Sembra che proprio la Questione Morale sarà al centro della prolusione con la quale tra pochi minuti il Cardinale Angelo Bagnasco aprirà a Roma i lavori dell'Assemblea Generale della CEI.
E io, certe volte, rimango basito dalla lentezza e dalla 'ingenuità' con la quale le gerarchie ecclesiastiche - che non giudico, ma dalle quali vorrei aspettarmi sempre di più di quel che vedo - prendono coscienza dei processi sociali e politici, ma prima ancora antropologici, che interessano il nostro paese.
Insomma, quanti anni sono, ormai che in Italia assistiamo ad un progressivo scivolamento di ogni deriva morale, nei piccoli comportamenti sociali, nella definizione di ciò che è bene comune, di ciò che non aiuta, non serve, di ciò che corrompe le anime dei giovani, degli atteggiamenti messi in campo dai potenti di turno, o dagli 'acclamati', dalla televisione in primis, che portano prima di tutto ad una infelicità diffusa, e poi ad un allontanamento da un qualsiasi elementare senso di carità cristiana ?
Eppure, a leggere queste dichiarazioni di mons. Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente della Commissione CEI per i problemi sociali e il lavoro, viene quasi da sorridere: "Nella societa' italiana," dice Miglio " c'e' una 'questione morale', e la politica e' condizionata dalle difficolta' della societa"'. Parlando a margine della presentazione della Fondazione per il Bene Comune delle Acli, mons. Miglio ha affermato che la "questione morale" "riguarda la societa' e va affrontata senza puntare il dito. Ciascuno - ha aggiunto - deve cominciare dalla propria coscienza".
Il vescovo ha sottolineato che l'Assemblea generale dei vescovi italiani, che comincia oggi, affrontera' non a caso la questione dell'educazione, che e' "uno dei servizi che la Chiesa offre alla societa', per farla crescere sui dei valori che permettono a tutti, anche alla politica, di lavorare per il bene comune".
Ecco, sì è sacrosanto che si cominci ciascuno da sè, dalla proprio coscienza, e no, non pretendiamo che la Chiesa 'punti il dito', no, no, per carità - anche se noi ricordiamo anche un cristianesimo che quando c'è stato da urlare, ha urlato eccome, contro i comportamenti e le distorsioni plateali, gli scandali, che uccidono il senso del bene comune - ma già sentire un così eminente rappresentante della Chiesa che si accorge che in Italia sì, è vero, esiste una questione morale, è già qualcosa. Basta soltanto che l'ultimo appello di una Chiesa poco coraggiosa, non arrivi quando questo paese sarà già completamente distrutto nelle sue fondamenta etiche: in effetti, a ben guardare manca poco.
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...Vi sono responsabilità di uomini di Chiesa che hanno infangato la Croce di Cristo -che doveva morire in croce, dice Giovanni, per Riunire il suo popolo disperso, cioé tutti gli uomini: i Vescovi che si sono schierati con Pinochet giustificando decine di migliaia di morti che avevano l'unico difetto di appoggiare la trasformazione democratica di una società ingiusta..chissa se hanno saputo pregare, quei Vescovi, per l'anima di Allende e dei suoi sotenitori?; i Vescovi Occidentali che hanno ritenuto che per combattere il comunismo qualunque mezzo fosse buono: perchè il male maggiore, per loro non si combatteva solo con il bene ma anche con il male minore, per cui era buono tutto dalla mafia al terrorismo; tutti quegli uomini di chiesa che teorizzano che non sempre mezzi e fini debbano essere della medesima natura perché per raggiungere fini buoni si possono anche usare mezzi meno buoni....ecco, Faber, caro amico mio, qui, proprio qui sta l'immoralità diffusa, tollerata, compresa a volte giustificata! E' questa immoralità, assunta a modo naturale di agire e vivere, che scaraventa Dio nei sotterranei della nostra vita. Quanti anche nella Chiesa, per giustificare la lotta contro il male e il secolarismo usano mezzi indegni per un cristiano.. perché l'onore per un cristiano é la Carità non il prevalere sull'altro....mostrare i bicipiti dello Spirito, i pettorali del crociato o riempire di cristiani gli spazi del potere.... incapaci di dare un segno..un solo segno di diversità, da come lo gestiscono coloro che si dicono senza Dio..
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