28/09/14

La poesia della domenica - "Figlia (a mia figlia)" di Antonella Anedda.




Figlia (a mia figlia)


Mi piace la sua fierezza quando combatte contro di me
e grida "non è giusto". E i suoi occhi a fessura
come le persiane nelle città di mare.
La sua vita piena di falò - visibili e invisibili -
fuochi che ardono a ogni anno che avanza
per farla vivere ancora e ancora in un miracolo di fumo.
E' questo stare al caldo, credo, a darle il senso del perdono
quel suo baciarmi la spalla all'improvviso, se la sgrido.
Forse ricorda i ferri da cui è nata
e il cui segno mi attraversa la pelle senza orrore.
E' uscita dalla pancia mentre io dormivo. Ci unisce la pace
l'assenza di urla, il mio pudore.
Siamo una tela di Giovanni Bellini: una vergine e un coniglio
gentile.


Antonella Anedda

1 commento:

  1. Se a volte mi sovviene di Antonella,
    rimastico fra me: quant'eri bella!
    Se invece il mio ricordo va ad Anedda,
    recrimimo così: quant'eri fredda!

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