07/12/19

Dante Ferretti racconta la straordinaria amicizia tra Maria Callas e Pasolini



La cantante lirica piu' acclamata del mondo e lo scrittore-regista piu' scomodo e provocatorio del momento: Maria Callas e Pier Paolo Pasolini si incontravano sul set di "Medea", il primo e unico film mai interpretato dalla "Divina". 

A cinquant'anni dall'uscita di quella pellicola nelle sale italiane (28 dicembre 1969) torna sul grande schermo con una intervista inedita al Premio Oscar Dante Ferretti, il documentario "L'isola di Medea", che ha raccontato quell'incontro cosi' speciale, con ricordi e aneddoti dei protagonisti del set. 

Scritto e diretto da Sergio Naitza, prodotto da Lagunamovies - Karel il film ripercorre l'affettuosa e lunga amicizia fra Callas e Pasolini, e la visione d'amore, illusoria e irraggiungibile, che ha alimentato in filigrana quel rapporto

Tanti i ricordi che Ferretti, che ne firmo' la sceneggiatura, consegna al film. 

Sul set, rammenta, "era chiara e forte l'amicizia fra Pasolini e Maria Callas. Sembravano talvolta due innamorati, stavano spesso insieme la sera dopo le riprese. Questo risvolto di Pier Paolo - prosegue - mi ha molto toccato. Pasolini mi ha aiutato a maturare nel lavoro, mi ha dato fiducia chiamandomi per "Medea", uno dei ricordi piu' belli della mia vita"

Della Callas, aggiunge Ferretti, "ricordo un dettaglio molto tenero: abitavamo nello stesso albergo, e lei aveva una camera da letto che dava sull'esterno. La mattina, mentre apriva la persiana sentivo abbaiare il suo cagnolino, subito dopo lei cominciava a cantare piano per acquietarlo, un'immagine del risveglio che mi e' rimasta dentro da allora"

La riedizione de "L'isola di Medea" sara' presentata dalla Fondazione Carigo lunedi' prossimo 9 dicembre al Kinemax di Gorizia. 

A prendere parte all'evento, a partire dalle 18:30, ci saranno, fra gli altri, l'attore Ninetto Davoli, il "Giasone" Giuseppe Gentile, l'assistente personale della Callas Nadia Stancioff e il cartoonist Davide Toffolo, autore dell'immagine e dei disegni del film, e il regista Sergio Naitza. 



05/12/19

La Culla di Gesù torna a Betlemme - Storia di una reliquia antichissima.




Ha raggiunto Betlemme, in concomitanza con le celebrazioni per l'inizio dell'Avvento, la reliquia della Sacra Culla donata da papa Francesco alla Custodia di Terrasanta

Secondo la tradizione si tratta di assi di legno prese dalla mangiatoia che fece da culla al neonato Gesu', finora custodite nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore tanto cara a Papa Bergoglio. 

Ultima tappa, la Chiesa francescana di Santa Caterina - riferisce Vatican News -, adiacente la Basilica della Nativita' a Betlemme. 

Si e' concluso qui, il viaggio della reliquia donata da san Sofronio, patriarca di Gerusalemme, a papa Teodoro I (642-649) e conservata finora in una cappella sotterranea della Basilica liberiana a Roma. 

Una piccola parte di quella che, secondo la tradizione, fu la mangiatoia di legno dove nacque il piccolo Gesu' e' tornata dunque attraverso il Mediterraneo al luogo natio, Betlemme, affidata ai frati minori della Custodia di Terra Santa. 

Tutto e' iniziato per volere del Papa, quando lo scorso 22 novembre, durante un rito presieduto a Roma dal cardinale Stanislaw Rylko, arciprete di Santa Maria Maggiore, alcuni incaricati dei Musei vaticani hanno aperto l'urna posta sull'altare della cappella ipogea dedicata alla Culla e hanno tratto un frammento inserendolo nel reliquiario.

Prima, l'arrivo a Gerusalemme, presso il Centro Notre Dame, accompagnato da una messa presieduta dal nunzio apostolico in Israele e Cipro, delegato apostolico in Gerusalemme e Palestina monsignor Leopoldo Girelli, nella cappella intitolata a Nostra Signora della Pace, in cui anche i fedeli hanno potuto venerare la reliquia. 

Nel pomeriggio - secondo quanto riporta il sito della Custodia - i francescani hanno raggiunto il Centro Notre Dame per la consegna. Mons. Girelli ha tra l'altro dato lettura della lettera che il card. Rylko ha indirizzato al Custode di Terra Santa Francesco Patton, con la ricostruzione storica del valore del dono delle reliquie per la Basilica romana che papa Gregorio III fece Santuario, non solo della Madre di Dio ma anche della Nativita'. 

"Papa Francesco accompagna questo dono con la sua benedizione", recita la lettera, "e col fervido augurio che la venerazione di questa insigne reliquia apra il cuore di tanti uomini e donne, adulti e giovani, anziani e bambini, ad accogliere con rinnovato fervore di fede e di amore il mistero che ha cambiato il corso della storia". 

Il Papa augura, in particolare, "che il messaggio di pace annunciato dagli angeli la notte di Natale agli uomini amati da Dio, che da duemila anni risuona da Betlemme, porti il dono di pace e riconciliazione di cui il nostro mondo ha sempre grande bisogno". 

Dopo la lettura, la consegna della Reliquia al Padre Custode: "non ci limiteremo a Custodire questa Reliquia", ha detto, "ma faremo in modo che rappresenti la Chiesa in uscita e che essa porti la gioia del Vangelo, pellegrinando tra le varie comunita' cristiane di Terra Santa per ravvivare la fede in Gesu'". Poi il trasferimento in processione alla chiesa di San Salvatore, presso la sede centrale della Custodia di Terra Santa, per la celebrazione dei Vespri solenni.

Interno Poesia a Più Libri Più Liberi 2019




La casa editrice Interno Poesia per la prima volta partecipa a Più Libri Più Liberi, la fiera della piccola e media editoria in programma da mercoledì 4 a domenica 8 dicembre, presso il centro congressi “La Nuvola” di Roma. 

Nello Stand G08 sarà disponibile tutto il catalogo e le ultime novità editoriali del 2019

Tanti gli incontri in programma di Interno Poesia: si inizia mercoledì 4 dicembre alle ore 15:30, presso la sala Giove, con la presentazione dell’antologia “Poeti italiani nati negli anni ’80 e ’90” con Giulia Martini, Giulia Bassi, Giovanni Ibello, Demetrio Marra; alle 18:30, invece, nella sala Antares, Franco La Cecla presenta la sua opera prima di poesia “La terra negli occhi” con Giulia Martini; giovedì 5, alle 16:30 presso la sala Nettuno, i poeti romani Claudio Damiani e Gabriella Sica presenteranno, con Arnaldo Colasanti, le raccolte “Endimione” e “Tu io e Montale a cena”; sabato 7, alle 10:30 nella sala Venere, spazio alla presentazione dell’antologia “Mia vita cara. Cento poesie d’amore e silenzio” di Antonia Pozzi con la curatrice dell’opera Elisa Ruotolo e Chiara Valerio

in chiusura della fiera, domenica 8 dicembre alle 17:30, presso la sala Giove, l’attrice Sonia Bergamasco legge le poesie di Emily Dickinson tratte da “La mia lettera al mondo”, con la partecipazione di Andrea Sirotti e Paola Del Zoppo.  



03/12/19

100 film da salvare alla fine del mondo: 48. I giorni del cielo (Days of Heaven) di Terrence Malick (1978)


Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì e ogni venerdì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo".  Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti. 

100 film da salvare alla fine del mondo: 48.  I giorni del cielo (Days of Heaven) di Terrence Malick, (1978)  



Credo che raramente un Premio Oscar sia stato, nella storia, meritato, come quello vinto da grande Nestor Almendros per la fotografia di questo grande film, nella edizione del 1979.

Il fascino di Days of Heaven, in effetti fu nominato ai Premi Oscar in quattro categorie tecniche, per l'incredibile qualità delle immagini e delle inquadrature, ma oggi ha acquistato pressoché unanimemente presso la critica, un giudizio complessivamente straordinario, se è vero che già nel 1997, il noto critico Roger Ebert lo ha aggiunto alla sua lista di "Grandi Film", descrivendolo come "uno dei più bei film mai realizzati". 

Come è noto, dopo questi primi due film eccezionali - La rabbia giovane (Badlands), uscito cinque anni prima, nel 1973, e Days of Heaven, che non incontrarono sicuramente il successo sperato e l'accoglienza sperata, qualcosa accadde nella mente di Terrence Malick, regista coltissimo e dalla personalità complessa, il quale tornò a girare un altro film soltanto a distanza di 20 anni con un altro capolavoro: La sottile linea rossa

La trama di Days of Heaven è piuttosto semplice: Bill (Richard Gere all'epoca assai giovane), un manovale di Chicago, scappa con la sorella minore Linda e la sua ragazza Abby dopo aver ucciso accidentalmente un uomo

Per evitare le domande della gente Bill e Abby fingono di essere fratello e sorella. 

Dopo un lungo viaggio giungono in Texas dove trovano lavoro come braccianti agricoli in una vasta piantagione di grano. 

Chuck (uno splendido Sam Shepard), il proprietario terriero ha un male incurabile e i medici credono che non gli resti più di un anno di vita, quando s'innamora di Abby e le chiede di sposarlo, Bill la spinge ad accettare la proposta in modo da ereditarne le ricchezze dopo la morte. 

Inaspettatamente la salute del proprietario migliora, Bill vede così il suo piano andare in fumo; Chuck inizia inoltre a sospettare del rapporto tra Bill ed Abby. Tutto ciò comincia a creare tensione nella casa dove vivono insieme. Un giorno il campo viene invaso dalle locuste e nella notte un incendio distrugge tutta la piantagione. Chuck, scoperta la relazione tra Abby e Bill, prende una pistola e affronta Bill, ma Bill lo uccide dandosi poi alla fuga insieme a Abby e Linda. Qualche giorno dopo vengono trovati dalla polizia e Bill muore in una sparatoria. 

Abby porta Linda in un collegio, la saluta e inizia una nuova vita. Linda poi scappa dal collegio e s'incammina lungo i binari del treno insieme ad un'amica conosciuta nella fattoria.

Il film è stato girato in sontuosi paesaggi dell'Alberta, in Canada, è oggi un esempio da manuale, di come il paesaggio e la natura interagiscano nelle storie umane raccontate dal cinema poeticamente ispirato. 

Da vedere e rivedere


I GIORNI DEL CIELO
Days of Heaven
Regia di Terrence Malick 
USA 1978 
con Brooke Adams, Richard Gere, Sam Shepard, Linda Manz, Robert J. Wilke, Jackie Shultis, Stuart Margolin. 
durata 95 minuti. 





02/12/19

Incredibile scoperta: L'Uomo Vitruviano di Leonardo è un algoritmo !



Trenta anni di riflessione, sette anni di ricerche per capire che L'Uomo Vitruviano di Leonardo è l'immagine dell'algoritmo segreto che gli artisti hanno usato dal XIV al XVIII Secolo per ''certificare'' le proprie opere come ispirate dalla Divina Proporzione. 

Per cinque secoli il disegno avrebbe nascosto un inganno: sarebbe stato realizzato per dare forma in modo criptato alla formula aritmetica e geometrica che le botteghe usavano e tramandavano tra di loro, in osservanza dei parametri imposti dalla Chiesa. 

E' la ricerca di Roberto Concas, storico dell'arte già direttore dei Musei Nazionali di Cagliari. Il suo lavoro - anticipato in esclusiva all'ANSA -, sarà oggetto di due volumi editi da Giunti - il primo a gennaio - e una grande mostra che avrà luogo a Cagliari nel maggio 2020 organizzata dal Polo Museale Statale della Sardegna, tutto con il titolo ''L'inganno dell'Uomo Vitruviano. L'algoritmo della divina proporzione''. 

29/11/19

"Solo l'amore può salvare il pianeta" - intervista a Peter Trawney da "L'Espresso"



SOLO L'AMORE PUO' SALVARE IL PIANETA - Intervista di Stefano Vastano a Peter Trawney, da L'Espresso

«L’inizio di un amore è l’esperienza più entusiasmante che si possa vivere e, per un filosofo, la più bella su cui riflettere». Risponde così Peter Trawny, accogliendoci nel suo appartamento a Düsseldorf, alla domanda su cosa l’abbia spinto a scrivere un libro dedicato alla “Filosofia dell’amore” (in uscita in Germania per le edizioni Fischer). Fondatore e direttore del prestigioso Martin-Heidegger-Institut all’ateneo di Wuppertal, Trawny ha dedicato la carriera allo studio di Heidegger, curando l’edizione dei tristemente famosi “Quaderni neri”, da cui è emerso il feroce antisemitismo del filosofo di “Essere e Tempo”. 

Perché, ora, nell’era dell’amore digitale e degli incubi ambientali, occuparsi di Eros?

«Perché è da una lettura di Eros che è iniziata la filosofia, con Platone», spiega il 54enne Trawny: «Oggi ci tocca ritornare lì, al primo amore. Cosa, del resto, ci colpisce più a fondo dell’inizio di quell’esperienza? La nascita di un figlio, il nostro primo incontro d’amore...Momenti indimenticabili, iniziatici. Tanto più che l’amore ha la forza di stupirci sino alla fine dei nostri giorni con nuovi, imprevedibili inizi. Ogni filosofia dell’amore parte dalla radicalità di Eros sin dall’inizio».

Platone coglieva in ogni amore il desiderio di crescere. E la speranza è che con Eros - si legge nel “Simposio” - ci vengano incontro il Bello e il Bene. 

«Platone vede questi aspetti nell’Eros perché la sua filosofia prova ad addomesticare nel Logos la tragicità con cui l’amore si presenta ad Euripide e Sofocle. Per i tragici Eros è un tiranno. Nei suoi testi Platone ricorre a tutti i mezzi, poetici e mitici, pur di instillare l’idea dell’“amore filosofico“, l’interscambiabilità fra l’amore e la virtù. È da questo scambio che inizia la storia della filosofia occidentale».

Oggi sono le soap opera, o le star di Hollywood, a dirci cos’è Amore. Non si sente smarrito in mezzo a tanto kitsch?

«Persino nelle sue forme più banali o commerciali si intuisce la carica esistenziale, e filosofica, dell’amore nella vita. Una love story al cinema commuove perché ci ricorda una passione reale. E ogni amore è uno shock, qualcosa che ci rapisce ed espone nudi a un altro. In tv o al cinema le storie d’amore saranno kitsch e a lieto fine, ma ci attraggono perché rimettono il dito in una profonda ferita».

In “Frammenti di un discorso amoroso” Roland Barthes definisce “mostruosa” la pretesa dei filosofi di spiegarci l’amore...

«E ha ragione: ogni “ars amatoria” renderebbe oggi ridicolo il suo autore. Io restituirei la parola ai poeti: nei versi di Rilke o nelle pagine di Tolstoj apprendiamo di più sull’amore. E questo perché nell’Eros il filosofo si confronta con l’assoluta contingenza di ogni amore. Persino nell’era globale e digitale, l’arrivo di Eros abbatte il nostro Io e ne straccia le difese narcisistiche. Questo ha poco a che fare con la chiarezza gnoseologica a cui la filosofia aspira».

Tutti i filosofi del postmoderno decretano, per citare Byung-Chul Han, “L’agonia dell’amore”, annegato in Internet e nella pornografia.

«Il 21° secolo ci affoga in un surplus di autonomia, di pretese abnormi della soggettività. Da Alain Badiou a Byung-Chul Han, i filosofi diagnosticano l’agonia di Eros per sovraesposizione mediatica. Nell’era neoliberale ci crediamo ultra-autonomi, soggetti ipermobili e superconnessi a reti digitali. E, al tempo di Tinder, si scambia l’amore con la “fuckability” dell’altro».

Cosa accade quando Eros ci afferra? Lei parla di perdita di autonomia e di libertà, i due pilastri su cui si basa la moderna soggettività, da Cartesio a Kant ed Hegel.

«È la schizofrenia della soggettività occidentale. In ognuno di noi, insieme ad autonomia e libertà opera l’impulso opposto, la forza del desiderio e la capacità di perdersi in un Altro. Mai come oggi questa schizofrenia esplode sulle piattaforme digitali che offrono in cambio dell’amore, impegno troppo grave, la volatilità di contatti on line».

Il Werther di Goethe è il kamikaze che si uccide per l’amata. La frase shock di ogni amore è quella rivolta a Lotte: «Ich kann nicht ohne dich leben», non posso vivere senza di te. 

«L’amante è pazzo d’amore. Eros è sempre un’offesa al nostro Io, una ferita e rischio mortale per la nostra autonomia. Ma è anche un Dio alato, capace di donarci il massimo dell’entusiasmo liberando energie represse. L’estasi amorosa è in questa dirompente ambiguità con cui Eros ci sconvolge».

Continua a leggere qui:

SOLO L'AMORE PUO' SALVARE IL PIANETA - Intervista di Stefano Vastano a Peter Trawney, da L'Espresso


28/11/19

Poesia maschile, poesia femminile; L'anima delle donne, l'anima degli uomini: Domani si presenta "Rima di Frattura a Roma"

Alla Libreria Odradek di Roma (Via dei Banchi Vecchi, 57) domani alle ore 18 presentazione del nuovo libro a due voci, di Paola d'Agnese e Fabrizio Falconi.

Guida Editori ha da poco mandato nelle librerie 'Rima di frattura', poesie e prose che indagano la relazione tra donne e uomini firmate da Paola d'Agnese e Fabrizio Falconi che saranno presenti in compagnia di Annamaria Robustelli e Antonio Pascotto.

In medicina la 'rima di frattura' è l'esatto punto di interruzione del segmento scheletrico, in questo volume, come scrive nella prefazione Floriana Coppola, vi è la "frattura come dolore e separazione, come impossibilità di comunicare e di essere reali complici uno dell’altro. Un confronto ossessivo e travagliato in moto speculare tra il femminile e il maschile, recuperando varie unità di misura: la poesia e la prosa poetica, il monologo interiore, il flusso di coscienza". 

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27/11/19

Il Mistero del Masso di Cichero: segni umani o della natura ?





Continua il mistero intorno al cosiddetto masso di Cichero, che recentemente ha dato parecchi grattacapi agli esperti epigrafisti d'Italia. 

Si tratta di un masso di arenaria di circa 15 metri quadrati rinvenuto a 800 metri di altitudine sulle pendici del monte Ramaceto, in localita' Cichero nel comune di San Colombano Certenoli, entroterra del Tigullio, in Liguria. 

L'ultimo pronunciamento è quello della Sovrintendenza ligure chiamata ad esprimersi sulle origini dei misteriosi segni visibili sulla superficie del Masso che hanno richiamato molti turisti e appassionati nella zona. 

Secondo la sovrintendenza, il masso non sarebbe archeologicamente interessante perché le incisioni che riporta non sarebbero opera dell'uomo, ma della natura. 

Pronunciamento che non lascia soddisfatti molti: si tratta infatti di incisioni regolari, tanti tagli ripetuti che formano una teoria di segni molto suggestivi.

Il parere è dunque una doccia fredda per chi in quella roccia aveva visto un rilancio turistico: una donna originaria della Fontanabuona residente a New York aveva donato 7 mila euro per ripulire il sentiero che porta al masso, risistemare e mettere in sicurezza l'area e apporre una cartellonistica adeguata. E con la promessa che sarebbero arrivati altri fondi per approfondire gli studi. 

Quei segni erano stati identificati dal crittografo Giovanni Mennella, come incisioni dell'uomo: segni religiosi o contabili. 



E invece secondo il pool di esperti incaricato dalla Sovrintendenza, quei segni sarebbero riconducibili a processi naturali di fratturazione della roccia. 

"Ci siamo rimasti male - rivela la consigliera comunale Carla Casella - ma il prof. Mennella non si dà assolutamente per vinto e  mi ha detto che presenterà una nuova relazione che avvalora la sua tesi. Di sicuro c'e' che il masso di Cichero sia una pietra molto interessante al di la' di come quei segni siano stati fatti". 



25/11/19

100 film da salvare alla fine del mondo: 47. "Brazil" di Terry Gilliam (1985)



Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì e ogni venerdì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo".  Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti. 

100 film da salvare alla fine del mondo: 47.  "Brazil" di Terry Gilliam (1985) 

Brazil è un film distopico di fantascienza del 1985 diretto dal grande Terry Gilliam e scritto dallo stesso Gilliam insieme a Charles McKeown e Tom Stoppard . 

Il film, interpretato da Jonathan Pryce, Robert De Niro, Kim Greist, Michael Palin, Katherine Helmond, Bob Hoskins e Ian Holm, è incentrato sulle vicende di Sam Lowry, un uomo che cerca di trovare una donna che appare nei suoi sogni mentre è dedito ad un lavoro alienante e vive in un piccolo appartamento, ambientato in un mondo fantastico in cui c'è una parossistica dipendenza da macchine mal mantenute (e piuttosto stravaganti). 

La satira del regime burocratico e totalitario in cui Lowry vive, ricorda il 1984 di George Orwell ed è stato chiamato Kafkaesque o assurdista  e solo un genio visionario come quello dell'ex Monty Phyton  Terry Gilliam, avrebbe potuto realizzarlo in questo modo. 

Il film prende il nome dal tema musicale ricorrente, "Aquarela do Brasil" di Ary Barroso, interpretato qui da Geoff Muldaur.  Sebbene abbia avuto successo in Europa, il film non ha avuto successo nella sua prima uscita in Nord America. Ma, con il passare degli anni, è diventato a tutti gli effetti un  film cult, trasformandolo nelle valutazioni della critica, uno dei migliori film britannici di sempre. 

La trama del film è quantomai stravagante e ipnotizza lo spettatore in una rutilante giostra di visioni e incubi: Sam Lowry è un impiegato governativo di basso livello che sogna spesso se stesso come un guerriero alato che salva una damigella in pericolo . Una mosca viene inceppata in una stampante e crea un errore tipografico, con conseguente incarcerazione e morte accidentale durante l'interrogatorio del calzolaio Archibald Buttle, scambiato per errore con il sospetto terrorista Archibald Tuttle. A Sam viene assegnato il compito di correggere l'errore. 

Visitando la vedova di Buttle, Sam incontra il loro vicino Jill Layton, e si stupisce di scoprire che assomiglia alla donna dei suoi sogni ricorrenti. Jill ha cercato di aiutare la signora Buttle a stabilire cosa è successo a suo marito, ma i suoi sforzi sono stati ostacolati dalla burocrazia.  Ora è considerata complice terrorista di Tuttle per aver tentato di denunciare l'errore dell'arresto di Buttle. 

E così fino alla fine di questo film prodigioso e anche spettacolare, che conduce fino al finto "lieto fine" che si rivela in realtà un delirio: in realtà, Lowry è legato a una sedia ed è implicito che sia stato lobotomizzato con Sam che sorride, canticchiando " Aquarela do Brasil ".

Una cruda, dura metafora (che assume i tratti di una profezia) sul potere e sulla coercizione della tecnologia e della burocrazia, che riducono gli esseri umani in larve senza dignità e condannate alla solitudine. 

Un film che negli anni non ha perso nulla della sua forza dirompente e della sua pura qualità cinematografica.

Fabrizio Falconi

Brazil
di Terry Gilliam 
GBR-USA, 1985 
con Robert De Niro, Jonathan Pryce, Katherine Helmond, Bob Hoskins, Jim Broadbent. 
Durata 131 minuti. 




24/11/19

Poesia della Domenica: "Li occhi dolenti per pietà del core" (Vita Nuova) di Dante Alighieri



Rime della Vita Nuova

Li occhi dolenti per pietà del core
hanno di lagrimar sofferta pena,
sì che per vinti son remasi omai.
Ora, s’i’ voglio sfogar lo dolore,
5che a poco a poco a la morte mi mena,
convenemi parlar traendo guai.
E perché me ricorda ch’io parlai
de la mia donna, mentre che vivia,
donne gentili, volentier con vui,
10non voi parlare altrui,
se non a cor gentil che in donna sia;
e dicerò di lei piangendo, pui
che si n’è gita in ciel subitamente,
e ha lasciato Amor meco dolente.
15Ita n’è Beatrice in alto cielo,
nel reame ove li angeli hanno pace,
e sta con loro, e voi, donne, ha lassate:
no la ci tolse qualità di gelo
né di calore, come l’altre face,
20ma solo fue sua gran benignitate;
ché luce de la sua umilitate
passò li cieli con tanta vertute,
che fé maravigliar l’etterno sire,
sì che dolce disire
25lo giunse di chiamar tanta salute;
e fella di qua giù a sé venire,
perché vedea ch’esta vita noiosa
non era degna di sì gentil cosa.

Partissi de la sua bella persona
30piena di grazia l’anima gentile,
ed èssi gloriosa in loco degno.
Chi no la piange, quando ne ragiona,
core ha di pietra sì malvagio e vile,
ch’entrar no i puote spirito benegno.
35Non è di cor villan sì alto ingegno,
che possa imaginar di lei alquanto,
e però no li ven di pianger doglia:
ma ven tristizia e voglia
di sospirare e di morir di pianto,
40e d’onne consolar l’anima spoglia
chi vede nel pensero alcuna volta
quale ella fue, e com’ella n’è tolta.

Dannomi angoscia li sospiri forte,
quando ’l pensero ne la mente grave
45mi reca quella che m’ha ’l cor diviso:
e spesse fiate pensando a la morte,
venemene un disio tanto soave,
che mi tramuta lo color nel viso.
E quando ’l maginar mi ven ben fiso,
50giugnemi tanta pena d’ogne parte,
ch’io mi riscuoto per dolor ch’i’ sento;
e sì fatto divento,
che da le genti vergogna mi parte.
Poscia piangendo, sol nel mio lamento
55chiamo Beatrice, e dico: "Or se’ tu morta?";
e mentre ch’io la chiamo, me conforta.

Piange di doglia e sospirar d’angoscia
mi strugge ’l core ovunque sol mi trovo,
sì che ne ’ncrescerebbe a chi m’audesse:
60e quale è stata la mia vita, poscia
che la mia donna andò nel secol novo,
lingua non è che dicer lo sapesse:
e però, donne mie, pur ch’io volesse,
non vi saprei io dir ben quel ch’io sono,
65sì mi fa travagliar l’acerba vita;
la quale è sì ’nvilita,
che ogn’om par che mi dica: "Io t’abbandono",
veggendo la mia labbia tramortita.
Ma quel ch’io sia la mia donna il si vede,
70e io ne spero ancor da lei merzede.

Pietosa mia canzone, or va piangendo;
e ritrova le donne e le donzelle
a cui le tue sorelle
erano usate di portar letizia;
75e tu, che se’ figliuola di tristizia,
vatten disconsolata a star con elle.

[Vita Nuova XXXI 8-17]

23/11/19

Sabato d'Arte: "The Exile: Heavy is the price i paid for love" di Thomas Cooper Gotch






Thomas Cooper Gotch o TC Gotch (1854–1931) è stato un pittore inglese e illustratore di libri vagamente associato al movimento preraffaellita ; era il fratello di John Alfred Gotch , l'architetto. 

Gotch ha studiato arte a Londra e ad Anversa prima di sposarsi e studiare a Parigi con sua moglie, Caroline , collega artista

Ritornati in Gran Bretagna, si stabilirono nella colonia artistica di Newlyn in Cornovaglia. Ha realizzato dipinti di ambientazioni pastorali naturali prima di immergersi nel romantico stile preraffaellita per il quale è più conosciuto. 

Sua figlia era spesso utilizzata come modella per le rappresentazioni di giovani ragazze. Le sue opere sono state esposte alla Royal Academy, al Royal College of Art e al Salon di Parigi . 

Oltre agli anni trascorsi in Francia e in Belgio mentre studiava arte, Gotch viaggiò anche in Austria, Australia, Sudafrica, Italia e Danimarca. Morì il 1 maggio 1931 per un attacco cardiaco mentre era a Londra per una mostra. Fu sepolto nel cimitero di Sancreed in Cornovaglia. 

Il quadro che abbiamo scelto ha un titolo piuttosto misterioso: "The Exile: Heavy is the price i paid for love", ovvero "L'Esilio: Pesante è il prezzo che io pago per amare". 

Il dipinto è attualmente conservato alla Alfred East Art Gallery Permanent Collection di Londra, Peek House 20  Eastcheap.


21/11/19

Domani, 22 Novembre, Fabrizio Falconi e Paola d'Agnese a Milano presentano "Rima di Frattura"


logo libreria

venerdì 22 novembre 2019 ore 18.30

Con Rima di Frattura, Guida editori 2019, prosegue il confronto tra letteratura e arte visiva,  avviato durante la mostra “Vetrine di libertà” 2019. Paola d’Agnese Fabrizio Falconi, partendo dalle loro vite, con poesie e prose poetiche indagano la relazione tra donne e uomini. I proventi del libro  sono destinati all’Associazione Le Kassandre che gestisce il  Centro Antiviolenza di Ponticelli, Napoli.
Presenti gli autori, l’artista Bruna Esposito e Marisa Guarneri della Casa di Accoglienza donne maltrattate di Milano. Coordina Francesca PasiniIl catalogo della mostra è disponibile in Libreria. 


20/11/19

Incredibile ! Secondo gli scienziati, "Angeli e Demoni", la famosa opera di Escher, svela come si deforma la materia


La disposizione quasi psichedelica di angeli e demoni nella celebre opera 'Cerchio Limite IV (Paradiso e Inferno)', realizzata nel 1960 dall'artista olandese Maurits Cornelis Escher, consente di prevedere come un corpo cristallino modifichera' la sua forma se sottoposto a sollecitazioni esterne

E' dunque l'arte a lanciare un prezioso assist alla scienza per capire meglio come si generano frane, valanghe, terremoti e come si deformano i materiali nel micro e nanomondo. 

Lo dimostra lo studio pubblicato su Physical ReviewLetters da un gruppo internazionale di ricerca che ha coinvolto il Politecnico di Milano e l'Universita' di Padova. 

"L'incisione di Escher - spiega Paolo Biscari, professore di fisica della materia del Politecnico - e' legata al lavoro di matematici che nella meta' del secolo scorso stavano esplorando le proprieta' degli spazi iperbolici, ovvero spazi dove non vigono le leggi della geometria euclidea, per cui puo' accadere che due rette parallele si allontanino o si avvicinino"

Proprio osservando l'opera d'arte, e' scoccata la scintilla che ha permesso ai ricercatori di elaborare un nuovo approccio per descrivere attraverso la matematica i fenomeni di deformazione di materiali complessi

Focalizzandosi sull'intreccio di angeli e demoni, hanno infatti intuito che ogni punto dello spazio iperbolico (come ogni punto del disegno di Escher) puo' essere associato a una forma di un corpo cristallino, come un metallo

Nelle sue deformazioni, il materiale cambia di volta in volta passando per esempio dalla forma associata a un angelo a quella associata a uno degli angeli vicini. 

"I corpi seguono dunque delle vie preferenziali per cambiare forma, e se alcune deformazioni (quelle elastiche) possono tornare indietro, altre (quelle plastiche) non possono farlo", sottolinea Biscari. "Questo ci aiuta a capire meglio come cambiano forma i materiali nel micro e nanomondo, ma anche i meccanismi che generano frane, valanghe e terremoti, dove a volte lunghe sollecitazioni sembrano non generare alcuna deformazione finche' un piccolissimo cambiamento scatena il fenomeno".



18/11/19

100 film da salvare alla fine del mondo: 46. "La Stangata" (The Sting) di George Roy Hill (1973)


Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì e ogni venerdì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo".  Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti. 

100 film da salvare alla fine del mondo: 46.  "La Stangata" (The Sting) di George Roy Hill (1973) 

George Roy Hill, regista sempre troppo poco considerato, dopo averli già diretti qualche anno prima con Butch Cassidy (1969) decise di assoldare nuovamente la coppia Redford-Newman per La stangata (The Sting) che uscì nel 1973.

Sulla base di un soggetto relativamente assai semplice: una coppia di piccoli imbroglioni rapina casualmente un corriere di un gangster di New York: Doyle Lonnegan (Robert Shaw). 

Lonnegan si vendica uccidendo Luther, uno dei truffatori che hanno partecipato alla rapina. Ma questi, prima di essere ucciso, consegna al compagno, Johnny Hooker (Robert Redford) il biglietto da visita di un ex grande truffatore, Henry Gondorff (Paul Newman). 

Johnny va a Chicago per incontrare Henry. I due complici organizzano allora una truffa per vendicare la morte del loro compagno, una "stangata" ai danni di Lonnegan, creando una finta agenzia di scommesse diretta da Gondorff (sotto lo pseudonimo di mr. Shaw), in cui viene fatto credere al boss di poter vincere facilmente delle ingenti somme di denaro grazie a informazioni riservate fornitegli da Hooker. 

Su questo canovaccio quasi elementare, Roy Hill imbastisce un perfetto capolavoro, di tempi, meravigliosi colpi di scena e contenuti, mischiando divertimento e nostalgia. 

David S. Ward ebbe l'idea di questo film, suscitando subito l'entusiasmo di George Roy Hill che si offrì di girare il film, offrendo a Paul Newman l'opportunità di unirsi al progetto. Robert Redford partecipò alla sceneggiatura scegliendo il nome del suo personaggio,  Johnny Hooker  in  omaggio al cantante blues John Lee Hooker .

Il film è in realtà basato sulla vita di fratelli Charles e Fred Gondorff che ha tentato una truffa simile a quella mostrata nel film nel 1914 ma che fallì. 

Il ruolo di Johnny Hooker fu inizialmente offerto a Jack Nicholson , che lo rifiutò, e alla fine fu affidato a Robert Redford . 

Il ruolo di Lonnegan doveva essere assegnato a Richard Boone che decise di ritirarsi dal progetto. Fu allora affidato a  Robert Shaw, il quale si slogò la caviglia poco prima delle riprese. Senza rinunciare al ruolo, gli fu chiesto di restare e la sua zoppia fu incorporata nella sceneggiatura. 

Il famoso brano musicale, The Entertainer , di Scott Joplin è rimasto da allora attaccato alla memoria del film e ha innescato la riscoperta del ragtime, anche se in realtà è stato scritto tra il 1900 e il 1910, 25 anni prima della storia del film. 


Grandemente affiatati sul set Newman e Redford regalarono una interpretazione memorabile. Il film ottenne 10 candidature ai premi Oscar e 7 statuette tra cui quella di miglior film e di miglior regia.




17/11/19

Poesia della Domenica: "Amor che ne la mente" di Jacqueline Risset


Amor che ne la mente
Amor che ne la mente mi ragiona
Amor che ragiona
che risuona
nell’anima
nel corpo-cuore
e nell’asse di cristallo
vieni con me passeggia con me
lungo il mare
con i granchi
Amor che mi fai pensare
e mi svii ogni pensiero
mi porti frammenti di lui
frammenti passati
ma sorti presenti
immortali:
voce frettolosa nel corridoio
la mano che stringe la mano
nel sonno
oppure selvaggio dal volto severo
senza rispondere

Jaqueline Risset, tratto da: Amor di Lontano (versione italiana dell'autrice), Einaudi, 1993 


Amor che ne la mente
Amor che ne la mente mi ragiona
Amour qui résonne
qui raisonne

dans mon âme
dans mon corps-cœur
sur l'axe de cristal

viens avec moi promène-toi avec moi
au bord de mer avec les crabes

Amour qui me fais penser
et me dévies toutes mes pensées
tu m'apportes de lui des morceaux

morceaux passés
                        surgis présents
                        inaltérables :

                          axe droit de son corps dansant
                          sa voix pressée dans le couloir

                          la main serrant la main -
                          dans le sommeil

                          ou sauvage au visage fermé
                          sans me répondre

15/11/19

Libro del Giorno: "Bye Bye Blackbird" di Moniza Alvi

Questo nuovo volume della collana Interno Books (Interno Poesia) è doppiamente importante: primo per la meritoria valorizzazione di una poetessa poco conosciuta e ancora poco tradotta nel nostro paese; secondo perché il libro nasce da un esperimento assai interessante, un seminario di traduzione letteraria svolta nel Dipartimento di Lingue dell'Università di Torino per il corso magistrale di Letteratura Inglese (autunno, 2018); quindi questa traduzione di poesie è il frutto della collaborazione di un gruppo di studenti, coordinati da Pietro D'Andrea.

La poesia di Moniza Alvi è altamente lirica e allo stesso tempo occupata dal quotidiano, soprattutto intrisa del tema della trasmigrazione, del migrare - un tema quindi che coinvolge e ha coinvolto Moniza e la sua famiglia, trasferitasi dal Pakistan in Inghilterra e continuamente sospesa tra questi due mondi e continenti lontani - metaforizzato dall'osservazione degli uccelli, che sono i protagonisti assoluti della raccolta, di ogni poesia. 

Ricorrono così i ruoli e le figure del padre e della madre, dei ruoli famigliari e delle mancanze, dei silenzi, delle cadute e dei tentativi di staccarsi e vivere su livelli di consapevolezza più alti.  Fino all'ultima lirica (Meno, molto meno), un addio straziante al padre con la descrizione dei suoi ultimi giorni e momenti, fino al titolo della raccolta Bye Bye Blackbird (Bye Bye sono per l'appunto le ultime parole pronunciate dal padre) che rimandano al celebre evergreen di Miles Davis e di tanti altri. 

Moniza Alvi, nata in Pakistan è cresciuta in Inghilterra. Dopo gli studi a New York e Londra ha insegnato per anni nella scuola secondaria, vincendo numerosi premi in patria e all'estero tra cui il Cholmondeley Award.  Speriamo che questa raccolta sia il preludio favorevole di altre traduzioni in italiano.


Fabrizio Falconi

13/11/19

Presentazione di "Rima di Frattura" a Roma - Venerdì 29 novembre alla Libreria Odradek


Sarà presentato a Roma VENERDI' 29 NOVEMBRE ALLE ORE 18.00, alla Libreria Odradek in Via dei Banchi Vecchi, 57,  il libro Rima di Frattura (Guida Editori) di Paola d'Agnese e Fabrizio Falconi.

Con gli autori saranno presenti Annamaria Robustelli e Antonio Pascotto




Rima di frattura in termini tecnici indica la sede di una frattura(ossea), mostrandone la forma e la lunghezza. E’ sembrato il titolo suggestivo per l’opera di due poeti, Paola d’Agnese e Fabrizio Falconi, che hanno attraversato diverse stagioni creative e si affrontano nella maturità per confrontarsi sui punti di vista di genere: maschile e femminile, femminile e maschile sono le due voci che si confrontano in quest’opera con testi di diversa struttura: un testo-flusso, un racconto di vita iniziale; dieci parole comuni e non comuni che funzionano da ispirazione; dieci liriche che abbracciano tre diversi decenni di produzione poetica. 
In un periodo storico nel quale molto si parla e si discute di genere e di confronto/confusione/dialogo tra maschile e femminile, Rima di frattura offre un saggio personale di due voci poetiche che si interrogano sul passato, il futuro e la realtà tra vissuto e aspirazione.



NOTE BIOGRAFICHE


Paola d’Agnese  è nata a Napoli.

Nel 1995 è fra le fondatrici dell’Associazione Culturale Donne e Poesia, all’interno della Casa Internazionale delle Donne di Roma. 
Ha curato oltre che il Premio Internazionale Donna e Poesia con l’ideazione e l’organizzazione di edizioni antologiche, seminari  e laboratori di scrittura poetica.
Nel 2002 comincia la collaborazione con l’artista Bruna Esposito in occasione del concorso  Migrazioni  promosso dal Ministero dei Beni Culturali , con un testo per l’ opera E così sia, al Maxxi , Museo d’Arte Contemporanea di Roma e al  Museo  Castel Sant’ Elmo di Napoli. L'opera vince il Premio alla giovane Arte Italiana.
Dal 1990 vive e lavora a Roma come organizzatrice di rassegne , eventi, fra cui dal 2004 il Premio Fabrizio De Andrè - Parlare Musica, evento patrocinato dalla Fondazione De Andrè.
Nel 2010 ha pubblicato, edita da Zona , la raccolta di poesie 58 secondi, accompagnata da alcune note del Maestro Ennio Morricone.

Fabrizio Falconi è nato a Roma. 

Ha esordito come freelance per testate (PanoramaPaese SeraIl manifesto), lavorando poi per quasi un decennio alla RAI, poi a Telemontecarlo. Attualmente è caporedattore per la testata News Mediaset. In narrativa ha esordito nel 1985 con un volume di racconti, Prima di Andare, cui hanno fatto seguito opere di saggistica, narrativa e poesia, tra le quali  L'ombra del Ritorno (Campanotto Editore), 1996, (finalista al premio Sandro Penna e segnalato al premio Montale di quell’anno), Il giorno più bello per Incontrarti (Fazi, 2000), Cieli Come questo (Fazi, 2002), Poesie 1996-2007 (Campanotto, 2007), Il respiro di oggi (Terre Sommerse  2009), Dieci Luoghi dell'Anima (Cantagalli, 2009), I fantasmi di Roma (Newton Compton, 2010), In hoc vinces (con Bruno Carboniero, Edizioni Mediterranee, 2011) Monumenti esoterici d'Italia (Newton Compton, 2013), Roma segreta e misteriosa (Newton Compton, 2015).
È autore e contributore di diversi blog e siti on line, per argomenti che spaziano dalla spiritualità alla poesia, alla storia della conoscenza e delle radici filosofiche dell'Occidente.
Sue poesie sono apparse tradotte in lingua inglese da David Lummus nella rivista TriQuarterly dedicata alla poesia italiana contemporanea curata da Robert Pogue Harrison e Susan Stewart (n.127/2007).


12/11/19

100 film da salvare alla fine del mondo: 45. "Lezioni di piano" (The Piano) di Jane Campion (1993)



Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì e ogni venerdì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo".  Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti. 

100 film da salvare alla fine del mondo: 45.  "Lezioni di piano" (The Piano) di Jane Campion (1993)


Con Lezioni di Piano (The Piano), film franco - australiano - neozelandese, Jane Campion, oltre a vincere la Palma d'Oro al Festival di Cannes del 1994 (prima regista donna nella storia), tre Oscar e moltissimi altri nel mondo, ottenne un vero riconoscimento internazionale da parte del pubblico con una storia rimasta impressa - per il modo in cui è raccontata - in modo indelebile nel cuore di molti. 

Il film è un adattamento di un romanzo, New River History di Jane Mander , che non è incluso nei crediti per motivi di copyright. 

Il film racconta la storia, ambientata nell'Ottocento, di una giovane donna scozzese, Ada McGrath (interpretata da una straordinaria Holly Hunter) mandata dal padre in Nuova Zelanda con la sua figlia di nove anni, Flora (Anna Paquin ) per sposare un colono, Alistair Stewart (Sam Neill), che Ada non conosce. 

Secondo ciò che a sua figlia Flora piace raccontare, Ada non ha detto una parola da quando il suo primo marito è morto mentre cantavano entrambi nella foresta; Ada sarebbe stata una cantante d'opera e suo marito era il suo insegnante di pianoforte

Ma in realtà, è per una "ragione sconosciuta" che non ha detto una parola dall'età di sei anni e che usa il linguaggio dei segniesprimersi (sua figlia gli serve come interprete), così come il suo pianoforte

Il piano e la musica di questo film rappresentano Ada, le sue emozioni, ciò che esprime. 

Alistair, il nuovo marito di Ada, raccoglie senza tante cerimonie la giovane donna e sua figlia sulla  spiaggia selvaggia dove sbarcano senza tante cerimonie dal veliero che li trasportava dalla Scozia. 

Non capisce l'interesse vitale di sua moglie per il piano e abbandona lo strumento sulla sponda desolata. 

Baines (Harvey Keitel), un vicino e amico di Stewart, acquisisce il piano in cambio di terra il cui colon è avido e lo porta via dalla spiaggia. 

Ada, completamente fredda di fronte ad Alistair (non consumano il loro matrimonio), vuole assolutamente recuperare il suo piano, l'unico modo in cui riesce ad esprimere ciò che vibra in lei. 

Baines, analfabeta e vicino alla natura, è in stretto contatto con i Maori, di cui comprende costumi e lingua. 

È più sensibile e intuitivo ed è attratto da Ada, dal suo fisico voluttuoso sotto aspetto austero, dal suo silenzio, dalla sua capacità di esprimere i suoi sentimenti attraverso la musica.

Per cercare di creare una relazione, si offre di scambiare a poco a poco lo strumento (chiave per chiave), in cambio di requisiti a cui Ada dovrà rispondere. 

In questo modo, Baines doma la giovane donna: a poco a poco, Ada si apre alla sensualità; ma il marito geloso, che ha osservato gli innamorati attraverso le mura della capanna,interviene segregando sua moglie.

Ada quindi cerca di legarsi a suo marito, supportato dalla piccola Flora che la chiama "papà", ma alla fine ritorna da Baines.

E sebbene Alistair, accecato dalla gelosia, le amputi un dito con un'ascia per punirla e cercare di spezzare la sua relazione adultera, Ada lascia suo marito.

Stanco della guerra, Alistair minaccerà Baines con il suo fucile e gli farà promettere di partire con Ada.

Ada si imbarca con Baines su una grande piroga Maori, su cui è ormeggiato il pianoforte. Mentre i rematori pagaiano al ritmo delle loro canzoni, Ada chiede a Baines di buttare il piano in mare. Ciò che viene fatto e lo strumento affonda nelle profondità. Ma una corda a cui era attaccato gira, trascinando Ada con sé nell'acqua. Il peso del piano porta Ada,che è tentata di arrendersi e di annegare, verso il fondo, ma in un ultimo scoppio, la donna si strappa lo stivale e torna in superficie;  "Che morte! Che possibilità! E che sorpresa! La mia volontà ha scelto la vita. "

Le ultime immagini mostrano Ada e Baines felici in un interno vittoriano e Ada che sta imparando a parlare di nuovo. Suona anche il piano, con una protesi metallica per il dito indice. La voce interiore di Ada evoca il suo piano sul fondo del mare e se stessa galleggia sopra. Lei cita la poesia Silenzio di Thomas Hood.

Un film che evoca la potenza dell'amore, della sensualità, della poesia, a scapito della prosa in cui gli esseri umani segregano spesso e volentieri la vita. Ada è un memorabile personaggio femminile che con coraggio sceglie la sua via, al di là di ogni convenzione o convenienza.