29/08/24

E' in libreria - e su Amazon e in tutte le librerie online - "LA FINE DEL SOGNO - BEATLES, MANSON, POLANSKI", il libro sui due anni - 1969/70 che hanno cambiato il nostro mondo

 


E' da oggi in libreria "LA FINE DEL SOGNO - BEATLES, MANSON, POLANSKI", il libro sui due anni - 1969/70 che hanno cambiato il nostro mondo.

Attraverso un meticoloso lavoro di ricerca, "La fine del sogno" racconta in modo appassionante una delle storie più belle (e inquietanti) di sempre,  ricostruendo i fatti di due anni cruciali della nostra storia: 1969-1970, quelli che decretarono la fine della cosiddetta “Summer of Love”, l’Era dell’Acquario, di Woodstock, del Flower Power, della liberazione sessuale

Il sogno si infranse nel modo più tragico con la strage di Sharon Tate e dei suoi amici a Cielo Drive, Los Angeles, da parte di Charlie Manson e della sua lugubre “Famiglia”, ma anche con lo scioglimento dei Beatles, un trauma mondiale, dopo il travaglio seguito al celebre soggiorno in India nell’ashram di Maharishi e la preveggenza dell’orrore nei film di Roman Polanski usciti in quegli anni (tra i quali “Rosemary’s Baby”), di cui Sharon Tate era moglie all’epoca. 

Il libro racconta gli “inspiegabili” grovigli di casualità e circostanze che legano queste vicende biografiche (soprattutto quelle dei quattro Beatles) l’una all’altra, molto strettamente, da un punto di vista del tutto particolare: il breve e folgorante periodo in cui cade l’illusione di un “noi” creativo (e rivoluzionario) rapidamente scalzato dall’emersione di un “io” narcisista e distruttivo, passaggio cruciale del contemporaneo. 

“La fine del sogno” è un incredibile intreccio di musica, cinema, esoterismo e cronaca nera, appassionante come un romanzo.

Puoi acquistare il libro in tutte le librerie o su Amazon e tutte le altre librerie Online. 

Presto, la prima presentazione a Roma.

  • Editore ‏ : ‎ Arcana (23 agosto 2024)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 336 pagine, Euro: 19.50 (18.50 su Amazon)
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8892773011
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8892773011






06/08/24

Un enigma che ci portiamo tutti dietro: il mistero delle impronte digitali

 


C'è un mistero che ci portiamo sempre dietro, ovunque, da quando nasciamo alla morte, ma al quale non pensiamo e che pure, ci rende completamente diversi da qualunque altro essere umano che abbia vissuto o viva in questo pianeta.

"Sappiamo che le impronte digitali sono completamente formate da 24 settimane dopo la fecondazione e non subiscono alcuna modifica per tutta la vita. Tuttavia i fattori alla base della formazione e il modo in cui le impronte digitali si sviluppano a livello embrionale sono in gran parte sconosciuti."

Eli Sprecher, Tel Aviv Sourasky Medical Center, Israele



05/08/24

Ancora sulla "Questione Munro". Come si fa a parlare di "errore"?


Silvia Avallone
è una brava scrittrice (vincitrice quest'anno del Viareggio), impegnata nel sociale, e mai banale nei suoi interventi nelle rubriche fisse che tiene in diversi quotidiani e settimanali.

Ancora di più quindi, non mi capacito come, nella sua rubrica sul settimanale Sette, in edicola il 1 agosto, possa aver definito - seppure generalizzando - la "questione Alice Munro" un "errore difficile da perdonare" alla stessa stregua cioè di "meschinità, debolezze, colpe" riscontrabili nella vita di altri romanzieri.

Come fa una come la Avallone a non sottolineare piuttosto come il caso di questa scrittrice sia molto differente: lei (la Munro) che nel lontano 1992 seppe dalla figlia ventenne che era stata stuprata dal patrigno, Gerald Fremlin, sistematicamente dai 9 fino ai 12 anni di età e oltre, e che a questa notizia lei (la Munro), come scrive oggi Franco Cordelli, non seppe rispondere se non con il suo silenzio connivente che mantenne per sempre, restando insieme al marito, Fremlin, fino alla morte di questi, nel 2013 (e nonostante un processo celebrato otto anni prima in cui Fremlin stesso aveva ammesso i fatti).

Come è possibile definire o far rientrare il comportamento della Munro nella categoria degli "errori"?

Un "errore" non fare niente, non dire niente, non denunciare, quando si scopre che tua figlia bambina è stata stuprata per anni interi dall'uomo che è tuo marito? Un errore che si protrae per anni, ai danni di una figlia bambina, un errore che oppone un silenzio omertoso giustificato dal "non voler restare sola"?

Come fa a chiamarlo "errore" una donna, una scrittrice intelligente come la Avallone?

Separare la scrittrice dalla persona privata. Si siamo d'accordo tutti. Ma per la persona privata - che di mestiere fa la scrittrice - come si fa a parlare di errore? E poi, la cosa forse non porterà anche a riconsiderare come scrive oggi Cordelli, l'orribile verità camuffata con/in una "specie di sgradevole, contorto e menzognero racconto?"

Chi parla qui di moralismo (si sta parlando con ogni evidenza di "reati", gravi reati, e non di "morale"), non sa nulla delle parole e di quello che significano. Parole che forse bisognerebbe avere l'onestà di usare in modo giusto, anche se di mezzo c'è un grande artista o un grande scrittore. Una volta si diceva dei terroristi: "compagni che sbagliano". Sì ma c'è sbaglio e sbaglio, errore e errore. Se provo la pistola su un set e so che dovrebbe essere caricata a salve e ammazzo qualcuno, è stato un errore o uno sbaglio (che non dipende soltanto da me). Se copro con il silenzio e l'omertà un reato grave, lo stupro di mia figlia bambina, non è soltanto un errore o uno sbaglio, è dolo. La differenza era chiara già agli antichi romani che hanno fondato il diritto occidentale, duemila anni fa. 

Fabrizio Falconi - 2024

04/08/24

Qual è la rilevanza dell'uomo nel disastro climatico?

 


Qual è la rilevanza del genere umano sul disastro climatico in corso? Molto grande, grandissimo, come sappiamo.

E per capirlo ancora meglio è assai interessante leggere i dettagli di questo calcolo: considerando che il volume di una persona media equivale a circa 65/70 litri d'acqua, tutta la popolazione mondiale - quasi 10 miliardi di persone - potrebbe essere stipata in un solo chilometro cubo, cioè in cubo che abbia per lati 1 kilometro (altezza, lunghezza, larghezza):
1 chilometro cubo contiene infatti 1 miliardo di metri cubi. E ogni metro cubo contiene mille litri d'acqua.
Quindi tutta la popolazione mondiale starebbe, come volume, in un unico chilometro cubo.
Eppure questo solo chilometro cubo ha nell'ultimo secolo e mezzo, messo in ginocchio il pianeta, sfruttandone in modo sconsiderato le risorse e mettendone seriamente a rischio la stessa sussistenza o sopravvivenza futura.

Pensiamoci. E soprattutto agiamo.

Fabrizio Falconi - 2024

03/08/24

Per chi scriviamo oggi ?



Qualche giorno fa, Franco Cordelli, intervistato sul Corriere della Sera, ha detto: "Le parole non contano più". Si riferiva ai libri, certo, ma più in generale alla scomparsa di un intero mondo che era fondato sulla trasmissione e sul valore della parola. 

Considerazione realistica, più che apocalittica, a giudicare dai dati sulla lettura, di libri o riviste, anche online, ai minimi storici di sempre e in caduta libera inarrestabile (perfino i libri in concorso nello "Strega" hanno tirature risibili).

Allora la domanda è: "per chi scriviamo, oggi?" "Per chi si dovrebbe scrivere oggi, e perché?"

La risposta l'ha data già cento anni fa, Ludwig Wittgenstein e vale la pena ri-leggerla:

"La scomparsa delle arti non giustifica un giudizio di condanna per gli uomini del nostro tempo. Infatti, nature autentiche e forti proprio in quest'epoca si allontanano dal campo delle arti per indirizzarsi ad altro, e il valoro del singolo trova modo comunque di esprimersi. Io scrivo quindi per alcuni amici dispersi negli angoli del mondo."

Ludwig Wittgenstein, 1930

01/08/24

Jung e gli UFO (la risposta fulminante a C. Lindbergh)


Questo è un aneddoto reale, che è molto utile - anche metodologicamente - per molte questioni dell'oggi.

Un giorno del 1959 C.G.Jung ricevette la visita di Charles Lindbergh. 

Jung aveva appena pubblicato "Un mito moderno: le cose che si vedono le cielo", il celebre trattato sugli UFO. Il grande trasvolatore voleva incontrare Jung proprio per convincerlo che gli UFO non avevano alcuna consistenza materiale. 

"Il comandante dell'aviazione militare Carl Spaatz mi ha detto che se gli UFO esistessero davvero, sicuramente ne avremmo sentito parlare entrambi." 

Jung rimase in silenzio, poi rispose: "Ci sono tantissime cose che accadono intorno a questo pianeta e di cui lei e il generale Spaatz non sapete nulla."

31/07/24

Lo Spirito olimpico è morto.

 


Seguo ormai poco le Olimpiadi, a parte l'Atletica leggera che guarderò tutta.

Mi sembra che, nonostante l'inutile prosopopea macroniana, ormai sia stato del tutto calpestato e cancellato dai Giochi lo spirito olimpico.
Mi allontana l'insopportabile retorica patriottarda dei telecronisti, per cui ogni medaglia d'oro vinta da un italiano, anche nel tiro al piattello, è "leggenda", "eroica", "trionfale", è una "impresa" da consegnare agli Annales di Tacito.
Mi allontana il totale tradimento dello spirito decoubertiano per il quale la vera vittoria che conta a una olimpiade è quella del partecipare. Qui invece conta solo l'oro, se arrivi secondo o terzo sei uno sconfitto, se arrivi quarto sei un pezzente.
Mi allontana il marketing che ha fagocitato da tempo ogni ideale olimpico: gli atleti sono tutti professionisti pagati a peso d'oro [è il caso di dire] dai comitati olimpici nazionali e dalla manna dorata degli sponsor.
Mi allontana che ogni medaglia d'oro sia pagata, in Italia, 220.000 euro, e in proporzione l'argento e il bronzo: tra le più alte tariffe in assoluto stabilite dalle federazioni olimpiche di tutti i paesi del mondo, anche se ci sono ancora paesi virtuosi come la Norvegia che si rifiutano di monetizzare le medaglie olimpiche e prevedono un compenso pari a zero euro.
Mi allontanano le scelte della programmazione televisiva nazionale che ignorando del tutto la bellezza dello e degli sport e la differenza qualitativa delle diverse competizioni, privilegia sempre e comunque il seguire la gara dove c'è un compatriota. Se ce n'è uno che sta facendo i sedicesimi nel Badminton, si segue lui anche se c'è Simone Biles che sta facendo un esercizio spaziale a corpo libero.
Mi allontana infine il vittimismo complottistico quando non si vince o si sfiora una medaglia, come a una banale partita di campionato italiano dove c'è l'arbitro cornuto.
Insomma, questo è, almeno per me, ahimé.

Fabrizio Falconi - 2024

30/07/24

Ecco la lista dei 100 film più belli della storia del Cinema, secondo Spike Lee !

 Spike Lee è uno degli autori più importanti del cinema americano e da sempre un grande cinéphile, grande conoscitore del cinema.

Questa è la sua lista dei 100 migliori films della storia. Opinabile come tutte le selezioni, ma molto molto interessante.






29/07/24

"Le notti di Cabiria" - Perché il film di Fellini è meraviglioso


Il successo, la riuscita di "Cabiria" (il più chapliniano dei film di Fellini) è dovuta anche allo straordinario talento di Fellini nella scelta delle facce che fece la differenza già a partire dai primi film. 

La scelta di un attore francese, Francois Periér per il ruolo dell'orrido ragionier d'Onofrio è decisiva, ai fini della storia, tralasciando per un attimo il ruolo di mattatrice assoluta che spetta alla Masina, sul cui volto corpo e movimenti, è costruito il film.

Periér presta la sua faccia all'ambiguo d'Onofrio, che seduce la povera Cabiria, illudendola nel modo più crudele immaginabile.  

Ma per buona parte della vicenda, ogni spettatore della storia - non solo l'innocente Cabiria, che pure vorrebbe mantenersi diffidente visti i suoi precedenti in materia (la scena iniziale del film è l'anticipazione di ciò che succederà ancora, in una sorta di eterno ritorno) - è convinto della perfetta buona fede dell'uomo. Che appare appunto "un santo", come lo definisce Cabiria. Anche lo spettatore fin troppo smaliziato del 2020, finisce per crederci.

La bontà incarnata si disegna sul volto di Periér ed è solo parecchio più tardi, nella scena al ristorante sul lago, che l'ombra che comincia ad allungarsi sulla faccia dell'uomo, facendo rapidamente virare il film dai toni della commedia (Cabiria segna per molti versi l'inizio della commedia (all')italiana a quelli della tragedia. 

L'importanza delle facce era per Fellini tutto, o quasi. 

E la faccia di Periér, la sua figura, definita dall'impermeabile stazzonato, dalle movenze prima premurose, accudenti, soccorrevoli, e poi brutali, è di quelle che non si dimentica più.

Fabrizio Falconi 2024 

27/07/24

Chi ha pronunciato il celebre aforisma: "Quando sento qualcuno parlare di cultura, metto mano alla pistola"? (No non è stato Sangiuliano)


 Il celebre aforisma: "Quando sento qualcuno parlare di cultura, metto mano alla pistola" (terribilmente attuale anche nel mondo analfabetizzato di oggi dove ormai nessuno legge più niente) è da sempre erroneamente attribuito a Goebbels, politico e gerarca nazista, braccio destro di Adolf Hitler (il quale Goebbels, era fin troppo sofisticato per pensare e pronunciare una cosa simile).  La frase fu invece pronunciata da Hermann Goering, altro gerarca, anche lui vicinissimo al Fuhrer (ma molto più rozzo e "concreto"), e originariamente recitava: "Quando sento qualcuno parlare di cultura, la mano mi corre al revolver."   


Pare in effetti che Göring amasse ripetere questa frase, che tuttavia - in pochi sanno - originava da una battuta di un dramma ispirato alla figura di Albert Leo Schlageter (una specie di "martire nazista"), in cui un personaggio si rivolge all'omonimo protagonista esclamando "Quando sento parlare di cultura [...] tolgo la sicura alla mia Browning! (Il dramma, di ispirazione nazista, era intitolato Schlageter, e fu scritto nel 1929-1933 da Hanss Jost uno dei maggiori scrittori che aderirono al nazionalsocialismo e si trova nell'Atto 1, scena 1).

nella foto: replica della vera pistola (Luger) d'oro appartenuta a Goebbels.

Fabrizio Falconi - 2024

26/07/24

"Le Onde del Destino" il capolavoro di Lars Von Trier che ebbe vicende travagliatissime


 Le Onde del Destino (Breaking the Waves) - qui in una foto durante le riprese, Lars Von Trier con i due protagonisti, Stellan Skarsgard e Emily Watson - ebbe vicende travagliatissime. 


In omaggio alle ferree regole del movimento DOGMA, fondato dallo stesso Von Trier e da Thomas Vinterberg, il film fu girato interamente con fotocamere Super35mm ​​portatili ed è il primo della "trilogia Golden Heart" di von Trier, dedicato a protagonisti buoni e fragili sottoposti a prove cruciali dal destino e dalla cattiveria degli uomini

Von Trier Voleva fare un film naturalistico che fosse anche un film religioso senza miracoli. Impiegò cinque lunghissimi anni per scrivere il film e soprattutto per riuscire a ottenere i finanziamenti e un sostegno finanziario produttivo, dopo gli innumerevoli rifiuti ricevuti.

L'inglese Helena Bonham Carter, che all'epoca la prima scelta di von Trier per interpretare il ruolo di Bess, abbandonò il progetto poco prima dell'inizio delle riprese, a causa della grande quantità di nudità e sessualità richieste dal ruolo. Ciò comportò nuovi ritardi, e nuovi problemi da parte dei produttori che volevano annullare il film.

Per cercare di venirne fuori, Von Trier prese in considerazione diverse altre attrici famose, sperando che la presenza di una "star" convincesse definitivamente i produttori, ma nessuna delle interpreti prescelte era a suo agio con l'argomento. Von Trier alla fine fu conquistato dall'audizione di Emily Watson , anche se all'epoca era una completa sconosciuta nell'industria cinematografica. La scelta della Watson, che fu conquistata dal genio creativo di Von Trier, ebbe la meglio sugli ultimi dubbi dei finanziatori.

Nel frattempo Von Trier, che era ateo, si era convertito al cattolicesimo prima di cominciare a girare il film

Mentre la Watson pagò personalmente l'aver interpretato (magistralmente) il ruolo di Bess, che a causa della scabrosità dell'argomento, le procurò l'espulsione dalla Facoltà di Filosofia e Scienze Economiche che aveva frequentato fino all'inizio delle riprese.

Fabrizio Falconi - 2024


25/07/24

"La Sposa Liberata" di Abraham Yehoshua, un romanzo fiume che appassiona e interroga

 




La questione morale che potrebbe racchiudere le intere 600 pagine di questo meraviglioso romanzo di Yehoshua potrebbe essere questa:

l'amore che proviamo e ci lega per qualcuno: figli, mogli, mariti, genitori [ci] autorizza a conoscere di lui/lei/loro qualsiasi segreto che sia per lui/lei/loro fonte di grande sofferenza?
Rivlin, il professore di studi mediorientali di Haifa, vicino alla pensione, che non ha superato il trauma del divorzio del figlio dopo 1 solo anno di matrimonio per qualcosa che non è stato mai rivelato, risponderebbe di sicuro: sì.
Ed è infatti quello che fa nel corso dell'intera vicenda: non può rassegnarsi a questo dolore muto e continua a investigare come e quanto può con il suo metodo da storico professionista, nel groviglio di affetti malati e passioni non confessabili.
Haghit invece, la moglie del professore, che è magistrato e giudice di processi penali risponderebbe: no. Non è giusto. Lei vive nel presente e nella accettazione di stati di fatto che non possono essere cambiati.
No risponderebbe anche Ofer, il figlio ferito. Il diritto a conoscere viene molto, molto dopo, la speranza di amare e di essere amato.
Forse, risponderebbero invece Fuad, Rashed, Samaher, e tutti gli altri personaggi arabi che si muovono nel racconto: il passato è per davvero conoscibile? O è solo una illusione pensare di poterlo afferrare? Non potrà farlo invece solo la poesia o un racconto allegorico?
Uscito nel 2001, "La sposa liberata" esprime il culmine dell'arte di Yehoshua, un grande maestro che si è formato sui grandi modelli tolstojani: ogni movimento narrativo sottende e sviluppa uno smottamento emotivo, psicologico o sentimentale. Ogni frammento ogni apparente diversione del racconto rafforza invece la crescita del fusto centrale, spinge il lettore a inoltrarsi nel folto frondoso delle intenzioni e delle circostanze e nel nascosto di radici profonde, motivazioni paure e dolori solo parzialmente sepolti.
Un libro che si gode interamente senza pause perfino con l'ansia di doversi separare da personaggi che diventano persone vicino a noi e agiscono come e dove noi agiremmo con i loro stessi palpiti.
Al contempo è anche un romanzo da cui si impara tanto e che dice su quella zona di mondo e su chi la abita, palestinesi, arabi, ebrei, israeliani, askenaziti, drusi e cristiani - e sui loro tragici conflitti - più di quanto si possa apprendere da pile di articoli di giornale o inconcludenti talk show.
Yehoshua è stato sempre uomo del dialogo, e non avrebbe potuto essere niente di diverso.
Il suo punto di vista infatti non è mai solo "il suo punto di vista". Come un magico stroboscopio la sua penna ci offre - sempre in movimento - il cuore e i fatti di molti e importanti personaggi senza mai abbandonare neanche per una pagina, il "suo" Rivlin che resta sempre al centro: un dolente eroe bellowiano che non si arrende, che non vuole declinare, che vorrebbe provare a comprendere il mondo anche se tutti intorno a lui gli dicono che vivere senza comprendere è non solo più conveniente, ma anche molto, molto più facile.

Fabrizio Falconi - 2024

23/07/24

E' l'epoca della "Cachistocrazia" o della "Peggiocrazia", perché ?


 I migliori, oggi, quelli rimasti, si tengono mille miglia lontani dalla politica.

Per i padri greci invece, Aristotele e poi Platone, la politica, cioè l'amministrazione della cosa pubblica, doveva essere appannaggio dell'aristocrazia cioè dei migliori (dal greco άριστος, àristos, "migliore" e κράτος, kratos, "comando"), non dei "più ricchi" come viene oggi intesa la parola aristocrazia, ma "dei migliori", cioè degli uomini più qualitativi.

Oggi che i migliori hanno abdicato (dedicandosi con sommo entusiasmo esclusivamente al proprio orticello) la politica è una prateria occupata dai peggiori, è il momento cioè della cachistocrazia o kakistocrazia (dal greco antico κάκιστος, kákistos, «pessimo» e κράτος, krátos, «comando»), anche detta peggiocrazia, un governo in cui il potere è affidato ai cittadini meno competenti e qualificati, dunque ai "peggiori".

Fabrizio Falconi - 2024

22/07/24

Un'immortale poesia di E. E. Cummings: "Il tuo più tenue sguardo"

 


Il tuo più tenue sguardo

facilmente mi aprirà
benché abbia chiuso me stessa
come dita
sempre mi apri petalo per petalo
come la primavera fa
toccando accortamente
misteriosamente la sua
prima rosa
e io non so quello che c’è
in te che chiude e apre
solo qualcosa in me
comprende che è più
profonda la luce dei tuoi
occhi di tutte le rose.
Nessuno… neanche
la pioggia ha…
Così piccole mani.

Edward Estlin Cummings

21/07/24

"Ecco i 54 romanzi più belli degli ultimi 25 anni" (nessun italiano). La "playlist" di Franco Cordelli

 


Sul Corriere della Sera, Franco Cordelli risponde a suo modo alla classifica del «New York Times» che qualche giorno fa ha pubblicato la lista dei migliori libri del XXI secolo (i 24 anni trascorsi finora), incoronando Elena Ferrante.

Alle obiezioni di Alfonso Berardinelli che qualche settimana fa, a proposito della Fiera di Francoforte, stigmatizzava la quantità impressionante di narratori invitati e all'affermazione che "oggi la parola “libro” è sinonimo di romanzo, anche se poi quasi nessun autore o lettore sa più che cos’è un romanzo. C’è il nome della cosa, ma non c’è la cosa", Cordelli risponde che c'è in Italia, nella produzione narrativa italiana, in effetti, "la impossibilità di cogliere nella quantità qualcosa che somigli ad una qualsivoglia qualità. Ciò che davvero non c’è più non è il romanzo bensì la critica". 

"Ho dedicato buona parte del mio tempo nelle settimane che si sono succedute all’articolo di Berardinelli" scrive Cordelli, "nel tentativo di riordinare nella memoria (e nell’esplorare nella libreria) i libri che negli ultimi venticinque anni credo siano degni di essere letti. Non saprei dire, d’ognuno d’essi, quale sia migliore e quale meno convincente; quale più nuovo e quale tutto sommato «tradizionale»; ma so con certezza che la mia esperienza è molto diversa dalla classifica dei cento migliori romanzi pubblicata pochi giorni fa dal «New York Times». .

I miei cinquantaquattro autori sono fin troppi e deliberatamente ho escluso nomi di scrittori italiani per la ragione opposta a quella del «New York Times»: per la troppo poca distanza "critica". 

Ed ecco i libri scelti da Franco Cordelli (divisi a seconda della data di uscita in lingua originale):

2000
Zadie Smith DENTI BIANCHI Mondadori
Edmund White L’UOMO SPOSATO Playground

2001
Roberto Bolano PUTTANE ASSASSINE Adelphi
Anne Carson LA BELLEZZA DEL MARITO La Tartaruga
Philip Roth L’ANIMALE MORENTE Einaudi
Winfried Sebald AUSTERLITZ Adelphi
Claude Simon IL TRAM Nonostante

2002
Anita Brookner LA PROSSIMA AVVENTURA Giano
Jeffrey Eugenides MIDDLESEX Mondadori
Rohinton Mistry QUESTIONI DI FAMIGLIA Mondadori
Amos Oz UNA STORIA DI AMORE E DI TENEBRA Feltrinelli

2003
Monica Ali BRICK LANE Mondadori
Bernardo Atxaga IL LIBRO DI MIO FRATELLO Einaudi
Daša Drndić LEICA FORMAT La nove di Teseo

2004
Per Olov Enquist IL LIBRO DI BLANCHE E MARIE Iperborea
Colm Tóibin THE MASTER Bompiani
Abraham Yehoshua IL RESPONSABILE DELLE RISORSE UMANE Einaudi

2005
John Banville IL MARE Guanda
Joan Didion L’ANNO DEL PENSIERO MAGICO Il Saggiatore
Philippe Forest TUTTI BAMBINI TRANNE UNO Fandango
Kazuo Ishiguro NON LASCIARMI Einaudi
Enrique Vila-Matas DOTTOR PASAVENTO Feltrinelli

2006
Chimamanda Ngozi Adichle METÀ DI UN SOLE GIALLO Einaudi
Donald Antrim LA VITA DOPO Einaudi

2007
Anita Desai TUTTI I RACCONTI Einaudi
Cees Nooteboom TUMBAS Iperborea
Zachar Prilepin IL PECCATO Voland
Cristóvão Tezza BAMBINO PER SEMPRE Sperling & Kupfer

2009
Javier Cercas ANATOMIA DI UN ISTANTE Guanda
Edgar Doctorow HOMER & LANGLEY Mondadori
Pierre Michon GLI UNDICI Adelphi
William Trevor L’AMORE UN’ESTATE Guanda

2010
Jane Urquhart SANCTUARY LINE Nutrimenti

2011
Julián Herbert BALLATA PER MIA MADRE gran via

2012
Alice Munro USCIRNE VIVI Einaudi

2013
Sonali Deraniyagala ONDA Neri Pozza
Sergio del Molino NELL’ORA VIOLETTA Sellerio
Jamaica Kincaid VEDI ADESSO ALLORA Adelphi
Ricardo Piglia SOLO PER IDA BROWN Feltrinelli

2015
Jenny Erpenbeck VOCI DEL VERBO ANDARE Sellerio
Mathias Énard BUSSOLA e/o

2016
Graham Swift UN GIORNO DI FESTA Neri Pozza
Richard Ford TRA LORO Feltrinell
Javier Marías BERTA ISLA Einaudi
George Saunders LINCOLN NEL BARDO Feltrinelli

2018
Ottessa Moshfegh IL MIO ANNO DI RIPOSO E OBLIO Feltrinelli

2019
Viyun Li DOVE LE RAGIONI FINISCONO Nn Editore

2020
Colum McCann APEIROGON Feltrinelli
Marilynne Robinson JACK Einaudi
Martin Amis LA STORIA DA DENTRO Einaudi

2022
Cormac McCarthy IL PASSEGGERO, STELLA MARIS Einaudi
Julie Otsuka NUOTO LIBERO Bollati Boringhieri

2023
John Coetzee IL POLACCO Einaudi
Didier Eribon VITA, VECCHIAIA E MORTE DI UNA DONNA DEL POPOLO L’orma