17/05/21

Libro del Giorno: "I vagabondi" di Olga Tokarczuk



E' un libro ricchissimo e straniante, I Vagabondi, che erroneamente viene definito romanzo. E' vero che questa definizione oggi viene usata come il soffione di un organetto per contenere ogni forma più o meno irregolare di narrazione.

I Vagabondi però, appare fin dall'inizio, una meditazione sul tema del viaggio e del viaggiare, che coinvolge esperienze personali, memorie, informazioni saggistiche, mini racconti che a volte ritornano durante la narrazione, che apparentemente non segue alcun filo logico, se non quello di esplorare la proprietà dell'essere umano - come di ogni essere vivente - di vivere nello svolgersi della condizione temporale, la quale a sua volta si articola sulla dimensione spaziale, dimostrando l'esattezza della formulazione einsteiniana secondo la quale spazio e tempo interagiscono, formando una unica e terza dimensione, influenzando anche la percezione del tempo umano.

Olga Tokarczuk è nata nel 1962 e ha studiato psicologia a Varsavia. Scrittrice e poetessa tra le più acclamate della Polonia, la sua opera è stata tradotta in trenta paesi e in oltre quarantacinque lingue. 
La notorietà delle sue opere e da ultimo il successo de I Vagabondi le ha meritato il Premio Nobel per la Letteratura 2018 “per la sua immaginazione narrativa che con passione enciclopedica rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita”

Il romanzo I vagabondi (Bompiani, 2019) le è valso anche il Man Booker International Prize 2018 ed è stato finalista al National Book Award. 

La narratrice che ci accoglie all’inizio di questo romanzo confida che fin da piccola, quando osservava lo scorrere dell’Oder, desiderava una cosa sola: essere una barca su quel fiume, essere eterno movimento. 

È questo spirito-guida che ci conduce attraverso le esistenze fluide di uomini e donne fuori dell’ordinario, come la sorella di Chopin, che porta il cuore del musicista da Parigi a Varsavia, per seppellirlo a casa; come l’anatomista olandese scopritore del tendine di Achille che usa il proprio corpo come terreno di ricerca; come Soliman, rapito bambino dalla Nigeria e portato alla corte d’Austria come mascotte, infine, alla morte, impagliato e messo in mostra; e un popolo di nomadi slavi, i bieguni, i vagabondi del titolo, che conducono una vita itinerante, contando sulla gentilezza altrui.

Come tanti affluenti, queste esistenze si raccolgono in una corrente, una prosa che procede secondo un andamento talvolta guizzante, come le rapide, talvolta più lento, come se attraversasse le vaste pianure dell’est, per raccontarci chi siamo stati, chi siamo e forse chi saremo: individui capaci di raccogliere il richiamo al nomadismo che fa parte di noi, ci rende vivi e ci trasforma, perché “il cambiamento è sempre più nobile della stabilità”.


16/05/21

Poesia della Domenica: Sonetto 29 di William Shakespeare

 

Sonetto 29

Talora, venuto in odio alla Fortuna e agli uomini,
io piango solitario sul mio triste abbandono,
e turbo il cielo sordo con le mie grida inani,
e contemplo me stesso, e maledico la sorte,
 
agognandomi simile a tale più ricco di speranze,
di più belle fattezze, di numerosi amici,
invidiando l’ingegno di questi, il potere di un altro,
di quel che meglio è mio maggiormente scontento;
 
di quel che più amo maggiormente scontento
ma ecco che in tali pensieri, quasi spregiando me stesso, hai detto
la tua immagine appare, e allora muto stato,
e quale lodola, al romper del giorno, si innalza
dalla terra cupa, lancio inni alle soglie del cielo:
 
poiché il ricordo del dolce tuo amore porta seco
tali ricchezze, che non vorrei scambiarle con un regno.


William Shakespeare 

15/05/21

Pentagono: "Autentico il video dell'Ufo sull'Oceano"

Dopo che la Cia ha rilasciato un report su tutti gli avvistamenti Ufo, e dopo l'annuncio arrivato a gennaio di un nuovo rapporto non segreto sugli Ufo, il Pentagono rilascia un'altra patente di autenticità a un video girato nel luglio 2019 a bordo di una nave della Marina Usa, la USS Omaha, al largo della costa di San Diego: mostra un misterioso oggetto sferico che vola nell'aria prima di inabissarsi nell'oceano. I filmati sono stati registrati dal personale della Marina degli Stati Uniti. 

“Posso confermare che le foto e i video a cui si fa riferimento sono stati realizzati dal personale della Marina", ha detto a The Black Vault Susan Gough, portavoce del Pentagono. 

"Come abbiamo detto prima, per mantenere la sicurezza delle operazioni ed evitare di divulgare informazioni che potrebbero essere utili a potenziali avversari, non si discute pubblicamente di dettagli delle osservazioni o degli esami delle incursioni segnalate nei nostri campi di addestramento".

Proprio l'anno scorso, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha riconosciuto e pubblicato tre video  di "fenomeni aerei non identificati", incluso il famoso video "Tic Tac" girato da un pilota di jet della Marina degli Stati Uniti.  


Fonte : Metronews

14/05/21

Nascono nuovi itinerari turistici in Sicilia: "La Rotta dei Fenici"


Valorizzare gli itinerari culturali per rilanciare il turismo in Sicilia dopo la fine della pandemia: e' questo l'obiettivo de "La Rotta dei Fenici", uno dei 40 itinerari internazionali riconosciuti dal Consiglio d'Europa, che mette in rete i luoghi del Mediterraneo e le sue vie di comunicazione commerciali e culturali, le stesse che furono testimoni dirette della presenza e del transito dei Fenici, che dal XII secolo a.C. diedero origine ad una grande civilta'. 

Vie di comunicazione che poi sarebbero state utilizzate, tra gli altri, anche dai greci. 

Non e' un caso, d'altra parte, che la stessa sede de "La Rotta dei Fenici" sia a Selinunte, nel cuore del piu' grande Parco Archeologico d'Europa. 

 "Il tema centrale dell'itinerario culturale - spiega Antonio Barone, direttore de 'La Rotta dei Fenici' - non e' tanto l'archeologia, ma il riconoscimento, attraverso la conoscenza di un'identita' storica comune, del dialogo interculturale tra i popoli del Mediterraneo. Il nostro e' un itinerario sulla cultura del mare, e noi facciamo in modo che i visitatori abbiano un punto d'osservazione privilegiato, che permetta loro di comprendere cio' che fu il Mediterraneo (come crocevia di navigatori geniali come furono i Fenici) e cio' che e' diventato oggi". 

E cosi', a fare da cornice a "La Rotta dei Fenici" ci sono i luoghi fisici (come, ad esempio, il sito archeologico di Adranone a Sambuca di Sicilia o il territorio di Inico, l'antico toponimo della odierna Menfi), ma c'e' soprattutto il "Turismo esperienziale", quello che punta a trasformare il viaggio in un momento di integrazione culturale. 

Tutto questo si traduce nel tentativo di sviluppare il turismo attraverso la destagionalizzazione e il ricorso a piccole strutture ricettive. 

"Una formula - osserva il direttore dell'itinerario - che sta suscitando tanta curiosita', e che stiamo mettendo a disposizione di diversi governi europei e dei piani strategici di numerose regioni". 

 Tra le varie proposte de "La Rotta dei Fenici" uno spazio principale e' quello occupato dalle cosiddette "Smart Ways", un modello gia' adottato a livello europeo e che si concretizza in percorsi di eccellenza localizzati lungo tutto il Mediterraneo

In Sicilia, in particolare, la "Smart Way" si snoda lungo l'antica Via Selinuntina (tra Siracusa ed Erice). Ma non e' tutto. 

L'itinerario culturale "Le Rotte dei Fenici" collabora anche con i Gruppi Archeologici d'Italia, con la Rete degli Ecomusei e con la stessa Soprintendenza del Mare, con l'obiettivo: valorizzare il patrimonio archeologico subacqueo. 

Tra le piu' recenti iniziative programmate da "La Rotta dei Fenici" ci sono anche esposizioni itineranti, possibili grazie all'ausilio della "Rete dei Musei" (di cui fa parte anche la Rete Museale Belicina). 

"Proponiamo - chiarisce Barone - una sintesi tra tutti quei temi che suscitano riflessioni diffuse su interculturalita' e relazioni storiche, sociali e culturali stabilite lungo le rotte marittime e gli approdi attraversate dalle antiche civilta' mediterranee". 

All'itinerario culturale "La Rotta dei Fenici" oggi aderiscono un centinaio tra enti pubblici e privati di una dozzina di paesi europei ed extraeuropei. C'e' anche la Regione Siciliana. Nel corso del tempo all'itinerario culturale hanno aderito numerosi comuni siciliani. 

Ne fanno tuttora parte Campobello di Mazara e l'Unione dei Comuni delle Terre Sicane (con Menfi, Montevago, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belice e Caltabellotta) ma anche associazioni culturali, reti di imprese turistiche e, da poco tempo, anche l'Unione Nazionale delle Pro Loco Italiane, che raggruppa piu' di 6.000 sodalizi. 

In Sicilia sono pronti ad aderire alle "Rotte" numerosi altri territori, come Gibellina, Gela, Prizzi, Cefalu', e sono in corso contatti perche' ritorni attiva Marsala e nuove proposte, come ad esempio Sciacca, con le sue antiche terme. 

11/05/21

La Ruota degli Esposti medievale, all'Ospedale Santo Spirito di Roma

 



E' una di quelle meglio conservate nel corso dei secoli e una delle più antiche: è la "Ruota degli esposti" ancora esistente all'Ospedale Santo Spirito di Roma. Conservata nella sua edicola originaria (con la cornice in marmo) a fianco di una classica "buca" per le offerte agli orfani, anch'essa in marmo, su una delle pareti esterne del grande ospedale romano, ancora oggi funzionante. 

Fu realizzata nel Medioevo (all'epoca di Innocenzo III, circa 1198), e si tratta di quel classico dispositivo grazie al quale le madri, per i più diversi motivi (poco abbienti, prostitute, madri di figli illegittimi) potevano lasciare i neonati dei quali volevano disfarsi. Il bambino, dopo essere stato introdotto all'interno dell'istituto grazie alla ruota girevole, veniva subito avvolto in un drappo azzurro e consegnato alla Priora della Balia. 

Sul piede sinistro del bambino venivano apposti i segni di una doppia croce e da quel momento esso diventava “Figlio della Casa” o “Figlio della Famiglia”, per cui non poteva più essere definito da nessuno “figlio di ignoti”.





10/05/21

L'Acqua acetosa - La fonte miracolosa di Roma (storia e attualità)



L’Acqua Acetosa, la fonte miracolosa

 

In un magnifico dipinto conservato alla Tate Gallery di Londra e realizzato dal pittore danese Christoffer-Wilhelm-Eckersberg nel 1814 si ammira una veduta della fontana dell’Acqua Acetosa com’era in quell’epoca e lascia senza fiato la vista del panorama verso nord, dove si vede la campagna romana ancora del tutto intatta e l’ansa del fiume Tevere che la attraversa.

È quindi ancora più suggestivo immaginare come dovesse essere questo luogo ai primi del Seicento, quando cominciò a diffondersi la voce che l’acqua sorgiva, che sgorgava tra la collina di Villa Glori e il grande fiume di Roma, dal sapore vagamente ferruginoso (e quindi acido), possedeva delle miracolose proprietà taumaturgiche.

La voce arrivò fino alle orecchie di qualche solerte cardinale che pensò bene di farla assaggiare al papa, all’epoca quel Camillo Borghese salito al soglio pontificio nel 1605 con il nome di Paolo v.

Nel 1619, sei anni prima della morte avvenuta per un colpo apoplettico, il pontefice, così convinto delle proprietà miracolose dell’acqua, decise di far erigere una fontana dall’architetto Giovanni Vasanzio.

Di questo primo monumento esiste memoria nella lapide di fianco alle tre piccole vasche, che si trova ancora in loco e che descrive i mille malanni per il quale l’acqua risultava salutare: Renibus et stomacho, spleni corique medetur – Mille malis prodest ista salubris aqua (Quest’acqua salubre è medicina per il mal di reni e di stomaco, per la milza e il fegato e per mille altri mali).

Altre due lapidi ricordano i successivi interventi sulla «mostra d’acqua» che oggi è stata finalmente protetta da una recinzione. La prima ricorda l’intervento di restauro di papa Alessandro vii Chigi (1655 – 1667) al quale si deve il progetto a esedra che ancora oggi si può ammirare, opera di Bernini; la seconda il rifacimento operato sotto papa Clemente xi (1700 – 1721).



Christoffer Wilhelm Eckersberg La Fontana dell'Acqua Acetosa, 1814 


Questo secondo intervento fu reso necessario dal fatto che la quantità d’acqua era grandemente diminuita, anche a causa del commercio che ne veniva fatto.

I romani impossibilitati a recarsi personalmente alla fonte, decisamente fuori mano rispetto al centro di Roma, potevano rifornirsi dai cosiddetti “acquacetosari”, una cooperativa di venditori ambulanti che viveva dello smercio in città della preziosa acqua.

Le proteste popolari per questo taglieggio e per la mancanza di adeguato rifornimento alla fonte, giunsero fino alle orecchie di Clemente xi che decise di intervenire affidando i lavori di bonifica all’architetto Egidio Maria Bordoni.

Finalmente liberata dal fango e dalle erbacce, la fonte ricominciò a produrre acqua e la tradizione degli acquacetosari poté continuare indisturbata fino ai primi del Novecento.

Insieme alle qualità taumaturgiche, i venditori abusivi avevano cominciato anche a propagandare altre misteriose proprietà dell’acqua, quella di garantire fortuna personale, o di scongiurare ogni tipo di malocchio.

Finalmente nel 1910 si decise di stroncare il traffico d’acqua miracolosa e il Comune di Roma provvide ad appaltare la fonte a un servizio autorizzato.

La fama dell’Acqua Acetosa si protrasse però ancora per tutto il Novecento e non era insolito vedere, ancora nel secondo dopoguerra, file di persone con recipienti di ogni tipo in attesa di portare a casa l’agognato liquido portentoso.

Oggi il monumento, anche se salvato dal degrado, resta infelicemente compresso tra l’espansione continua dei circoli sportivi sulla sponda del fiume e la stazione ferroviaria omonima, che fa parte del tracciato della linea Roma – Viterbo.

Tratto da: Fabrizio Falconi, Roma segreta e misteriosa, Newton Compton, Roma, 2018 



07/05/21

Arriva un rarissimo rinoceronte bianco in Italia - progetto mondiale per salvarlo dall'estinzione.



La salvaguardia del rinoceronte bianco, specie ad alto rischio di estinzione, passa attraverso il bioparco Zoom di Torino. 

Da alcuni giorni nell'habitat Serengeti ha preso casa Rami, un esemplare di tre anni per una tonnellata di peso.

Nato a Tel Aviv, ha trascorso l'ultimo anno allo Zooh! di Zurigo, da dove è stato trasferito nell'ambito dei programmi di interscambio tra strutture zoologiche europee per favorire la conservazione della specie. 

Dopo otto ore di viaggio e 450 chilometri percorsi in una speciale box, posizionata da una gru su un camion creato apposta per il trasporto animali, Rami si sta ambientando nella sua nuova casa e presto potrà fare amicizia con John, il rinoceronte arrivato nel 2018 dalla Gran Bretagna e rimasto solo l'anno scorso, dopo la morte improvvisa del fratello Ian a causa di una malformazione cardiaca

"Con l'arrivo di Rami - commenta Valentina Isaja, direttore scientifico di Zoom - il nostro parco contribuisce alla salvaguardia di una delle specie attualmente a più alto rischio di estinzione, a causa del bracconaggio, portando a conoscenza dei visitatori la grave situazione dei rinoceronti in natura". 

06/05/21

Dopo anni di controversie pubblicate le lettere di Saint-Exupéry. Escono oggi da Gallimard


Dopo anni di controversie saranno pubblicate le lettere tra Antoine de Saint-Exupery e sua moglie Consuelo, un carteggio la famiglia non aveva voluto sinora vedesse la luce.

Antoine e Consuelo de Saint-Exupéry hanno lasciato dietro di loro il ricordo di una relazione burrascosa, un libro famoso che lui ha scritto e che lei ha ispirato, Il piccolo principe, un conflitto tra eredi, e una corrispondenza luminosa, di cui la pubblicazione dovrebbe far dimenticare le controversie . 

Queste 160 lettere e telegrammi inviati dagli sposi tra il 1930 e il 1944 sono pubblicati oggi da Gallimard, in un'edizione ricca di illustrazioni. 

Queste due personalita' complesse, un marito che aveva molte avventure e una donna che amava soprattutto la sua indipendenza, hanno conosciuto tanti momenti felici quanto difficili

"Consuelo era esuberante e lui era molto depresso. I suoi molteplici amori non sono un segno di dongiovannismo, ma di un vagabondaggio emotivo", commenta Alain Vircondelet, un biografo intervistato da AFP. 

Gli scambi epistolari dimostrano che nulla li separava veramente, nemmeno la distanza, fino alla misteriosa morte di Antoine de Saint-Exupéry, durante una missione nel Mediterraneo nel luglio 1944. 

La prima lettera dell'aviatore, a Buenos Aires dove si e' innamorato di questa donna salvadoregna, gia' delinea la sua opera piu' famosa. 

"Ricordo una storia non molto vecchia, la cambio un po': c'era una volta un bambino che aveva scoperto un tesoro. Ma questo tesoro era troppo bello per un bambino i cui occhi non sapevano capirlo bene o le cui braccia non lo contenevano. Poi il bambino e' diventato malinconico ". 

"Saint-Ex" non fece in tempo a vedere il prodigioso successo del suo racconto Il piccolo principe, pubblicato nel 1943 a New York, né la pubblicazione dell'edizione parigina nel 1946. 

Lei si'. La famiglia conta oggi "200 milioni di copie vendute e piu' di 450 traduzioni" di questo libro. 

Preleva un bell'assegno ogni anno, il cui importo è sconosciuto. 

Un accordo del 1947 stabili' la successione di uno scrittore che non lascio' ne' discendenti ne' testamenti. 

A Consuelo la meta' degli introiti del lavoro. Alla famiglia Saint-Exupe'ry l'altra meta', piu' i diritti morali, vale a dire che devono dare il loro consenso a tutto cio' che riguarda l'universo dell'autore. 

Quando Consuelo mori' nel 1979, lascio' in eredita' i suoi diritti al suo segretario, lo spagnolo Jose' Martinez Fructuoso. 

E lo scontro con il ramo della sorella di Antoine, Gabrielle d'Agay, finira' in tribunale.Jose' Martinez Fructuoso e' stato condannato nel 2008 dopo aver pubblicato gli scritti dello scrittore in Antoine et Consuelo de Saint-Exupe'ry, un amour de legend (edizioni Les Are'nes, 2005). 

Ma nel 2014, i d'Agay sono stati a loro volta costretti a donare i proventi di un cartone animato ispirato al Piccolo Principe. 

Gallimard annuncia ora la riconciliazione. La prefazione di Martine Martinez Fructuoso, vedova del segretario di Consuelo, precede quella di Olivier d'Agay, pronipote di Antoine. "Questo lavoro non avrebbe visto la luce senza la collaborazione tra la tenuta Antoine de Saint-Exupe'ry-d'Agay e la tenuta Consuelo de Saint-Exupe'ry", scriveva la famiglia dell'aviatore in un comunicato alla fine di aprile. Ha ricordato "una guerra legale fallita di 18 anni per ottenere la proprieta' congiunta del copyright". 

03/05/21

Ecco la nuova "Arena" del Colosseo. Un progetto rivoluzionario per uno dei monumenti più famosi al mondo

 


Un pavimento in legno dall'anima super tecnologica e green, con un sistema di pannelli dall'anima in fibra di carbonio che, muovendosi e ruotando come una sorta di super sofisticato brie soleil, garantiranno sia la vista dei sotterranei sia la loro ventilazione. 

Ecco come sara' nel 2023 la nuova arena del Colosseo, la sfida piu' ambiziosa e contestata del ministro della cultura Franceschini. 

"Una struttura estremamente leggera e completamente reversibile" assicurano i progettisti di Milan Ingegneria, la societa' veneziana che ha vinto, in gruppo con altri specialisti, il bando di gara lanciato da Invitalia per la realizzazione dell'intervento, finanziato dal 2015 con 18,5 milioni di euro. 

"Un progetto ambizioso che aiutera' la conservazione e la tutela delle strutture archeologiche recuperando l'immagine originale del Colosseo e restituendogli anche la sua natura di complessa macchina scenica", lo definisce il ministro che questa idea l'ha presa a cuore dal 2014 rilanciando l'imput dell'archeologo Daniele Manacorda, per poi portarla avanti in barba alle critiche e alle polemiche arrivate anche da tanti addetti ai lavori. 

E che oggi torna sulla possibilita' di sfruttare l'arena ritrovata anche per eventi "di alto spessore" , iniziative culturali o di spettacolo di caratura internazionale. 

"So che le polemiche non mancheranno -ammette il ministro - il Colosseo e' il nostro monumento simbolo e' giusto che si discuta. Ma e' una grande sfida dell'Italia". Tant'e', quello che viene presentato oggi e' l'idea, il progetto di massima, ci vorranno altri mesi per mettere a punto quello che architetti e ingegneri definiscono "l'esecutivo" e contemporaneamente dovra' essere lanciato un altro bando di gara per individuare l'impresa che lo costruira'. 

Ma i tempi a questo punto sono abbastanza contenuti, la nuova arena del Colosseo, anticipa la direttrice del parco archeologico Alfonsina Russo, dovrebbe essere realizzata entro il 2023. 

Lo studio di ingegneria a capo del gruppo vincitore vanta un portfolio ricchissimo di progetti in tutto il mondo e collaborazioni pluridecennali con le grandi firme dell'architettura a partire da Renzo Piano col quale stanno realizzando tra l'altro l'ospedale di Emergency a in Uganda, ma anche Mario Cucinella, Von Gerkan, Marg und Partner, Arata Isozaki, Herzog & De Meuron, Matteo Thun, Bolles+Wilson, Parisotto e Formenton, Rem Koolas. Mentre il loro nome e' legato al restauro conservativo della Basilica Palladiana di Vicenza. 

A scegliere il progetto, che e' stato redatto insieme all'architetto Fabio Fumagalli di Labics e ad altri, e' stata una commissione sorteggiata da Invitalia e composta da Salvatore Acampora, Alessandro Viscogliosi, Stefano Pampanin, Michel Gras e Giuseppe Scarpelli. 

Alla base c'e' l'idea di mettere insieme le ragioni della tutela con il recupero dell'immagine originaria del monumento e quella del suo funzionamento come complessa macchina scenica. 

La piattaforma, spiega l'architetto Fabio Fumagalli, e' stata collocata alla quota che aveva all'epoca dei Flavi e "riprende dal piano originario sia la forma sia le funzioni". 

Le travi "sono poggiate direttamente sulle strutture murarie senza ancoraggi meccanici" e questo proprio per rendere la struttura il meno invasiva possibile e del tutto reversibile: "Se fra dieci o cent'anni ci sara' la necessita' di rimuoverla, si potra' ripristinare lo stato di fatto di oggi", fa notare Massimiliano Milan . 

Il nuovo piano di calpestio sarà costitutito da pannelli mobili realizzati in protruso di carbonio e rivestiti in legno di Accoya, un materiale "che si ottiene attraverso un processo di acetilazione delle fibre del legno" per aumentarne la resistenza ma anche la durata. 

Alta tecnologia, dunque, ma anche sostenibilita' perche' non si dovranno abbattere essenze pregiate ed e' stato previsto tra l'altro il riciclo delle acque piovane. Un sofisticato meccanismo di "rotazione e traslazione" dei pannelli di cui si compone la piattaforma servira' a garantire sia la visuale dei sotterranei, sia la loro areazione e illuminazione, oltre a permettere di vedere il sistema scenico originario

Distribuite lungo il perimetro del monumento ci saranno poi 24 unita' di ventilazione meccanica che controlleranno l'umidita' e la temperatura degli ambienti ipogei. "In soli 30 minuti si potra' garantire il ricambio completo dell'intero volume d'aria", assicurano ancora i progettisti. Da qui anche il passo avanti sottolineato dal ministro per la tutela del monumento italiano da sempre piu' visitato: "Il nuovo piano dell'arena - spiegano i progettisti- proteggera' gli ambienti sottostanti dagli agenti atmosferici, lo scarico idrico verra' notevolmente ridotto grazie ad un sistema di raccolta dell'acqua piovana che poi verra' riutilizzata nei servizi igienici del Colosseo". 


02/05/21

La Poesia della Domenica - "Amore" di Giuseppe Ungaretti




Amore

Mi guardi. Luci di luna parlano
All'anima di sorprese.
Ricordi annebbiati bramano,
In onda lenta, ritorni.

Le loro leggere forme calano
Da inverosimili altezze
A morire nella scesa.

Così, s'è notte, ritornano
Desideri e care gioie.

Mi guardi. Ma l'acqua tremula,
Le rocce e i venti consumi
Che non so più possedere.


Giuseppe Ungaretti 

01/05/21

Scoperta la prima mummia egizia incinta!





Evento di portata archeologica storica in Polonia, dove i ricercatori del Museo nazionale di Varsavia hanno scoperto la prima mummia al mondo di una donna egizia incinta, oggetto di un articolo pubblicato sul Journal of Archeological Science. Si è pensato a lungo che la mummia, portata per la prima volta in Polonia nel 1826, fosse quella di un sacerdote, ma il progetto lanciato nel 2015 su reperti custoditi nel museo della capitale polacca ha rivelato la loro appartenenza ad una donna di alto rango sociale vissuta nel I secolo A.C. e dall'eta' tra i 20 e i 30 anni. 

Tutto è partito dopo una scansione che ha rivelato un piccolo piede. Marzena Marek-Szilke, antropologa e archeologa alla facoltà di Archeologia dell'Universita' di Varsavia, aveva infatti già riassunto le ricerche condotte assieme ai suoi colleghi - con i quali si preparava a presentare i risultati per la loro pubblicazione - quando a un certo punto, come ha dichiarato all'agenzia di informazione polacca PAP, "con mio marito  un archeologo egiziano, abbiamo dato l'ultima occhiata alle immagini e ne abbiamo notato una familiare per genitori di tre bambini nel ventre della donna deceduta: un minuscolo piede". Nel corso della sua ricerca, il team di esperti ha rivelato alcuni indizi interessanti.

Usando la tomografia computerizzata, che permette la mancata rimozione delle bende della mummia, i ricercatori hanno scoperto che il cadavere aveva una struttura scheletrica delicata, e un'analisi piu' dettagliata li ha convinti che il corpo fosse femminile, data l'assenza del pene. Una visualizzazione 3D, poi, ha mostrato chiaramente i capelli lunghi e ricci e il seno mummificato. 

"Qui abbiamo l'unico esempio noto di una donna incinta mummificata e le prime immagini radiologiche del feto", si legge nell'articolo pubblicato sulla rivista scientifica. 

Una delle maggiori domande degli scienziati è perché il feto - il cui sesso non e' stato determinato - sia rimasto al suo posto. Gli organi interni, infatti, erano regolarmente rimossi prima della mummificazione. Wojtek Ejsmond, uno dei tre co-fondatori del Warsaw mummy project, ha detto alla Cnn che i motivi potrebbero essere di natura religiosa o logistica: "Forse pensavano che il nascituro non avesse un'anima o che sarebbe stato piu' sicuro nell'aldila'. O forse era perche' risultava molto difficile rimuovere un bambino in quella fase dal grembo materno senza causare gravi danni". Sulla base della circonferenza del cranio del feto, quest'ultimo potrebbe avere avuto tra le 26 e le 30 settimane al momento della morte della madre, le cui ragioni rimangono sconosciute. 

30/04/21

La morte di Michael Collins e la faccia nascosta della Luna

 


Rendo omaggio alla scomparsa del grande Michael Collins, uno degli astronauti più importanti nella storia delle missioni spaziali, morto pochi giorni fa, con questo brano a lui dedicato dal mio libro, Le rovine e l'ombra, Castelvecchi 2018.

È la troppa luce che rende impossibile distinguere le ombre e le rende misteriose e spaventose.

   Il simbolo dell’oscurità si manifesta in ogni notte, dall’alba dei tempi: ogni notte, nei secoli e nei millenni da molto tempo prima che la razza umana si affacciasse sul pianeta e prima ancora che i nostri antenati primati cominciassero a sfidare la legge della gravità, ergendosi sulla linea verticale della propria colonna vertebrale, la luna – l’unico satellite terrestre – mostrava l’unica faccia, nascondendo agli occhi degli umani il suo lato oscuro.

   Per motivi difficilmente comprensibili a chi non è pratico delle leggi di astrofisica, l’ordine dell’universo ha stabilito che nel complicato moto di rivoluzione intorno alla Terra e di rotazione sul proprio asse, il satellite lunare mostri agli abitanti del pianeta – di tutti gli abitanti, di qualsiasi continente, di qualunque latitudine o longitudine – sempre la stessa faccia.

   È una legge che i fisici chiamano rotazione sincrona : il periodo di rivoluzione della Luna intorno alla Terra è infatti di 27,32 giorni ed è assolutamente identico al suo periodo di rotazione. Il doppio movimento fa sì che dalla Terra sia impossibile osservare il lato nascosto del satellite (26) che tuttavia non è oscuro, come lo si definisce, in quanto è illuminato dalla luce del sole anche in misura leggermente maggiore di quello che è rivolto al nostro pianeta, solo che noi non possiamo vederlo.  

   Da alcuni secoli, da quando cioè, si è avuta cognizione che la Luna – come la Terra  - è rotonda, e gira sul proprio asse, gli uomini hanno provato ad immaginare quel lato oscuro, mai visibile e lo hanno popolato di sogni, aspettative e timori, come sempre riguardo alle cose che non si mostrano.

   L’esplorazione della faccia oscura della Luna è avvenuta in tempi molto recenti, durante l’epica corsa alla conquista dello spazio, che negli anni della Guerra Fredda del Novecento, portò Stati Uniti ed Unione Sovietica a concepire e realizzare incredibili missioni, sempre più ardimentose e tecnologicamente avanzate, culminate con la conquista del suolo lunare, compiuta dall’Apollo 11.

   Le prime immagini in assoluto della faccia oscura della Luna furono inviate da una sonda automatica russa, denominata Luna 3 e furono elaborate dal centro di controllo di Baikonur, il 7 ottobre del 1959.

L’inizio dell’esplorazione spaziale coincise dunque con il primo tabù violato, nella storia dell’umanità.  Esaminando le prime sbiadite fotografie, i tecnici russi si resero conto che la superficie nascosta del satellite si mostrava simile a quella visibile, seppure diversa per l’enorme numero di crateri, l’aspetto molto più accidentato e privo degli estesi mari presenti sull’altro lato.

   Dopo altre immagini di più alta qualità scattate sei anni più tardi da un’altra sonda sovietica – la Zond 3 – era ormai tempo che occhi umani potessero finalmente vedere quel luogo inaccessibile:  accade questa volta con una sonda – e un equipaggio – americani, l’Apollo 8, partito da Cape Canaveral il 21 dicembre 1968, nell’anno fatidico di grandissimi cambiamenti sociali.

   La missione (considerata in assoluto la più importante di quelle spaziali, dopo quella dell’allunaggio, dell’Apollo 11, proprio perché fu la prima con equipaggio umano che arrivò ad avvicinare e a circumnavigare per la prima volta il satellite) contava su tre uomini esperti: Frank Borman, William Alison Anders e Michael Collins. Tre giorni dopo il lancio, nella mattina della vigilia di natale, la sonda  entrò nell’orbita lunare, in diretta televisiva e mentre gli astronauti a bordo leggevano ad alta voce le prime parole della Bibbia, dal primo libro della Genesi.

   Quella sera stessa, gli occhi dei tre membri dell’equipaggio furono dunque i primi, umani a gettare uno sguardo oltre l’ignoto.

   Senza poterlo comunicare in diretta: ogni volta infatti che durante la loro orbita, la navicella spaziale sorvolava il lato oscuro della Luna, il centro spaziale perdeva il contatto radio. Per circa 30 minuti – tanto durava il sorvolo dell’emisfero nascosto – gli astronauti erano soli di fronte al cosmo, completamente isolati dalla Terra.

   All’uscita dal cono d’ombra – che fece tremare il centro di controllo – William Anders scandì le celebri parole: «la parte posteriore si presenta come se fosse un mucchio di sabbia in cui i miei figli hanno giocato per qualche tempo. È tutta picchiettata, senza definizione, solo un sacco di dossi e di buche».

   Un altro brivido attraversò la sala controllo, quando il capitano dell’equipaggio accese i motori per uscire dall’orbita lunare, operazione anche questa che fu effettuata sorvolando il lato nascosto, e quindi senza contatto radio con la terra, con gli astronauti che dissero poi – nelle missioni seguenti - di aver ascoltato durante quel tempo uno strano suono. (27)

   A tutto questo, i giornali e le televisioni dell’epoca diedero, com’è logico, un’enorme eco. Per la  prima volta venivano violate le colonne d’ercole dell’universo, così sembrava, in un facile parallelismo con l’impresa di Cristoforo Colombo e delle sue navi, di cinque secoli prima.

   Nel clima di quegli anni, le imprese spaziali influenzarono prepotentemente il costume, il cinema, la musica, la letteratura.  Il mondo sembrava sull’orlo di un cambiamento rapidissimo, che avrebbe portato chissà quali imprevedibili sviluppi, perfino una veloce colonizzazione del vicino spazio (poi dimostratasi ben più complessa di quanto si immaginava).

   Space Oddity fu pubblicato da David Bowie soltanto sette mesi dopo (luglio 1969); mentre appena otto mesi prima della missione dell’Apollo 8, il 6 aprile del 1968 Stanley Kubrick aveva presentato alla stampa 2001: A Space Odyssey.

   Quattro anni dopo l’impresa di Borman, Anders e Collins – nel maggio del 1972 -  a simbolico suggello di quella prima epopea culminata con l’allunaggio del 1969, un gruppo inglese, i Pink Floyd, si riuniva nelle sale di registrazione londinesi di Abbey Road per il concepimento di un nuovo album che sarebbe stato significativamente chiamato The Dark Side of the Moon, destinato a diventare una pietra miliare della musica contemporanea (28).


Tratto da: Fabrizio Falconi - Le rovine e l'ombra - Castelvecchi Editore, 2018 




29/04/21

Il dito di Costantino torna alla sua mano colossale, conservata ai Musei Capitolini e protagonista di "Porpora e Nero"



Di questa magnifica scoperta avevamo parlato per primi due anni fa da questo blog (leggi qui).   Adesso il sogno di ricongiungere il dito disperso alla colossale mano di Costantino è stato realizzato.  E a questo reperto di incredibile bellezza - completo dell'enorme globo separato dalla sua mano nel Cinquecento - ho dedicato il romanzo Porpora e Nero, uscito da Ponte Sisto Editore nel 2019. 




Da oggi infatti il pubblico potrà ammirare la mano del colosso bronzeo di Costantino dei Musei Capitolini ricomposta con il frammento del dito in bronzo, coincidente con le due falangi superiori di un indice, proveniente dal Museo del Louvre, grazie alla generosa disponibilita' del suo Presidente-Direttore Jean-Luc Martinez. 

E' esposta nell'Esedra del Marco Aurelio insieme agli altri bronzi, gia' in Laterano, donati al Popolo Romano da papa Sisto IV nel 1471

È di grande significato che questa straordinaria ricomposizione della mano con il suo frammento, frutto di una proficua collaborazione tra Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e il Museo del Louvre, avvenga in occasione dei 550 anni della donazione sistina, vero e proprio atto di fondazione delle collezioni capitoline, ma anche a quasi 500 anni dalla loro separazione

Il frammento in bronzo arrivo' a Parigi nel 1860 insieme a buona parte della collezione del marchese Giampietro Campana, uno dei protagonisti del panorama collezionistico romano degli anni centrali dell'Ottocento

In anni recenti e' stato possibile riconoscere la pertinenza del frammento a una delle sculture piu' iconiche dell'antichita' romana, il colosso in bronzo di Costantino, di cui restano ai Musei Capitolini la testa, la mano sinistra, con lacune in corrispondenza del dito indice, del medio, dell'anulare e del palmo, e una sfera un tempo sorretta dalla mano. 

La conferma dell'eccezionale scoperta e' venuta nel maggio del 2018 grazie a una prova effettuata a Roma con un modello 3D del frammento parigino, operazione coordinata da Françoise Gaultier e da Claudio Parisi Presicce. 

Al successo dell'operazione sono seguiti la realizzazione di un calco in vetroresina della porzione di dito cosi' ricomposta e la presentazione della mano originale, completata con le falangi mancanti, in occasione delle due grandi mostre dedicate alla collezione Campana: Un rêve d'Italie. La collection du marquis Campana, al Museo del Louvre, e A Dream of Italy. The Marquis Campana Collection, all'Ermitage di San Pietroburgo.

La prima descrizione dei frammenti del colosso bronzeo di Costantino risale alla meta' del XII secolo, quando questi si trovavano ancora in Laterano

La maestosita' dei resti, in cui per lungo tempo si e' voluto riconoscere il colosso del Sole eretto un tempo accanto all'anfiteatro flavio, denominato Colosseo per assimilazione con esso, e la preziosita' del materiale sono menzionati in numerose cronache e descrizioni medioevali e quattrocentesche. 

La mano con il globo (integra) e la testa, ciascuna collocata su un capitello, sono riconoscibili in un disegno attribuito a Feliciano Felice del 1465, in cui campeggia, al centro, la statua equestre del Marco Aurelio, anche questa, fino al 1538, in Laterano. 

Con il trasferimento in Campidoglio nel 1471, la testa colossale trova la sua sistemazione sotto i portici del Palazzo dei Conservatori. 

L'ultima attestazione dell'integrita' della mano e' documentata da fonti databili entro la fine degli anni Trenta del Cinquecento.

Testimonianze grafiche, di poco successive, mostrano la mano colossale separata dalla sfera e con l'indice gia' privo delle due falangi superiori. 

Il frammento oggi al Louvre, dunque, potrebbe essere entrato nel circuito del mercato antiquario romano gia' in questa fase molto precoce. 

Nulla si sa del frammento fino alla sua ricomparsa, nella prima meta' dell'Ottocento nella collezione del Marchese Campana. Ulteriori ricerche potranno chiarire le vicende del frammento in questo ampio lasso di tempo. 

Per informazioni sugli ingressi e acquisto biglietti www.museiincomuneroma.it. L'acquisto online e' obbligatorio per l'accesso sabato, domenica e festivi entro il giorno prima. Per gli altri giorni e' fortemente consigliata. 

27/04/21

Tre nuove collane di studi sul mondo antico, dal 29 aprile


Arrivano Il 29 aprile sul mercato editoriale tre nuove collane di studi sul mondo antico.
 

La coraggiosa sfida, in un momento difficile per la cultura classica, parte dall’editoresardo Inschibboleth per i tipi del quale saranno in libreria sin da questa settimana i primi volumi di ciascuna delle tre collane: "Le parole degli antichi", diretta da Mario Lentano, autore anche del primo volume "Straniero"; "La lira di Orfeo", diretta da Graziana Brescia, che esce con "Il tessuto delle Muse. Musica e mito nel mondo classico" di Massimo Raffa e, infine, "Classici smarriti", diretta da Tommaso Braccini, che propone l'edizione e la traduzione dei bucolici greci minori a cura di Francesco Bargellini, con l’introduzione di Alessandro Fo. 

Nata sulla base di una essenziale esigenza di condivisione e confronto, Inschibboleth Edizioni si sviluppa dall’omonima associazione culturale operante già dal 2007 con la rivista on-line InSchibbolleth.org

Vi aderiscono oltre 90 intellettuali, professori universitari, politici e filosofi. Nel 2011, da un’idea dell’associazione, nasce il Festival Internazionale di Promozione del Libro e della Lettura Un’Isola In Rete, che organizza ogni anno oltre 50 appuntamenti, la cui gestione è affidata all’associazione Centro di Ricerche Filosofiche, Letterarie e di Scienze Umane di Sassari. 

Alla Scuola estiva internazionale di alta formazione filosofica di Inschibboleth che prosegue ancora oggi, se ne sono affiancate altre e in diversi ambiti: critica letteraria, letteratura, formazione docenti, arti. 

All’organizzazione delle sue Summer school hanno collaborato nel corso del tempo diverse istituzioni, tra le quali il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; l’Unesco; il CNR; il Centro Levinas della Sorbona di Parigi; Rai Cultura, oltre a numerose sedi universitarie: in particolare le Università di Sassari, Roma Tre, l’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano e l’Istituto Universitario Sofia.

L’edizione 2016 della Scuola di Filosofia si è svolta sotto l’altro Patronato del Presidente della Repubblica, mentre le edizioni 2015 e 2016 si sono svolte con il Patrocinio del Senato della Repubblica. 

Alle diverse iniziative dell’associazione Inschibboleth hanno partecipato intellettuali provenienti da tutto il mondo e, tra questi, alcuni tra i più importanti filosofi viventi.

26/04/21

Riaprono da oggi finalmente i musei a Roma !


Il Colosseo riapre le porte ai turisti. Da oggi, con le nuove disposizioni del governo, si puo' visitare il monumento italiano piu' celebre del mondo.

Il Parco archeologico del Colosseo, il Foro Romano e il Palatino, saranno aperti tutti i giorni della settimana, compreso il weekend, dalle 10.30 alle ore 19.15

Le vendite dei biglietti, con prenotazione obbligatoria della fascia oraria, saranno aperte settimanalmente, dal lunedi' alla domenica. 

Aperti anche i musei capitolini, mentre i Musei vaticani riapriranno lunedi' prossimo, 3 maggio.

23/04/21

Parte oggi l'edizione 2021 de "Il Maggio dei Libri" - di scena Dante Alighieri, ma non solo



Un’anteprima cinematografica speciale, la rubrica social “Torniamo #inLibreria” a sostegno di case editrici e librerie, lezioni dantesche online, incontri in alcuni dei luoghi più suggestivi del nostro Paese e una fitta rete di iniziative all’estero: sono queste alcune delle principali coordinate dell’undicesima edizione de Il Maggio dei Libri, la campagna ideata dal Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura che invita gli utenti a realizzare attività di promozione della lettura, in presenza o web, con l’obiettivo di stimolare occasioni di incontro, attivare collaborazioni virtuose e dare impulso alla creazione di progetti e iniziative culturali.

 

Il Maggio dei Libri prenderà ufficialmente il via oggi, venerdì 23 aprile, in corrispondenza con la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, una ricorrenza che quest’anno, complice il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri, è ancora più significativa. È infatti proprio in sintonia con le celebrazioni dedicate al Sommo Poeta che guardano il tema Amor… e i tre filoni di approfondimento “Amor… ch’a nullo amato amar perdona”, “Amor… che nella mente mi ragiona” e “Amor… che move il sole e l’altre stelle”, ciascuno corredato dalla propria bibliografia di riferimento. Visivamente rappresentato dall’illustratore e visual artist Vincenzo Del Vecchio, gli utenti potranno ispirarsi alle suggestioni dantesche per organizzare le iniziative da far confluire nella banca dati del sito, con già oltre 2.300 iniziative, in costante aumento.

 

Con questa edizione Il Maggio dei Libri vuole proporre un viaggio che ha per tema portante Amor…, inteso sia come sentimento, sia come desiderio a conoscere e comprendere, sia come forza vitale dell’universo e delle sue creature; un viaggio che elegge a propria guida il Sommo Poeta ed i suoi versi immortali” afferma Paola Passarelli, Direttore generale Biblioteche e diritto d’autore. “Non c’è modo migliore per celebrare l’anniversario dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri che lasciarsi ispirare dalla sua poesia e compiere, attraverso la lettura ed i libri, un percorso all’interno di noi stessi in grado al contempo di proiettarci verso gli altri. Mi sembra un messaggio fortissimo, soprattutto in questo periodo di pandemia in cui il bisogno di rapporti umani è per tutti più forte che mai”.

 

Attraverso la sua principale campagna, il Centro per il libro e la lettura prosegue quindi lo straordinario viaggio dantesco iniziato con la maratona digitale Dante nel mondo che dal 21 al 25 marzo ha portato i versi della Divina Commedia a essere letti e interpretati nelle lingue dei Paesi dei 12 Istituti Italiani di Cultura partecipanti, ottenendo 149.926 visualizzazioni sul canale Facebook della Fondazione Corriere della Sera e 2.062.486 sulla piattaforma Corriere.it. Cifre significative, testimonianza dell’inesauribile interesse del pubblico nei confronti del Poeta simbolo della nostra letteratura in tutto il mondo e del consolidato rapporto con la rete degli Istituti Italiani di Cultura all’estero, anche quest’anno attivamente coinvolti nella campagna attraverso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Incontri, eventi e rassegne culturali per un Maggio dei Libri international diffuso, raccontato tramite i social della campagna e degli IIC.

 

Sempre sul web vivranno alcune delle iniziative speciali che coloreranno Il Maggio dei Libri 2021: l’inaugurazione della campagna, con la proiezione in anteprima mondiale del film Il diritto alla felicità, in collaborazione con Imago Film, l’iniziativa del Premio Strega La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura in cui i dodici autori in gara leggono i dodici principi fondamentali della Costituzione, in occasione della LXXV edizione del Premio Strega e dei 75 anni della Repubblica italiana, il festival in diretta streaming Leggere, sempre, organizzato venerdì 23 e sabato 24 aprile dalle Biblioteche di Roma in collaborazione con AIE - Associazione Italiana Editori, la prima edizione del Lettura Day, grande iniziativa collettiva di ADEI - Associazione degli editori indipendenti, con un nuovo, coloratissimo sito interamente dedicato, le testimonianze di buone pratiche promosse nell’ambito della stipula dei Patti per la lettura, realizzati all’interno del progetto Città che legge del Centro per il libro e la lettura d’intesa con l’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, che prevedono una stabile collaborazione tra enti pubblici, istituzioni scolastiche e soggetti privati per la promozione della lettura. Sarà invece in presenza il percorso “FAI leggere”, organizzato dal FAI - Fondo Ambiente Italiano, che concluderà l’edizione 2021 della campagna proponendo 5 incontri in altrettanti “luoghi del FAI”, cornici paesaggistiche perfette per un incontro tra libri e natura.

 

Una vera e propria “festa del libro” che coinvolgerà editori, librai, protagonisti del mondo culturale contemporaneo, attoriaccademici, professionisti del settore editoriale, rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali e, naturalmente, tantissimi appassionati lettori che anno dopo anno mettono creatività, impegno e dedizione nell’organizzazione delle migliaia di attività che rappresentano il cuore de Il Maggio dei Libri. Per loro è stato istituito il Premio Il Maggio dei Libri, che a partire da quest’anno diventa il Premio Nazionale per il Libro e la Lettura. Sempre destinato alle iniziative più creative e innovative, selezionate per categoria (Associazioni/Istituti/Fondazioni, Biblioteche, Librerie, Scuole, Carceri/Strutture sanitarie e per anziani) in questa nuova veste il premio verrà realizzato con ancora maggior forza, anche promozionale, continuando a rappresentare un riconoscimento concreto per la grande e attiva partecipazione riservata alla campagna.

 

22/04/21

Libro del Giorno: "Racconti spirituali" - a cura di Armando Bonaiuto con uno scritto di Gabriella Caramore

 


Accade talvolta, nella vita cosí come fra le pagine di un libro, che si schiuda qualcosa di potente e inatteso: per un momento la maglia del quotidiano si allenta, un barlume filtra e illumina la realtà che ci circonda

Per far scintillare un simile mistero, la letteratura è una chiave unica e preziosa. Questi diciotto racconti ci ricordano l'esistenza di un filo teso tra umano e divino: facendoci sfiorare da una forza antica quanto l'uomo stesso, ci catturano e insieme ci liberano. 

Ecco cosa accade ai personaggi che abitano i racconti di questa raccolta. Cosí Maupassant ci mostra un prete dal cuore di pietra ammorbidito da una notte di luna, Hermann Hesse il sacrificio di un uomo mite che forse ha parlato con Dio, Giovannino Guareschi un professore trafitto dalla saggezza nascosta del suo peggiore studente. E mentre Olga Tokarczuk racconta come si possa continuare a prendersi cura anche di chi non c'è piú, Vasilij Grossman ci narra l'epopea di un mulo capace d'amore in un mondo in guerra, fino a Natalia Ginzburg che intravede il divino sotto una coperta sudicia, piena di cimici

E' questo un libro prezioso. Con una scelta di autori originale e insolita e i commenti di Buonaiuto, direttore di Torino Spiritualità, che raggruppa i diversi racconti per temi e assonanze. 

Splendida la prefazione di Gabriella Caramore, saggista e storica conduttrice di Uomini e Profeti, su Radio Tre, che invita a riflettere sul significato dello Spirito e dello Spirituale, all'epoca della società palliativa - come la definisce Byung-Chul Han - fondata sulla sparizione del senso del dolore (e quindi anche del sacro). 

2020 Supercoralli pp. XX - 244