06/03/12
La visione di Costantino e L’Arco di Malborghetto sulla Via Flaminia - 8 - Conclusioni.
8.
Conclusioni.
02/07/14
Dieci grandi anime. 10. Roger Schutz (4./)
Dieci grandi anime. 10. Roger Schutz (4./)
06/02/12
La visione di Costantino e l'Arco di Malborghetto - 5. Il casale di Malborghetto.
5. Il casale di Malborghetto.
Eppure l’arco di Malborghetto, curiosamente, non è ricordato da alcun documento fino alla fine del Duecento, quando viene citato in un atto di compravendita della costruzione, ormai trasformata in un fortilizio.
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16/02/09
Ancora su Eluana: " L'etica di fronte alla vita vegetale " di Vito Mancuso.
Non discuto la buona intenzione di combattere per la giusta causa, mi permetto però di dubitare sullo stile e più ancora sull' efficacia evangelizzatrice di tale battaglia. L' unico "cardinale" che ha pronunciato parole sagge e coraggiose è stato Giulio Andreotti, quando ha giudicato il decreto governativo un' indebita invasione nella sfera privata delle persone. Andreotti è uno dei rari cattolici che ancora ricorda e pratica la capitale distinzione tra etica e diritto, che è, a mio avviso, il punto decisivo di tutta la questione. Personalmente ero contrario all' interruzione dell' idratazione di Eluana.
Se mi trovassi io a vivere una condizione del genere (o peggio ancora uno dei miei figli) vorrei che mi si lasciasse al mio posto di combattimento nel grande ventre della vita anche con la sola vita vegetale: nessun accanimento terapeutico, ma vivere fino in fondo la vita lasciandomi portare dall' immenso respiro dell' essere, secondo la tradizionale visione della morale della vita fisica non solo del cattolicesimo ma anche delle altre grandi tradizioni spirituali.
Chissà poi che cosa significa "vita vegetale": da precisi esperimenti è risaputo che anche le piante provano emozioni, e reagiscono con fastidio a un certo tipo di musica e con favore a un altro (dicono che la preferita sia la musica sacra indù della tradizione vedica). La vita vegetale è una cosa seria, ognuno di noi la sta vivendo in questo momento, basta considerare la circolazione del sangue, il metabolismo, il sistema linfatico. Il fatto, però, è che non si trattava di me, ma di Eluana, e che ciò che è un valore per me, non lo era per lei. Una diversa concezione della vita produce una diversa etica, e da una diversa etica discende una diversa modalità di percepire e di vivere le situazioni concrete, così che ciò che per uno può essere edificazione, per un altro si può trasformare in tortura. Si pensi alla castità, alla clausura, al martirio e ad altri valori religiosi, che per alcuni non sono per nulla valori ma un incubo spaventoso solo a pensarli.
Il padre di Eluana ha lottato per liberarla da ciò che per lei era una tortura, ed è probabile che la conoscesse un po' meglio del ministro Sacconi e del cardinal Barragan. Grazie allo stato di diritto, alla fine l' ha liberata. Io non sono d' accordo? È un problema mio, non si trattava di me, ma di lei. Tutto molto semplice, come sempre è semplice la verità. Ora aspettiamo una legge sul testamento biologico, e io penso che il compito dello Stato sia precisamente quello di produrre, a partire dalle diverse etiche dei cittadini, una legge ove tutti vedano riconosciuta la possibilità di vivere e di morire secondo la propria concezione del mondo.
Se lo Stato fa questo, realizza la giustizia, che, com' è noto, consiste nel dare a ciascuno il suo. La distinzione tra etica e diritto è decisiva. A questo punto però sento la voce di Benedetto XVI che rimprovera questa mia prospettiva di "relativismo" in quanto privilegia la libertà del singolo a scapito della verità oggettiva. È mio dovere cercare di rispondere e lo faccio ponendo una domanda: Dio ha voluto oppure no l' incidente stradale del 18 gennaio 1992 che ha coinvolto Eluana? A seconda della risposta discende una particolare teologia e una particolare etica. Io rispondo che Dio non ha voluto l' incidente. L' incidente, però, è avvenuto. In che modo allora il mio negare che Dio abbia voluto l' incidente non contraddice il principio dell' onnipotenza divina? Solo pensando che Dio voglia sopra ogni cosa la libertà del mondo, e precisamente questa è la mia profonda convinzione.
Il fine della creazione è la libertà, perché solo dalla libertà può nascere il frutto più alto dell' essere che è l' amore. Ne viene che la libertà è la logica della creazione e che la più alta dignità dell' uomo è l' esercizio della libertà consapevole deliberando anche su di sé e sul proprio corpo. È verissimo che la vita è un dono di Dio, ma è un dono totale, non un dono a metà, e Dio non è come quelli che ti regalano una cosa o ti fanno un favore per poi rinfacciartelo in ogni momento a mo' di sottile ricatto.
Vi sono uomini di Chiesa che negano al singolo il potere di autodeterminazione. Perché lo fanno? Perché ospitano nella mente una visione del mondo all' insegna non della libertà ma dell' obbedienza a Dio, e quindi sono necessariamente costretti se vogliono ragionare (cosa che non sempre avviene, però) a ricondurre alla volontà di Dio anche l' incidente stradale di Eluana. Delle due infatti l' una: o il principio di autodeterminazione è legittimo perché conforme alla logica del mondo che è la libertà (e quindi l' incidente di Eluana non è stato voluto da Dio); oppure il principio di autodeterminazione non è legittimo perché la logica del mondo è l' obbedienza a Dio (e quindi l' incidente è stato voluto da Dio). Tertium non datur.
Per questo io ritengo che la deliberazione della libertà sulla propria vita non solo non sia relativismo, ma sia la condizione per essere conformi al volere di Dio. Il senso dell' esistenza umana è una continua ripetizione dell' esercizio della libertà, a partire da quando abbiamo mosso i primi passi, con nostra madre dietro, incerta se sorreggerci o lasciarci, e nostro padre davanti, pronto a prenderci tra le sue braccia. In questa prospettiva ricordo alcune parole del cardinal Martini: «È importante riconoscere che la prosecuzione della vita umana fisica non è di per sé il principio primo e assoluto. Sopra di esso sta quello della dignità umana, dignità che nella visione cristiana e di molte religioni comporta una apertura alla vita eterna che Dio promette all' uomo. Possiamo dire che sta qui la definitiva dignità della persona... La vita fisica va dunque rispettata e difesa, ma non è il valore supremo e assoluto».
Il valore assoluto è la dignità della vita umana che si compie come libertà. Sarebbe un immenso regalo a questa nazione lacerata se qualche esponente della gerarchia ecclesiastica seguisse l' esempio della saggia scuola democristiana di un tempo esortando gli smemorati politici cattolici dei nostri giorni al senso della laicità dello stato. Li aiuterebbe tra l' altro a essere davvero quanto dicono di essere, il partito "della libertà". Che lo siano davvero e la garantiscano a tutti, così che ognuno possa vivere la sua morte nel modo più conforme all' intera sua vita.
VITO MANCUSO
03/07/16
Torna a Rossano il "Codex Purpureus Rossanensis", uno straordinario manoscritto Patrimonio mondiale dell'Umanità.
Gli spazi dedicati al Rossanensis sono inseriti all’interno del Museo Diocesano e del Codex, anch’esso interamente rinnovato al fine di proporre una visione privilegiata degli ulteriori antichi tesori di arte sacra che lo spazio museale conserva.
Il Codex Purpureus Rossanensis, riconosciuto nel 2015 dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità, è stato affidato nel 2012 all’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e librario del Ministero dei Beni Culturali, affinché venissero eseguite approfondite analisi biologiche, chimiche, fisiche, tecnologiche e tutte le necessarie cure per il suo restauro e la sua conservazione.
14/02/12
La visione di Costantino e l'Arco di Malborghetto - 6. Croce nel cielo.
6. Croce nel Cielo.
(C)(riproduzione riservata)
14/10/13
Bauman a Milano: La felicità non è evitare i problemi, la felicità è superarli.
21/02/12
La visione di Costantino e L’Arco di Malborghetto sulla Via Flaminia - 7 - Il cigno, l'angelo e Piero.
7.
Il cigno, l'angelo e Piero
QUI le precedenti puntate
04/02/09
Il Vangelo della Domenica scorsa - Lo spirito impuro.
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,]insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Mi sembra che oggi siano sempre più pochi quelli che prendono il Vangelo, cioè più esattamente che prendono le parole pronunciate da Gesù, 'alla lettera'. Illustrando questo famoso passo del Vangelo di Marco, per esempio ho sentito spesso argomentare con delicate disquisizioni l'Autorità di Gesù, il contenuto di questa autorità, e le sofisticate teorie teologiche che ne discendono.
Ma invece a me il passo che mi sembra più sconvolgente di questo passo del Vangelo è l'esistenza di un uomo che - si dice testualmente - era posseduto da uno spirito impuro.
Insomma, spesso sento cristiani che si 'dannano l'anima' sulla vecchia e irrisolta (e irrisolvibile) questione della esistenza del male. Però vedo che sempre di più si laicizza una visione del male - anche tra cristiani - che tende ad escludere la presenza del maligno, o del diavolo, dentro di noi. Della sua azione personale e diretta sul nostro agire, e anche sul nostro stesso essere. E quindi ad attribuire la presenza del male a non si sa bene cosa, al caso, alle circostanze o alla sfortuna.
Invece i Vangeli, quando riportano le parole di Gesù, parlano molto chiaro, in materia: non solo il diavolo esiste, non solo il diavolo è una (anzi molte) persone, non solo il diavolo tenta e possiede gli uomini ( quelli che presumibilmente gli aprono le porte), ma tenta anche Gesù stesso, come sappiamo.
E il diavolo - o lo spirito impuro, come viene chiamato in questo passo del Vangelo di Marco - sa talmente bene chi è Gesù, che lo riconosce subito. La cosa assai interessante è che il posseduto si rivolge al Maestro al plurale: "Che vuoi da noi ? Sei venuto a rovinarci ? "
So che questa versione appare oggi piuttosto politically in-correct, soprattutto se capita di affermarla in una situazione sociale, mondana: ma la visione del cristianesimo è molto, molto chiara rispetto alla esistenza del male in noi. Il male non dipende solo da noi. Noi abbiamo una grande responsabilità nel commettere il male, e nel lasciare le porte aperte al male, nel dover in ogni momento della nostra vita scegliere, e dire un sì o un no. Ma non è solo questo a determinare l'esistenza del male.
Il male è un'essenza di opposizione al disegno della creazione, che si incarna e si manifesta in 'spiriti impuri' e in 'presenze', in 'demoni', e non è uno qualsiasi a dirlo, ma è Gesù Cristo, il dio dei cristiani, numerose volte ed esplicitamente in tutti e quattro i Vangeli.
I cristiani dovrebbero sapere questo, e dovrebbero anche sapere che soltanto Lui - a quanto pare, e a quanto viene ribadito in questo passo evangelico - ha il potere di liberarci definitivamente e immediatamente da questa impura influenza che può pesare e pesa sulle nostre terrestri vite.
28/01/19
Depressione e creatività. Malinconia e Genio. Un saggio bellissimo.
Fonte: Luigi La Rosa
08/10/18
Quanto amore c'è in una passione ? Umberto Galimberti.
25/10/19
Arriva il Michelangelo di Andrej Konchalovskij ! Il film che è stato girato nelle cave originali del Monte Altissimo.
Verrà proiettato in anteprima mondiale, come evento speciale di chiusura della XIV Festa del Cinema di Roma, domenica 27 ottobre 2019, il film di Andrei Konchalovsky “Il Peccato - il Furore di Michelangelo” (Sin).