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29/06/17

Tornano in Libreria i "Misteri dei Rioni e dei Quartieri di Roma" in edizione tascabile.




Torna in libreria, dalla seconda metà di luglio, Misteri e segreti dei rioni e dei quartieri di Roma, che ho scritto per l'editore Newton Compton nel 2013, e che era ormai esaurito. 

Si tratta di un volume (416 pagine) che racconta storie poco conosciute su molti luoghi di Roma, frutto del lavoro personale di ricerca degli ultimi anni (parte di questo materiale è il frutto degli articoli pubblicati nel tempo su questo e su altri blog). 

Qui sotto trovate l'indice completo dei luoghi che ho trattato nel libro, nella divisione per gli antichi ventidue rioni di Roma e dei quartieri periferici. 


I – Monti

1. Il sacello della Papessa Giovanna
2. L’antichissimo ritratto del Salvatore nel mosaico della Basilica di San Giovanni in Laterano.
3. Villa Aldobrandini, la Villa nascosta e il dipinto più bello del mondo
4. Il Quadrato Magico e il palindromo nei sotterranei di Santa Maria Maggiore.
5. L’immagine acheropita conservata nel Sancta Sanctorum della Scala Santa al Laterano e il Velo di Camulia.
6. La Torre delle Milizie, la più alta di Roma.
7. La Chiesa dei Santi Silvestro e Martino ai Monti, e i Papi morti di morte violenta.

II- Trevi

1. La testa di San Giovanni Battista nella chiesa di San Silvestro in Capite in Piazza San Lorenzo.
2. La strana storia del Vicolo Scannabecchi
3. Il palazzo Mengarini al Quirinale e la leggenda dell’avvocato Agnelli
4. La  basilica dei Santi Apostoli, le reliquie di Filippo e Giacomo, le più sicure della cristianità.
5. L’Asso di coppe nella Fontana di Trevi.
6. Il palazzo Maccarani – Brazzà, dove nacque il più grande esploratore italiano.
7. Palazzo Barberini e il prodigio del sole nell’uovo.



III – Colonna

1. I resti della grandiosa Meridiana di Augusto nelle cantine dei palazzi di San Lorenzo in Lucina.
2. Il Vicolo della Spada d’Orlando.
3. Via Capo le Case e la dimora romana di Teresa di Lisieux.


IV – Campo Marzio

1. Via Margutta, Novella Parigini e il Segno del Comando.
2. La Cappella Chigi nella Basilica di Santa Maria del Popolo, Dan Brown e la setta degli Illuminati a Roma. 
3. Piazza di Spagna, il malocchio e il fischio del Mosè.

V- Ponte

1. Il trofeo del Teatro Apollo sul Lungotevere, oggi scomparso, il primo teatro pubblico di Roma e il genio stravagante di Cristina di Svezia.
2. La Casa di Fiammetta e le tombe delle prostitute.
3. Via Giulia, l’Arco dei Farnese e il prodigio della mula che partorì.
4. La Basilica di Sant’Apollinare e la misteriosa sepoltura di Renatino, il boss della Banda della Magliana.

VI – Parione

1. Il monumento a Giordano Bruno in Campo de’ Fiori.
2. La Tomba di Laudomia, figlia di Brancaleone, nella chiesa di San Pantaleo.
3. La  Piazza del Biscione, il Teatro di Pompeo e le mummie spaventose di Roma.

VII – Regola

1. La magica prospettiva di Borromini e il piano nobile di Palazzo Spada.
2. Il Ponte Garibaldi
3. Il Palazzo del Monte di Pietà e l’orologio dalle ore matte.


VIII – Sant’Eustachio

1.La chiesa di Sant’Eustachio e il patrizio romano che diede il nome ad un intero rione.
2. Il prodigio architettonico di Sant’Ivo alla Sapienza e il genio irrequieto di Borromini
3. La Buca dei Malati di Via delle Coppelle e la più antica iscrizione in lingua latina.

IX – Pigna

1. Le chiese del Gesù e di Sant’Ignazio e la tomba di Kircher sparita
2. Largo Argentina, la Curia di Pompeo, il luogo esatto dove fu assassinato Giulio Cesare.
3. Il pulcino della Minerva, un condensato di sapienza ed esoterismo.
4. La Chiesa di San Marco Evangelista al Campidoglio e il Vangelo scritto a Roma.

X-Campitelli

1. La chiesa di Santa Francesca Romana e l’impronta del ginocchio di San Pietro.
2. La casa di Michelangelo a Macel de’ Corvi (oggi Piazza Venezia)
3. Il simbolo di Roma: la Lupa dei Musei Capitolini, forse un falso medievale.
4. Il misterioso Lupercale, forse ritrovato.
5. La statua parlante di Madama Lucrezia in Piazza Venezia.
6. Il bambinello miracolo dell’Aracoeli, un furto senza colpevoli. 
7. L’orologio di Roma, sul campanile del Palazzo Senatorio al Campidoglio.

XI- Sant’Angelo
1. I misteri della Fontana delle tartarughe di Piazza Mattei.
2.La casa di Lorenzo Manilio
3. Il Portico d’Ottavia e il fantasma.

XII – Ripa

1.  Il roseto comunale e le migliaia di tombe nascoste del cimitero ebraico.
2.  La Bocca della Verità e la mirabile leggenda della scaltra donna.
3. Il più antico tempio in pietra di Roma nell’area sacra di Sant’Omobono.
4. La Cloaca Maxima, la fognatura più famosa della storia.

XIII – Trastevere

1. La statua di Cecilia e il corpo della Santa di Trastevere rimasto intatto.
2. Il carcere di Regina Coeli e i tre gradini.
3. La Quercia del Tasso al Gianicolo e la campana salvata da Garibaldi.
4. L’Orto Botanico del Gianicolo.
5. Villa Sciarra e la damnatio memoriae di Mussolini.

XIV- Borgo

1. La fontana scomparsa e Sant’Elena.
2. Castel Sant’Angelo e la spada delle esecuzioni.
3. Il Vicolo del Campanile e la Casa di Mastro Titta.  

XV- Esquilino

1. Il tempio di Minerva Medica
2. Il Titulus Crucis nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme.
3. La Stazione Termini e l’Obelisco spostato.

XVI – Ludovisi

1. Il demonio con la faccia di un Papa nella Chiesa dei Cappuccini a Via Veneto.
2. Villa Ludovisi e il Casino dell’Aurora.
3. Via Veneto e i numeri di Fra’ Pacifico.

XVII – Sallustiano.

1. Villa Paolina, in Via XX Settembre, e le sue magie.
2. La sede del Ministero delle Finanze in Via XX Settembre, il Palazzone delle disgrazie.
3. La Chiesa di Santa Maria della Vittoria e la meraviglia dello scandaloso Ermafrodito.

XVIII – Castro Pretorio.

1. Il trompe-l’oeil del monaco Fercoldo nel chiostro delle Terme di Diocleziano.
2. La meridiana di Santa Maria degli Angeli e il Mezzogiorno a Roma.
3. Le Naiadi di Piazza Esedra che scandalizzarono Roma.

XIX - Celio

1. La Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo a Caracalla e le fasce dell’apostolo Pietro.
2. San Giovanni in Oleo, la memoria dell’apostolo amato da Gesù
3. I grandiosi e nascosti resti del Tempio del Divo Claudio.
4. La Basilica dei Santi Quattro Coronati e le misteriose iscrizioni dei giochi nel Chiostro.
5. L’Arco di Costantino e la divinità senza nome.

XX- Testaccio

1. Il cimitero acattolico e i fantasmi di Keats e di Shelley.
2.  La Piramide Cestia e il sarcofago scomparso. 
3. Il Monte dei cocci, commercio, bagordi e movida.

XXI – San Saba

1. La Fonte di Mercurio e la Casina del Vignola a Piazza di Porta Capena.
2. I graffiti di Porta San Sebastiano, sulla Via Appia.
3. La casina del Cardinal Bessarione.


XXII – Prati

1. La Casa Balla  in Via Oslavia
2. Ponte Cavour e il mito di Mr. Ok
3. Il Palazzaccio di Piazza Cavour e l’incredibile storia di Crepereia e della sua bambola.




QUARTIERI

I. Flaminio
1. Ponte Milvio
2. L’Oratorio di Sant’Andrea a Ponte Milvio e la testa dell’Apostolo Andrea.
3. La casa – museo di Hendrik Christian Andersen e il fantasma di Henry James.


II. Parioli

1. Il Monte Antenne e il ratto delle sabine.
2. Villa Glori e l’Abisso Charlie.
3. La Chiesa dedicata a Roberto Bellarmino, un inquisitore divenuto santo.

III. Pinciano

1. La Madonna dei Palafrenieri, il dipinto maledetto di Caravaggio, nella Galleria Borghese.
2. Le catacombe di San Valentino e gli immensi tunnel sotto la collina dei Monti Parioli.
3. Il misterioso Muro Torto e le tombe dei carbonari.

IV. Salario

1. Villa Albani e la collezione invisibile iniziata dal Padre dell’archeologia.
2. La Casa delle Scuffie di Via Nomentana.
3. La Chiesa di Santa Maria della Mercede e di Sant’Adriano a Viale Regina Margherita.

V. Nomentano

1. Il bunker di Mussolini a Villa Torlonia
2. La scritta del rifugio bellico di Via dei Villini.
3. La Ficulea, l’antica Via Nomentana e la Villa Patrizi distrutta.

VI. Tiburtino

1. San Lorenzo fuori le mura e le spoglie di Santo Stefano il primo martire cristiano.
2. Torpignattara e le spoglie di Elena.
3. Il cimitero del Verano

VII. Prenestino-Labicano

1. Il Pigneto, da set di Pasolini a movida romana.
2.  La colossale Porta Maggiore, oggi sommersa dal traffico e il sepolcro del fornaio Eurisace.
3. La Villa dei Gordiani e la breve epopea dei tre imperatori.

VIII. Tuscolano

1. L’acquedotto Felice e l’oscura Via del Mandrione.
2. La magia di Cinecittà e lo champagne di Cleopatra.
3. La lapide di Via Nuoro e l’Obelisco dedicato da Adriano ad Antinoo.

IX. Appio Latino

1. Le misteriose iscrizioni sui muri delle Catacombe sulla Via Appia Antica.
2. La chiesetta del Domine Quo Vadis lungo la Via Appia e la misteriosa apparizione a Pietro.
3. L’Alberone che ha dato il nome ad un Quartiere. 

X. Ostiense

1. La Via Tecta di San Paolo e il misterioso cimitero delle scarpe
2. La Cappella della Separazione tra Pietro e Paolo sulla Via Ostiense.
3. La Basilica di San Paolo fuori le mura e i tondi con la profezia di Malachia.


XI. Portuense

1. La Villa dei Papi alla Magliana
2. La necropoli di Castel Malnome e il misterioso teschio dell’uomo senza bocca
3. L’Arsenale Pontificio, vicino al Porto di Ripa Grande.

XII. Gianicolense

1. Villa Doria Pamphilj il polmone verde della città.
2. La Basilica di San Pancrazio
3. La Casa di Riposo Vittoria, l’ultimo dei mendicicomi della Capitale.

XIII. Aurelio

1. Monte Ciocci e la Valle dell’Inferno, due toponimi e due storie
2. Porta Cavalleggeri e il tiro di schioppo di Cellini.
3. L’antica Via Aurelia e il fantasma della pimpaccia.

XIV.  Trionfale

1. Il manicomio di Santa Maria della Pietà e i graffiti di NOF4
2. La cappella della Visione a La Storta e l’estasi di Sant’Ignazio.
3. La Tomba di Nerone e il triste presagio sul destino di Napoleone.

XV. Della Vittoria

1. L’obelisco di Mussolini e il cartiglio sepolto nelle fondamenta
2. Monte Mario: una storia di nobili, stelle e ..Ufo.
3. Villa Stuart e il fantasma di Emmeline.

XVII. Trieste

1. I misteri del Quartiere Coppedè.
2. La sedia del diavolo, in piazza Elio Callistio.
3. Le catacombe di Santa Priscilla e il Lupo Mannaro della seconda guerra mondiale.


Ostia

1. Le meraviglie nascoste del Parco dei Ravennati.
2. Le Terme del Sileno, la Spa di Adriano.
3. Il porto antico di Roma, la nave di Augusto affondata e Gregoriopoli, la città fortificata.

08/07/16

Beatrice Cenci, storia del fantasma più famoso di Roma.


Rappresentazione di Beatrice Cenci in una fotografia di Julia Margaret Cameron



Oggi, 8 luglio ricorre l'anniversario della nascita di Artemisa Gentileschi (8 luglio 1593), la grande pittrice romana. La ricordiamo con questo episodio poco conosciuto della sua vita, quando assistette in piazza alla esecuzione capitale di Lucrezia Borgia. 




La storia di Beatrice Cenci, il più famoso fantasma di Roma.


Il fantasma forse più famoso di Roma è quello di Beatrice Cenci, che con il tempo divenne una vera e propria eroina popolare, per tutti, ma che, prima di diventare un terrorizzante fantasma che si dice compaia ancora oggi portando la sua testa recisa tra le mani, fu la vittima sacrificale in un vero e proprio caso giudiziario, tra i più scandalosi e dibattuti dell’intera storia della Capitale.

Di questo processo infatti, parlò tutta Roma, e per secoli interi la fama della intricata vicenda influenzò grandi scrittori come Stendhal, Percy B. Shelley e Alexandre Dumas.

E c’era tutta Roma quel giorno, l’11 settembre (giorno non proprio fortunato, a giudicare dai corsi e ricorsi storici) del 1599 ad assistere, nella Piazza del Castel Sant’Angelo, alla terribile esecuzione della bella Beatrice, accusata di parricidio, e dei suoi complici.

Una folla incontenibile tanto che, nel caldo afoso in tanti svennero per la calca, altri addirittura finirono nel fiume.

Tra loro c’era anche il giudice Ulisse Moscato che aveva proclamato la sentenza di morte, c’erano i più grandi avvocati dell’epoca, Molella e Farinacci, che si erano divisi i ruoli della difesa e dell’accusa, c’erano turisti e curiosi, frati confessori e tutti i rampolli delle famiglie nobili dell’epoca, c’erano soldati e artisti: tra questi ultimi, perfino Michelangelo Merisi da Caravaggio e Artemisia Gentileschi, i più grandi dell’epoca.

È facile immaginare quale suggestione dovette suscitare l’esecuzione dei condannati. Prima madama Lucrezia, la matrigna di Beatrice e poi la stessa Beatrice furono decapitate a fil di spada.

Dopo di loro, Giacomo, il fratello più grande di Beatrice, fu squartato davanti alla folla, dopo che durante il tragitto fino al patibolo era stato torturato con tenaglie roventi.

Ma cosa avevano fatto costoro di così grave e imperdonabile per essere stati condannati a una fine pubblica così atroce? La vicenda umana di Beatrice, che visse soltanto ventidue anni, è tra le più tristi che si ricordi nella lunga storia di Roma.

Eppure la ragazza, quando era nata, il 12 febbraio del 1577, sembrava possedere tutte le caratteristiche del privilegio.

Beatrice era infatti nata dal matrimonio tra il Conte Francesco Cenci, che aveva ereditato una somma favolosa dal padre, dignitario e tesoriere della Camera Apostolica, ed Ersilia Santacroce. Come si usava spesso all’epoca, era un matrimonio consumato tra due adolescenti: gli sposi infatti avevano soltanto quindici anni.

Nei successivi venti, Ersilia diede al Conte ben dodici figli, tra cui due femmine, Antonina e Beatrice. Tutti i guai, nella vita di Beatrice, derivarono proprio dal padre, uomo terribilmente dispotico, collerico, violento con manie di persecuzione.

Quando Ersilia morì di parto, nel 1584, l’uomo mandò le figlie in un convento. Beatrice aveva allora soltanto sette anni. Restò per otto anni in clausura, finché, ormai adolescente, le fu permesso di rientrare in casa. Qui però trovò una situazione ancora più insostenibile. Il padre era ormai in preda a un vero delirio di dissoluzione: continuamente coinvolto in risse da strada, fatti di sangue, piccoli e grandi scandali (tra cui un’accusa di sodomia) stava minando il suo ingente patrimonio pagando avvocati senza scrupoli che lo liberavano dai guai a prezzo di spaventosi onorari.
La vita in famiglia, specialmente per le due figlie femmine, dovette molto presto tramutarsi in un inferno. E così quando Antonina, dopo aver scritto una supplica al papa, ottenne l’autorizzazione da Clemente VIII di sottrarsi alla autorità paterne e di convolare a nozze con il rampollo di una nobile casata di Gubbio, il padre, il conte Francesco, nel timore di perdere anche Beatrice, decise di segregarla.

La rinchiuse insieme a Lucrezia, la nuova moglie che aveva sposato nel 1593, in un remoto e lugubre castello, chiamato La Rocca, nella provincia del reatino, non distante dalla Valle del Salto.

Tutti i tentativi di Beatrice di evadere dalla prigione, anche con il ricorso a servitori o amici di famiglia, si rivelarono infruttuosi: non solo, per sfuggire ai debiti che stavano diventando insostenibili, ormai anche malato, il Conte pensò bene di trasferirsi lui stesso a La Rocca, portando con sé i due figli più piccoli, Bernardo e Paolo.

 La vita in quel luogo desolato divenne ancora più dura. Beatrice doveva subire ogni tipo di angheria e assistere ai maltrattamenti che il vecchio despota imponeva alla matrigna e ai figli.

Quando il vaso fu colmo, i figli decisero di passare all’azione e di sbarazzarsi con ogni mezzo del terribile padre. I primi due tentativi – un’imboscata organizzata da briganti presi a tradimento, e un avvelenamento – andarono a vuoto. Ma il terzo, andato in scena con la complicità di due servitori di stanza a La Rocca (i quali anche loro non ne potevano più del padrone), Marzio da Fioran, detto il Catalano, e Olimpio Calvetti, riuscì, anche se non così perfettamente come si era sperato: il fratello maggiore, Giacomo, in visita al Castello, preparò la pozione con l’oppio che servì a stordire il vecchio. Quando si fu addormentato, Marzio, senza pietà gli spezzò le gambe con un tortore, e Olimpio lo finì con un chiodo nella gola.

Fatale, per la cattiva riuscita del crimine, fu la decisione di simulare, come causa di morte, la caduta da un ballatoio del castello.

Il cadavere fu ritrovato la mattina dopo, ai piedi delle mura, e figli e moglie piansero finte lacrime per indurre a credere che si fosse trattato di una semplice disgrazia. Sulle prime il depistaggio riuscì.

 Il Conte fu seppellito nella chiesa del posto, e i famigliari fecero ritorno a Roma, nel palazzo della famiglia Cenci, apparentemente liberi dall’ossessiva presenza del vecchio padre-padrone. Ben presto però, in città cominciarono a correre voci e maldicenze sulla fine del Conte. Furono ordinate due inchieste.

La prima senza apparenti risultati, la seconda, richiesta direttamente dal Viceré di Napoli e con il parere favorevole del papa stesso, portò invece alla riesumazione del cadavere, all’esame di tutte le ferite presenti sul corpo, e all’interrogatorio serrato di diversi testimoni, tra cui una lavandaia del castello che confessò di aver nascosto un lenzuolo macchiato di sangue «che la figlia, Beatrice, aveva detto essersi macchiato del suo liquido mestruale».

 I presunti colpevoli, i due servitori, i fratelli Giacomo, Beatrice e Bernardo, e la matrigna Lucrezia furono dunque arrestati e cominciò per loro il calvario delle torture, che venivano usate sistematicamente per ottenere la confessione.

Il primo a cedere fu Olimpio, che in cambio della delazione degli altri complici fu lasciato fuggire, salvo poi essere ucciso da prezzolati sicari al soldo della famiglia Cenci, che temeva nuove confessioni a danno di altri membri del casato.

Anche l’altro servitore, Marzio, morì durante i feroci interrogatori.

Alla sfortunata Beatrice, che inizialmente negò tutto attribuendo le colpe unicamente ai domestici del castello, toccò il terribile supplizio della corda: il condannato, sospeso a mezz’aria a una corda pendente dal soffitto, con le braccia legate dietro la schiena, non poteva resistere.

 Non conosciamo con certezza il ruolo che Beatrice ebbe nel complotto per uccidere il padre. Fatto sta che la sua ammissione bastò per farle meritare la massima condanna, insieme agli altri complici del delitto.

Gli imputati vennero rinchiusi nelle carceri di Tordinona e di Corte Savella e a nulla valsero i tentativi dell’avvocato difensore. Beatrice avrebbe dovuto, per discolparsi, denunciare di essere stata violentata dal padre, ma la ragazza si rifiutò di farlo e la condanna fu emessa, senza indugi, per lei, per madama Lucrezia e per Giacomo.

Il fratello più piccolo Bernardo, ancora minorenne, fu risparmiato, e la sua pena commutata in lavori forzati a bordo delle galere pontificie. Dalla sua cella della prigione di Corte Savella, che sorgeva nei pressi del giardino degli Aranci sull’Aventino, Beatrice cercò di sfruttare anche una occasione che il caso le mise a disposizione: la terribile alluvione dell’inverno del 1598 che, con lo straripamento del Tevere causò anche il definitivo crollo del celebre Ponte Rotto, il più antico di Roma, di cui restarono solo pochi ruderi, in mezzo al letto del fiume.

Tratto da Fabrizio Falconi, I fantasmi di Roma, Newton Compton, nuova edizione, 2015

23/02/16

Una nuova presentazione di "Roma segreta e misteriosa". Sabato 27 febbraio 2016.




Per chi vuol sentire parlare un po' di Roma, delle sue storie e delle sue bellezze, c'è un nuovo appuntamento con la presentazione di Roma segreta e misteriosa.

Ecco qui i dettagli:

Sabato 27 febbraio, ore 18.30 
alla Libreria Arcadia 
Via Senofane, 143 00125 Roma 

La libreria è a Casalpalocco, all'altezza del Drive In.
Tel. 06.5053354 www.libreriarcadia.com

Vi aspetto, se vorrete.

Fabrizio

18/01/16

"Roma rassegnata e meticcia" - intervista a Fabrizio Falconi.



Intervista realizzata da Gabriele Ottaviani per Convenzionali.


Convenzionali ha recensito Roma segreta e misteriosa di Fabrizio Falconi: ora, abbiamo il piacere di intervistarne l’autore.

Perché scrivere un libro su Roma e sui suoi aspetti più insoliti, esoterici, magici?

Perché, come disse una volta Sigmund Freud, Roma assomiglia a un’entità psichica, dove il passato è ovunque e convive con il presente e con il futuro. E proprio come una entità psichica, Roma può essere indagata ad libitum, scoprendo sempre nuovi aspetti, nuove profondità e nuove luci e nuove ombre. Poi Roma, proprio per questa lunghissima abitazione umana, lunga tre millenni, nasconde, custodisce storie e misteri più di ogni altra città al mondo.

Che città è Roma oggi?

Una città un po’ rassegnata, e completamente meticcia ormai. I Romani sono, per la prima volta nella sua storia, minoranza. Prevalgono i forestieri, la gente che vive qui ormai proviene da ogni parte d’Italia e del mondo. È ormai una città meticcia, e anche dal fascino decadente, un po’ come Istanbul.

Ci sono altri segreti e misteri oltre a quelli che ha raccontato nel suo libro?

Certo, a Roma, come dicevano i nostri nonni, basta sollevare una pietra – o un sampietrino – ed esce fuori una storia. I misteri di Roma affondano le radici nel mito stesso di Roma, e poi proseguono fino ai giorni nostri. Io qui propongo soltanto una selezione, una mia scelta.

Cosa pensano secondo lei di Roma i romani, gli italiani non capitolini e i cittadini stranieri?

I Romani, nel senso di quelli che ci abitano, non la trattano molto bene. La usano come una pantofola vecchia, ci sono abituati e la maltrattano, non la curano. Gli italiani non capitolini ne sono affascinati e in parte ne invidiano anche un po’ il suo ruolo centrale; purtroppo a causa dei palazzi del potere Roma viene ancora oggi molto bistrattata. I cittadini stranieri ne sono invece quasi tutti affascinati, innamorati. Ogni qualvolta un amico straniero viene in visita qui, a trovarmi, dopo un po’ di giorni che è rimasto qui se ne va via con le lacrime agli occhi.

Quale romanzo e quale film per lei hanno raccontato meglio la Città Eterna?

Non ho dubbi: “Roma” di Federico Fellini. Lì c’è davvero tutto lo spirito di Roma, della Roma antica e della Roma di oggi. È un capolavoro, fra l’altro creato da un non romano, che però adottato da questa città, ne comprese meglio di chiunque altro lo spirito.

Che ruolo hanno i simboli, le leggende, i luoghi comuni, i pregiudizi nella percezione di Roma?

Fondamentale. A partire dal mito fondativo, di Romolo e Remo, tutta la storia di Roma è intrisa di miti, leggende, tradizioni, usanze che affondano le radici nei riti pagani e nelle religioni, prima fra tutte il cristianesimo che ha allacciato la sua storia millenaria con quella di Roma.

Come è cambiata Roma nel corso della storia?

La pelle di Roma, come quella di un camaleonte, è cambiata molte volte nel corso della storia. Per questo non si può parlare solo di Roma in astratto: ci sono tante Roma, quella dei miti primordiali, quella della Roma imperiale, quella medievale, quella classica e papalina, quella risorgimentale, quella fascista e quella della liberazione. Ognuna, ha una storia interessante.

Roma è un centro più religioso, culturale o politico?

Oggi è sicuramente più rilevante dal punto di vista religioso. Politicamente, Roma è sempre la capitale, ma la vera capitale economica dell’Italia è ormai Milano. Culturalmente, Roma è invece parecchio indietro, rispetto alle grandi capitali europee. Ma il gap può essere colmato facilmente se ci fosse la volontà politica di farlo: nessuna città al mondo dispone di un patrimonio storico-artistico-architettonico come quello di Roma.

Cosa rappresenta Roma in Italia e nel mondo?

È sempre, come ho detto un punto di riferimento. Il centro della Cristianità in Occidente. E da un certo punto di vista la città caput mundi, quella che ha segnato la storia dell’Occidente, ponendo importanti cardini che ancora oggi reggono questa parte del pianeta.

In cosa Roma e l’Italia si somigliano e in cosa differiscono?

Si assomigliano nei limiti e nell’autolesionismo. Differiscono forse nello spirito con cui si vive: Roma è una città caotica, nella quale comunque sopravvive incredibilmente lo spirito dei padri, in certi aspetti come la sornioneria, l’ironia, lo scetticismo.

Una grande metropoli e una città di provincia: così Flaiano, più o meno. È d’accordo?

Assolutamente sì. Flaiano era un genio.

Che ruolo ha avuto la speculazione negli anni a Roma? Si può parlare della capitale con gli stessi termini che Rosi dedicò a Napoli nel suo Le mani sulla città?

Sì, il volto di Roma è stato violentato negli ultimi 50-60 anni dalla speculazione edilizia. E oggi dalla criminalità organizzata. Roma è diventata, come scrive Francesco De Gregori in una sua famosa canzone, una “vacca in mezzo ai maiali”, nel senso che per molti è soltanto una risorsa da spremere, da sfruttare fino alla morte.

Da cosa nasce il suo interesse per l’esoterismo, la magia, l’occulto?

La parola esoterico anticamente non aveva implicazioni con il satanico o l’occulto, come oggi va di moda. Io mi riconosco in quel significato, che non vuol dire altro che l’antica sapienza è stata per molto tempo occultata ai più, considerati non capaci di comprenderla, e criptata in codici, formule e simboli riservati solo agli iniziati. Così quel sapere si è conservato, e qualche volta è rimasto perfino ignoto alle generazioni successive.

Cosa ama leggere?

Leggo di tutto, sono onnivoro. Ho una curiosità irrefrenabile, e mi sembra sempre tantissimo quello che non so e che vorrei conoscere. Ma questo è in fondo, essere vivi. Si smette di esserlo quando si perde la curiosità di conoscere. La conoscenza è tutto.

Quale libro avrebbe desiderato scrivere? E quale scriverà nel futuro?

Mi sarebbe piaciuto essere forse uno di quei cronachisti che visitarono Roma nell’anno Mille e che scrissero i Mirabilia Urbis, le meraviglie di quella città, piena di rovine, che affascinava così tanto i pellegrini che venivano a visitarla a piedi da mezzo mondo… Per il futuro, sto scrivendo un nuovo libro, si intitolerà Le rovine e l’ombra. Si parlerà sempre di rovine, e anche di Roma, ma da un punto di vista molto più personale, alternando la riflessione psicologica e filosofica, con il racconto di storie legate alle rovine. Sono convinto che l’ombra che protegge le rovine – sia quelle vere, delle città, sia quelle personali, psicologiche – sia molto preziosa perché contiene grandi potenzialità e grandi riserve di vita.

Qual è la cosa più importante da fare quando si racconta una storia, qualunque essa sia?

Considerarne la verosimiglianza, approfondirne i dettagli e gli aspetti e raccontarla con la passione, come quando si cerca di interessare un bambino ad ascoltare una favola. In fondo, il nostro bisogno di storie non finisce mai, in tutta la vita, indipendentemente dalla età che abitiamo.

Intervista realizzata da Gabriele Ottaviani per Convenzionali.

09/01/16

Tornano in libreria in edizione tascabile "I fantasmi di Roma".



Tornano in libreria dal 14 gennaio I fantasmi di Roma di Fabrizio Falconi

Cop. flessibile € 9,68
Cop. rigida € 4,43


La storia della città eterna attraverso i suoi misteri, le inquietanti presenze, le figure spettrali. Lo spirito di Messalina, le ombre che frequentano le catacombe cristiane, i celebri spettri di Beatrice Cenci e Lucrezia Borgia; altri meno conosciuti come la bella Costanza De Cupis, il fantasma dalle mani mozze o l’infelice Emmeline che abitò la splendida Villa Stuart, e poi i fantasmi di Shelley e Keats fino alle ossessioni di Dario Argento: questo libro ripercorre la storia millenaria della città dei papi e degli imperatori da un punto di vista insolito, attraverso i racconti dei suoi fantasmi e delle sue presenze occulte. Ne emerge una Roma dai tratti magici, legata alle religioni e ai riti misterici del passato, alla tradizione etrusca, ai culti orientali, ai primi riti cristiani. Si parte dai fantasmi che si dice infestino i teatri della città antica e imperiale, per passare a quelli creati dai roghi e dai processi della Santa Inquisizione, e arrivare infine ad alcune presenze più vicine a noi: una finestra su una Roma esoterica misteriosa, inquietante e dal fascino sorprendente. 

Tra i fantasmi di Roma: 
Storia infelice di Berenice, l’amante dell’imperatore Tito, e del suo fantasma 
Il Pantheon, monumento esoterico per eccellenza, e i suoi abitanti misteriosi 
La notte delle streghe e il fantasma di Salomè al Laterano 
Le geometrie di Athanasius Kircher e il suo spaventoso museo del Collegio Romano 
Il fantasma di Donna Olimpia Maidalchini, la Pimpaccia, la donna più temuta di Roma 
Piazza Vittorio e la porta magica degli alchimisti 
Il fantasma di Lorenza, moglie del Conte di Cagliostro 
I fantasmi del Museo delle Anime del Purgatorio 
Beatrice Cenci, il più famoso fantasma di Roma 
I Borgia a Roma, una storia di fantasmi 
Costanza de Cupis, la nobildonna dalle mani mozze 
Il fantasma della chiesa dei Cappuccini e il racconto gotico di Hawthorne 
Shelley e Keats, fantasmi a Roma 
I fantasmi di Emmeline e di Lord Allen e Villa Stuart 
Il Quartiere Coppedè, set per Dario Argento

08/01/16

Presentazione di "Roma segreta e misteriosa", Martedì 12 gennaio alle 19.





Il prossimo 12 gennaio, alle ore 19, presenteremo Roma segreta e misteriosa, da poco uscito in libreria per Newton Compton,  alla Galleria Honos Art, in Via dei Delfini, 35, dove è attualmente in corso la mostra Everywhere, Nowhere di Renzo Bellanca.

Insieme a Gaetano Savatteri e Luigi Galluzzo discuteremo di Roma e del libro. 

Vi aspettiamo. 



02/01/16

Torna "Moby Dick" in una nuova traduzione, da Einaudi.




Cosi' come il classico capitano Achab al cinema resta quello grandioso di Gregory Peck con quella sua barba quacchera nel film di John Huston di 60 anni fa, diverso dal capitano Pollard appena approdato sugli schermi in 'Heart of the sea' di Ron Howard, che di Moby Dick ricostruisce le origini storiche partendo dall'omonimo libro diNathaniel Philbrick (Elliot, pp. 314 - 17,50 euro). 

Evidentemente la metafora della nave Pequod, col suo destino segnato e a bordo uomini di fedi e culture profondamente diverse, protagonisti nel bene e nel male, trascinati dalla pazzia lucida del captano Achab, in cerca di vendetta contro la balena bianca che gli porto' via una gamba, in un'epopea tragica e' anche una fra le opere piu' forti, intense, incisive e poetiche della letteratura moderna. 

Questo di Herman Melville e' del resto un romanzo in cui, sullo sfondo, e' sempre la Bibbia, con il senso calvinista di un Dio tremendo, e il narratore di tutta la storia si chiama Ismael ("l'uomo che si sa dotato di una superiorita' non riconosciuta dal mondo: il primogenito di Abramo, un bastardo cacciato nel deserto, fra altri reietti, dove impara a sopravvivere esule per antonomasia", Elemire Zolla), anzi il libro inizia proprio con questi che dice: "Chiamatemi Ismael". 

Moby Dick e' una grandiosa narrazione mitologica e metafisica che racconta, attraverso epiche avventure di mare, la vita come caccia e combattimento, l'eterna lotta dell'uomo contro il male, il suo bisogno e dovere di non tirarsi indietro, pur sapendo che la sconfitta sara' inevitabile.

Moby Dick e' una gigantesca balena dalla "testa bianca, dalla fronte rugosa e dalla mandibola storta", che vive nei Mari del Sud coperta dagli arpioni dei cacciatori e di cui tutti i balenieri temono la malvagita' eccezionale e la malizia. 

In quel "muro bianco" Achab vede il simbolo del male e delle cieche e brutali forze della natura. Per cercare di cacciarla e ucciderla ingaggia un gruppo di uomini, tra cui vi sono gli ufficiali Starbuck, Stubb e Flask, i ramponieri Tashtego e Deggu, e salpa dall'isola di Nantucket, nel Massachussets, a bordo della baleniera Pequod, oltre al marinaio Ismael, divenuto amico inseparabile del ramponiere polinesiano, ricoperto di tatuaggi, Queequeg. 

La forza di queste pagine sta anche nell'essere quasi un trattato sulla caccia alle balene, con un Prologo composto di tante citazioni da ogni tipo di letteratura sul tema, dalla Bibbia a Milton, da Darwin a Rabelais, dai viaggi di Cook a canzoni popolari. Pagine di descrizioni, digressioni e riflessioni, che non distraggono ma anzi aiutano a dar spessore ai personaggi, alla vicenda principale avventurosa e, assieme, rappresentano quella maniacalita' del dettaglio che risulta alla fine coinvolgente e rinforza la metafora generale, quella che ha fatto di questo libro un classico. 

Lo stile di Melville e' potente, ha un suo senso di implacabilita' anche quando trova momenti di tenerezza e comprensione per le debolezze umane, acquista ritmo nei momenti cruciali, prende un andamento quasi da monologo teatrale in tante riflessioni, del capitano come dei suoi ufficiali. 

Il romanzo lo pubblico' nel 1851, dieci anni dopo il suo imbarco proprio su una baleniera, la Acushnet, e aver scritto altri libri di argomento marino, acquisendo esperienza e documentazione, leggendo di tutto, da Shakespeare (innanzi tutto 'Re Lear') al Coleridge della 'Ballata del vecchio marinaio' sino a Nathaniel Hawthorne, cui Moby Dick e' dedicato con "la mia ammirazione per il suo genio". 


Fonte Paolo Petroni per ANSA

23/11/15

"Roma segreta e misteriosa" da oggi in libreria. L'introduzione.




INTRODUZIONE da Roma Segreta e Misteriosa, da oggi in libreria.

Roma per me è un sogno concreto. Non è questione di colori, o di storia. E’ la realizzazione di un sogno misterioso contenuto all’interno di ciascuno di noi, nell’anima di ciascuno. Provo a spiegarmi meglio: Roma esiste prima che nella sua materia, nella sua forma, nelle sue colonne, nei suoi tempi, nei suoi anfiteatri, nei suoi muri scrostati. Roma è secondo me prima di tutto, un’idea. L’idea dei progenitori. Roma è stata fondata, e già dalle leggende relative alla fondazione, noi sappiamo che vi era l’idea di fondare una città perfetta, legata al favore degli dei, degli astri del cielo, e della natura. 

L’idea degli antenati poi, si è legata ad un sogno di perfezione e di centralità – caput mundi. L’idea di perfezione e di centralità, a sua volta, ribadita dalla nuova fondazione cristiana sulla tomba di Pietro, si è deteriorata nel corso dei secoli, si è sgretolata, si è smaterializzata sotto i colpi e le onde di infinite stratificazioni che hanno come disperso il senso di quella centralità, senza mai cancellarlo del tutto. 

Anche oggi, Roma si presenta unica. Unica, perché l’idea che vive sotto le sue viscere continua ad essere viva, ed unica. E la si percepisce con forme mutate, in ogni angolo, in ogni pietra sopravvissuta. L’idea di Roma vive nelle catacombe e nei trionfi barocchi. Essa – quell’idea – è pervasa di sacro e profano, proprio perché fa parte dell’archetipo umano dell’imago urbis che mette d’accordo il favore degli dei con l’armonia della natura. 

Due millenni prima della città utopica rinascimentale, Roma è un progetto di armonia universale, continuamente decadente e decaduto, sepolto dalla polvere, e rinnovato dall’inquietudine umana. Ecco anche perché la sua decadenza è diversa da quella di altre città che furono ‘centrali’ come Heliopolis-Il Cairo o Istanbul-Costantinopoli. 

L’idea di Roma non è morta: essa appartiene all’anima di ciascuno, esattamente come duemila e cinquecento anni fa, e questa affermazione paradossale la si riscontra come vera negli occhi di chi si imbatte, e viene come viandante o pellegrino su una strada tracciata da migliaia di vite prima della sua. Proprio perché l’idea di Roma è l’idea della nostra vita-madre. Qualcosa alla quale non si può fare a meno di tornare, perché appartiene alla nostra origine. E dunque proprio a coloro che amano Roma, ai suoi abitanti, alle centinaia di migliaia di visitatori che ogni anno vengono da ogni parte del mondo a scoprirla, a coloro che la sognano da lontano, questo libro è dedicato. 

Si è scelto un itinerario tematico, che attraversa la Città Eterna, nei suoi più diversi aspetti: nella prima parte La Roma misteriosa dei Papi, si affrontano le uccisioni, i riti segreti e macabri, conclavi come complotti, sparizioni, spie, messaggi segreti, avvelenamenti, cadaveri fatti sparire: la storia di duemila anni di Papato a Roma, oltre alla guida del cattolicesimo nel mondo, è anche questo; la seconda parte è dedicata al mondo sotterraneo: dalle origini della Cloaca Maxima, la rete fognaria più antica del mondo, il mistero dei cunicoli, degli antri segreti della Roma Antica che ancora oggi ospitano vita e leggende, delle Catacombe lungo le vie consolari e nelle antiche chiese: centinaia di chilometri di cunicoli nascosti, passaggi segreti, migliaia di sepolture, una specie di città parallela, la città dei morti, teatro in passato di antichi riti e oggi di complicate esplorazioni; la terza parte si occupa invece delle visioni e dei fantasmi che hanno scandito la vita millenaria di Roma: la città eterna è stata la città che forse più di ogni altro, ha celebrato l’unione dell’uomo con il fantastico, visioni religiose che hanno cambiato la storia del Cristianesimo, e che sono proseguite fino ai giorni nostri e apparizioni di fantasmi pagani, che sin dalla Roma Antica e più indietro nel tempo fin dalla sua fondazione hanno segnato la storia della città; nella quarta parte si affronta la Roma capitale dell’esoterismo (dagli antichi riti mitraici, fino ai Cavalieri di Malta e ai Templari, Roma ha esercitato un potere di fascinazione nei confronti di logge, massonerie, sette alchemiche, una lunga storia che viene narrata attraverso i luoghi più rappresentativi); nella quinta parte sono protagonisti gli obelischi, le guglie, le reliquie, le torri (con i suoi tredici obelischi originali egizi - la città che ne ha di più al mondo - e con il suo incredibile elenco di colonne, torri e campanili, Roma è la città che più ha cercato di elevarsi, nel corso della sua storia, verso il cielo, verso il mistero dell’universo); nella sesta parte verrà dato spazio alla Roma del terrore (da Campo de’ Fiori, teatro del macabro rogo di Giordano Bruno, al Palco delle decapitazioni di Castel Sant’Angelo, dove si esibiva il celebre Mastro Titta, ai martiri cristiani); le rovine sono poi le protagoniste della settima parte (sono moltissime le storie di sapore gotico legate a questi luoghi che esprimono la grandezza della città eterna nel tempo, e il suo lento, continuo decadimento); l’ottava parte è dedicata alle statue di Roma (ci sono nella città Eterna quelle che parlano: dalla più celebre, quella di Pasquino, a quella del Marforio, finita per diventare il simbolo de La Grande Bellezza, il film con il quale Paolo Sorrentino ha vinto il premio Oscar); nella nona parte il protagonista vero è il Tevere, con i luoghi e le storie del fiume che hanno accompagnato quasi tremila anni di storia di Roma; e infine l’ultima parte che è un omaggio agli angoli più nascosti della Città, agli aneddoti e alle storie più sconosciute. Questo libro si propone dunque di non essere solo memoria. Ma  tessuto vivo. Il fascino di Roma è presente ogni giorno proprio grazie alla sua storia millenaria, che non si finisce mai di raccontare. 

Scriveva Sigmund Freud: Facciamo dunque un ipotesi fantastica che Roma non sia un abitato umano, ma un'entità psichica dal passato similmente lungo e ricco, una entità in cui nulla di ciò che un ha acquistato esistenza è scomparso, in cui accanto alla più recente fase di sviluppo continuano a sussistere tutte le fasi precedenti. In questa continua commistione tra presente e ieri, tra storia e quotidiano sta forse il segreto più suggestivo di questa città immortale.

14/06/14

Fabrizio Falconi - I Fantasmi di Roma.

Simone Caltabellota e Fabrizio Falconi, presentazione de I Fantasmi di Roma, Libreria Koob,  Roma, 10 Febbraio 2011



Simone Caltabellota, Fabrizio Falconi e Antonio Audino, presentazione de I Fantasmi di Roma, Libreria Koob,  Roma, 10 Febbraio 2011