27/11/18

Più Libri Più Liberi 2018 torna alla Nuvola all'Eur, dal 5 al 9 Dicembre .


Abraham Yehoshua, Andrea Camilleri, Gianrico Carofiglio, Zerocalcare, Joe R. Lansdale, Patrice Nganang, Pinar Selek, Michael Dobbs, Paolo Giordano, Philippe Forest, Michela Murgia, Fabio Stassi, Luciano Canfora, Giorgio Agamben: ecco alcuni tra gli oltre 1200 autori che si confronteranno sul tema dell’anno, Per un nuovo umanesimo.

E ancora attualità e politica con i direttori dei maggiori giornali italiani: Mario Calabresi, Virman Cusenza, Marco Damilano, Giovanni De Mauro, Luciano Fontana e Marco Travaglio. Primo appuntamento a inaugurare la Fiera sarà la diretta RAI con lo speciale di Quante storie condotta da Corrado Augias.

Tanto spazio alla letteratura per ragazzi, e un grande regalo per loro: il “Buono Libro” da 10 euro da spendere in fiera. Torna la grande fotografia legata al mondo della letteratura nell’Arena Photo/Book Cloud.

Un ricco programma di appuntamenti per gli addetti ai lavori provenienti dall’Italia e, sempre di più, dall’estero.

Più libri più liberi ritorna nella Nuvola dell’Eur. Dopo lo straordinario successo dell’edizione dello scorso anno – che ha registrato un record di oltre 100 mila presenze e il tutto esaurito nella maggior parte degli incontri – dal 5 al 9 dicembre si svolgerà a Roma la diciassettesima edizione della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, promossa e organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE)

La Fiera sarà inaugurata il 5 dicembre alle ore 10.30 al Caffè letterario Rai, alla presenza del sottosegretario Vito Crimi: Più libri più liberi è l’evento culturale più importante della Capitale con protagonisti, esclusivi, gli editori indipendenti italiani.

La manifestazione è sostenuta dal Centro per il libro e la lettura, del Ministero dei beni e delle attività culturali dalla Regione Lazio, da Roma Capitale, dalla Camera di Commercio di Roma e da ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, con il contributo di BNL Gruppo BNP Paribas e il patrocinio di SIAE

È realizzata in collaborazione con Istituzione Biblioteche di Roma, ATAC Azienda per i trasporti capitolina, EUR spa, Roma Convention Group e si avvale della Main Media Partnership di RAI.

Più libri più liberi partecipa ad ALDUS, la rete europea delle fiere del libro cofinanziata dall’Unione Europea nell’ambito del programma Europa Creativa. Con il sostegno di Ambasciata di Francia, IILA Istituto Italo-Latino Americano e Poliziamoderna.

UN MERCATO IN CRESCITA

Cresce il numero dei piccoli e medi editori (+0,5%), crescono le novità pubblicate (+10,5%) e cresce il peso dei titoli dei piccoli editori sul totale dei libri in commercio (oggi più di 1 titolo su 2 è da ricondurre alla piccola e media editoria). Cresce anche la loro quota di mercato nelle librerie, online e grande distribuzione (è al 39%, + 3,3% rispetto al 2016): tutti indicatori che confermano come la piccola e media editoria registri buoni andamenti nel suo complesso, pur avendo ancora troppe difficoltà ad accedere ai canali distributivi e a conquistare la giusta visibilità.

LA NUVOLA

Anche quest’anno a ospitare la fiera della piccola e media editoria saranno gli spettacolari spazi del Roma Convention Center - La Nuvola, struttura avveniristica progettata da Massimiliano e Doriana Fuksas. I 511 marchi editoriali occuperanno tutte le aree disponibili della splendida struttura, facendo registrare anche quest’anno il tutto esaurito. Si rinnova, dunque, la sfida fortemente voluta dagli editori italiani, da EUR spa e dalle amministrazioni del territorio: portare la piccola editoria al centro del dibattito culturale del Paese, in una delle architetture più all’avanguardia d’Europa.

QUI TUTTE LE INFO

26/11/18

E' morto Bernardo Bertolucci - Un ricordo personale.




Qualcuno scrive giustamente che è morto oggi l'ultimo dei grandi registi italiani. Bernardo Bertolucci ci ha lasciati a 77 anni, dopo che una malattia lo ha penalizzato pesantemente nel fisico negli ultimi anni. 

In queste ore mi torna alla mente un ricordo personale, che nella sua semplicità racconta molto di chi fosse Bertolucci, di quale fosse la sua passione per il cinema.

Era l'estate del 1989, un giorno di luglio. La bellissima, oggi così rimpianta, Estate Romana di quegli anni bellissimi a Roma, figlia del talento geniale ed estroverso di Renato Nicolini. 

Nel programma di quell'anno - ricchissimo come sempre -  c'era anche un evento da ricordare: la proiezione all'aperto, nella immensa arena del Circo Massimo, gratuita de L'Ultimo Imperatore di Bernardo Bertolucci, il kolossal italiano (ah, che tempi!) e co-prodotto da Cina e Regno Unito, che l'anno precedente aveva sbancato agli Oscar.

Il film infatti  raccolse addirittura 9 statuette alla Cerimonia di quell'anno - tra cui quelle per il miglior film, la miglior regia, la miglior fotografia di Vittorio Storaro e la migliore colonna sonora firmata da Ryuichi Sakamoto e David Byrne.

Grazie alla messe di premi ricevuti e soprattutto dei notevoli incassi in tutto il mondo, il film di Bertolucci segnò, dopo molto tempo, una sorta di riscatto dei film storici, o del cinema-spettacolo nella tradizione di Cecil B. DeMille.

Il film era uscito in Italia il 23 ottobre 1987 e negli Usa il 18 novembre e gli incassi furono enormi: la pellicola raggiunse quasi 44 milioni di dollari negli Stati Uniti, per un totale di oltre 78 milioni di dollari. In Italia fu il 1° film per incassi della stagione 1987-88.

In quella estate del 1989, dunque, Nicolini decise di invitare Bertolucci per una proiezione su uno schermo enorme - probabilmente il più grande su quale sia mai stato proiettato quel film - che fosse un vero godimento per la gente di Roma. 

Risposero in tanti e io fra loro.  Lo schermo era posizionato dalla parte del Palazzo dell'Anagrafe, mentre i posti a sedere davanti allo schermo erano limitati. Si supponeva che molti avrebbero scelto di vedere il lungo film, comodamente sdraiati sul prato del Circo (che allora ancora esisteva e non si era ridotto ad una landa desertica come oggi).  

Insieme ad alcuni amici, ero seduto sul prato, alla destra della spina centrale, pronto a godermi il film.

Subito dopo i titoli di testa, mi accorsi di uno che completamente sdraiato sul prato, a pochi passi da noi, seguiva la proiezione con la testa sul palmo della mano. Era Bertolucci. 

Rimase in quella posizione solo per pochi secondi. Si alzò poco dopo in piedi, cominciando a muovere passi a destra e sinistra. Era da solo. Si avvicinò con discrezione a noi. Ci chiese, sottovoce, come secondo noi si vedeva il suo film. Ci sembrava che l'immagine fosse distorta, un po' allungata verso l'alto ?  Le immagini erano bene a fuoco ?

Rispondemmo che sembrava tutto perfetto e lo ringraziammo.

Ma lui non sembrava soddisfatto.

Lo seguimmo con lo sguardo mentre attraversava il prato da una parte all'altra, senza mai staccare gli occhi dall'enorme schermo, fermandosi di tanto in tanto a parlare con qualcuno degli spettatori.

Era fatto così. Era un perfezionista che amava visceralmente il suo lavoro.

Questo ci ha lasciato. Questo gli dobbiamo.

Fabrizio Falconi







25/11/18

Poesia della Domenica: "Come l'acqua se una brezza scende" di Pietro Tripodo.




Come l'acqua se una brezza scende
muove il riflesso dei faggi sereni
e questi in quello specchio dileguano
così ogni atto invincibile del tempo
la memoria minaccia o la beltà,
ché inerme innanzi al desiderio osservo
i tuoi bei lineamenti che il ricordo
meno abbellisce di questo strano
tuo ritorno. Strano, come smarrito
perché forse la memoria impolvera
più che non dimentico e gli storni
scherzano nelle aurore dell'inverno.


Pietro Tripodo
tratto da: Altre visioni, Donzelli Editore, 2007

24/11/18

Ecco la "Roma Enigmistica" di Federico Mussano.



Segnalo oggi l'uscita - per gli appassionati di Roma e non solo - di un libro curioso, che si fa leggere tutto d'un fiato e appassiona e diverte.  L'ha scritto uno dei più brillanti enigmisti italiani, Federico Mussano e si intitola semplicemente: Roma Enigmistica. 

Come giocavano con le parole gli antichi Romani, i figli del popolo e gli uomini eruditi come Cicerone?

Ai tempi del papa re che cosa si dicevano le statue parlanti Pasquino e Marforio?

Questo libro ce lo svela attraverso un lungo viaggio per Roma a livello temporale che parte dalle monete di Giulio Cesare e la ricorrente iscrizione latina del quadrato del Sator, per passare lungo gli stemmi-rebus di casate illustri del Medioevo e del Rinascimento, lungo le sciarade di Pio IX al tempo della breccia di Porta Pia fino a giungere ad anagrammi e acrostici citati da Paolo VI e, più recentemente, da papa Francesco.
Ma è anche un lungo viaggio a livello spaziale che ci porta all'aperto lungo le strade della città eterna quanto nel suo sottosuolo, calandoci nei sotterranei di una basilica e di un antico oratorio, e respirando arte a pieni polmoni quale quella di Bramante, Michelangelo e Piranesi. 
Una carrellata plurisecolare nel mondo dell’enigmistica, tra acrostici, sciarade, bisensi, cambi d’iniziale, anagrammi, palindromi, vignette e rebus. 

23/11/18

Passeggiata Letteraria da Sant'Ivo al Pantheon alla Chiesa di Santa Maria Sopra Minerva, Sabato 1 Dicembre. Qui tutte le Info.




Sabato 1 dicembre condurrò una passeggiata letteraria gratuita e guidata a Roma che toccherà le seguenti tappe:   Cortile di Sant'Ivo alla Sapienza -  Piazza e Chiesa di Sant'Eustachio - Pantheon di Roma - Chiesa di Santa Maria Sopra Minerva. 

L'appuntamento, per partecipare, è per Sabato 1 dicembre alle ore 15 davanti al Caffé Sant'Eustachio, in Piazza Sant'Eustachio. 

Svolgendosi la visita quasi interamente al chiuso, si terrà comunque, anche in caso di pioggia.

Fornite la vostra adesione per telefono oppure sui socials.

Fabrizio Falconi

22/11/18

Arriva "Rome Reborn" - Roma con l'avete mai vista !




Il Circo Massimo e il Colosseo, in tutta la loro imponente bellezza, visti dall'alto, come a bordo di una mongolfiera. Oppure, ecco i Fori imperiali, dove camminare 'davvero' sul basolato antico, fino all'arco di Settimio Severo, la Basilica Emilia e il Tempio di Vesta. 

Per poi entrare nella Basilica di Massenzio, dove svetta il monumentale ritratto che Costantino volle intitolare a se', per perdersi nella meraviglia delle volte oro e blu, come era in voga al tempo.

Una Roma cosi' non l'avevamo ancora mai vista, frutto di 22 anni di lavoro di un team di accademici ed esperti tecnologici internazionali, tutti insieme per Rome Reborn, App all'avanguardia che permette di scoprire e 'vivere' l'antica Caput Mundi cosi' come appariva al culmine del suo sviluppo urbano, nel 320 d.C. 

"Il sogno di ricostruire Roma e' un sogno antico", racconta il direttore del progetto, Bernard Frischer, citando le opere di Flavio Biondo e di Pirro Ligorio. "Per me - dice, presentando l'app insieme al Ceo della licenziataria esclusiva Flyover Zone Productions, Nathanael Tavares - il piu' importante e' stato il plastico di Italo Gismondi, realizzato tra il 1935 e il 1971. Fu quando lo vidi per la prima volta a Roma che mi venne l'idea". 

Un progetto ambizioso e unico nel 1996, quando nacque il comitato di lavoro. E che oggi ha completato la mappa della Roma che fu con la piu' grande ricostruzione digitale mai realizzata di una citta' antica. 

Agli utenti la possibilita' di accedere ad oltre 7 mila edifici monumentali, percorrendo una superficie di 14 chilometri quadrati all'interno delle Mura Aureliane ed esplorandone ogni dettaglio e angolazione. 

Disponibile in inglese, cinese e italiano, come App e per Pc, anche senza l'uso dei visori 3D, Rome Reborn, gia' approvata dalla Society for Classical Studies, per ora debutta con i primi capitoli: la Basilica di Massenzio, Fori Imperiali e Flight Ancient Rome. 

Seguiranno Colosseo e Pantheon. 

"In alcuni si sorvola il panorama, in altri si puo' entrare e camminare - racconta Frischer che per questo progetto ha ricevuto il Pioneer Award e il Tartessus - I costi vanno da 1,99 a 7 dollari, a seconda delle lunghezza. Il sogno e' arrivare a 15-20 app in 3 anni. Probabilmente in 3-4 anni potremo anche unirle tutte in un'unica esperienza immersiva in cui camminare per tutta Roma". 

"L'aggiorneremo con il progresso di studi e tecnologie - aggiunge Paolo Liverani, professore di Archeologia classica all'Universita' di Firenze - Ma di progetti come questo, con 22 anni di lavoro, rifatto tre volte e con questi risultati, non ne ricordo altri. E poi, e' colorato, come era Roma al tempo. E dinamico, cosi' che potremo, ad esempio, ripercorrere il cammino di Costantino quando entro' trionfante a Roma". 

Meraviglia per appassionati d'arte e archeologia, esperienza ludica ("mi piacerebbe giocare ai dadi con altri utenti", suggerisce il confondatore della SPVR, Enrico Speranza), Rome Reborn crea community (lungo il cammino si incontrano altri contemporanei con cui si potra' chattare e c'e' anche il sito www.romereborn.org). 

Ma e' anche, soprattutto, occasione di studio e approfondimento. "Avendo una forte base scientifica, puo' essere utilizzato come didattica - spiega il direttore del Museo Civico di Rieti, Monica De Simone - Lo abbiamo sperimentato con ragazzi e famiglie. Quello colpisce e' l'immagine della citta' antica, che ha stimolato tutti a porre domande". 

21/11/18

Piazza Sant'Eustachio: un piccolo scrigno nel cuore di Roma.



I Romani la considerano un po' il salotto buono della città. Incastonata tra la Piazza dei Caprettari, Via del Teatro Valle e via della Palombella, la Piazza Sant'Eustachio offre una vista incredibile sul campanile di Sant'Ivo alla Sapienza del Borromini (la famosa lanterna a spirale), che si può ammirare dai tavolini all'aperto del noto - e omonimo - caffè che da molti decenni è sulla piazza. 

Il luogo è enormemente suggestivo anche per la presenza di una delle più antiche diaconie romane, la Chiesa di Sant'Eustachio, anticamente chiamata Sant'Eustachio in platana nome derivato dalla presenza di un platano che sarebbe stato piantato nel giardino della casa del centurione Placido, divenuto successivamente il cristiano Eustachio, sulla cui casa sorgerebbe la Chiesa attuale, fondata da Costantino Imperatore. 


Sempre sulla Piazza è conservato un grazioso palazzetto con lo stemma di Pio IV Medici, il Palazzo Maccarani ed una casa sulla facciata della quale sono ancora visibili tracce degli affreschi della vita del Santo di Federico Zuccari, recentemente restaurati. 

Le cronache antiche di Roma riferiscono anche che al n.59 della Piazza era l'antica Osteria del Falcone che pare avesse tratto il nome dai grandi occhi tondi e chiari di uno dei suoi vecchi camerieri. 

Tornando alla Chiesa, essa è già ricordata già nel 795 d.C. e riedificata sotto Celestino III nel 1195 circa, epoca alla quale risale il campanile squadrato in muratura a vista.

Anche se piccola e ritirata, la Chiesa di Sant'Eustachio è stata importante nella storia di Roma: vi fu battezzato Alessandro Farnese, duca di Parma e condottiero e funzionò per molto tempo come luogo dove si radunavano i professori della Sapienza, l'antica Università di Roma. 


La chiesa venne interamente ricostruita - nelle forme attuali - dopo il 1742 da Antonio Canevari, mantenendo sulla sommità della facciata e della trabeazione superiore, il busto del Cervo con al centro il Crocefisso, diretto rimando alla Leggenda di Sant'Eustachio e alla sua conversione al cristianesimo, prima di essere martirizzato. 

Nella via di Sant'Eustachio, di fianco alla Chiesa, sono state alzate, a ridosso della parete laterale, due grandi antiche colonne romane provenienti dalle Terme Alessandrine

Ed è suggestivo immaginare che al centro della via - oggi purtroppo occupata da un parcheggio automobilistico all'aperto - esisteva anticamente un'isola di casette, abbattute ai primi del Novecento. 

Fabrizio Falconi





20/11/18

Il 15 Dicembre 2018 alle 18.00 Presentazione di "Nessun pensiero conosce l'amore" di Fabrizio Falconi al Relais Rione Ponte con le Opere di Renzo Bellanca.



Il prossimo 15 Dicembre, presso il magnifico Relais Rione Ponte, in pieno centro storico di Roma, nella Tor Sanguigna di Piazza Zanardelli (ingresso Via Zanardelli, 20), nei pressi di Piazza Navona, verrà presentato Nessun pensiero conosce l'amore di Fabrizio Falconi, appena edito da Interno Poesia. 



Sarà presente Olga Cirillo che ha curato la nota al volume e il maestro Renzo Bellanca, di cui il Relais Ponte ospita l'esposizione THE JOURNEY, inaugurata nelle settimane scorse.

L'ingresso ovviamente è libero. 

Per contatti:  

SILA S.r.l.
Via Zanardelli, 20
00186 Roma (RM)
Tel. +39 06 9357 6629




19/11/18

Libro del Giorno: "L'io e l'inconscio" di Carl Gustav Jung.




L'Io e l'inconscio, pubblicato nel 1928 da Carl Gustav Jung è uno dei suoi lavori più celebri e importanti.  

Si tratta del primo tentativo di esporre in modo sistematico l'insieme di ipotesi sulla natura, struttura e dinamica della vita cui aveva dato il nome di "psicologia analitica".

Vengono definiti per la prima volta da Jung i concetti di inconscio "personale" e "collettivo" oltre ai concetti - chiave per le teorie di Jung - di "Animus" e di "Anima", insieme a quelli, già emersi, di "Archetipo" e di "Ombra".

Con questo libro Jung avvia il lungo dibattimento speculativo sul processo di individuazione del Sé, vero obiettivo di ogni cammino di consapevolezza e di "psicologia analitica".  Il Sè è infatti il centro della persona, quella entità che rispecchia e contiene i caratteri del trascendente, dell'oltre (del divino, se si vuole) e che 'galleggia' tra la coscienza e l'inconscio (sia quello personale che quello collettivo).  L'emersione dei contenuti inconsci nel e attraverso il Sé e la sua integrazione con i contenuti consci è l'obiettivo della individuazione e quindi anche della vita psicologica.

Una lettura straordinariamente affascinante, con pagine memorabili che parlano ancora ad ognuno di noi, in quanto esseri umani, in quanto individui.



Thom Yorke (Radiohead) intervistato da Repubblica: "Internet e social network stanno generando un nuovo fascismo".




"La gente ha cambiato modo di pensare per colpa di internet e dei social network. È fascismo: ma non nel vecchio senso. Non è nemmeno reale ma non per questo è meno pericoloso: il nuovo fascismo è questo, è la gente non si sente più responsabile per il proprio comportamento".

In un'intervista rilasciata a Repubblica, Thom Yorke parla di social network e dei riflessi negativi che il loro utilizzo ha avuto sulla volontà delle persone.

Si legge su Repubblica:

"Sono sceso in piazza l'altro sabato nella grande manifestazione contro la Brexit. Temo di essere letteralmente terrorizzato. E del resto: non siete terrorizzati anche voi in Italia? O siete ancora tutti paralizzati? (...) Jaron Lanier (uno dei pionieri della realtà virtuale, oggi molto critico, ndr) dice che la rabbia della gente cresce perché attraverso un algoritmo finisce in un gioco di specchi dove le opinioni diventano sempre più estreme".

Quello che lo spaventa non è l'onda conservatrice che ha investito i governi di molti paesi in quest'ultimo periodo. Ma ciò che ha spinto verso la salita al potere di questi governi.

"Il pericolo non è uno stupido governo conservatore che finirà per divorare sé stesso. Per ritornare a Suspiria e alla metafora della danza: noi siamo come la danzatrice che sotto un incantesimo che non capisce si butta di qua e di là - fino a uccidere sé stessa. Quella danzatrice siamo noi che non abbiamo più fede nella nostra capacità di cambiare le cose: perché stiamo vivendo in una specie di vuoto"

Social che impoveriscono il linguaggio, le discussioni, i pensieri e i ragionamenti. Dando l'illusione di esser parte attiva. "Scrivere due frasi su Twitter non significa che stai facendo una discussione. E scrivere la tua opinione con la bava alla bocca su Facebook non significa che stai partecipando a un dibattito politico. Non c'è differenza tra quello e il tracciare tremebondi graffiti nella toilette".

Fonte: Huffington Post/ La Repubblica

18/11/18

Poesia della Domenica: "Amore, quante strade per giungere a un bacio" di Pablo Neruda.






Amore, quante strade per giungere a un bacio,
che solitudine errante fino alla tua compagnia! 
I treni continuano a rotolare soli con la pioggia.
A Taltal ancora non alloggia la primavera.

Ma tu ed io, amor mio, siamo uniti
uniti dai vestiti alle radici,
uniti d'autunno, d'acqua, di fianchi,
fino ad essere solo tu, sol io uniti.

Pensare che costò tante pietre che trascina il fiume, 
la foce dell'acqua del Boroa.
Pensare che separati da treni e da nazioni
tu ed io dovevamo semplicemente amarci, 
confusi con tutti, con uomini e con donne,
con la terra che pianta ed educa i garofani.

Pablo Neruda

16/11/18

Il Caso in Amore e Milan Kundera.






Non certo la necessità, bensì il caso è pieno di magia. Se l'amore deve essere indimenticabile, fin dal primo istante devono posarsi su di esso le coincidenze, come uccelli sulle spalle di Francesco d'Assisi.


E' la mostra dell'anno: arrivano in Italia i capolavori della Johannesburg Art Gallery, nel segno di Mandela.


Una donna, lady Florence Phillips, e un diamante fecero nascere, tanti anni fa, la Johannesburg ArtGallery, una delle piu' affascinanti gallerie del mondo. 

Oggi la Johannesburg presta i suoi splendidi capolavori a Palazzo Ducale di Genova per ricordare al mondo il centenario della nascita di Nelson Mandela. 


Lady Florence Phillips

La mostra, 'Da Monet a Bacon - Capolavori dellaJohannesburg Art Gallery', si apre al pubblico e chiudera' il 3 marzo 2019.

Come tutti gli allestimenti di Palazzo Ducale, piu' che una mera esposizione 'Da Monet a Bacon' e' un racconto, avvolgente e morbido che prende idealmente avvio dall'Ottocento inglese e da due opere di William Turner e prosegue con il dipinto di Alma-Tadema 'La morte del primogenito' raffinata e malinconica scena ambientata in un oscuro e immaginifico Egitto, e con i lavori di due dei maggiori esponenti dei Preraffaelliti, John Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti di cui viene esposto il 'Regina cordium', ritratto di quella Elizabeth Siddal con la quale il pittore visse un'intensa e sfortunata storia d'amore.

La mostra continua con un'ampia sezione dedicata agli esiti della pittura di fine Ottocento e si apre con quei pittori che scelsero un nuovo approccio al vero in pittura con un piccolo 'Paesaggio' di Jean-Baptiste Camille Corot, la scogliera normanna di Etretat di Gustave Courbet e Jean-François Millet.

La generazione impressionista, introdotta da Euge'ne Boudin e Johan Barthold Jongkind, viene rappresentata da Edgar Degas (con le sue 'Due ballerine'), la bellissima 'Primavera' di Claude Monet e 'Sulla riva del fiume a Veneux di Alfred Sisley.

Avanti: ci sono i post-impressionisti Paul Ce'zanne (I Bagnanti), Vincent Van Gogh (Ritratto di un uomo anziano), Pierre Bonnard, Edouard Vuillard e oltre: varcando la soglia del Novecento, s'incontrano le opere di due dei maestri piu' celebrati del secolo: Henri Matisse e Pablo Picasso che aprono alle nuove istanze dell'arte contemporanea con Ossip Zadkine e altri.

Non mancano esponenti della seconda meta' del secolo: Francis Bacon e Henry Moore e i due protagonisti della pop art americana come Andy Warhol, al Ducale con il trittico dedicato a Joseph Beuys.

La mostra viene chiusa dall'arte che si e' sviluppata in Sudafrica nel Novecento: Maggie Laubser, una delle esponenti dell'espressionismo sudafricano, Maude Sumner, Selby Mvusi e George Pemba, pittori dai forti interessi per il sociale che raccontano le tradizioni del Paese e la vita urbana e la realta' dell'Apartheid.

Fonte ANSA

15/11/18

David Grossman: "Contro il cinismo" (dilagante).





Amo l'umorismo, disprezzo il cinismo, che è il modo crudele con cui ci chiamiamo fuori dalla vita. E con cui dimostriamo disperazione. I cinici ridicolizzano tutto e si dicono incapaci di cambiare le cose. Così la morsa di cinismo ci avvolge sempre di più, l'indossiamo come un'armatura. 
La cosa triste è che spesso ci diciamo: ok, viviamo tempi duri, proteggiamoci, quando la situazione sarà migliore potremo toglierla. In realtà dopo un po' quell'armatura s'infiltra nel nostro dna. E diventa difficilissimo liberarsene. Gradualmente questa diventa la tua grammatica interiore. Il modo in cui vedi la vita e la gente.




14/11/18

Da domani, 15 novembre, al Colosseo, Foro Romano e Palatino una spettacolare mostra dedicata alla Dinastia dei Severi: "Roma Universalis".



L’impero e la dinastia venuta dall’Africa è la grande mostra che ripercorre la storia della dinastia dei Severi: l’ultima, rilevante famiglia imperiale, che regnò per quarant’anni, dal 193 al 235 d.C. 

Promossa dal Parco archeologico del Colosseo, la rassegna - ideata da Clementina Panella che l’ha curata con Alessandro D’Alessio e Rossella Rea - si articola tra Colosseo, Foro Romano, Palatino. 

Dal 15 novembre 2018 nei tre luoghi coinvolti dall’esposizione vengono ricordate le tappe di una dominazione che ha suggellato una straordinaria stagione di riforme: tra tutte la constitutio antoniniana. 

Emessa da Caracalla nel 212 d.C., concesse la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell’impero. 

Un provvedimento rivoluzionario, che portava a compimento un processo plurisecolare di estensione dei diritti civili e con cui finalmente si completavano le premesse ideali di universalismo e cosmopolitismo implicite nell’istituzione imperiale, solo parzialmente realizzate da Augusto più di due secoli prima. 

La mostra, con l’organizzazione e la promozione di Electa, presenta al secondo ordine del Colosseo circa cento tra reperti archeologici e opere provenienti da importanti musei italiani e stranieri. Attraverso di essi, in quattro sezioni, si illustrano gli sviluppi storico-politici e l’evoluzione artistica e architettonica a Roma e nelle regioni dell’impero. 

Una ricca sequenza di ritratti della dinastia apre il percorso, ricordando le origini della famiglia: con Settimio Severo proveniente da Leptis Magna, in Libia, e con la moglie Iulia Domna da Emesa, in Siria, nominata Augusta e donna di grande influenza politica. Tra i pezzi in mostra, anche tre rilievi di recente scoperta negli scavi della metropolitana di Napoli, appartenenti a un Arco onorario. Senza dimenticare i frammenti della Forma Urbis, mappa catastale in marmo voluta da Settimio Severo, ancora oggi fondamentale documento per lo studio dell’antica topografia di Roma e in mostra oggetto di una scenografica ricostruzione multimediale. 

Testimonianza poi della fioritura nel campo dell’artigianto artistico, i vetri finemente lavorati da Alessandria d’Egitto e da Colonia, le ceramiche dalla Tunisia o i sublimi argenti conservati al Metropolitan Museum of Art (USA). Al Palatino sono visibili per la prima volta le vestigia di uno straordinario insieme architettonico: le cosiddette Terme dell’imperatore Elagabalo, venute alla luce in un angolo delle pendici del colle lambito dalla via Sacra che racconta una lunga storia di trasformazioni edilizie. 

Un ciclo statuario scoperto proprio in questo sito, mai esposto prima d’ora e composto da ritratti e busti di marmo di pregevole qualità, è riunito nel Tempio di Romolo. 

Il percorso di visita sul Palatino prosegue attraverso i luoghi dei Severi, estesi su circa due ettari, di cui i segni più evidenti sono le imponenti arcate e le terrazze, insieme allo Stadio con la straordinaria sala dei capitelli dal soffitto a cassettoni stuccato.

Qui sono riuniti preziosi frammenti architettonici e scultorei restaurati per l’occasione. 

Nel Foro Romano viene aperto alla visita per la prima volta un tratto del vicus ad Carinas. Il vicus era tra i più antichi percorsi di Roma e collegava il popoloso quartiere “delle Carine” sul colle Esquilino. Oggi, attraverso questo accesso, ci si affaccia sul Templum Pacis, di cui, dopo un lungo restauro, è visibile il magnifico opus sectile Roma, 14 novembre 2018 3 pavimentale. Nel 192 d.C. un incendio distrusse quasi completamente il templum, ricostruito da Settimio Severo riproponendo la monumentalità della costruzione originaria. 

In questa occasione fu collocata, in una sala adiacente all’aula di culto, la Forma Urbis Romae, di cui restano sul muro di facciata della basilica dei SS. Cosma e Damiano le impronte delle lastre di marmo su cui era incisa. 

“La mostra ha il fine di far conoscere al più vasto pubblico possibile l’ultimo periodo dell’impero in cui Roma fu grande, governata da imperatori che lasciarono un’eredità forte e duratura in molti campi, pur nell’avanzare del declino”, spiega Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo. Due le pubblicazioni edite da Electa. Il volume di studi, dai numerosi contributi scientifici, ripercorre la storia della dinastia dei Severi senza trascurare alcun aspetto: dall’analisi delle riforme e il loro impatto sulla società, alle novità nelle arti e in architettura a Roma e in tutta l’estensione dell’impero. I testi forniscono il quadro completo dei caratteri di un’epoca segnata dall’ultima grande famiglia imperiale. A questa pubblicazione si affianca un’agile guida, bilingue italiano e inglese, che accompagna il visitatore attraverso le varie sezioni della mostra e nel percorso tra Foro Romano e Palatino.

Dal 15 Novembre 2018 al 21 Dicembre 2018
ROMA
LUOGO: Colosseo / Foro romano / Palatino
CURATORI: Clementina Panella, Rossella Rea, Alessandro d’Alessio
ENTI PROMOTORI:
  • Parco Archeologico del Colosseo
COSTO DEL BIGLIETTO: intero € 12, ridotto € 7,50. Valido due giorni, permette un accesso al Colosseo ed uno al Foro Romano-Palatino e alle mostre in corso. Gratuito cittadini sotto i 18 anni della comunità europea ed extracomunitari, personale docente italiano della scuola di ruolo o con contratto a termine dietro esibizione di idonea attestazione rilasciata dalle istituzioni scolastiche
TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39.06.39967700

Libro del Giorno: "Una volta" di Wim Wenders.



Più che un libro, un oggetto d'arte, questo pubblicato a suo tempo dalle benemerite Edizioni Socrates di Roma.

Si tratta di un magnifico libro fotografico pubblicato da Wim Wenders prima in Germania nel 1993 e poi subito tradotto in Italia, al tempo in cui il regista tedesco era fresco reduce dall'aver girato alcuni dei suoi più noti capolavori, Lo Stato delle Cose (1982), Paris, Texas (1984), Il cielo sopra Berlino (Der Himmel über Berlin), (1987), Fino alla fine del mondo (Bis ans Ende der Welt) (1991) Così Lontano così vicino (In weiter Ferne, so nah!) (1993), e Lisbon Story (1994). 

Una volta è dunque tutto questo: diario di riprese e di sopralluoghi per i set dei suoi film, taccuino di viaggio ("viaggiare è la cosa al mondo che mi piace di più", dichiara lo stesso Wenders nella intervista finale), sperimentazione fotografica (molte delle foto del volume sono state prese da Wenders con polaroid), narrazione (ognuna delle foto o delle serie fotografiche, infatti viene preceduta da un testo che comincia con le parole "una volta"...).

Naturalmente sono protagonisti i paesaggi estremi e desolati così tanto amati da Wenders, che sono al centro dei suoi film (il deserto Australiano e Ayers Rock, messi poi al centro di "Così lontano, così vicino"; la costa portoghese, utilizzata come set per "Lo stato delle cose"; le strade di Lisbona, protagoniste di "Lisbon story", le case in bianco e nero e i quartieri di Berlino, che fanno da sfondo a "Il cielo sopra Berlino"; le lande dell'America più profonda, utilizzate come ambientazione della perdizione di Travis, il protagonista di "Paris, Texas").

Insomma, un lungo viaggio affascinante tra volti di gente perduta, incontrata fugacemente in viaggio e paesaggi fortemente evocativi. 

Impreziosiscono il volume una bellissima introduzione dello scrittore  Daniele Del Giudice (di quanto si sente la sua mancanza oggi) e una lunga intervista finale a Wenders realizzata da Leonetta Bentivoglio, firma de La Repubblica, in cui il grande regista tedesco espone la sua visione del cinema, del lavoro, dell'amore, della vita. 


13/11/18

Libro del Giorno: "Sotto il tiro di presagi" di Paul Celan.



Dalla estesa produzione poetica di Paul Celan (1920-1970), Einaudi trasse qualche anno fa questo volume che contiene una parte delle quasi cinquecento poesie che dopo la morte tragica del poeta - annegatosi nelle acque della Senna -  in varie sedi furono ritrovate, in parte già pronte per essere date alla stampa, altre ricopiate più volte, corrette, datate, raccolte in cartelle. 

Una vera sorpresa che arricchisce la conoscenza di una delle voci poetiche più alte del Novecento ben oltre le celebrate raccolte di Papavero e memoria (1952), Luce Coatta (del 1970), Di soglia in soglia (1996) e Conseguito Silenzio (1998). 

Sono poesie drammatiche, terse o oscure allo stesso modo, personali ("Non ho mai scritto una riga che non abbia avuto a che fare con la mia esistenza", scriveva Celan nel 1962 all'amico Erich Einhorn) e collettive, sulla memoria, il tempo, l'incomunicabilità, il Sè e l'altro. 

Un vastissimo corpus - il volume raggiunge le 500 pagine - del tutto eterogeneo, dove si leggono poesie di un unico verso:   .... e la grandine mi colpiva dappertutto attorno a me (pag.205) e sequenze di un centinaio di liriche che si aprono con misteriose parole, neologismi criptici ed evocativi: Skat on, NONDIQUI, Gershom, Supermaestro, Rosipreti, Carriaggio Marino, Crivello, Annera, ecc...

Ad esse si aggiungono e si affiancano le poesie dove l'alta voce di Celan si leva maggiormente riconoscibile, nella luce e nei contrasti che la caratterizzano.  Nel diaframma spezzato che rimanda l'immagine di un'anima tormentata, eternamente alla ricerca di se stessa, perennemente in cerca di una (impossibile) salvezza.

Sotto il tiro di presagi, sempre.

Guardami attraverso,
eccomi, ancora una volta,
vieni 
più vicino, non mai
ero un altro 
che me stesso. 

Fabrizio Falconi

Paul Celan
Sotto il tiro di presagi
Poesie Inedite 1948-1969
Traduzione di Michele Ranchetti e Jutta Leskien
Einaudi 2001 

12/11/18

Egitto: riemergono dai millenni rare mummie di Scarabeo e una necropoli di gatti.




Rare mummie di scarabei, assieme a decine di gatti venerati come divinita' e loro simulacri bronzei, sono stati rinvenuti da una missione archeologica egiziana a sud del Cairo, in necropoli di animali che custodivano anche un sarcofago di cobra e due di coccodrilli

E' quanto emerge da un post su Facebook del ministero delle Antichita' egiziano che dà conto di una presentazione di queste scoperte avvenuta oggi. 

Si tratta fra l'altro delle "prime mummie di scarabei ad essere state dissotterrate nella necropoli di Menfi", annuncia la nota, segnalando anche - senza fornire le dimensioni - "due grandi mummie di scarabei" rinvenute in "sarcofago rettangolare di calcare", avvolte nel lino e "in un ottimo stato di conservazione".


A Saqqara la missione ha scoperto tre tombe del Nuovo Regno usate come "necropoli di gatti", precisa fra l'alto il ministero. 

Sono state dissotterrate "decine di mummie di gatto assieme con cento statue lignee dorate" raffiguranti questi felini adorati dagli antichi egizi: e' stata trovata anche una statuetta in bronzo dedicata a Bastet, la divinita' con sembianze di gatto. 

Sono venute alla luce pure dorate statuette lignee di un leone, di una mucca e un falcone, emerge fra l'altro ancora dalla nota.