Questo
blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì - un catalogo
personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo". Non
saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario
degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti,
se non di tutti.
Ingmar Bergman aveva 39 anni quando realizzò Il posto delle fragole, da molti ritenuto uno dei suoi più grandi capolavori, oltre a essere il lavoro che lo portò al definitivo successo internazionale.
E sembra incredibile ancora oggi che un'opera di così tale complessità, di così profonda meditazione riguardo alla vita e alla sua relazione con la morte, con il senso della vita, alla luce dei passi falsi della memoria, dei consuntivi, della malinconia che ogni uomo deve scontare con il passato degli anni (e anche con la relativa gioia e/o consapevolezza) sia stata concepita e realizzata da un uomo che non aveva ancora compiuto i quaranta anni.
Il film è e fu innovativo sotto ogni punto di vista, presentandosi anche come una sorta di on the road ante-litteram e assolutamente sui generis.
La trama è piuttosto nota: il giorno prima della cerimonia che deve onorare e celebrare la sua lunga carriera come medico, il professor Isak Borg ha uno strano sogno in cui si trova ad affrontare la sua stessa morte. Il giorno successivo, decide di guidare alla volta della Lund University in compagnia di Marianne, sua nuora.
Durante il viaggio, il vecchio professore fa il punto sulla sua vita viziata dall'egoismo. Rivede la sua giovinezza con "il posto delle fragoline di bosco" dove suo cugino una volta lo ha portato.
Quindi rivede i suoi ricordi della sua vita di medico di campagna.
Mentre Marianne guida, Isak si addormenta e fa un sogno in cui si manifestano angosciosi sensi di colpa. Dopo essere stato dichiarato "colpevole di colpa", è accusato della sua freddezza. Poi vede l'infedeltà di sua moglie quarant'anni prima
Dopo un ultimo rimprovero che Marianne rivolge al patrigno un figlio che le sarebbe piaciuto mantenere nonostante l'opposizione di suo marito, Isak è solennemente incoronato dall'Università di Lund .
Prima di addormentarsi, cerca di conciliare suo figlio e sua nuora.
Quindi sogna le scene felici della sua infanzia.
Il cast del film vede quasi tutti gli attori cari a Bergman. Il protagonista, Victor Sjöström, è un nome illustre del cinema svedese, nonché maestro professionale di Bergman, che lo aveva già voluto per un piccolo ruolo in Verso la gioia (1950).
Il film, girato fra gli studi della Svensk Filmindustri e la città di Lund, nello Skåne län (la parte più meridionale della Svezia), esce in patria il 26 dicembre 1957.
In Italia sono uscite due versioni in DVD del film, una nel 2002 e un'altra, rimasterizzata, nel 2005.
Un film che rappresenta la summa del lavoro di Bergman e una meditazione potente e necessaria per ogni spettatore, ieri come oggi.