E' un libro importantissimo, questo pubblicato dalle splendide Edizioni Atlantide, e speriamo che qualcuno - nel distratto mondo della cultura italiano, o di quel che ne resta - se ne accorga.
E' stato pubblicato nel 2003 negli Stati Uniti ed era finora inedito in Italia.
Roberts Avens (1923-2006) è stato uno dei più importanti filosofi e storico delle religioni. I suoi studi su Henry Corbin (il grande orientalista francese) in relazione al pensiero e alla teologia occidentali sono considerati seminali.
Di origini lettoni e per molti anni Professore Emerito di Studi Religiosi alla IONA di New York, Avens era anche poeta sotto lo pseudonimo di Roberts Mūks.
Credo che proprio questa sua propensione poetica spieghi la qualità del linguaggio filosofico di Avens, il suo essere sempre pienamente in bilico tra immagine e pensiero.
Studioso di Jung, Hillman, Barfield, Cassirer e tanti altri, Avens ha realizzato con "Heidegger, Hillman e gli angeli - per una nuova gnosi" un'opera di incredibile fascino, che propone un approccio completamente diverso, originale, alla conoscenza della realtà, con la sua concezione di mundus imaginalis, nel quale schiere di angeli (intesi qui non come messaggeri divini, né come spiriti eterei, ma come immagini, attraverso la quale la realtà nascosta e più autentica si manifesta) forniscono il fondamento cosmologico della realtà.
Tra “credo” e “ragione”, tra "fede" e "pensiero", Avens dunque sceglie una terza via, la gnosi.
Attraverso la geniale (e inedita) comparazione tra Heidegger e Hillman (e con il costante riferimento di sottofondo al pensiero di Corbin), Avens ci conduce in un regno misterioso infuso d’anima, di una conoscenza salvifica che passa per le immagini archetipiche.
Un mundus imaginalis che ha luogo non nel mondo esterno dei fatti storici, ma nel sotterraneo monde dell'anima. Il misticismo di Avens (che si riferisce a quello dell'ultimo Heidegger) è essenzialmente uno stile di coscienza politeistico (non nella accezione pagana, ovviamente), che vede l'anima in ogni cosa, o, come preferirebbe dire Heidegger, "che lascia le cose coseggiare e quindi le ri-lascia nel proprio essere".
Sono evidenti le correlazioni con il pensiero orientale, e a quello eckhartiano, dove una nozione dell'Essere quasi mistica si manifesta, nell'uomo, attraverso la policentricità della psiche, che come aveva scoperto Jung, e esplicitato il suo allievo James Hillman, si esplica in un campo di multiple particelle luminose, come barlumi o scintille, che corrispondono ai più piccoli fenomeni della coscienza.
E' soltanto l'Ego che crea un simulacro di unità, l'Ego: un mostro che ingoia ogni molteplicità e ogni differenza.
Questo libro è una avventura straordinaria attraverso la complessità misteriosa della nostra psiche, della coscienza, del suo collegamento con il mondo fertile e pullulante delle immagini, che come una rete neuronale ci collegano all'anima stessa del mondo, e in definitiva a quella divina, di cui questo nostro pulsare è immagine.
“Conosciamo il mondo perché la nostra anima personale è, fin dall’inizio, collegata all’anima del mondo” , scrive Avens.
Un libro difficile, ma enormemente gratificante, quindi imperdibile, nella bella e chiara traduzione di Matteo Trevisani.
Fabrizio Falconi
E' stato pubblicato nel 2003 negli Stati Uniti ed era finora inedito in Italia.
Roberts Avens (1923-2006) è stato uno dei più importanti filosofi e storico delle religioni. I suoi studi su Henry Corbin (il grande orientalista francese) in relazione al pensiero e alla teologia occidentali sono considerati seminali.
Di origini lettoni e per molti anni Professore Emerito di Studi Religiosi alla IONA di New York, Avens era anche poeta sotto lo pseudonimo di Roberts Mūks.
Credo che proprio questa sua propensione poetica spieghi la qualità del linguaggio filosofico di Avens, il suo essere sempre pienamente in bilico tra immagine e pensiero.
Studioso di Jung, Hillman, Barfield, Cassirer e tanti altri, Avens ha realizzato con "Heidegger, Hillman e gli angeli - per una nuova gnosi" un'opera di incredibile fascino, che propone un approccio completamente diverso, originale, alla conoscenza della realtà, con la sua concezione di mundus imaginalis, nel quale schiere di angeli (intesi qui non come messaggeri divini, né come spiriti eterei, ma come immagini, attraverso la quale la realtà nascosta e più autentica si manifesta) forniscono il fondamento cosmologico della realtà.
Tra “credo” e “ragione”, tra "fede" e "pensiero", Avens dunque sceglie una terza via, la gnosi.
Attraverso la geniale (e inedita) comparazione tra Heidegger e Hillman (e con il costante riferimento di sottofondo al pensiero di Corbin), Avens ci conduce in un regno misterioso infuso d’anima, di una conoscenza salvifica che passa per le immagini archetipiche.
Un mundus imaginalis che ha luogo non nel mondo esterno dei fatti storici, ma nel sotterraneo monde dell'anima. Il misticismo di Avens (che si riferisce a quello dell'ultimo Heidegger) è essenzialmente uno stile di coscienza politeistico (non nella accezione pagana, ovviamente), che vede l'anima in ogni cosa, o, come preferirebbe dire Heidegger, "che lascia le cose coseggiare e quindi le ri-lascia nel proprio essere".
Sono evidenti le correlazioni con il pensiero orientale, e a quello eckhartiano, dove una nozione dell'Essere quasi mistica si manifesta, nell'uomo, attraverso la policentricità della psiche, che come aveva scoperto Jung, e esplicitato il suo allievo James Hillman, si esplica in un campo di multiple particelle luminose, come barlumi o scintille, che corrispondono ai più piccoli fenomeni della coscienza.
E' soltanto l'Ego che crea un simulacro di unità, l'Ego: un mostro che ingoia ogni molteplicità e ogni differenza.
Questo libro è una avventura straordinaria attraverso la complessità misteriosa della nostra psiche, della coscienza, del suo collegamento con il mondo fertile e pullulante delle immagini, che come una rete neuronale ci collegano all'anima stessa del mondo, e in definitiva a quella divina, di cui questo nostro pulsare è immagine.
“Conosciamo il mondo perché la nostra anima personale è, fin dall’inizio, collegata all’anima del mondo” , scrive Avens.
Un libro difficile, ma enormemente gratificante, quindi imperdibile, nella bella e chiara traduzione di Matteo Trevisani.
Fabrizio Falconi
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