Mille e 200 metri quadri di
affreschi. Il ciborio con i gigli Farnese in foglia d'oro e la
pala d'altare firmata da Carlo Maratta. E soprattutto gli otto
secoli di storia, accoglienza e bellezza.
Dopo due anni di
restauro, tornano a mostrarsi in tutta la loro luce al pubblico
le Corsie Sistine al complesso Monumentale di S. Spirito in
Saxia, l'ospedale piu' antico d'Europa.
Un incredibile esempio di
architettura civile e arte, voluto nel 1475 da Papa Sisto IV,
alla cui riapertura è intervenuto il presidente della
Repubblica Sergio Mattarella.
"La corsia Sistina - racconta la soprintendente speciale di
Roma, Daniela Porro - era la corsia storica dell'ospedale voluto
Sisto IV Della Rovere in occasione del Giubileo".
Reclutando
l'architetto Baccio Pontelli e lo scultore Andrea Bregno, il
Pontefice aveva infatti voluto ristrutturare tutto
l'Arcispedale.
L'edificio era costituito da due imponenti sale
che prenderanno il nome dei medici Lancisi e Baglivi, raccordate
da un tiburio ottagonale sotto il quale svetta un elegante
ciborio, probabilmente unica opera romana di Andrea Palladio,
arricchito dalla pala d'altare dedicata a San Giobbe, eseguita
da Carlo Maratta.
Ma ci sono anche due maestosi portali, il piu'
esterno del Bernini e quello interno, detto del Paradiso, opera
di Bregno.
E poi la seicentesca Ruota degli Esposti dove
venivano depositati i neonati, altrimenti tragicamente
abbandonati sulle rive del Tevere.
"E' una sorta di cappella Sistina degli ospedali storici, sia
per l'importanza del committente, sia per la straordinaria
bellezza dell'apparato decorativo e l'ampiezza del luogo -
prosegue la Porro -. Gli affreschi ci raccontano la storia degli
anni '70 del '400 e le imprese voluta dal Papa, dalla
costruzione di ponte Sisto alle chiese realizzate in quegli
anni".
In tutto, oltre 60 scene realizzate da artisti di scuola
umbro-laziale e da discepoli di Melozzo, Ghirlandaio,
Pinturicchio e Antoniazzo Romano.
"Poi, pero', la storia continua
- aggiunge la Porro - e il complesso è stato arricchito con il
Palazzo del commendatore, con la Chiesa di S. Spirito in Sassia,
con la Biblioteca Lancisiana".
Finanziati dalla Regione Lazio per la Asl Roma 1, i lavori di
restauro si sono concentrati anche sul ciborio, nei secoli,
racconta la restauratrice Maria Rosaria Di Napoli, "segnato da
sporco e percolamenti dall'alto. La difficolta' maggiore,
equilibrare i diversi materiali, perche' questo e' un gioiello:
abbiamo il legno policromo e dorato, lo stucco, la tela, i
marmi. I colori non si vedevano quasi piu'. Anche il lanternino,
tutto di legno, proprio per l'acqua, aveva perso molta
superficie pittorica. Ma l'emozione piu' grande è stata riportare
finalmente alla luce la firma originale di Maratta sulla pala
dedicata a San Giobbe".
Per l'occasione, il complesso dell'Arcispedale verra'
valorizzato con un progetto di illuminotecnica, aperto ai
cittadini dal 22 al 24 luglio.
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