Negli ultimi tre anni della sua vita René Daumal intrecciò un intenso rapporto epistolare con una giovane coppia di amici nell’intento di condurla fattualmente, precisamente, sulla via della «conoscenza di sé».
Una conoscenza che esige un lavoro, un’opera di trasformazione incessante secondo modalità che solo un vero maestro spirituale può trasmettere.
E tale, indubitabilmente, Daumal era. Ispirato dall’insegnamento di Gurdjieff e della sua scuola, dotato di una straordinaria perizia nella comprensione della spiritualità indiana, Daumal sa offrire a tutti i lettori – con un’abilità e una determinazione che è possibile ritrovare solo nelle lettere di Pascal a Mademoiselle de Roannez – una bussola capace di guidarli sulla strada, lunga e difficile, che porta all’«acquisizione della coscienza».
Queste lettere sono dunque un invito al viaggio – al viaggio in se stessi per non scoprirsi automi.
René Daumal nacque a Boulzicourt, nelle Ardenne nel 1908 e morì a Parigi nel 1944.
Animatore del gruppo Le grand jeu e dell'omonima rivista (1928-30), fu per qualche tempo vicino ai surrealisti.
Si dedicò allo studio del sanscrito e delle filosofie orientali, seguendo l'insegnamento di A. de Salzmann, a sua volta allievo di G. I. Gurdjieff.
In vita pubblicò poesie (Le contre-ciel, 1936), saggi, traduzioni e un racconto (La grande beuverie, 1938; trad. it. 1970), che si ispira alla "patafisica" di A. Jarry.
Incompiuto rimase Le mont analogue (post., 1952; trad. it. 1968), sorta di libro iniziatico dell'alpinismo e metafora narrativa del difficile viaggio alla ricerca dell'autenticità dell'essere. Altre opere postume: Poésie noire. Poesie blanche (1954); Les pouvoirs de la parole (1972)
René DaumalUna conoscenza che esige un lavoro, un’opera di trasformazione incessante secondo modalità che solo un vero maestro spirituale può trasmettere.
E tale, indubitabilmente, Daumal era. Ispirato dall’insegnamento di Gurdjieff e della sua scuola, dotato di una straordinaria perizia nella comprensione della spiritualità indiana, Daumal sa offrire a tutti i lettori – con un’abilità e una determinazione che è possibile ritrovare solo nelle lettere di Pascal a Mademoiselle de Roannez – una bussola capace di guidarli sulla strada, lunga e difficile, che porta all’«acquisizione della coscienza».
Queste lettere sono dunque un invito al viaggio – al viaggio in se stessi per non scoprirsi automi.
René Daumal nacque a Boulzicourt, nelle Ardenne nel 1908 e morì a Parigi nel 1944.
Animatore del gruppo Le grand jeu e dell'omonima rivista (1928-30), fu per qualche tempo vicino ai surrealisti.
Si dedicò allo studio del sanscrito e delle filosofie orientali, seguendo l'insegnamento di A. de Salzmann, a sua volta allievo di G. I. Gurdjieff.
In vita pubblicò poesie (Le contre-ciel, 1936), saggi, traduzioni e un racconto (La grande beuverie, 1938; trad. it. 1970), che si ispira alla "patafisica" di A. Jarry.
Incompiuto rimase Le mont analogue (post., 1952; trad. it. 1968), sorta di libro iniziatico dell'alpinismo e metafora narrativa del difficile viaggio alla ricerca dell'autenticità dell'essere. Altre opere postume: Poésie noire. Poesie blanche (1954); Les pouvoirs de la parole (1972)
Il lavoro su di sé
Lettere a Geneviève e Louis Lief
Traduzione di Cosima Campagnolo
Piccola Biblioteca Adelphi
pp. 140
Euro € 12,00
Nessun commento:
Posta un commento
Se ti interessa questo post e vuoi aggiungere qualcosa o commentare, fallo.