12/09/15

La Visitazione di Pontormo, un quadro assoluto.



Pura intensità.

Jacopo Carucci (o Carrucci), detto il Pontormo lo dipinse tra il 1528 e il 1530 per l'altare della famiglia Pinadori ed è rimasto per cinque secoli sempre nello stesso luogo per cui era destinato: la Cappella Capponi nella propositura dei Santi Michele e Francesco a Carmignano, in provincia di Prato.

L'episodio evangelico raffigurato è la Visitazione di Maria a Sant'Elisabetta.

Ricordiamo i fatti raccontati: nell'Annunciazione, il Signore per mezzo dell'arcangelo Gabriele chiedeva la disponibilità di Maria a ricevere un figlio, il Cristo; ma avendo Maria desiderato la verginità, l'angelo spiegò che la concezione sarebbe stata miracolosa per opera dello Spirito Santo, e per esemplificare la potenza di Dio, annunciava l'incredibile maternità di sua cugina Elisabetta, già al sesto mese di gravidanza, nonostante la sua presunta sterilità e anzianità.

Elisabetta era sposata con Zaccaria, sacerdote del tempio di Gerusalemme, e quindi della tribù di Levi.

Dopo l'annunciazione e ricevuto lo Spirito Santo, Maria si recò da Nazaret in Galilea a trovare Elisabetta in Giudea, in una città tradizionalmente ritenuta Ain-Karim situata 6 km ad occidente di Gerusalemme.

Quando Maria giunse nella casa di Zaccaria, Elisabetta ebbe la percezione di trovarsi di fronte alla donna che portava in grembo il Cristo, lodando Maria per essere stata degna e disponibile al progetto di Dio.

In risposta alla lode, la Vergine Maria espresse il ringraziamento a Dio attraverso quello che è conosciuto come il "Magnificat" riportato dall'evangelista Luca e denso di reminiscenze bibliche. Maria rimase con Elisabetta circa tre mesi, cioè fino alla nascita di suo nipote Giovanni, il futuro Battista.

Pontormo ambienta questa scena in una anonima via oscura.  In uno spazio imprecisato e metafisico, quattro donne sembrano quasi avvolte in un'unica figura. I loro drappi, di diversi colori, definiscono in primo piano l'incontro tra Maria ed Elisabetta, mentre altre due misteriose donne assistono sullo sfondo con lo sguardo rivolto fissamente all'osservatore del quadro.

L'incrocio delle braccia segue l'incrocio degli sguardi, di una intensità quasi insostenibile.


Tra Maria ed Elisabetta c'è un muto sguardo che dice tutto. La terza donna, tra le due, ci osserva come interrogandoci. 

La composizione del quadro - a rombo - è puro genio. I colori, come sempre in Pontormo, parlano una loro lingua specifica, un dialogo di consistenza e proporzioni. 

Le quattro donne - nella corrispondenza due anziane, due giovani, nei due sguardi, due allacciati, due dispersi oltre il quadro - sembrano suggerire una rappresentazione che oltrepassa il tempo e che si fissa nella ricerca di un punto esatto di destini e di eternità (assoluto).

Nel 1995 Bill Viola ha celebrato questo grandioso quadro in una sua installazione.



Fabrizio Falconi

11/09/15

Una libreria giapponese sfida lo strapotere di Amazon, con Murakami e compra 90.000 copie del suo nuovo libro.




La libreria Kinokuniya di Tokyo tenta lo "sgambetto" al colosso Amazon e agli store online e di ebooks con l'appeal di Haruki Murakami: la catena di librerie giapponesi ha comprato il 90% delle copie della prima stampa dell'ultimo lavoro del piu' volte candidato al Nobel per la Letteratura, "Shokugyo toshiteno Shosetsuka" ('Romanziere per professione').

Un totale di 90.000 copie, rilevate direttamente dall'editore Switch Publishing, per contrastare lo strapotere delle librerie online

50.000 pezzi saranno poi girate da Kinokuniya agli shop locali, a tutela dei piccoli rivenditori.

Al netto delle prenotazioni fatte da altri player, ad Amazon e simili non resterà che il magro bottino di 5.000 copie. Il rischio tuttavia, rileva la stampa locale, e' che lo sforzo di rivitalizzare la libreria tradizionale possa scontrarsi con il rischio di perdite dato che non sara' possibile restituire i libri invenduti in mancanza di un distributore.

Allo stato, in Giappone il 40% dei libri distribuiti nelle librerie e' riconsegnato. Kinokuniya, forte della popolarita' dell'autore di capolavori e bestseller come "Norwegian Wood" e "1Q84" e dell'ultima opera in cui Murakami guarda indietro alla sua vita di romanziere, è convinta di poter vendere ogni copia grazie a un'iniziativa ritenuta in grado di contribuire a stabilizzare le entrate degli editori. 

10/09/15

Orhan Pamuk: "La foto del bimbo più forte di appelli dei Premio Nobel."



intervista di Alessandra Magliaro per ANSA

Il premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk alla Mostra del cinema di Venezia per la prima mondiale, nelle Giornate degli Autori del film di Grant Gee Innocence of Memories, che evoca il titolo di unodei suo romanzi piu' noti, Il museo dell'innocenza (Einaudi), non e' voluto mancare alla proiezione dell'opera che sara' distribuita in Italia da Nexo Digital. 


C'e' ancora un ruolo che gli intellettuali possono svolgere rispetto a quello che accade in Europa con l'ondata biblica di rifugiati di guerra? 

"Non bisogna esagerare con il ruolo degli intellettuali. Pubblicare la foto del povero bambino Aylan e' stato centinaia di volte più' forte di tanti nostri appelli. Scegliendo di mostrare quell'immagine si e' riusciti a provocare un vero cambiamento. Anche in Turchia come in altri paesi si e' discusso se fosse da mettere in prima pagina o no, ma io sono stato d'accordo e felice che sia stato fatto anche nel mio paese. Questo non significa che l'impegno degli intellettuali non abbia piu' senso: possiamo criticare, non restare passivi, ma la nostra azione nel mondo dominato dalle immagini e' decisamente inferiore a quello che aveva un tempo". 

La Turchia, non solo geograficamente, e' stata centrale nei cambiamenti del corso della storia, pensa che lo sia ancora oggi? 

"Istanbul e la Turchia sono da sempre crocevia di movimenti demografici, non solo dall'Asia verso l'Europa ma anche dalla Russia verso il sud e dai Balcani verso l'Europa. Abbiamo avuto due milioni di migranti in Turchia, mentre l'Europa ne voleva accogliere duemila. Ora sono felice che anche la Germania abbia deciso di aprire le porte". 

Istanbul, dove e' nato nel '52, e' il centro di tutto. Pamuk e' lo scrittore di Istanbul come Dickens lo era di Londra e' stato detto. Cosa rappresenta per lei? 

"Ci sono nato, cresciuto, ci vivo, da sempre cerco di vedere il mondo attraverso questa citta' che negli anni si e' sviluppata immensamente. Sono le mie fondamenta, la mia famiglia, il mio corpo, ma non l'ho mai immaginata e descritta sotto una lente romantica, sdolcinata o glamour, ne ho viste tutte le contraddizioni". 

Nel 2012 ha finalmente realizzato il sogno di aprire a Istanbul il Museo dell'Innocenza, che accoglie tutti gli oggetti descritti nel libro, gli oggetti di un amore innocente come quello sbocciato fra i due protagonisti del romanzo, perche' renderli reali, concreti

"Sono gli oggetti a dare la definizione di memoria, come quando nella tasca di una giacca trovi due biglietti di un film che hai visto anni prima, immediatamente ricordi quei momenti. Gli oggetti risvegliano la memoria. Noi siamo memoria e non esiste la possibilita' di felicita' e sopravvivenza senza la memoria. Ricordare ci rende intelligenti"

Innocence of Memories, il film di Grant Gee, che relazione ha con lei e la sua opera letteraria? 

"Il film non e' la versione cinematografica del romanzo, e' la storia del museo del romanzo Il museo dell'Innocenza. I principali protagonisti di quella storia, Kemal e Fusun che vivono un amore contrastato nella Turchia degli anni '70, sono ampliati e poi c'e' la citta', il mio lavoro, in una narrazione che e' poetica, un lungo unico ponte tra immaginazione e realta'".

Dopo questo documentario e' cambiato il suo rapporto con la narrazione e con il cinema? 

"E' una delle mie più grandi gioie poter andare al cinema. Uscire da un bel film immediatamente da' felicita', e' un grande potere che ha il cinema. Da ragazzo ero un assiduo frequentatore della Cineteca di Istanbul, ora un po' meno. Dopo aver partecipato alla realizzazione di questo film e aver visto il processo creativo che c'e' dietro, quasi quasi mi e' venuta voglia di fare un film. Del resto in passato le ambizioni cinematografiche erano frustrate dal costo di realizzazione, oggi con lo sviluppo tecnologico puoi fare un piccolo film con uno smartphone. Quei piccoli video sono come il diario segreto che avevamo da ragazzi". 

Tra i libri piu' attesi del 2015 c'e' il suo nuovo romanzo, sette anni dopo Il Museo dell'Innocenza. Di cosa si tratta?

 "A strangeness in my mind. In Italia a fine novembre lo pubblichera' Einaudi come tutti i miei libri, non so ancora con quale titolo. E' un romanzo d'amore che ha come sfondo i cambiamenti sociali della Turchia. Si parte dalle lettere d'amore che un venditore ambulante scrive, tra il 1969 ed il 2012, alla ragazza di cui si e' innamorato". 



03/09/15

SaggiaMente. La sofferenza dell'anima.




La mente non è (solo) il cervello.  Gli occidentali ci hanno messo parecchio a giungere a questa conclusione che nel pensiero orientale era già assodata migliaia di anni orsono. 

Non è solo il cervello - l'organo biologicamente preposto al pensare - l'autore dei nostri stati d'animo, delle nostre ansie, delle nostre intuizioni, dei nostri dolori.   La mente si muove oltre i confini strettamente biologici, oltre le semplici connessioni neuronali (cellule neuronali fra l'altro non esistono solo nel cervello, ma anche in altri organi del corpo): si pensa anche quindi con il cuore, si pensa con lo stomaco, si pensa con gli organi genitali, si pensa con l'intestino. 

Si è felici o tristi anche con il cuore, con lo stomaco, con gli organi genitali, con la pelle, con l'intestino. 

Ma c'è qualcosa che trascende ancora il pensiero, la mente, biologicamente intesa come cervello o in modo più esteso come prosecuzione del/nel corpo. 

Questo qualcosa è stato variamente denominato nel corso dei millenni della storia dell'uomo.  Ad esso, a questo quid, ci si è riferito e ci si riferisce, non sapendo cosa sia, nei più diversi modi.  James Hillman, ne Il codice dell'anima, ha meticolosamente e dettagliatamente elencato questi nomi, che seppure con sfumature diverse, indicano questo quid, che non è, è non sembra essere soltanto mente: carattere;  predisposizione; anima; Sè; destino; istinto; talento.

Si tratta di quel nucleo originario della nostra personalità, della nostra individualità.  

Anche nella consapevolezza e nella accettazione e ricerca di questo quid, il pensiero orientale ha trovato strade di comprensione molto tempo prima, anche se dal pensiero greco platonico in poi, anche la tradizione occidentale ha preso le misure di una componente così essenziale della natura umana. 

Per verificare la potenza di questo quid - e anche la sua reale sussistenza - ci sono diverse strade e diversi cammini personali.   La strada più evidente è quella della sofferenza.   Cioran scrive che è proprio la sofferenza che plasma e crea la coscienza.  

Ma un certo tipo di sofferenza, rende evidente la potenza del quid, cioè dell'anima. 

Sono quelle sofferenze che non appartengono a stati mentali o a patologie o processi meramente cerebrali/neuronali.  Quasi tutti hanno sperimentato quel particolare malessere dell'individuo che non dipende da una malattia biologica - si è perfettamente sani nella mente e nel corpo - ma che sembra insinuarsi direttamente nella nostra radice più profonda dell'essere. 

Si può essere molto felici, esteriormente - avere tutto ciò che apparente-mente serve per essere felici, ogni condizione di bisogno appagata - ed essere al contempo interiormente enormemente infelici. 

Nel recinto di esistenze normali, si dibattono inquietudini interiori, vere crisi, mancanze di senso, infelicità diffuse che dipendono da ciò che il nostro quid silenziosamente o rumorosamente richiede, e che se non ascoltato procura danni enormi. 

La sofferenza dell'anima può infatti generare vere malattie della mente e del corpo. O del corpo e della mente, che appaiono così inestricabilmente legati. 

Ma la sofferenza dell'anima è anche un meraviglioso segnale, di cui disponiamo - se riusciamo a dare ascolto ad esso, e spazio, spazio, spazio - per capire cosa la vita ci chiede e cosa noi possiamo dare alla vita.


Fabrizio Falconi - 2015 


02/09/15

"Lacrime e santi" di E.M.Cioran - Una preziosa perla.



Lacrime e santi (Lacrimi si Sfinti) fu pubblicato per la prima volta a Bucarest nel 1937. Cioran aveva esordito tre anni prima, all'età di ventidue anni, nel 1934 con Pe culmile disperarii (Sulle cime della disperazione).

Dal 1933 al 1935, Cioran aveva vissuto a Berlino, proprio negli anni della ascesa hitleriana (aveva vinto una borsa di studio della fondazione Humboldt), poi dal 1937 si trasferì definitivamente a Parigi e da quel momento in poi pubblicò tutti i suoi libri in francese.  

Apparso nel 1937, l'anno del suo arrivo a Parigi, dunque, Lacrime e santi è ancora del tutto impregnato di quel "filosofare poeticamente" che egli aveva auspicato nella sua prima opera (Sulle cime della disperazione). 

In questo libretto folgorante si trovano già molti dei temi principali del pensiero di Cioran. La frequentazione appassionata dei mistici, l'attraversamento della via delle lacrime come conoscenza non illusoria, la musica come rimpianto del paradiso, il problema della sofferenza, lo scetticismo che non separa dalla vita, ma anzi rende la vita sempre più intensa, il pensatore privato sul letamaio del mondo, lo humour irriverente e paradossale. 

La lettura di queste 92 pagine è corroborante per l'anima, risveglia sentimenti primari e profondi, illumina con il fuoco di lampanti aforismi, riflessioni profondissime sul groviglio della natura umana. 





31/08/15

"La donna in bianco" di Wilkie Collins, un autore da riscoprire.



Una intricata trama si sviluppa lungo le 688 pagine de La donna in bianco scritto da Wilkie Collins nel 1860 sulle pagine della rivista All The Year Round che era diretta da Charles Dickens, amico dello scrittore.

Collins, laureato in legge, divenuto avvocato, non praticò mai la professione: nato a Londra nel 1824 era attratto dal demone della narrativa, e ad essa si dedicò con una furia fuori dal comune, firmando 25 romanzi, più di 50 racconti e numerose opere teatrali.

Fu penalizzato dal confronto con l'amico e contemporaneo Dickens, ma oggi viene riscoperto. 

La donna in bianco è interessante perché si tratta di un mystery ante litteram, anzi forse dell'antesignano di tutti i mystery.

I protagonisti sono una sfortunata protagonista, Anne Catherick (la donna in bianco del titolo), Lady Glide, e la sua sorellastra Marian Halcombe, il perfido e intelligentissimo Conte Fosco, e l'aspirante artista Walter Hartright (insegnante di disegno di Mrs. Fairlie, futura Lady Glide, di cui s'innamora), oltre a Sir Percival Glyde, altro pessimo figuro. 

Rispetto a Dickens, la narrativa di Collins è meno profonda, meno incisiva, meno fulminante.  Ma la macchina narrativa di questo romanzo che fu pubblicato a puntate per un anno intero appassionando i lettori dell'Inghilterra vittoriana, funziona alla perfezione, con i dovuti colpi di scena. 

Wilkie Collins, La donna in bianco, introduzione di Paolo Ruffilli, traduzione di Stefano Tummolini, 1996, Fazi Editore, Roma.


Fabrizio Falconi

30/08/15

E' morto Oliver Sacks.




(ANSA) - ROMA, 30 AGO - Il famoso neurologo e scrittore britannico Oliver Sacks e' morto oggi a New York all'eta' di 82 anni. Lo scrive il New York Times online citando Kate Edgar, la sua assistente. 

Sacks, come lui stesso aveva annunciato a febbraio in un editoriale sul Nyt, era affetto da cancro, che lo aveva colpito al fegato ed era entrato nella sua fase terminale. 

Uno dei suoi piu' famosi libri e' 'L'uomo che scambio' sua moglie per un cappello', uscito nel 1985. (ANSA).




27/08/15

Sonetto della valle meravigliosa (14) - Finale.




Sonetto della valle meravigliosa

14. Finale.

La valle è cieca, il fiume addormentato, è rimasto
Dar a contare l'acqua che scorre, e non finisce
mai, Ermus è su di lui e lui è il suo pasto

Heloisa in salvo, tutto si spegne e tutto scolora
anche un fauno ha il suo punto di inciampo
piange Dar, piange nella muta foresta, piange ancora

ogni gloria si innalza, ogni ansia svanisce
gli occhi son chiusi e i fiori si spengono sul campo.

Fabrizio Falconi-© riproduzione riservata 2015
Foto dell'autore.

26/08/15

Sonetto della valle meravigliosa (13) - Appassita.



Sonetto della valle meravigliosa 

13. Appassita.

E' la fine dell'isté, il sole è sparito, manomesso
dal funerale delle illusioni, nell'Ade non esiste
scampo, Dar insegue i petali caduti e il nesso

di quel che non trova: 'usciremo insieme,
aspettami,' tutto arriva, prima del fuoco
tutto insiste e proclama, tutto teme,

Heloisa raccoglie il suo anello e resiste
quello che serve per terminare il gioco.

Fabrizio Falconi-© riproduzione riservata 2015
Foto dell'autore.



25/08/15

Sonetto della valle meravigliosa (12) - La voce dei fantasmi.



Sonetto della valle meravigliosa.

12. La voce dei fantasmi

Conosce la porta dell'Ade, Ermus il custode
ci porta i suoi figli, e quelli degli altri,
li lascia senza cibo come un silvano Erode

Apre il passaggio per i due amanti persi
vi giungono Dar e Heloisa per mano
cantando canzoni, celebrando versi

non hanno paura, non sanno le coltri
basse, gli abissi, gli inciampi, le insidie del pantano.

Fabrizio Falconi-© riproduzione riservata 2015
Foto dell'autore.

24/08/15

Sonetto della valle meravigliosa (11) - Premonizioni.


Sonetto della valle meravigliosa

11. Premonizioni 

Una sola foglia rossa, vicino alla tomba caduta
in piena estate, il sangue di Heloisa, il sangue
di Dar: Giulan a te, amante mia perduta

Nia da dì, amore non ci perderemo mai
improvviso il cuore del nubifragio si spande
per la valle, generoso e tetro sopra i granai,

corrono e s'inseguono, il piatto di Ermus langue
ha fame, s'ode nel bosco il suo lamento grande.

 Fabrizio Falconi-© riproduzione riservata 2015
Foto dell'autore.

23/08/15

Sonetto della valle meravigliosa (10) - La casa delle sofferenze.



Sonetto della valle meravigliosa 

10. La casa delle sofferenze.

Ermus il guardiano pretende di celebrare i funerali
del desiderio, minaccia concretamente la fonte,
Dar si dibatte tra il fuoco sacro e i temporali;

la casa va a fuoco, si fugge perché è più semplice
lascia il campo ad Ermus e ai suoi stivali
di foglie, niente è più vero, niente più complice

frana la valle, cede il terreno, abbatte il ponte
scappano le mandrie, sono liberi i maiali.


Fabrizio Falconi-© riproduzione riservata 2015
Foto dell'autore.




22/08/15

Sonetto della valle meravigliosa (9) - Lo scialo.



Sonetto della valle meravigliosa 

9. Lo scialo.

Il tuo racconto equivale a uno scialo, le foglie morte
appartengono al passato, tu le coltivi per darti
senso, ma il racconto è sbagliato e tu non sei la sorte;

come un presentimento ti avverto, divorare vanamente
disseminare alibi, sperare che crescano prima
della notte e ti diano ragione, come al fiume la corrente,

il coraggio di essere se stesso, chiudi gli occhi e parti
il bosco è infinito e del monte non si vede la cima.

Fabrizio Falconi-© riproduzione riservata 2015
Foto dell'autore.



21/08/15

Sonetto della valle meravigliosa (8) - L'amore fra le viole.


Sonetto della valle meravigliosa

8. L'amore fra le viole.

Dormiremo senza sonno, saremo svegli senza veglia
il nostro lavoro sarà la felicità, l'amore tra le viole
il paradosso inclinato la congiunzione dei corpi sorveglia

al mattino la preziosa brina, alla notte il canto del lupo
tutta discesa nella valle, il tuo consesso offerto
il mio discernimento perso fino al ciglio del dirupo

nel recinto nostro, nella regola stimata delle aiuole
ogni nostra ansia è finita, ogni freddo è ricoperto.

Fabrizio Falconi-© riproduzione riservata 2015
Foto dell'autore.

20/08/15

Sonetto della valle meravigliosa (7) - La paura.


Sonetto della valle meravigliosa

7. La paura.

Ora che si sono concessi, la lontananza è un merito
il mondo abitato è diventato loro, quello disperso
ospita Ermus il custode, lo senti dal lungo gemito

il guardiano del bosco, il fedele della terra,
tutto gli assomiglia e tutto egli spaventa
ogni cosa con i suoi artigli affilati afferra

Heloisa vuole sfuggire a un destino introverso
sfida  Dar il richiamo della tormenta.


Fabrizio Falconi-© riproduzione riservata 2015
Foto dell'autore.


19/08/15

Sonetto della valle meravigliosa (6) - La scoperta del mondo liquido.


Sonetto della valle meravigliosa

6. La scoperta del mondo liquido.

Al risveglio la mia anima ti scuote dolcemente,
Bun dé disse Dar, non sarai mai più senza
condusse Heloisa ad una fonte, la terra clemente

spalanca qui una porta nuova: Ega, la bellezza
non è più solida, tutto è liquido, spògliati
e naviga, solca, attraversa, scaccia-tristezza,

il mondo liquido ti accoglie, non serve più pazienza
rinasci, riappari, cambia, bacia, svègliati.

Fabrizio Falconi-© riproduzione riservata 2015
Foto dell'autore.

18/08/15

Sonetto della valle meravigliosa (5) - Estasi nello spirito dei boschi.




Sonetto della valle meravigliosa

5. Estasi nello spirito dei boschi. 

L'amore è creare qualcosa di nuovo, che prima
non esisteva, disse Dar, una terza cosa
tra me e te, esiste e si muove leggera come piuma

volteggia portata dallo spirito dei boschi
qualcosa che rende il mondo migliore
Heloisa  abbandonandosi chiuse gli occhi

nudi nel silenzio, liberi e fuori: la sposa
e il fauno fino all'estremo bagliore.

Fabrizio Falconi-© riproduzione riservata 2015
Foto dell'autore.



17/08/15

Sonetto della valle meravigliosa (4) - Chimera.



Sonetto della valle meravigliosa

4. Chimera

Il dolore quasi mi uccideva, ad ogni nuovo passo,
raccontò Heloisa, soltanto tu forse comprendi
Dar la toccava con il ramo di porfido rosso,

lei sentiva sciogliersi la neve intorno, la felce 
rinascere dopo millenni, il sole rialzarsi dal buio 
letto di odorosi frutti, tutto cresce tutto rinasce 

amandosi sfregava le cosce lisce: cosa difendi 
Heloisa, cosa pretendi, per te anch'io muoio. 


Fabrizio Falconi-© riproduzione riservata 2015
Foto dell'autore.