08/04/19

100 film da salvare alla fine del mondo: 10. "21 grammi" di Alejandro Iñárritu (2003)


Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì e ogni venerdì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo".  Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti. 

100 film da salvare alla fine del mondo: 10. "21 grammi" di Alejandro Iñárritu (2003)

E' certamente uno dei migliori autori contemporanei, il messicano Alejandro González Iñárritu e questo è il secondo film della cosiddetta Trilogia sulla morte iniziata con Amores perros e conclusa con Babel

Tra queste tre notevoli pellicole (imprescindibili nel cinema degli anni 2000) ho scelto la seconda per  la genialità della esecuzione tecnica perfettamente funzionale alla necessità del racconto.  Un'opera di compattezza straordinaria, che si ammira come un'opera d'arte. 

Anche questo film come gli altri due, porta la firma dello sceneggiatore Guillermo Arriaga che qui indaga nel terreno filosofico-religioso in una storia di agonia e rinascita imperniata sui rapporti tra destino e libero arbitrio, provvidenza e caso, presenza e silenzio di Dio.

Il titolo della pellicola è notoriamente ispirato agli studi compiuti da uno scienziato, il dottor Duncan MacDougall, il quale nei suoi esperimenti avrebbe calcolato in 21 grammi il peso dell'anima: 21 grammi infatti è la quantità di peso specifico che qualunque corpo umano perderebbe esalando l'ultimo respiro.

La drammatica trama prende i passi dalla vita di Jack Jordan (Benicio del Toro), un ex detenuto divenuto credente integralista dopo il suo ultimo periodo di detenzione. La vita in famiglia gli è resa difficile proprio da questa sua insistenza sulla fede, che spesso sfocia nel fanatismo, mentre le sue possibilità di trovare lavoro sono compromesse dal suo passato di pregiudicato. 

Le vicende della sua vita si intrecciano - all'inizio senza apparenti legami - con quella di Cristina (Naomi Watts) ex cocainomane che conduce ora una tranquilla esistenza con il marito e le sue due figlie e con quella di Paul Rivers (Sean Penn), matematico con gravi problemi al cuore in attesa di un donatore, il quale a causa della sua infermità si ritrova a convivere nuovamente con la sua ex moglie Mary, la quale, pur avendo anteriormente abortito, ora vuole a tutti i costi, prima che Paul muoia, avere un figlio da lui ricorrendo all'inseminazione artificiale. 

Tutta la storia ruota intorno ad un unico evento-cardine: l'incidente d'auto in cui Jack Jordan investe il marito e le figlie di Cristina, che muoiono per omissione di soccorso. Il cuore di Michael, marito di Cristina, viene così impiantato a Paul Rivers, che può risanato finalmente tornare alla sua vita, ma è ossessionato dalla ricerca della persona a cui deve la vita. 

Arriverà così sulle tracce di Cristina, che per sfuggire al dolore per la perdita del marito e delle figlie, è tornata ad essere dipendente da varie sostanze e dall'alcol. Paul riesce a conoscerla e a instaurare con lei un rapporto che all'inizio sembrava compromesso dal triste legame che li univa. Nel frattempo Paul accusa i sintomi del rigetto del cuore trapiantato e non volendo subire una nuova operazione dall'esito incerto si procura una pistola per suicidarsi. Paul e Cristina per vendicare la morte dei familiari di Cristina, avvenuta per omissione di soccorso, decidono di uccidere Jack Jordan che si era costituito, aveva scontato già la sua pena e che aveva abbandonato la sua famiglia andando a vivere in uno squallido motel dove lo hanno seguito i due amanti. Paul cercherà di uccidere Jack ma alla fine lo lascerà proseguire una vita che Jack stesso, straziato dal senso di colpa, avrebbe voluto finire. Questo porterà all'incontro finale fra i tre personaggi e alla drammatica conclusione della vicenda.

La qualità assoluta del film è nella sua struttura narrativa (l'utilizzo di continui flash-forward e gangli concatenati) e nelle tecniche di ripresa film realizzate da Iñárritu con camera a spalla e un continuo movimento che cattura lo spettatore in una sempre più stringente ragnatela, mano a mano che si chiariscono i diversi punti di vista e di contatto della storia raccontata.

Un capolavoro di scrittura, di recitazione e di realizzazione che ha portato 21 Grammi a vincere una incredibile quantità di premi in tutto il mondo e a lanciare definitivamente il suo autore nella cerchia dei maestri contemporanei della Settima Arte.

Fabrizio Falconi

21 Grammi 
di Alejandro González Iñárritu
Usa, 2003
durata: 124 minuti
con Sean Penn, Naomi Watts, Benicio Del Toro. 





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