Non ho rimpianti, né parole, né lacrime
Non ho rimpianti, né parole, né lacrime.
Tutto passerà, come la nebbia dai rami bianchi del melo.
Appassito in una decadenza dorata
mai più io sarò giovane.
Anche il mio cuore toccato dal gelo
ha smesso di battere come una volta.
E questo paese di betulle, di indiana,
più non mi attira, cammina a piedi scalzi.
Spirito vagabondo, di raro ormai
cerchi il fuoco delle mie labbra.
Dove siete, freschezza degli anni passati,
ardore degli occhi, piena impetuosa dei sensi!
Adesso, quasi, non ho desideri. Eppure vita,
che ho fatto io se non sognarti di continuo?
Era come se a primavera, in un mattino sonoro,
me ne andassi in giro sopra un cavallo rosa.
Tutti in questo mondo sono votati alla fine.
Dolcemente intristisce il rame degli aceri…
Ma chiamiamoci dunque felici, benedetti per sempre,
d’essere nati per fiorire e morire.
Sergej Aleksandrovič Esenin, (Konstantinovo, 3 ottobre 1895 – San Pietroburgo, 28 dicembre 1925) - tratta da 'Poemi rivoluzionari', a cura di Serena Vitale, Guanda, Quaderni della Fenice, 1988.
nel ricordo il passato spesso ci si mostra soffuso di una luce dorata o rosata, possiamo rammentarci di noi e del nostro sentire come più ci piace
RispondiEliminama il poeta non vuole amare il ricordo che è legato allo scorrere inesorabile del tempo
la sua anima è già nel luogo dell'eterno fiorire e rifiorire, e ci chiama alla felicità senza rimpianti nè lacrime nè parole
la felicità del nostro essere stati, una volta e per sempre, bene-detti
grazie, ne farò tesoro
Filomena
Grazie a te Filomena.
RispondiEliminaSì, dici bene. Tra il rimpianto nostalgico e il misterioso futuro, l'anima del poeta è sempre sospesa ed eternamente li racchiude.
Fab.
sì
RispondiEliminain un tempo
sospeso