Nel vento di Novembre se ne sono andate anche le speranze.
Viaggiano come voci sperse che il vento sospinge malinconiche, e un nuovo orizzonte non appare. Si disinteressa il caso al ricordo e alla dimenticanza. Tutto è come sempre avvolto da un misterioso sospiro, quando i capelli sparsi sul cuscino si perdono in tutto quel bianco e la luce li sfiora appena perché il giorno non può ancora nascere. Viene di notte il tuo battito appena percepito, lo sento dentro, nessuno può più svegliarci, nemmeno il rumore della pioggia o il silenzio intero di una assenza, divenuta insopportabile.
Ritorna, rinnova, dài un senso.
Riprendi il gesto, muovi l'ombra nel gelo dei tuoi occhi, torna a svernare al tepore brumoso dei tropici, resta sospesa tra me e te, descrivi questo niente che è un momento e rendilo eterno, come deve essere e come è sempre stato.
Il nostro incontro
RispondiEliminaIl nostro incontro
non era in agenda, era scritto
in nero sui muri, era nuvola
di passaggio, era una melodia
dalla finestra, era un piccolo
e sconfinato panorama che si chiude
col silenzio delle imposte.
Il nostro incontro
rasentava la sera del giorno
prima, svernava ai tropici
come un uccello fuori rotta,
si vergognava di sé,
come un luogo comune,
o un interrogativo all'inizio della frase.
Il nostro incontro
era un possedimento inutile,
o una nota incantata,
eppure il nostro incontro
è apparso tanto tempo fa, un giorno,
ha illuminato la vita di senso,
e non è ancora tramontato.
Fabrizio Falconi
a poesia
RispondiEliminapoesia risponde
:-)
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