14/05/08

Dov'è finita la Bellezza ?



Mi chiedo come sia possibile scandalizzarsi della depressione, della sfiducia e della negatività che si sente in giro.

Mi sembra inevitabile che le persone oggi - specie i più giovani, cioè i più sensibili - siano storditi, irretiti da tutto questo brutto che ci circonda.

Leggo oggi un sito a caso: http://www.corriere.it/ e sulla home page leggo, in rapida sequenza queste notizie, una via l'altra, senza soluzione di continuità:

MASSACRATA A 14 ANNI. "UCCISA PERCHE' INCINTA"

RACHEL, LA PORNO STUDENTESSA CHE DIVIDE LA SORBONA.

NAPOLI, NUOVI INCENDI IN CAMPI ROM.

AUSTRIA, STERMINA LA FAMIGLIA CON L'ACCETTA E POI SI COSTITUISCE.

DALL'ODORE DI CIPOLLA AL PARCHEGGIO - LE LISTE DELLE GUERRE DI CONDOMINIO.

UNA PETIZIONE DEGLI STUDENTI PER LA PROF. NUDA IN COPERTINA.

Mi fermo qui, ma si potrebbe andare avanti 'ad libitum'.

Cosa può produrre di buono un mondo che sembra proporre solo bruttezza ?

"La Bellezza salverà il mondo" scriveva Fedor Dostoevskij. Ma se la Bellezza viene bandita dal mondo, se nessuno ne parla, se nessuno la offre, se nessuno la vende, che fine farà il mondo ?

E poi, cosa è la Bellezza ? Quella Bellezza che sembra abbiamo tutti dimenticato ?

E' forse opportuno ricordare il passo evangelico della Trasfigurazione:


Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». (Mt. 17,1-6)

La Bellezza che salva il mondo è questa bellezza semplice, di Pietro che dice: "Signore, è bello per noi restare qui."

E' talmente bello che, come sappiamo, Pietro pensa anche - ingenuamente - di costruire tre tende, che possano ospitare, custodire, quella Bellezza - ahimè non 'costringibile' in un luogo specifico.

Il candore di quella veste è purtroppo latitante, nel nostro mondo.

Eppure, basterebbe così poco, forse, per ritrovarne le tracce luminose.

18 commenti:

  1. Purtroppo oggi ci stiamo abituando a lasciarci determinare dalle influenze negative (non belle) del mondo o a soprassedere passivamente su questioni estremamente importanti che riguardano la qualità e la dignità vita umana, mentre dovremmo essere “noi”, a determinare l’ambiente “influenzandolo cristianamente!”.

    Bisognerebbe lasciarsi "trasfigurare" e accogliere l'opportunità anche di una trasfigurazione ambientale!

    Il miracolo di una “trasfigurazione” ambientale (non relativa alla materia) può realmente accadere se permettiamo a Dio di guardare il mondo, le cose, le persone attraverso i nostri occhi! Guardare il mondo così come lo guarderebbe Dio o amare gli altri così come farebbe Dio non sono differenze di poco conto.

    Buon fine settimana

    RispondiElimina
  2. Ci sarebbe parecchio da dire. Mi limiti ad un aspetto che mi sembra particolarmente importante oggi: la bellezza è il marcatore fisico di una realtà trascendente. E vista da una parte la mancaza di speranza di ulteriorità che caratterizza il notro tempo e dall'altra l'idolatria che siamo disposti a dare ai nostri sensi mi sembra che riflettere sulla bellezza diventi oggi prioritario.

    RispondiElimina
  3. Boanerghes,
    tocchi un punto cruciale.
    Scrivi:
    "ci stiamo abituando a lasciarci determinare dalle influenze negative del mondo.... mentre dovremmo essere “noi”, a determinare l’ambiente “influenzandolo cristianamente!”.
    E' proprio questo il punto che disarma.
    Noto sempre di più, nel mio piccolo, nel mio ambiente di lavoro, nella cerchia delle amicizie, nelle molte persone che frequento, che 'ciò di cui si parla' ( e cioè ciò di cui 'fa giusto parlare' ) è solitamente improntato al peggio, cioè alla bruttezza: le ultime efferatezze della cronaca, le beghe politiche, i fatti e fattacci personali (di solito di profilo molto basso).
    Se nell'ambiente di lavoro, per esempio,mi capita - e mi capita spesso - di parlare di argomenti 'seri', di religione, di morte, di aldilà, vengo guardato con una certa dose di sospetto, mista a sottesa riprovazione. Come a dire: "ma che mi vuoi parlare davvero di quello che diceva Cristo ? Oppure mi vuoi dire davvero che esiste l'anima ?? Ma queste cose pensale per te, vivile per te, se davvero ti interessa."
    E' così, le questioni 'alte' devono rimanere private (quasi debbono essere nascoste), quelle basse invece, vanno esibite. Anzi, più sono basse, più è giusto esibirle.

    RispondiElimina
  4. Thekla scrive:
    vista la "mancanza di speranza di ulteriorità che caratterizza il notro tempo e dall'altra l'idolatria che siamo disposti a dare ai nostri sensi mi sembra che riflettere sulla bellezza diventi oggi prioritario."
    Mi sembra un'ottima impostazione della questione.
    "Idolatria dei sensi" è bellezza ? Per molti che vivono oggi sì.
    "Mancanza di speranza di ulteriorità" è bellezza ? Sembrerebbe di primo acchitto di no, eppure molti che vivono oggi sembrano non avvertire questo come un problema. La mancanza di speranza in una ulteriorità sembra essere del tutto accettata, non sembra rappresentare un problema: vivo la mia vita, godendomela il più possibile, e poi quando finisce amen.

    RispondiElimina
  5. Forse bisogna imparare (parlo per me), a guardare la bellezza negli altri con gli occhi di Dio Padre.
    purtroppo l'influenza negativa,come dice boanerghes,esiste.
    ma credo sia difficile oggi come ieri in mezzo a cosi tanto caos,scoprire la bellezza dell'anima senza una riflessione attenta.
    Vero Thekla,è, e sarebbe prioritario.

    RispondiElimina
  6. leggo adesso Faber,condivido in toto.

    RispondiElimina
  7. Credo che qua Thekla intendessi la bellezza esteriore, quella fisica, effimera e falsa.
    Trovo anche io che la mancanza di speranza porta a focalizzare su idoli di immediato piacere, e ragionare sulla vera bellezza non sarebbe una cosa secondaria

    RispondiElimina
  8. Mi sento di aggiungere anche che la mancanza di speranza di una ulteriorità crea un inevitabile vuoto che va colmato con idoli falsi... anche se non appare e le persone sembrano meno influenzati e magari spensierati ma sono ben lontani dalla pienezza. Credo

    RispondiElimina
  9. In effetti Adamà, sono le stesse parole, spesso a fornirci illuminazioni importanti.
    La parola 'idolo' proviene dal greco 'eidolon', da 'eidos', che significa 'aspetto' o 'figura'. 'Eidos' deriva da 'Eido' - ovvero 'vedo'.

    Nell'idolo cioè vediamo in qualche modo la cosa di cui esso è l'immagine.

    Ma come ogni teoria della visione può eloquentemente sostenere: la cosa e l'immagine NON SONO la stessa cosa.
    Sarebbe come vedere un volto e la sua immagine nello specchio e toccando con un dito lo specchio pensare di toccare la cosa.

    Ergo: l'idolo è qualcosa che non avvicina, ma allontana dall'oggetto vero, reale.

    Ma questo è quel che sembra aver deciso di fare il nostro mondo. Allontandosi sempre di più dal centro - divino - delle cose, e quindi dalla vera bellezza.

    RispondiElimina
  10. Ysmarè:

    "guardare la bellezza negli altri con gli occhi di Dio Padre."

    Io ogni tanto ci riesco - o almeno così mi sembra - ma dura sempre troppo poco.

    RispondiElimina
  11. Io ogni tanto ci riesco - o almeno così mi sembra - ma dura sempre troppo poco.

    capisco e condivido, Faber.

    Non vorrei trovarmi a fare la 'filosofa' - ma è più facile la pseudo-tale ;) - Non riesco a non pensare alla Bellezza come qualcosa di Assoluto che si irradia e di cui riusciamo a cogliere e 'vedere' e anche riflettere solo degli squarci...
    sono sicura che nessuno di noi circoscrive la bellezza ai soli canoni estetici, ma penso che non possiamo MAI scinderla, pena il rischio di non riconoscerLa, dalla Verità e della Bontà che sono insieme alla Bellezza gli Attributi di Dio

    Fateci caso, tutto ciò che è falso - anche se esteticamente gradevole - non suscita commozione prima ancora che emozione e non accende luci corrispondenti nel nostro intimo e alla fine, oltre a non essere davvero BELLO non risulta nemmeno BUONO perché non ci dà nulla e non trae fuori nulla di Buono o Bello o Vero da noi
    stessi

    Non so perché mi viene in mente un inquietante pittore di cui ho recentemente visitato la mostra: Sebastiano del Piombo, di cui peraltro non conoscevo né conosco molto

    Ho visto manierismo, cultura, conoscenze, un tipo di 'comunicazione' spezzata, 'strana', anche attraverso le figure... ma nessuna Bellezza...

    RispondiElimina
  12. Grazie Miriam.
    Ma davvero nessuna Bellezza, neanche nella Pietà di Viterbo ?

    RispondiElimina
  13. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  14. "Ma davvero nessuna Bellezza, neanche nella Pietà di Viterbo ?"

    la "pietà di Viterbo" è quell'opera "notturna" (ambientazione e colori), con la Vergine dalla figura e dai tratti androgini che non 'tocca' né 'guarda' il Figlio, ma ha gli occhi alzati al cielo (dato positivo, se il resto non fosse così 'inquietante')?

    mi colpisce anche che la figura di Cristo, abbandonata alla terra, non sembra quella del Signore che ha patito prima di morire sulla croce, ma viene ritratto con un corpo liscio, senza appunto nessun segno della passione e mi viene da definirlo "efebico"

    E' certamente una interpretazione soggettiva, ed è quella che mi sono portata dietro abbastanza immediata e non meditata, ma i dati mi sembrano obiettivi...

    RispondiElimina
  15. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  16. "ma ha gli occhi alzati al cielo"

    la Vergine non ha alcun 'bisogno' né ragione di alzare gli occhi al cielo perché ha già il Cielo dentro di sé e l'Incarnazione, che riguarda anche Lei, in quel momento 'esige' che condivida la sorte del Figlio, come in realtà tutte la altre "Pietà" che conosco raffigurano.

    Forse sbaglio, ma questa secondo me è dissonante, non per originalità, ma per i motivi che ho detto

    RispondiElimina
  17. Miriam non riesco a 'razionalizzare' così bene come fai tu i motivi per cui non trovi bellezza e io invece ne trovo.
    Per me non è tanto una questione di simboli. Quella pala mi emoziona moltissimo perchè mi sembra che esprima come meglio non si può quel nero, quel buio, quello smarrimento assoluto, quella disperazione che coglie il mondo - e certamente anche la Madre, perchè lei, prima di essere divina, è donna e soprattutto madre - subito dopo la morte ignominiosa del Figlio, la sua deposizione dalla orrenda croce, e prima che sia anche solo pensabile una Resurrezione.
    Il Signore è morto. E' stato ucciso come un cane, nel peggiore dei modi, e il mondo è buio, ed è il luogo più doloroso immaginabile.

    RispondiElimina
  18. comprendo la tua 'visione', che mi ha aperto un orizzonte diverso

    'dolore assoluto', hai ragione...

    è la 'puntualizzazione' di un momento tremendo in cui anche la Bellezza era nascosta...

    RispondiElimina

Se ti interessa questo post e vuoi aggiungere qualcosa o commentare, fallo.