed è ancora il più conosciuto volto del cinema italiano. Un percorso attraverso scritti, testimonianze, recensioni, oltre a un raro apparato fotografico che ritrae l’attore come non siamo abituati a ricordarlo, sul palco, vicino agli altri grandi nomi che hanno fatto la storia del teatro italiano, da Vittorio Gassman a Rina Morelli, da Paolo Stoppa a Eleonora Rossi Drago.

Cinema e teatro, le due anime di uno degli attori più importanti del nostro cinema, raccontate in dialogo costante grazie ai materiali conservati dalla Cineteca di Bologna, dallo stesso Mastroianni e da numerosi altri archivi (da quello dell’Istituto Luce a quello della Rai) con i quali è stato costruito questo percorso privilegiato che accompagnerà lo spettatore attraverso cinquant’anni di cultura e costume italiani.

Museo dell'Ara Pacis , Spazio espositivo Ara Pacis 
Dal 26 ottobre al 17 febbraio 2019 Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima). 24 e 31 dicembre 9.30-14.00 Chiuso il 25 dicembre e l'1 gennaio 

09/12/18

Il tunnel segreto del potere nelle viscere di Roma.




Per molti è soltanto una leggenda metropolitana, eppure sono tanti i riscontri che si sono susseguiti negli anni riguardo all’esistenza di una galleria lunga chilometri che collegherebbe tra di loro tutti i palazzi del potere di Roma, per finalità segrete

Non è un mistero del resto, che negli anni della guerra fredda si lavorò in diverse capitali europee alla realizzazione di bunker antiatomici, strutture sotterranee, a prova di interferenze dei controspionaggi dei paesi oltre la Cortina di Ferro. Ma a Roma non si è mai capito se sia stato realizzato un vero e proprio tunnel segreto oppure se a questo scopo sia stato sfruttato un collegamento tra i numerosi cunicoli preesistenti, medievali o paleocristiani che irrorano come un tessuto sanguigno gran parte del territorio dell’Urbe. 

Quel che è certo è che già all’epoca delle indagini a riguardo del cosiddetto Golpe Borghese, il tentativo di colpo di stato dei neofascisti che andò in scena nella notte tra il 7 e l’8 dicembre del 1970, emerse negli atti di come gli aspiranti golpisti avessero sfruttato un tunnel, la cui apertura era situata nei dintorni di Montecitorio e che aveva permesso loro di raggiungere in breve tempo l’armeria sotterranea del Viminale, prima che arrivasse l’ordine da parte di Junio Valerio Borghese di sospendere le operazioni

Del misterioso tunnel si è tornato poi a parlare qualche anno più tardi proprio a seguito del rapimento di Aldo Moro. 

Nel punto infatti dove questo passaggio segreto intersecava la Via Cassia, il 16 marzo del 1978, giorno del blitz delle Brigate Rosse, furono notati, proprio da un’auto dei Carabinieri uscire da un cunicolo quattro uomini che indossavano divise dell’Aeronautica i quali sostenevano un quinto uomo, probabilmente ferito. Erano parte del commando che aveva agito in Via Fani ? Ma ancora, del tunnel fantasma non si seppe nulla, fino al settembre 1997 , quando dopo la notizia pubblicata da alcuni giornali secondo cui operai impegnati nel cantiere di scavo di un sottopasso tra la Via Trionfale e la via Pineta Sacchetti si erano imbattuti in un sottopasso e dopo averlo iniziato a percorrere s’erano trovati faccia a faccia con militari armati che gli avevano intimato di tornare indietro, si aprì addirittura una interrogazione parlamentare da parte dell’allora responsabile della sicurezza di Montecitorio Alfredo Biondi, insieme ad altri deputati.

In effetti la testimonianza – poi confutata – degli operai confermava il tracciato ipotizzato del tunnel, il quale si diceva collegasse il Forte Trionfale e il Forte Braschi, passando nei pressi del grande Policlinico Gemelli, e il Forte Boccea, per poi tagliare in due la città e raggiungere il Viminale, il Quirinale, Palazzo Chigi, Montecitorio e il Ministero della Marina. 

Il passaggio sotterraneo dunque avrebbe rappresentato una specie di via di fuga per gli esponenti politici di primo piano in caso di “eventi estremi” che avrebbe permesso loro di fuggire e trovare ricovero sicuro all’interno delle costruzioni militari. 

I bene informati sostenevano che il tunnel risalisse agli anni della guerra, e che fosse stato ristrutturato proprio durante gli anni ’60 e ’70 all’epoca della Guerra Fredda, e degli Anni di Piombo. Un’altra vulgata riguardante il misterioso cunicolo vuole invece che nuovi e più recenti lavori siano stati realizzati sul finire degli anni ’80 sfruttando i cantieri per la costruzione del famoso anello ferroviario promesso per i Mondiali di Italia ’90 e mai completato a Roma, con le stazioni di Vigna Clara e Farneto rimaste per sempre chiuse. 

Il tunnel sotterraneo dunque avrebbe sfruttato le nuove opere per integrare i collegamenti già esistenti e migliorarli, per un costo complessivo di centinaia di miliardi, diviso tra i diversi ministeri. Bufala o no che sia, oggi sono ancora in tanti, anche in ambito parlamentare a dirsi sicura dell’esistenza di questi camminamenti e bunker sotterranei la cui esistenza sarebbe dunque garantita e protetta dai servizi segreti e mantenuta segreta per ragioni militari.

08/12/18

I miei 20 consigli per i vostri libri da regalare a Natale.

Ecco come buona abitudine i miei 20 consigli per i vostri libri da regalare a Natale, con 2 sole righe di accompagnamento, per scegliere.

1. William S. Maugham - Acque Morte

La febbre dei mari del sud, un medico, una atmosfera che non si dimentica mai più, un grande romanzo di un grande narratore. 

2. Ian Mc Ewan - Bambini nel tempo

Il miglior romanzo di Mc Ewan, il rapimento inspiegabile di un bambino, le ricerche, l'angoscia dei genitori, un libro che resta.

3. Jung Parla


Il miglior libro per avvicinarsi all'opera e al pensiero di uno dei più grandi geni del Novecento con tutte le interviste da lui rilasciate in vita.

4. L'eleganza della verità


Da un grande studioso un libro di scienza che si legge come un romanzo dove si svelano le incredibili meraviglie della natura e della fisica. 

5 Giuseppe Berto - Il male oscuro


Il più grande romanzo del Novecento italiano insieme a La Coscienza di Zeno di Svevo, cui del resto per alcuni aspetti questo libro assomiglia.

6. Goffredo Parise - Sillabari 


I meravigliosi racconti di Goffredo Parise, opera capitale della letteratura italiana del Novecento.

7. Emanuele Trevi -  Senza Verso


Già un piccolo classico. Né romanzo né saggio, un libro per chi ama Roma, la poesia, la piega della meraviglia dietro le vite ordinarie. 

8. Willa Cather - Una signora perduta 


Una autrice ancora poco conosciuta in Italia, un romanzo breve perfetto, una figura femminile moderna e vera, non soltanto verosimile.

9. Emily Dickinson - 104 poesie


La poetessa che non ha quasi mai varcato la soglia della sua abitazione e che dall'interno delle sue mura ha indagato come pochi altri l'animo umano. 

10. Pavel Florenskij - Non dimenticatemi 


Il testamento spirituale del "Leonardo da Vinci russo" con le commoventi lettere ai figli e una delle testimonianze più alte del valore della vita e del suo senso. 

11. Sebastiano Vassalli - La notte della cometa


Uno dei romanzi italiani che resteranno. 14 anni di lavoro per ricostruire l'epopea del poeta di Marradi (Dino Campana), la sua follia, la sua relazione divorante con Sibilla Aleramo.

12. Martin Rees - Il nostro ambiente cosmico


Un viaggio condotto da uno dei più grandi astronomi contemporanei attraverso i misteri del cosmo, le più incredibili teorie, i segreti che non conosciamo e nei quali ci stiamo addentrando.

13. Elsa Morante - Alibi


Elsa Morante scriveva anche poesie. E bellissime. 

14. Robert M. Pirsig - Lo Zen o l'arte della manutenzione della motocicletta. 


Un libro diventato il manifesto di una generazione, che oggi si legge con maggiore disincanto ma con identica partecipazione emotiva. Un viaggio nella profonda america e nella profondità della mente.

15. James Salter - Tutto quello che è la vita.


Il capolavoro di James Salter, uno scrittore americano ancora poco conosciuto ma destinato a ripetere in Italia il caso letterario di "Stoner". 

16. Andrej Tarkovskij - Martirologio


I diari di Andrej Tarkovskij: il cinema, l'anima, l'esilio, un libro indimenticabile. 

17. Guy de Maupassant - Forte come la morte.


L'ultimo dei grandi romanzi di Maupassant. Una storia d'amore struggente e malata, il ritratto di un'epoca perduta. 

18. Peter Handke - Canto alla durata

Il punto più alto della poesia di Handke. Un libro senza tempo che parla delle nostre vite, e del senso del tempo che ci trascina inebriandoci.

19. John M. Coetzee - Vergogna


Il capolavoro del Premio Nobel per la Letteratura sudafricano Coetzee. Un romanzo che si divora e inquieta.

20. Ayn Rand, La fonte meravigliosa. 


Un'autrice controversa, un romanzo che ispirò Hollywood e che resta un poderoso esempio della migliore letteratura anglosassone del Novecento.


Buona lettura e buoni regali...









07/12/18

Il consiglio di parenti e amici per l'acquisto di un libro è 5 volte più efficace dei media tradizionali.


Il consiglio di parenti e amici è cinque volte più incisivo dei media tradizionali per la scelta di un libro: il suggerimento viene dichiarato rilevante per il 27% dei lettori, mentre le recensioni, l’intervista all’autore, o la sua presenza in tv spinge alla scelta e alla lettura del libro (di carta, digitale, o dell’audiolibro) solo il 5% del campione intervistato (4.002 casi). 

Diventa importante il peso di social e blog (le community) come strumenti di comunicazione più significativi nella spinta all’acquisto/scelta di un libro. 

È quanto emerge dall’indagine dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (AIE) sulle nuove forme di consumo editoriale e culturale, realizzato in collaborazione con Pepe Research, che sarà presentata domani, 8 dicembre, a Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria dell’AIE, in programma fino al 9 dicembre al Roma Convention Center La Nuvola

 I ragazzi si fanno guidare dai consigli degli insegnanti ma con il crescere dell’età sono i social e i blog ad avere la meglio - Per la scelta di un libro quasi un ragazzo su due (il 47%) tra i 15 e 17 anni ascolta i consigli di insegnanti e bibliotecari

Con il crescere dell’età i riferimenti però cambiano: a 18-24 anni i consigli degli insegnanti e bibliotecari pesano per il 17% mentre cresce l’attenzione alle indicazioni seguite sui social (12%) e quelle delle community (12%). 

Percentuali che crescono ancora per i giovani tra i 25 e 34 anni, ancora più sensibili sia alle indicazioni dei social (15%) e a quelle della community (15%). 

Resta importante il consiglio del libraio (10%). 

 Il peso di social e community aumenta in relazione al numero di libri letti in un anno - Sono i forti lettori (chi legge 12 e più libri all’anno) ad essere i più interessati e influenzati dalle indicazioni dei social (14%) e a quelle della community (17%) per scegliere un libro rispetto a chi legge solo 1-3 libri.

Il 20% dei lettori ha scelto un libro o un ebook proprio grazie ai consigli raccolti sul web (community, social, classifiche sui siti ecommerce e altro), mentre il 28% si affida alla libreria e il 22% preferisce i media tradizionali. 

Un lettore su due per comprare on line un libro si fa ispirare da informazioni e suggerimenti presenti su internet, su siti e blog dedicati alla lettura: si tratta del 51% dei lettori che comprano on line e si fanno ispirare dalla rete. 

Social e community non servono solo per cercare un titolo ma sono ormai il canale privilegiato dove trovare informazioni sui contenuti educativi (37%), professionali (community 30% e social 27%) e alla ricerca di utilità pratiche (community 31% e social 45%). 

«Questo incontro – ha sottolineato il presidente dei Piccoli Editori AIE Diego Guida – è importante per chi, come noi editori, è sempre alla ricerca di nuovi modi di promuovere la lettura. Per questo è interessante capire quali siano oggi i canali di diffusione dei libri più accattivanti, affiancati a quelli tradizionali. Una maggior comprensione ci permette di trovare nuove strade per diffondere al meglio la cultura del libro e della lettura che rappresentano il nostro caposaldo. 

Sono certo che siamo sulla buona strada per migliorare le nostre attività di promozione in libreria». «I risultati dell’indagine – ha commentato Giovanni Peresson dell’Ufficio studi di AIE - evidenziano due aspetti. Il primo, sono le tante strade attraverso cui si arriva a sapere di un libro o di un nuovo autore. E che tutti noi lettori percorriamo consapevolmente o meno, a volte suscitandoci un ricordo quando ci muoviamo tra i banchi di una libreria o di una fiera del libro. 

L’altro è come, all’interno di questi percorsi, alcuni viottoli meno battuti – come quelli dei bookblogger, dei social, delle community – cominciano a pesare più di altri canali consueti e ad avere un loro ruolo. Forse a raggiungere anche un pubblico in parte diverso da quello consueto, ad aiutarlo soprattutto a scoprire autori ed editori non sempre ad alta visibilità nei canali di vendita».

05/12/18

Lisippo è dell'Italia. A Fano già lo aspettano !



La giustizia italiana ha detto "l'ultima parola" sul destino dell'Atleta Vittorioso (o Atleta di Fano), il bronzo alto circa un metro e mezzo, risalente al IV sec. e attribuito aLisippo, conteso da anni tra l'Italia e il Museo Getty di Malibu che lo acquisto' nel 1977 per 3,7 milioni di dollari.

 La Cassazione ha respinto integralmente il ricorso presentato dai legali del museo contro l'ordinanza immediatamente esecutiva per la confisca del bene "ovunque esso si trovi" emessa dal gip di Pesaro Giacomo Gasperini a giugno.

La decisione della suprema Corte rende definitiva l'ordinanza anche nella parte in cui stabilisce che la statua e' un bene indisponibile, perché fa parte del patrimonio dello Stato e che quindi appartiene all'Italia.

Ora "auspichiamo che al piu' presto le autorita' Usa si attivino per favorire la restituzione del Lisippo all'Italia" dice all'ANSA il ministro della Cultura Alberto Bonisoli, che ribadisce "l'importanza dei beni per l'identita' delle comunita' e dei territori".

Ma il Getty annuncia battaglia: "continueremo a difendere il nostro diritto al Lisippo. La legge e i fatti non giustificano la restituzione al governo italiano di una scultura che e' stata esposta al pubblico a Los Angeles per quasi messo secolo" ha detto Lisa Lapin, vice presidente delle comunicazioni del Getty.

Ma il pm di Pesaro Silvia Cecchi, che ha seguito per anni l'iter giudiziario per il ritorno della statua in Italia, e' ottimista: "stiamo preparando la rogatoria internazionale - dice all'ANSA - e aspettiamo le motivazioni della sentenza".

Cecchi ammette che il lavoro e' stato complesso e che ha coinvolto vari settori del diritto, compreso quello penale e quello internazionale e due ordinamenti, italiano e statunitense.

A suo avviso, a questo punto c'e' un'unica strada eventualmente percorribile: "rivolgersi alla Corte Europea dei diritti dell'Uomo".

Nessuna indicazione dai legali del museo, gli avv. Alfredo Gaito e Emanuele Rimini, sulla strategia da seguire, mentre negli Usa si ipotizza di rivolgersi alla giustizia statunitense.

La statua, incrostata di conchiglie e residui, venne recuperata nel 1964 da un peschereccio di Fano, il 'Ferruccio Ferri' nelle acque davanti a Pedaso (Fermo).

Da li' il bronzo, non denunciato all'epoca alle autorità, fini' dopo alterne vicende (compreso il seppellimento in un campo di cavoli e un periodo presso un parroco umbro) nelle sale del Getty di Malibu, acquistata da un mercante d'arte tedesco.

Un acquisto regolare ha sempre sostenuto il museo, che nega l'appartenenza del bronzo al contesto culturale italiano. Ma dal 2007, quando l'associazione culturale marchigiana Le Cento Citta' ha presentato un esposto alla Procura di Pesaro, ben tre gip hanno decretato che si tratta appunto di un bene indisponibile perche' appartenente al patrimonio dello Stato.

"Qui non e' in gioco solo il Lisippo - dice l'avv. Tristano Tonnini, legale de Le Cento Citta' - se fosse passata la linea del Getty tutti i nostri beni culturali all'estero scomparirebbero". "Una lunga battaglia per una bella vittoria" commenta il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. Una battaglia combattuta anche dall'Avvocatura dello Stato, con gli avv. Maurizio Fiorilli e di recente Lorenzo D'Ascia. E a Fano si preparano (per l'ennesima volta, va detto) al ritorno del Lisippo.

fonte Alessandra Massi per ANSA

04/12/18

Una bellissima poesia di un poeta palestinese, tratta da The Little Drummer Girl.




Nella terza puntata di The Little drummer girl, bellissima serie televisiva BBC tratta dal romanzo di John  Le Carré con Alexander Skarsgard e Florence Pugh, in una intensa scena viene recitata questa poesia di Mahmoud Darwish, poeta palestinese nato nel 1941 e morto in America, a Houston nel 2008.   La ripropongo per i lettori di questo Blog.


Ora, quando ti svegli, ricorda l’ultima danza
del cigno. Hai ballato coi cherubini
mentre sognavi? La farfalla ti ha illuminato
mentre ardeva della luce eterna della rosa? La fenice
ti è apparsa nitida…. e ti ha chiamato
per nome? Hai visto sorgere l’alba
dalle dita della tua amata? E hai toccato il sogno
con la mano, o hai lasciato che il sogno sognasse da solo,
quando all’improvviso ti sei accorto della tua assenza?
Non è così che i sognatori lasciano il sonno,
diventano incandescenti,
completando nel sogno la propria vita…
Dimmi come hai vissuto il tuo sogno
In un qualche luogo, e ti dirò chi sei
E ora che sei sveglio, ricorda:
hai maltrattato il tuo sogno ?
Se lo hai fatto, ricordati
l’ultima danza del cigno!
Di Mahmoud Darwish, traduzione italiana di di Pina Piccolo dalla traduzione inglese di Fady Joudah, tratta dal libro “The Butterfly’s Burden, Copper Canyon Press, 200 2007 (la poesia è tratta dalla raccolta di Darwish “Non ti scusare per quel che hai fatto, 2003)

Now, as you awaken, remember the swan's 

last dance. Did you dance with young angels 
while you were dreaming? Did the butterfly 
light you up when it burned with the eternal 
light of the rose? Did the phoenix appear clearly 
before you and call you by your name? 
Did you see the morning dawn from the fingers 
of the one you love? Did you touch 
the dream with your hand or did you 
leave it to dream alone, aware suddenly 
of your own absence? Dreamers don't abandon 
their dreams, they flare and continue 
the life they have in the dream…tell me 
how you lived your dream in a certain place 
and I'll tell you who you are. And now, 
as you awaken, remember if you have wronged 
your dream. And if you have, then remember 
the last dance of the swan. 

Continua a leggere: http://frontierenews.it/2016/03/ora-quando-ti-svegli-ricorda-mahmoud-darwish/

03/12/18

Libro del Giorno: "Delitto di una notte buia" di Elizabeth Gaskell.



E' iniziata da qualche anno la riscoperta di Elizabeth Gaskell, scrittrice inglese d'epoca vittoriana (Londra 1810 – Holybourne 1865), che ebbe una vita infelice, sublimata nel grandissimo amore per la letteratura. 

Orfana di entrambi i genitori, Elizabeth cresce nel piccolo centro rurale di Knutsford e a ventuno anni sposa William Gaskell, ministro della Chiesa Unitaria, col quale si trasferisce a Manchester. 

Nel 1845 la morte dell’unico figlio maschio la spinge, spronata dal marito, a cercare sollievo al dolore nella scrittura del suo primo romanzo, Mary Barton, che ottiene un buon successo. 

Quella che era nata come distrazione diventa allora una vera e propria vocazione letteraria: l’osservazione della realtà di Manchester la stimola a descrivere la vita drammatica del proletariato urbano e le tensione fra le classi.

Per la rivista di Charles Dickens – «Household Words» – scrive una serie di bozzetti sulla vita rurale inglese all’inizio dell’Ottocento. 

Amica di molti scrittori e intellettuali del suo tempo, stringe un forte legame con Charlotte Brontë. 

Questo Delitto di una notte buia appare a puntate per la prima volta tra il gennaio e il marzo del 1863 tra le pagine del periodico «All the year round» grazie all’entusiasta approvazione di Charles Dickens

E' un romanzo intimo, dalle tinte tristi e fosche che si dipana tra le case di Ford Bank, una cittadina nella quale Edward Wilkins esercita la professione di avvocato come il padre prima di lui. 

La capacità affabulatoria e l’acuta intelligenza gli permettono di avvalersi della simpatia dei nobili locali anche se, in una Inghilterra ancora rigidamente divisa in classi, questi ultimi non considereranno mai l’avvocato un loro pari. 

Sconvolto per la morte della moglie e della secondogenita, Mr. Wilkins riversa ogni attenzione nei confronti della figlia maggiore, Ellinor. 

La vita della ragazza sembra perfetta: è innamorata del giovane Mr. Corbet, uno studente di Giurisprudenza brillante e ambizioso che fa pratica nelle vicinanze; tutto le sorride, al punto da non accorgersi dell’evidente stato di decadenza del padre, il quale, sentendo il peso dell’inadeguatezza sociale e del proprio fallimento, riversa i suoi malumori in vizi, lussi e alcolici. 

Tutto si ferma una notte, una notte buia durante la quale Ellinor assiste a un delitto nato quasi per caso. 

E sarà proprio questo evento a sconvolgere, con un colpo drammatico e impietoso del destino, la sua vita ribaltando l’ordine di ogni cosa e condannando la giovane a una irredimibile infelicità. 


La colpa, il destino, l'espiazione, l'amore vano, sono i temi di questo romanzo che non possiede la grandezza di un classico di Dickens, ma espone il punto di vista femminile sulla vita di quegli anni (e sulla difficile vita delle donne di quegli anni) e sulle eterne disillusioni dell'amore. 

Delitto di una notte buia
Introduzione e cura di Francesco Marroni
Traduzione di Maria Barbuni
Edizioni Libreria Croce di Fabio Croce
Roma, 2017
Euro 17.50
Pagine 276

02/12/18

Poesia della Domenica: "Dobbiamo, Lesbia mia vivere, amare" di Catullo.



Dobbiamo Lesbia mia vivere, amare,
le proteste dei vecchi tanti austeri
tutte, dobbiamo valutarle nulla.
Il sole può calare e ritornare,
per noi quando la breve luce cade
resta una eterna notte da dormire.
Baciami mille volte e ancora cento
e dopo ancora mille e dopo cento,
e poi confonderemo le migliaia
tutte insieme per non saperle mai,
perché nessun maligno porti male
sapendo quanti sono i nostri baci.


Catullo, tratto da I Canti, Introduzione e note di Alfonso Traina, Traduzione di Enzo Mandruzzato, Rizzoli, Bur, 1982 p.85

29/11/18

L'ultima intervista al grande Bernardo Bertolucci.


È morto a Roma alle 7 del mattino del 26 novembre dopo una lunga malattia Bernardo Bertolucci. Il regista aveva 77 anni. Ha firmato capolavori come Novecento e Ultimo Tango. Per L’ultimo imperatore ha vinto due Oscar, per la regia e la sceneggiatura. Qui l’ultima intervista che ha dato a Malcolm Pagani di Vanity Fair nella primavera del 2018

28/11/18

Esce in Libreria "Io sono Maria Callas" - una bellissima graphic novel di Vanna Vinci.



La storia di un'icona, la tragedia di una donna, il mistero di un'identita': questo e''Io sono Maria Callas', graphic novel di Vanna Vincirecentemente pubblicato da Feltrinelli Comics

Dopo Frida Kahlo, Vinci si concentra su un'altra icona femminile: "Non sapevo molto di lei, ma mi colpi' un'intervista a Carlo Maria Giulini - racconta l'autrice all'ANSA - Diceva di conoscere Maria Callas come cantante, ma si chiedeva se lei stessa sapesse chi era nella solitudine di casa sua"

Da qui e' partita una ricerca non tanto nel canto sovrumano, quanto nella vita del personaggio, per sondarne il carattere e il ruolo di donna: "Parliamo senz'altro di moltissimi anni fa, ma la sua storia resta esemplare: ci troviamo di fronte a una persona con volonta' e talento incredibili ma priva di struttura interna, che ha sempre dubitato di se stessa, che si e' appoggiata a una madre terrificante, a un marito che era padre-impresario-segretario e quest'uomo terribile che e' stato Onassis"

Le fragilita' di Callas sono sempre al centro del racconto, a partire dall'insicurezza per il suo aspetto fisico che la porto' a sottoporsi a interventi rischiosi per dimagrire

Le fasi, i traumi ma anche le vittorie sono narrate con uno schema preso direttamente dalla tragedia greca, con episodi divisi dagli stasimi, dove un coro di personaggi intervengono e commentano gli episodi. "Nella sua storia c'erano tutti gli elementi della tragedia greca: lei dichiarava di essere fatalista. Inoltre le voci dissonanti e talvolta fuori luogo del coro, come Sarah Bernhardt o David Bowie, danno l'impressione di un personaggio cangiante e imprendibile".

In particolare, la sovrapposizione con Medea tiene insieme lo spunto drammatico e il discorso femminile, specie nel capitolo che utilizzando l'estetica della pittura vascolare greca racconta la degenerazione della sua vita sentimentale: "Non ci saranno state bastonate, ma si parla di una violenza comunque: e' una donna che si e' relegata a essere accompagnatrice di lusso, la storia stessa di Medea, perché per colpa del suo uomo ha perso il potere. Raccontare il suo rapporto con Onassis era molto difficile: ho iniziato dalle parole di Euripide, che pareva aver capito gia' tutto, e mi sono riletta alcuni testi fondanti del femminismo, tra cui 'Il secondo sesso' e 'Sputiamo su Hegel' per trattare al meglio quel passaggio"

Dal punto di vista iconografico, Vinci parte da immagini celebri della Callas per creare grandi pagine che fondono i linguaggi del fumetto e del libro illustrato: "Imparare a disegnare la faccia non e' stato facile: il suo viso, bellissimo, ha molte stranezze nelle proporzioni. D'altra parte il potere di questo personaggio si vede non solo nelle immagini fashion, ma gia' nelle foto sgranate delle rappresentazioni alla Scala. Piu' ancora che nel libro su Frida l'interno delle tavole e' come esploso, come se a un certo punto fosse venuta fuori dal foglio".