Quello che stiamo vivendo, in gran parte dell'Occidente oggi, mentre il sud del Mediterraneo islamico si infuoca giorno dopo giorno sulle parole d'ordine di 'grano' e di 'libertà' (due pretese che dalle nostre parti sembrano non costituire più un problema), è un ri-pensamento generale, di dove ci sta portando il nostro progresso. E se davvero, la caduta verticale di valori e riferimenti, lo scetticismo pratico e il relativismo etico (con conseguente immoralità o amoralità dilagante) siano l'unico scenario che ci aspetta.
Forse la nostra empasse, però, parte da lontano. E parte proprio da quel che noi crediamo di aver 'archiviato'. Questa frase del grande Paul Ricoeur, mi sembra molto indicativa, e degna di essere davvero meditata.
«Non abbiamo finito di estirpare in gran parte del mondo l'eredità del totalitarismo. Noi abbiamo compiuto l'opera di ricostruzione post-bellica, ma non abbiamo affrontato la ricostruzione morale dopo l'esperienza inaudita della violenza e della tortura che è ancora praticata nel mondo.»
Com'è vero!
RispondiEliminaIl nostro mondo è ancora dis-umano, profondamente. Quello che manca da fare è talmente tanto che ce ne sentiamo schiacciati. Ma non bisogna cedere, bisogna restare nel solco di un'umanità che agisce, spera, crede.
E prega.
Perchè questo enorme lavoro non potrà essere avviato effettuato compiuto se non con un sostegno ben più potente di noi.
Un abbraccio
Filomena
Ne sono perfettamente convinto. La ricostruzione morale opera soltanto attraverso gli individui.
RispondiEliminaF.