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12/08/15

Torna Twin Peaks, David Lynch e Mark Frost al lavoro !



Per qualcuno, e io sono tra questi, Twin Peaks è davvero l'inizio di tutta l'epopea della moderna serialità tv di alta qualità che rappresenta la vera novità nel linguaggio culturale dei primi anni 2000.

Farà dunque piacere ai molti appassionati di allora - e agli appassionati alle serie di oggi - questa notizia: 

Partiranno a settembre le riprese del sequel di Twin Peaks, thriller cult della Abc del 1990-91, che andrà in onda su Showtime

In pista entrambi i co-creatori della serie, David Lynch e Mark Frost, dopo il momentaneo addio al progetto da parte del regista, annunciato ad aprile via twitter con grande sconforto dei fan. 

Lo ha spiegato il presidente del gruppo Showtime, David Nevins. 

Lynch e Frost stanno scrivendo la nuova stagione, la terza, e lo stesso Lynch dirigerà tutti gli episodi.

"Non ho mai avuto dubbi sul fatto che gli avremmo fatto cambiare idea", ha commentato Nevins parlando del momentaneo forfait del regista. Superato l'intoppo relativo al numero degli episodi - "saranno piu' di nove", ha spiegato Nevins, senza specificare quanti - nel cast "ci saranno molti dei personaggi che il pubblico aspetta, ma anche sorprese"

Resta ancora un mistero la messa in onda, attesa comunque nel 2016.

07/07/15

750 anni di Dante: ricompare il ritratto del Bronzino, agli Uffizi.





Per me è forse il più bel ritratto esistente di Dante Alighieri. 

Da oggi, 7 luglio, sara' esposto in Galleria degli Uffizi il Ritratto allegorico di Dante Alighieri, dipinto nel 1532-1533 dal Bronzino.


Le vicende storiche di questa lunetta, spiega, una nota, sono legate a un episodio riferito da Giorgio Vasari nella Vita del Bronzino

Al suo ritorno da Pesaro il pittore ricevette da Bartolomeo Bettini la commissione dei ritratti dei tre padri della letteratura italiana, Dante, Petrarca e Boccaccio, da collocare nelle lunette di una stanza della sua abitazione

Dei ritratti dei tre grandi l'unico ad oggi conosciuto e' quello di Dante

"M'e' parso importante - commenta il direttore Antonio Natali - che in questo 2015, votato a celebrare i 750 anni dalla nascita dell'Alighieri, anche gli Uffizi fossero nel novero dei luoghi che rendono omaggio alla memoria del poeta".

17/06/15

Bauman: "Gli immigrati ci ricordano quanto sia fragile il nostro benessere."



"Il volume e la velocità' dell'attuale ondata migratoria è una novità e un fenomeno senza precedenti. Non c'e' motivo di stupirsi che abbia trovato i politici e i cittadini impreparati: materialmente e spiritualmente". 

Lo dice il filosofo Zygmunt Bauman in una intervista a Repubblica, sottolineando che dei migranti c'e' paura perché "gli stranieri potrebbero distruggere le cose che ci piacciono e mettere a repentaglio i nostri modi di vita". 

"La vista migliaia di persone sradicate accampate alle stazioni provoca uno shock morale e una sensazione di allarme e angoscia, come sempre accade nelle situazioni in cui abbiamo l'impressione che 'le cose sfuggono al nostro controllo'", spiega. 

"Fin dall'inizio della modernità fuggiaschi dalla brutalità delle guerre e dei dispotismi, dalla vita senza speranza, hanno bussato alle nostre porte. Per la gente da qua della porta, queste persone sono sempre state 'estranei', 'altri'". 

"La nostra ignoranza su che cosa fare in una situazione che non controlliamo è il maggior motivo della nostra paura"

"Gli immigrati ci ricordano in un modo irritante, quanto sia fragile il nostro benessere, guadagnato, ci sembra, con un duro lavoro. E per rispondere alla questione del capro espiatorio: è un'abitudine, un uso umano, troppo umano, accusare e punire il messaggero per il duro e odioso messaggio di cui e' il portatore".

Quanto ai partiti, aggiunge, ci sono quelli "abituati a trarre il loro capitale di voti opponendosi alla 'redistribuzione delle difficoltà" (o dei vantaggi), e cioè rifiutandosi di condividere il benessere dei loro elettori con la parte meno fortunata della nazionale, del paese, del continente (per esempio Lega Nord)". 

"La sinistra, o l'erede ufficiale di quella che era la sinistra, nel suo programma, ammicca alla destra con una promessa: faremo quello che fate voi, ma meglio". 

24/01/15

Goethe collezionista di autografi. (Una grande mostra a Weimar).



Oltre a essere un genio universale, scrittore, poeta, scienziato e umanista, Johann Wolfgang von Goethe era un appassionato collezionista, non solo di arte, ma anche di manoscritti di grandi del suo tempo. 

Una mostra a Weimar, organizzata dall'Archivio Goethe e Schiller, espone alcuni di questi preziosi documenti, mai mostrati al pubblico prima, fra cui testimonianze di Mozart e Napoleone. 

Nella maturità Goethe (1749-1832) aveva sviluppato una accesa passione per gli autografi di grandi personaggi contemporanei o anche gia' scomparsi da tempo. Amici e conoscenti lo aiutavano a nutrire la sua collezione. 

"Negli ultimi 25 anni della sua vita Goethe ha raccolto attorno ai 2.000 documenti di circa 1.500 personalità", ha detto la curatrice, Evelyn Liepsch. 

Una piccola selezione (14 manoscritti) e' esposta nella mostra, che si e' aperta oggi a Weimar e chiude il 28 giugno: "Da Mozart a Napoleone" il titolo. 

Goethe raccoglieva lettere, appunti, disegni, certificati, alberi genealogici, pagine di spartiti o semplici autografi di artisti, studiosi, politici e sovrani. Fra di essi, esposta ora a Weimar, anche la copia di una firma di Napoleone, che peraltro conobbe in vita. 

L'Archivio possiede anche una piccola lettera scritta a Goethe dall'imperatore francese che pero' non e' esposta: "noi non siamo un museo ", ha spiegato la curatrice alludendo alla scelta e al numero limitato dei documenti selezionati. 

Altra testimonianza preziosa e' un frammento di una partitura di Mozart inviato a Goethe da una amica di Vienna con cui corrispondeva. Si tratta di una pagina manoscritta della Fantasia per pianoforte in do minore, ultimata dall'amico del grande compositore, il clarinettista Anton Stadler. 

Altro documento significativo, una lettera dal lascito di Moses Mendelsohn (1729-1786). Il celebre filosofo tedesco proveniva da una illustre famiglia della borghesia ebrea che ha prodotto anche il grande compositore romantico, Felix Mendelsohn Bartholdy (1809-1847), nipote del filosofo. 

La morte precoce del poeta e amico Friedrich Schiller nel 1805, ha contribuito ad alimentare la passione di Goethe per gli autografi di "persone eccezionali, notevoli, capaci", egli stesso si vedeva sempre piu' attraverso il filtro storico, ha spiegato la curatrice Liepsch. Goethe teneva molto alla sua collezione, da lui meticolosamente archiviata, e usava spesso sfogliare e rimirare gli oggetti raccolti, come i manoscritti di partiture. 

Arricchiva il suo tesoro durante viaggi, attraverso scambi, o anche grazie all'aiuto di amici che sapevano della sua passione. Accanto al piacere di possedere degli originali,  Goethe amava il contatto con questi documenti "per poter evocare e richiamare attorno a se' - come scrisse egli stesso nelle lettere - gli spiriti delle persone allontanatesi o scomparse" .

08/10/14

Cinema: primo Ciak per Odissea girata interamente in greco antico e latino.



La spiaggia di Stintino, in Sardegna



A Stintino come a Itaca, per un'Odissea girata interamente in greco antico e in latino. 

E' l'ambizioso progetto cinematografico che ha preso il via oggi sulla spiaggia di "Lu Forrazzu", che nel pomeriggio ha ospitato il primo ciak del film "Da Itaca con amore - L'Odissea", adattamento in chiave contemporanea dell'Odissea di Omero firmato dal regista inglese Malachi Bogdanov.

La troupe e gli attori, a cominciare dal britannico Giles Terera nei panni di Omero e dalla cagliaritana Michela Sale Musio nelle vesti di Atena, saranno impegnati a Stintino per un mese. Oggi hanno presenziato alle riprese anche il produttore Simon M. Woods e il produttore associato, nonché' presidente del Cineclub Sassari, Carlo Dessi'.

Il film sara' sottotitolato tramite "crowdsourcing" globale nelle lingue di ogni continente, sara' diffuso gratuitamente in tutte le scuole e le università e distribuito anche nei cinema, in televisione, online e su cd. 


21/07/14

Nabokov, lo scrittore della felicità: arriva l'e-book di Lila Azam Zanganeh.


Lila Azam Zanganeh


Vladimir Nabokov scrittore della felicita' per eccellenza e della luce. L'autore di 'Lolita' era prima di tutto questo per la scrittrice di origini iraniane LilaAzam Zanganeh che lo racconta, con un originale intreccio tra romanzo e saggio, in 'Un incantevole sogno di felicita'. Nabokov, le farfalle e la gioia di vivere' (euro 6,99). 

Il libro esce in Italia in ebook ed inaugura la collana 'Mosaico' della casaeditrice digitale indipendente emuse con illustrazioni di Thenjiwe Niki Nkosi, nella traduzione di Stefania Riga, dopo la pubblicazione nel 2011 in versione cartacea per L'Ancora delMediterraneo. 

"Volevo far riscoprire Nabokov, la sua propensione alla felicita' e alla bellezza, il suo essere scrittore della consapevolezza e volevo avvicinare il maggior numero di persone possibili alla sua idea di letteratura e far capire che non e', come si crede, un autore difficile" dice all'ANSA Lila Azam Zanganeh, 37 anni, che e' nata a Parigi da genitori iraniani, ha fatto un master su Nabokov, insegnato ad Harvard, vive a New York e sta scrivendo, con Jesse Lichtenstein, una sceneggiatura su Nabokov per un film che sara' prodotto da Didier Jacob. 

 Il libro e' un viaggio in 15 tappe nell'immaginario nabokoviano, con molte citazioni dalle opere dello scrittore russo e con molti spunti immaginari, tra cui un'intervista inventata, impossibile al punto da sembrare vera, in cui si mostra un Nabokov lontano dallo stereotipo che lo associa al malessere morale e sessuale. 

Per 'Un incantevole sogno di felicita" ha avuto, caso raro e difficilissimo, anche l'approvazione di Dmitri Nabokov, il figlio dello scrittore e dell'adorata moglie Vera Slonim, morta nel 2012 e spauracchio di tanti nabokoviani. 

"All'inizio avevo paura di Dmitri, grande traduttore in inglese delle opere del padre, un uomo molto attento ai dettagli, un pO' misogino, ma alla fine l'incontro con lui, nel 2003, mi ha dato coraggio. Gli ho letto tutto il libro a voce alta, poteva distruggermi e alla fine mi ha dato i diritti delle opere e soprattutto mi ha detto che avevo trovato la voce di suo padre. Siamo diventati amici e sono rimasta vicino a lui fino alla fine" dice Lila che e' stata scelta anche per fare parte della Fondazione Nabokov per coltivare la memoria dello scrittore scrittore. 

"Nabokov - spiega Lila - diceva che ci sono diversi tipi di scrittori, il peggiore e' il maestro e il migliore e' l'incantatore, quello che trasforma il nostro sguardo. L'arte non ci insegna niente, ma attraverso la letteratura guardiamo meglio il mondo. La bellezza e' importante ed e' il sentiero verso il mondo dell'immaginazione che per Nabokov e' la realta' al suo livello piu' alto. Con questo sguardo entriamo nella luce" sottolinea Lila a cui non interessa l'autofiction che ora va tanto di moda, ma proprio questo rapporto con l'immaginazione. 

"Tutti i grandi romanzi sono dei racconti di fata". E cosi' in Lolita e nel libro preferito da Lila, 'Ada o ardore', la gioia deriva da un'esperienza estrema, dal desiderio spinto alla follia.

Il libro digitale - che in Italia ha ancora un mercato limitato - per la scrittrice e' "la forma perfetta per 'Un incantevole sogno di felicita". 

Fin dall'inizio lo avevo immaginato in ebook. Il libro e' nato visuale, ci sono tante immagini, disegni, anche un photoshop in cui io appaio di spalle come intervistatrice dello scrittore.

E' anche un oggetto ludico nel rispetto della verita' di Nabokov" sottolinea Lila che scrive in inglese, parla tantissime lingue e benissimo l'italiano che la mamma poetessa le ha fatto amare da bambina. 

"L'Italia per me e' la seconda patria. Da bambina l'ho girata tutta e rappresenta per me un universo favoloso. I piu' cari amici che ho a New York sono italiani". E ora Lila sta scrivendo un romanzo sull'amore che "e' una riscrittura, molto fantastica, dell'Orlando furioso' dell'Ariosto. 

03/12/13

"Una volta nella vita, l'impensabile capita a tutti" - Andrew Sean Greer presenta 'Le vite impossibili di Greta Wells'.




"In quale epoca e luogo e' stato facile essere donna?" si domanda Greta Wells che, con le sue "vite impossibili", e' protagonista del nuovo romanzo - appena uscito anche in Italia per Bompiani - di Andrew Sean Greer, l'autore di 'La storia di un matrimonio'. Un viaggio nel tempo che e' una scoperta di un se' frastagliato, quello della rossa Greta, che si ritrova trasportata nelle vite che avrebbe potuto vivere se fosse nata in epoche diverse.

L'originale e' la donna del 1985, che passa un momento di forte depressione dopo la morte per Aids del gemello gay Felix e l'abbandono del compagno di una vita, Nathan. E' lei, con la sua scelta di affrontare un 'trattamento elettroconvulsante', a dar vita a una girandola temporale che la porta a dislocarsi nel 1918, dove e' un'adultera bohemienne, in attesa del ritorno del marito medico Nathan dalla guerra, e nel 1941, dove si scopre moglie (sempre di Nathan ovviamente) e madre devota.

Motore dell'azione, il dolore della perdita: "Volevo scrivere un libro pieno di speranza e per farlo forse dovevo cominciare da un lutto perché - riflette - ciò che provoca cambiamenti di vita e' una rottura, la sensazione che non vuoi più essere te stesso e vivere nel tuo mondo". 

A fare compagnia a Greta nella ricerca di un "mondo vivibile" l'eccentrica e semialcolizzata zia Ruth, il giovane amante Leo, il gemello gay e il suo compagno Alan, i cui ruoli cambiano a seconda dell'epoca storica perche' - scrive Greer - "con grande tristezza, vedevo tante persone nate nell'epoca sbagliata per essere felici". 

"A me piacerebbe essere nato all'inizio del Novecento, il periodo della nascita artistica dell'America, ma come gay - osserva lo scrittore, camicia tie and dye griffata, occhi azzurri limpidi e sorriso coinvolgente - non avrei avuto vita facile: questo libro mi ha convinto a vivere nel presente, perché non si puo' idealizzare il passato. Forse poi tra quarant'anni nessuno si chiederà più perché sei gay, ma accetto anche questo momento, mentre penso che per le donne ci vorrà piu' tempo".

Nonostante le dislocazioni temporali, infatti, Greta nella sua ricerca d'amore si trova sempre a dover scegliere se essere "zitella, moglie o puttana", alternative che "oggi non sono diverse, solo che le donne - riflette - sembrano più disposte a essere provocanti come Miley Cirus che intelligenti e coraggiose come Hillary Clinton, ma questa e' la vostra sfida: essere il genere di donna che gli uomini odiano, che vogliono abbattere". 

La sua Greta, che ha la possibilita' di scegliere, spezza il cerchio scoprendo che il mondo perfetto e' quello "in cui sei necessario", ma la sua "non e' una scelta passiva, perché ogni alternativa era valida, ma solo la decisione - spiega Greer, pregando di non rivelare il finale del libro - di essere piu' vicina ai suoi cari". Come ha fatto lui, che vive a San Francisco insieme al marito, e ha come vicino di casa il suo gemello, cui e' legato da un rapporto simbiotico come quello che unisce Greta e Felix, "tanto che - rivela - c'e' qualcosa di me in ognuno dei due".

E una precisa profezia: "una volta nella vita, l'impensabile capita a tutti", è anche il folgorante incipit del romanzo e forse, il motto stesso della vita di A.S.Greer.  


15/10/13

"Pasolini e Roma" - Una grande esposizione alla Cinematheque francese di Parigi.




Pasolini e Roma, un legame inscindibile e un rapporto di scambio tra il regista, sceneggiatore, poeta e scrittore, nato a Bologna il 5 marzo 1922, uno dei maggiori artisti e intellettuali del XX/o secolo, ma anche il piu' "scandaloso e controverso", e la capitale italiana (dove si e' trasferito dal 1950 fino alla morte nel 1975). E' il tema dell'ampia e ricca esposizione che si apre domani alla Cinematheque francaise di Parigi (fino al 26 gennaio) organizzata in collaborazione con il Centro de cultura contemporanea di Barcellona (dove e' stata in cartellone fino al 15 settembre), il Palazzo delle esposizioni di Roma (in cui fara' tappa dal 3 marzo all'8 giugno 2014) e il Martin-Gropius-Bau di Berlino (in mostra dall'11 settembre 2014 al 5 gennaio 2015). Gli archivi di Bologna e Firenze e l'Istituto Luce, con il contributo della cugina di Pasolini, Graziella Chiarcossi, custode dell'eredita' letteraria del maestro, hanno messo a disposizione lettere autografe, sceneggiature, foto, film, documenti inediti, libri, locandine, dipinti, disegni e oggetti personali e intimi. 

Il percorso espositivo di 'Pasolini-Roma' e' cronologico e la voce di Pasolini accompagna il visitatore attraverso le varie sezioni che sono anche i luoghi della capitale che il maestro frequentava.

"La mostra - dice il direttore della Cineteca, Serge Toubiana - cerca di rendere conto dell'importanza e della complessita' dell'uomo attorno a un tema preciso, Roma vista attraverso lo sguardo Pasolini: i film, le amicizie, i suoi lavori come l'incarico di professore in un liceo di Ciampino, le case in cui ha abitato. Pasolini si e' impregnato di questa citta' per ridipingerla a suo modo".

Si parte con il suo arrivo in "una casa di poveri" nella periferia di Roma dal Friuli, quindi l'appartamento in via Fonteiana 86, nel quartiere di Monteverde, dove porta a compimento il suo primo romanzo 'Ragazzi di vita', quello in via Giacinto Carini 45, dove visse dal 1959 al 1993, nello stesso palazzo di Bernardo Bertolucci, il quale e' diventato poi il suo assistente, e poi l'ultima residenza in Via Eufrate e la trattoria di Ostia dove ha cenato prima di essere assassinato. Nel mezzo vari flash back: Piazza del popolo e il bar Rosati dove era solito incontrare gli amici, Elsa Morante, Alberto Moravia e Laura Betti, la collaborazione con Fellini sul set de 'Le notti di Cabiria'. Ma anche le frequentazioni con Ungaretti e Calvino, i viaggi a New York, Parigi e in Africa, la relazione professionale e di profonda amicizia con Ninetto Davoli (presente all'inaugurazione della mostra che lo ricorda con grande affetto e fierezza), le sue 33 denunce e l'accanimento della giustizia nei suoi confronti, tra l'altro, per vilipendio alla religione con il film 'La ricotta', per una presunta tentata rapina ai danni dell'addetto a un distributore di benzina, per censurare 'Accattone' e per le parolacce in 'Mamma Roma'. Ci sono anche estratti e sceneggiature di film (in programma nella sala della Cinematheque fino al 2 dicembre) da 'Accattone' (1961), a 'Il vangelo secondo Matteo' e 'Comizi d'amore' (1964), 'Uccellacci e uccellini' (1966), 'Teorema' (1968), 'Medea' (1969), 'Salo' e le centoventi giornate di sodoma' (1975). Tra le novita' della mostra un percorso virtuale sulla Roma di Pasolini disponibile sul web. Oltre a spettacoli, letture, giornate di studi. Persino due stazioni della metropolitana parigina dedicate a Pasolini.

"Questa esposizione non e' assolutamente commemorativa, Pasolini non deve diventare un monumento - spiega il curatore francese, Alain Bergala -: Pasolini non e' morto, il suo pensiero non e' morto". "Nel XX/o secolo gli artisti che hanno meglio interpretato o incarnato Roma non erano romani, salvo due eccezioni, Roberto Rossellini e Alberto Moravia - ricorda anche Gianni Borgna -. Pasolini, bolognese e friulano, fa cadere il velo che nascondeva la Roma di periferia. Nei suoi romanzi e film mostra un'altra Roma, a tal punto che si puo' dire che c'e' una Roma prima e dopo Pasolini".