12/06/12

Clamorosa scoperta di una filologa italiana: ritrovate 29 omelie inedite di Origene.



E' con ogni probabilita' la scoperta del secolo quella di una filologa italiana nella biblioteca di Monaco di Baviera, annunciata ieri dalla stessa Bayerische Staatsbibliothek. Nel pomeriggio dello scorso 5 aprile, Giovedi' santo, studiando un codice bizantino dell'xi secolo, il Monacense greco 314, Marina Molin Pradel si e' infatti accorta che alcune omelie sui Salmi in esso contenute corrispondevano a quelle di Origene tradotte in latino da Rufino all'inizio del V secolo. E' quanto sottolinea l'Osservatore Romano.

''E subito dopo Pasqua, estendendo i controlli sul manoscritto, la studiosa e' arrivata alla conclusione che tutte le 29 omelie contenute nel codice, finora inedite, sono del grande intellettuale cristiano. Nella prima meta' del III secolo Origene aveva dettato sul Salterio una serie imponente di opere che hanno presto avuto un influsso decisivo sull'esegesi biblica sia greca sia latina. Ma proprio la loro estensione, oltre alla condanna del 553, ne spiega la quasi totale perdita, gia' in epoca antica. E' di ieri -prosegue il quotidiano della Santa Sede- la notizia della scoperta del testo originale di una grande raccolta di omelie di Origene nel manoscritto Monacense greco 314, del secolo XI, conservato nella Bayerische Staatsbibliothek. Le omelie non recano il nome dell'autore, evidentemente a causa della damnatio memoriae in cui incorse il grande alessandrino a causa delle condanna ufficiale impartita ai suoi danni dal concilio ecumenico costantinopolitano del 553''. 

La scoperta ''si deve all'intuito e all'acribia della ricercatrice italiana Marina Molin Pradel la quale, incaricata di lavorare al catalogo dei manoscritti della biblioteca, imbattutasi nel codice, ha identificato il suo contenuto come sicuramente origeniano, sulla base soprattutto del confronto delle omelie sul salmo 36, ivi contenute, con la traduzione latina in nostro possesso, eseguita agl'inizi del V secolo da Rufino di Aquileia''.


''E' di ieri la notizia della scoperta del testo originale di una grande raccolta di omelie di Origene nel manoscritto Monacense greco 314, del secolo XI, conservato nella Bayerische Staatsbibliothek'', scrive sull'Osservatore Romano lo storico del Cristianesimo Manlio Simonetti. Le omelie non recano il nome dell'autore, evidentemente a causa della 'damnatio memoriae' in cui incorse il grande alessandrino a causa delle condanna ufficiale impartita ai suoi danni dal concilio ecumenico di Costantinopoli del 553. ''La scoperta - spiega Simonetti - si deve all'intuito e all'acribia della ricercatrice italiana Marina Molin Pradel la quale, incaricata di lavorare al catalogo dei manoscritti della biblioteca, imbattutasi nel codice, ha identificato il suo contenuto come sicuramente origeniano, sulla base soprattutto del confronto delle omelie sul salmo 36, ivi contenute, con la traduzione latina in nostro possesso, eseguita agl'inizi del V secolo da Rufino di Aquileia''.

E la ''grandissima importanza'' della scoperta ''sta nel fatto che dell'immensa opera soprattutto esegetica di Origene, a causa della condanna, molto e' andato perduto, e di quanto si e' salvato solo relativamente poco e' giunto a noi nella lingua originale e molto di piu', invece, in traduzione latina, dato che in Occidente, nonostante la condanna, si continuo' a leggere e utilizzare gli scritti origeniani tradotti durante tutto il Medioevo''. In particolare, dei cicli di omelie predicate da Origene negli anni intorno al 240 nella Chiesa di Cesarea di Palestina solo di alcune su Geremia conoscevamo l'originale greco, a fronte di raccolte su Genesi, Numeri e altri libri biblici conosciute solo in traduzione latina. ''Particolarmente grave - sottolinea ancora Simonetti - era la perdita di tutta la grande opera d'interpretazione dei Salmi sia in omelie sia in commentari, a eccezione di poche omelie tradotte in latino, in quanto a suo tempo essa fu considerata l''opus maximum' del grande esegeta sia quanto alla mole degli scritti sia per l'eccellenza dell'interpretazione. Oggi finalmente siamo in grado di colmare almeno in parte la grave lacuna''. 

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