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21/03/22

Le circostanze della tragica morte del grande Keith Emerson, uno dei più grandi tastieristi di sempre

 


Per diverse generazioni è stato veramente un mito, e ancora oggi il nome di Keith Emerson evoca il virtuosismo tecnico dell'uso delle tastiere (dal pianoforte al moog, a tutte quelle elettroniche) che ha contrassegnato un epoca, prima con formazioni leggendarie come The Nice o Emerson Lake & Palmer e infine con una lunga carriera solista. 

Emerson nato nel 1944 in una cittadina del West Yorkshire, dimostrò per decenni una incredibile energia nelle sue esibizioni dal vivo, unita a un talento creativo notevolissimo. 

La sua fine, umana, fu però particolarmente severa.

Già nel 1993, il musicista era stato costretto a prendersi un anno di pausa dalla musica,  dopo aver sviluppato una sindrome nervosa che aveva colpito la sua mano destra, paragonata a quello che comunemente viene chiamata "crampo dello scrittore", e che è una forma di artrite. 

Iniziò un periodo molto duro per Emerson che stava divorziando, dovette affrontare un incendio della sua casa nel Sussex e si trovava alle prese con difficoltà finanziarie. 

Cominciò a bere, prima che un corso di psicoterapia lo portasse a trasferirsi a Santa Monica, in California, dove occupò il tempo correndo maratone, andando in giro con la sua Harley-Davidson e scrivendo colonne sonore e la sua autobiografia, Pictures of an Exhibitionist , che si apre e si chiude con un resoconto della sua malattia e della successiva operazione al braccio. 

Nel 2002, Emerson aveva riacquistato il pieno uso delle sue mani e poteva suonare come prima. 

Più tardi però ricominciarono i problemi con la malattia che gli fu diagnosticata come distonia focale.

Durante la notte tra il 10 e l'11 marzo 2016, all'età di 71 anni, Emerson si uccide nella sua casa di Santa Monica con un colpo di pistola alla testa; soffriva ormai di depressione cronica  a causa della malattia alla mano destra, che ormai lo obbligava a suonare la tastiera con otto dita, e con una prognosi di ulteriore peggioramento.

Il medico legale stabilì la morte per suicidio, e concluse che Keith aveva sofferto anche di mal di cuore e di depressione associata all'assunzione di alcolici

Come dichiarato dalla sua fidanzata Mari Kawaguchi, Emerson era diventato negli ultimi tempi "depresso, nervoso e ansioso" perché il danno ai nervi aveva severamente limitato il suo modo di suonare; era preoccupato che le sue performance nei concerti già in agenda in Giappone potessero risultare troppo povere e non all'altezza del suo nome, così da deludere i fan

Emerson fu sepolto il 1 aprile 2016 al Lancing and Sompting Cemetery, Lancing, West Sussex.

I suoi ex compagni della band ELP, Carl Palmer e Greg Lake, rilasciarono dichiarazioni Palmer disse: "Keith era un'anima gentile il cui amore per la musica e la passione per la sua esibizione come tastierista rimarranno impareggiabili per molti anni a venire".  Lake aggiunse: "Per quanto triste e tragica sia la morte di Keith, non vorrei che questo fosse il ricordo duraturo che le persone si portano via. Quello che ricorderò sempre di Keith Emerson è stato il suo straordinario talento di musicista e compositore e il suo dono e la sua passione per intrattenere. La musica era la sua vita e nonostante alcune delle difficoltà che ha incontrato sono sicuro che la musica che ha creato vivrà per sempre". Greg Lake morì nello stesso anno. 

Fabrizio Falconi 2022 


07/03/22

Russians di Sting: perché la canzone è tornata di grande attualità ?

 


E' una delle grandi hits di Sting, della sua carriera solista, iniziata dopo la separazione dai Police, e contenuta nel suo primo meraviglioso album, The Dream of the Blue TurtlesRussians, che tutti ricordiamo, è tornata strettamente d'attualità in questi giorni, vediamo perché.

Russians, fu pubblicata, insieme al resto dell'album nel giugno 1985, e in seguito come come singolo a novembre. 

La canzone è un commento e un appello che critica la politica estera e la dottrina della distruzione reciproca assicurata (MAD) allora dominante della Guerra Fredda da parte degli Stati Uniti e dell'allora esistente Unione Sovietica

Nel 2010, Sting ha spiegato che la canzone è stata ispirata guardando la TV sovietica tramite il ricevitore satellitare alla Columbia University:  "Avevo un amico all'università che ha inventato un modo per rubare il segnale satellitare della TV russa. Bevevamo qualche birra e salivamo questa piccola scala per guardare la televisione russa... A quell'ora della notte ci arrivavano solo i bambini.  Sono rimasto colpito dalla cura e dall'attenzione che hanno riservato ai programmi dei loro figli. Mi dispiace che i nostri attuali nemici non abbiano la stessa etica". 

Pochi giorni fa, il 5 marzo 2022, durante l'invasione russa dell'Ucraina , Sting ha pubblicato un video di se stesso mentre si esibiva in "Russians" su Instagram affermando: "Ho cantato questa canzone solo di rado nei molti anni trascorsi da quando è stata scritta, perché non avrei mai pensato che sarebbe stata di nuovo rilevante. Ma, alla luce della decisione sanguinosa e tristemente sbagliata di un uomo di invadere un vicino pacifico e non minaccioso, la canzone è, ancora una volta, un appello alla nostra comune umanità. Per i coraggiosi ucraini che combattono contro questa brutale tirannia e anche per i tanti russi che stanno protestando contro questo oltraggio nonostante la minaccia di arresto e reclusione - Noi, tutti noi, amiamo i nostri figli. Fermate la guerra.

Il video musicale di accompagnamento del singolo fu diretto da Jean-Baptiste Mondino ed è stato girato in uno stile in bianco e nero simile, influenzato dalla New Wave francese. 

Il video presentava anche in primo piano l'attore bambino Felix Howard. 

La canzone come è noto, utilizza il tema romantico della suite del tenente Kijé del compositore russo Sergei Prokofiev,  e la sua introduzione include un frammento del programma di notizie sovietico Vremya in cui il famoso giornalista televisivo sovietico Igor Kirillov dice in russo: ".. .Il primo ministro britannico ha descritto i colloqui con il capo della delegazione, Mikhail Sergeyevich Gorbachev, come uno scambio di opinioni costruttivo, realistico, pratico e amichevole...", riferendosi all'incontro di Mikhail Gorbachev e Margaret Thatcher nel 1984. 

Il leader sovietico all'epoca era Konstantin Chernenko. Sempre in sottofondo si sentono le comunicazioni della missione Apollo-Soyuz

In un'intervista del 2021, il regista James Cameron, autore e produttore di Terminator 2 , ha affermato che la canzone lo ha ispirato a creare il personaggio di John Connor, il bambino di 10 anni che sarebbe stato il personaggio centrale della trama. : "Ricordo di essermi seduto una volta, a scrivere appunti per Terminator, e sono rimasto colpito dalla canzone di Sting, che "Spero che anche i russi amino i loro figli". E ho pensato: "Sai una cosa? L'idea di una guerra nucleare è così antitetica alla vita stessa". Ecco da dove viene il ragazzo". 

marzo 2022

Il video originale di Russians di Sting: 


28/02/22

La bellissima Pattie Boyd: quando Eric Clapton cominciò a "farsi di eroina" per il senso di colpa di aver tradito l'amico George Harrison

 

Pattie Boyd con George Harrison nel 1969

E' forse il triangolo più famoso della storia del rock. 

Un tradimento che coinvolse due tra le stelle più brillanti del firmamento musicale, Eric Clapton e George Harrison, che all'epoca era sposato con una donna bellissima, Pattie Boyd, modella fotografica e autrice di diverse rubriche sui giornali dell'epoca. 

Pattie aveva una relazione con il fotografo Eric Swayne quando incontrò Harrison, il 2 marzo 1964, e quindi rifiutò la sua proposta di un appuntamento. 

Diversi giorni dopo, dopo aver posto fine alla relazione con Swayne, accompagnò Harrison in un club privato per gentiluomini chiamato Garrick Club, insieme al manager dei Beatles, Brian Epstein. 

Con i Beatles spesso in tournée, lei e Harrison si vedevano tutte le volte che i loro impegni professionali lo consentivano.

Nel luglio 1964, Harrison acquistò Kinfauns , una casa a Esher, nel Surrey, per sfuggire alla costante attenzione dei fan nel centro di Londra e vi si trasferì insieme a Pattie. La coppia si fidanzò il 25 dicembre 1965 e si sposò il 21 gennaio 1966. 

Nel suo profilo "How a Beatle Lives" sull'Evening Standard nel marzo 1966, Harrison sottolineò la scelta felice di quella relazione, attribuendo a Pattie il merito di aver ampliato le sue prospettive. 

In settembre e ottobre, dopo l' ultimo tour di concerti dei Beatles, Boyd e Harrison trascorsero insieme le famose sei settimane in India, come ospiti del musicista classico indiano Ravi Shankar . 

Mentre era a Bombay e mentre Harrison imparava a suonare il sitar sotto la guida di Shankar, Pattie imparò a suonare il dilruba , uno strumento a corde suonato con l'arco. 

A causa dell'attenzione morbosa dei fan e della stampa, i due lasciarono la città insieme a Shankar e si trasferirono sulle case galleggianti del lago Dal nel Kashmir. 

Al loro ritorno in Inghilterra, Boyd e Harrison avevano completamente aderito a uno stile di vita di yoga e vegetarianismo, visto che Pattie condivideva l'interesse del marito per il misticismo orientale.

Dal 1968 Pattie fornì l'ispirazione per molte delle composizioni dei Beatles firmate da Harrison, tra cui "I Need You ", " If I Needed Someone ", " Love You To " e " Something ". 

Nel marzo del 1970, un mese prima dello scioglimento dei Beatles, la Boyd si trasferì con Harrison a Friar Park , una villa neogotica vittoriana a Henley-on-Thames . 

A questo punto, la devozione di Harrison alla spiritualità indiana, in particolare al movimento Hare Krishna, aveva cominciato a dividere la coppia. Inoltre non ebbero successo nel mettere su famiglia, visto anche che Harrison non avrebbe preso in considerazione l'adozione. 

La Boyd riprese allora la sua carriera di modella nel maggio 1971, a dispetto delle convinzioni spirituali di Harrison. 

Dopo la separazione dei Beatles, George Harrison poté dedicarsi pienamente ai suoi progetti solisti, mettendosi al lavoro sul suo vero e proprio primo album solista, un triplo album fluviale che si chiamò All Things Must Pass

E fu proprio durante le registrazioni di questo album che Eric Clapton - che era forse il miglior amico all'epoca di Harrison - si infatuò della moglie di George.

Harrison, durante quelle registrazioni era particolarmente stressato: la preoccupazione per l'album, la sua prima uscita da solo, la grave malattia della madre, che morì di lì a poco per tumore, la crisi con Pattie. 

Clapton che aveva un ruolo importante nelle sessioni di registrazione, era totalmente ossessionato da Pattie, ma dopo essere stato respinto nel novembre del 1970, continuò a corteggiarla. Nel tentativo di soddisfare la sua infatuazione, Clapton aveva anche provato a uscire per un po' di tempo con la sorella di Pattie, Paula. Il risultato fu che in quel periodo iniziò ad assumere eroina distrutto dai sensi di colpa per aver tradito l'amico. 

Pattie dovette venire allo scoperto: disse che la sua decisione di lasciare Harrison, nel luglio 1974, era basata in gran parte sulle sue ripetute infedeltà, culminate nella sua relazione con la moglie di Ringo Starr, Maureen, che la Boyd definì "l'ultima goccia". 

Il divorzio della coppia fu finalizzato il 9 giugno 1977. L'avvocato della Boyd, in seguito rimarcò la sensibilità mostrata da ciascuna parte nei confronti dell'altra, particolarmente rara nella sua esperienza di divorzi ad alto rischio. Ha detto: "Non c'è stata alcuna reazione eccessiva, avidità o gioco con le emozioni reciproche - vorrei che tutti i divorzi fossero gestiti così bene".

George Harrison e Eric Clapton erano diventati amici intimi alla fine degli anni '60, e iniziarono a scrivere e registrare musica insieme. 

L'album di Clapton del 1970 insieme a Derek and the Dominos,  che comprende Layla e altre canzoni d'amore assortite, fu scritto per proclamare il suo amore per  Pattie. 

Una volta guarito dalla sua dipendenza nel 1974, Clapton tornò all'assalto di Pattie. 

Dopo il divorzio da Harrison, Clapton sposò Pattie il ​​27 marzo 1979 a Tucson, in Arizona. 

George aveva "perdonato" Eric e addirittura iniziò a chiamarlo scherzosamente il suo "suocero".

Anche il matrimonio con Clapton però fu un disastro: Pattie cominciò a bere molto. In seguito Clapton  ammise di averla costretta ad avere rapporti sessuali, mentre erano sposati e che era un alcolizzato "in piena regola". 

Clapton e la Boyd tentarono senza successo di avere figli, provando la fecondazione in vitro nel 1984 e nel 1987, ma dovettero invece affrontare aborti spontanei. 

La fine arrivò presto: Pattie lasciò Clapton nell'aprile 1987 e divorziò da lui nel 1989. Le sue ragioni dichiarate erano gli anni di alcolismo di Clapton, così come le sue numerose relazioni, inclusa quella con l'attrice italiana Lory Del Santo. 

Nel 1989 le fu concesso il divorzio per "infedeltà e comportamento irragionevole". 

Qualche anno dopo, nelle sue memorie, Pattie espresse perfino il serio dubbio che il corteggiamento di Clapton nei suoi confronti quando era sposata con Harrison "avesse più a che fare" con l'aspetto competitivo dell'amicizia dei due musicisti, e che "Eric voleva solo quello che aveva George". 

Nel 2007, Rolling Stone ha definito Boyd una " musa rock leggendaria " per il suo ruolo nell'ispirare la musica di Harrison e Clapton, [1] mentre Alan Light del New York Times ha descritto il triangolo amoroso Boyd-Clapton-Harrison come "uno dei più mitici intrecci romantici della storia del rock'n'roll". 

Un ruolo che Pattie Boyd ha pagato a caro prezzo.

Fabrizio Falconi - 2022 

Pattie Boyd con Eric Clapton 

12/01/22

Quella volta che David Bowie cantò a Sanremo. Ma perché?

 


Pochi lo ricordano ma perfino il grande, immenso David Bowie cadde su Sanremo (oltre che Sulla Terra, come avveniva all'extraterrestre che impersonava, nel film diretto da Nicolas Roeg). 

E per l'esattezza, la cosa avvenne nella edizione del 1997. Era ovviamente la prima volta per lui e con la sua esibizione aprì la terza serata di quel Festival,  presentando una versione accorciata del brano Little Wonder, il singolo tratto dal suo album Earthling, appena uscito.

In quella occasione andò in scena anche un vero e proprio "corto circuito" che soltanto la televisione riesce ad assemblare.  A presentare David fu infatti il povero Mike Bongiorno (all'epoca già 73enne), che di fronte al Duca Bianco, che chiaramente non capiva una sola parola di italiano, disse:  “Non mi è mai successo di presentare uno spettacolo presentando un mito… Pensate, è un cantante così famoso da essere l’unico quotato in Borsa!”

L’ UNITA’ – Venerdì 21 febbraio 1997

Biondissimo, sorridente, felice. Se la categoria degli “splendidi cinquantenni” cercasse un rappresentante ideale, David Bowie sarebbe una scelta naturale. Di passaggio a Sanremo per promuovere il suo nuovo album, Earthling, il Duca Bianco si concede alla stampa. Per raccontare le nuove delizie del drum’n’bass che esplode dal suo disco. Parole chiave: spontaneità, arte e, naturalmente, money. Ecco l’ uomo che cadde su Sanremo. 

di Roberto Giallo

SANREMO. Cap Ferrat. Come un gioiello in uno scrigno, David Bowie se ne sta tranquillo in un albergone elegante della. Costa Azzurra, a Cap Ferrat, coccolato a vista da guardie del corpo e discografici, in attesa di suonare al Festival. Compare di colpo tutto di nero vestito, biondissimo, con quegli occhi uno azzurro e uno blu che gli danno (pure!) un’aria sorniona. Qualche anno fa si era definito “oscenamente felice”, e il suo sorriso dice subito che si sente ancora così. In più, sembra un ragazzino, segno inequivocabile che il rock mantiene giovani. Ghigna e scherza, disponibile finché una Erinni multinazionale fa cenno, burbera, che il tempo è finito, e se lo porta via.

Bowie, ha un’idea di dove capiterà questa sera, in che tipo di manifestazione canterà?

No, francamente non ho la minima idea di che show sarà, e altrettanto francamente non mi interessa. Tengo moltissimo a questo mio nuovo disco e voglio fare ogni sforzo per promuoverlo a dovere. La casa discografica mi ha assicurato un’audience altissima e questo va benissimo. Quello che mi interessa è far sentire la mia band, la migliore che ho mai avuto. Per noi 7.000 o 40.000 persone è la stessa cosa, stiamo bene ovunque, indipendentemente dal contesto.

Parla come se avesse trovato la sua via dopo un decennio non proprio azzeccatissimo…
Negli ultimi dieci anni ho fatto molte cose. L’avventura con i Tin Machine mi ha dato molto, mi ha dato energia e una musica che aveva quel “tiro” che volevo. Ritengo molto importante quel che ho fatto negli anni Novanta, per cui sarebbe riduttivo dire che solo adesso ho trovato la mia via… Il disco, però, risulta in certi tratti strepitoso.

C’è un segreto? 
Si, c’è: la velocità. E’ un disco pensato, scritto e suonato in due settimane e mezza. Eravamo alla fine del tour, io e la band eravamo al settimo cielo. Abbiamo detto: ingabbiamo subito questa energia spaventosa che abbiamo addosso e tre giorni dopo il tour ci siamo chiusi in sala. Volevo proprio questo: una fotografia dell’energia che il tour aveva tirato fuori. Questo spiega anche come mai i testi sono poco più che armature di contorno alla musica, quello che mi interessa è il suono. E questo suono è molto migliore di quello che c’è in dischi molto più meditati.

Jungle music, drum and bass, elettronica.. I giornali inglesi hanno già scritto: ecco Bowie che rincorre i giovani!
Ah, ma insomma! E quale sarebbe allora la mia musica? Anche tutti i giovani che oggi fanno questa musica un paio d’ anni fa sono entrati in un mondo non loro. è una critica che potrei forse accettare dai caraibici che vivono a Londra, ma credo che non sia importante dove uno prende la roba, ma quel che ne fa. Ecco, io ho preso molto da quei suoni, ma poi il risultato è inequivocabilmente Bowie…

Beh, non si può dire che sia il suo primo approccio alla dance.
No, non si può proprio dire. E nemmeno all’elettronica. Da quando sono andato per la prima volta in Usa ho esplorato quel terreno. E anche il periodo tedesco, i Tangerine Dream, i Kraftwerk… Tutto si mischia. Vedi, credo che il rock sia davvero la più importante svolta artistica del secolo. Nessun altro, forse solo il cinema, ha lo stesso impatto, la stessa forza comunicativa. Ecco: è una forma d’arte che è arrivata davvero a tutti.

Ora è pure quotato in Borsa…
Certo, la parola magica è una sola: money. Ma l’idea è stata dei miei avvocati. Arriva un momento in cui i musicisti vendono i diritti sul loro catalogo e non ne sono più padroni. L’azionariato, i Bowie Bonds, mi sembrano migliori perché io resto padrone del mio repertorio, del mio catalogo, della mia arte.

Suona ancora il sassofono?
Sì, ci provo ancora. è uno strumento che mi piace molto. Inutile dire che adoro Coltrane, ma anche certe sperimentazioni di Miles Davis quando introdusse le manipolazioni elettroniche sulla tromba.

I progetti futuri? Si era parlato anche del Pavarotti International…
Dopo la promozione partiamo con il tour, da marzo a dicembre. E’ vero, ero stato contattato per una partecipazione al Pavarotti International, ma ero sempre in giro a suonare e non ho potuto. Chissà forse ci sarà un’altra occasione.

Bowie, scusi la domanda. Come fa a essere così a cinquant’ anni?
Ma io non ci penso mai ai cinquant’anni! Tutti pensano che il talento degli artisti si affievolisce con l’età, ma non è vero. Non è il talento che va via, è l’entusiasmo. Per la vita, per la musica, per il lavoro. Però non è detto che succeda. Se penso a geni come Burroghs o Picasso… Io voglio lavorare fino alla fine…

e con il senno di poi, possiamo dire che così è stato. 

15/12/21

Chi era il "guru" che sedusse Carlos Santana e John Mc Laughlin e che fruttò uno degli album più rivoluzionari della musica?

 

I cultori della musica hanno una vera adorazione per Love Devotion Surrender, uno degli album più innovativi della musica contemporanea, pubblicato nel 1973 da due dei più grandi chitarristi di sempre: Carlos Santana e John McLaughlin, con il sostegno delle rispettive band, Santana e The Mahavishnu Orchestra. 

Come si sa, l'album si ispirò direttamente agli insegnamenti di Sri Chinmoy o più esattamente, Chinmoy Kumar Ghose, filosofo, poeta e artista indiano, nato a Boalkhali nel 1931 e morto a New York nel 2007. Maestro spirituale Sri Chinmoy, rifacendosi ad alcune tradizioni hindu, già dagli anni '70 praticò e diffuse in Occidente la meditazione, la recitazione di mantra, la preghiera e la pratica sportiva anche estrema quali vie personali per aspirare all'illuminazione, intesa come realizzazione in Dio.

L'album fu inoltre, un tributo al grande John Coltrane: contiene infatti due composizioni di Coltrane, due canzoni di McLaughlin e una canzone gospel tradizionale arrangiata da Santana e McLaughlin. 

Santana e McLaughlin, all'epoca alla ricerca di nuove vie musicali sperimentali, erano stati discepoli di Sri Chinmoy, e il titolo stesso dell'album riecheggia i concetti di base della filosofia di Chinmoy, che si concentrava su "amore, devozione e resa"

Chinmoy così parlò dell'album e del concetto di resa : Sfortunatamente, in Occidente la resa è fraintesa. Sentiamo che se ci arrendiamo a qualcuno, allora lui lo dominerà su di noi... Ma dal punto di vista spirituale... quando il finito entra nell'Infinito, diventa l'Infinito tutto in una volta. Quando una piccola goccia entra nell'oceano, non possiamo rintracciare la goccia. Diventa il potente oceano. 

Per entrambi i musicisti, l'album arrivò in un momento di transizione spirituale e delle loro carriere, iniziate assai precocemente (Santana si esibì praticamente ventenne sul palco di Woodstock):  Love Devotion & Surrender era una "ricerca molto pubblica del loro sé spirituale". 

Carlos Santana stava passando dal rock al jazz e alla fusion, vivendo un "risveglio spirituale", mentre McLaughlin stava per sperimentare lo scioglimento della Mahavishnu Orchestra dopo essere stato criticato da altri membri della band. 

Santana considerava McLaughlin un maestro musicale e fu proprio McLaughlin a presentare Santana a Sri Chinmoy nel 1971, con il guru che gli conferì il nome "Devadip".

I due iniziarono a suonare e registrare insieme nel 1972. 

Secondo il suo biografo Marc Shapiro, Santana aveva molto imparare da McLaughlin: "Si sedeva per ore, affascinato dai nuovi modi di suonare che McLaughlin gli stava insegnando", e la sua nuova spiritualità ebbe il suo effetto sulla musica: "la sensazione era che la ritrovata fede di Carlos fosse presente in ogni groove ." 

Fu la nascita di un album per molti versi leggendario. 




24/11/21

30 anni dalla morte di Freddie Mercury. Ma qual era il segreto della sua incredibile voce?



Nel giorno della ricorrenza della morte di Freddie Mercury, esattamente 30 anni fa (24 novembre 1991), all'età di 45 anni, si avverte il vuoto lasciato da questo grande artista dalla voce inconfondibile, che ancora oggi suscita grande curiosità. 

Come si sa, Mercury nacque con il nome di Farrokh Bulsara a Stone Town nel protettorato britannico di Zanzibar (ora parte della Tanzania ) il 5 settembre 1946.

I suoi genitori, Bomi (1908-2003) e Jer Bulsara (1922-2016), provenivano dalla comunità Parsi dell'India occidentale. I Bulsara avevano infatti origini nella città di Bulsar (oggi Valsad ) nel Gujarat .  La famiglia si era trasferita a Zanzibar in modo che Bomi potesse continuare il suo lavoro come cassiere presso il British Colonial Office. 
Come Parsi, i Bulsara praticavano lo zoroastrismo. 

Freddie Mercury nacque con quattro incisivi soprannumerari, ai quali lui stesso attribuiva la sua estensione vocale potenziata. 

Mercury ha trascorso gran parte della sua infanzia in India, dove ha iniziato a prendere lezioni di pianoforte all'età di sette anni mentre viveva con i parenti. 

Nel 1954, all'età di otto anni, fu mandato a studiare alla St. Peter's School, un collegio in stile britannico per ragazzi, a Panchgani vicino a Bombay. 

All'età di 12 anni, formò una band scolastica, gli Hetics, che si cimentava in cover di artisti rock and roll come Cliff Richard e Little Richard . 

Un amico ricorda che aveva "una straordinaria capacità di ascoltare la radio e riprodurre ciò che sentiva al pianoforte". 

Nel febbraio 1963 tornò a Zanzibar dove raggiunse i suoi genitori nella loro casa.  

Nella primavera del 1964, Mercury e la sua famiglia fuggirono in Inghilterra da Zanzibar per scampare alla violenza della rivoluzione contro il Sultano di Zanzibar e il suo governo prevalentemente arabo, in cui furono uccisi migliaia di arabi e indiani di etnia. 

Si trasferirono al numero 19 di Hamilton Close, a Feltham, nel Middlesex , una città a 13 miglia (21 km) a ovest del centro di Londra.

 Dopo aver studiato arte all'Isleworth Polytechnic a West London, Mercury ha studiato arte grafica e design all'Ealing Art College, diplomandosi con un diploma nel 1969. In seguito utilizzò queste abilità per disegnare stemmi araldici per la sua band Queen. 

Dopo la laurea, Mercury si unì a una serie di band e vendette vestiti e sciarpe edoardiani di seconda mano al Kensington Market di Londra con Roger Taylor. Svolse anche un lavoro come addetto ai bagagli all'aeroporto di Heathrow. Altri amici dell'epoca lo ricordano come un giovane tranquillo e timido con un grande interesse per la musica. 

Nel 1969, si unì alla band di Liverpool Ibex, in seguito ribattezzata Wreckage, che suonava "blues molto in stile Hendrix". 

Nell'aprile 1970, Mercury si unì al chitarrista Brian May e al batterista Roger Taylor, per diventare il cantante principale della loro band Smile.  A loro si unì il bassista John Deacon nel 1971. Nonostante le riserve degli altri membri e dei Trident Studios , la gestione iniziale della band, Mercury scelse il nome "Queen" per la nuova band. In seguito ha detto: "Ovviamente è molto regale, e suona in modo splendido. È un nome forte, molto universale e immediato. Ero certamente consapevole delle connotazioni gay, ma quello era solo un aspetto". Più o meno nello stesso periodo, cambiò legalmente il suo cognome , Bulsara, in Mercury.

Ma qual era il segreto della sua inconfondibile voce? 

Sebbene la voce parlante cadesse naturalmente nella gamma del baritono, Mercury incise la maggior parte delle canzoni nella gamma del tenore. 

La sua nota estensione vocale si estendeva dal Fa basso basso ( Fa 2 ) al Fa alto soprano ( Fa 6 ). Poteva cintare fino al Fa alto tenore ( Fa 5 ). 

Il biografo David Bret descrisse la sua voce come "un'escalation in poche battute da un profondo e gutturale ringhio di roccia a un tenore tenero e vibrante, quindi a una coloratura acuta e perfetta , pura e cristallina nei tratti superiori".

Il soprano spagnolo Montserrat Caballé, con il quale Mercury ha registrato un album, ha espresso la sua opinione che "La sua tecnica era sorprendente. Nessun problema di tempo , ha cantato con un innato senso del ritmo, il suo posizionamento vocale era molto buono ed era in grado di scivolare senza sforzo da un registro all'altro. Aveva anche una grande musicalità. Il suo fraseggio era sottile, delicato e dolce o energico e sbattente. Era in grado di trovare la giusta colorazione o sfumatura espressiva per ogni parola."

Il cantante degli Who Roger Daltrey ha descritto Mercury come "il miglior cantante rock 'n' roll virtuoso di tutti i tempi. Potrebbe cantare qualsiasi cosa in qualsiasi stile. Potrebbe cambiare il suo stile da una linea all'altra e, Dio, questa è un'arte. E lui è stato brillante in questo". 

Nel 2016, un team di ricerca ha intrapreso uno studio per comprendere il fascino dietro la voce di Mercury. Guidati dal professor Christian Herbst, il team ha identificato il suo vibrato notevolmente più veloce e l'uso delle subarmoniche come caratteristiche uniche della voce di Mercury, in particolare rispetto ai cantanti d'opera.



02/11/21

"Meddle" compie 50 anni. I segreti del mitologico album dei Pink Floyd



Compie 50 anni Meddle, il sesto album in studio del gruppo rock inglese Pink Floyd, che fu inciso per la Harvest Records. 

Un album che ebbe un successo mondiale incredibile, pur avendo avuto una produzione molto singolare, e assai poco pianificata. E oggi è considerato un album di transizione tra il gruppo ancora influenzato da Syd Barrett della fine degli anni '60 e gli emergenti Pink Floyd. 

Un disco ormai quasi mitologico, a partire dall'iconica copertina che fu spiegata dal suo creatore Storm Thorgerson come la fotografia rielaborata di un orecchio sott'acqua. 

Ma come nacque Meddle?

Di ritorno da una serie di tournée in America e Inghilterra a sostegno dell'album Atom Heart Mother , all'inizio del 1971 i Pink Floyd iniziarono a lavorare su nuovo materiale agli Abbey Road Studios di Londra. 

A quel tempo, Abbey Road era dotata solo di impianti di registrazione multitraccia a otto tracce , che la band trovò insufficienti per le crescenti esigenze tecniche del loro progetto. 

Così impiegarono i loro migliori sforzi, inclusa l'apertura di quello che divenne " Echoes ", su un nastro a 16 tracce in studi più piccoli a Londra (vale a dire lo studio AIR e Morgan a West Hampstead). 

Mancando un tema centrale per il progetto, la band utilizzò diversi metodi sperimentali nel tentativo di stimolare il processo creativo. Un esercizio prevedeva che ogni membro suonasse su una traccia separata, senza alcun riferimento a ciò che stavano facendo gli altri membri. 

Il tempo era del tutto casuale mentre la band suonava attorno a una struttura di accordi concordata e stati d'animo come "primi due minuti romantici, successivi due su tempo". Ogni sezione registrata è stata nominata, ma il processo è stato in gran parte improduttivo; dopo diverse settimane, non erano state create canzoni complete. 

Leckie, uno dei tecnici del suono, dichiarò più tardi che le sessioni dei Pink Floyd spesso iniziavano nel pomeriggio e finivano presto la mattina dopo, "durante il quale non si sarebbe fatto nulla. Non c'era alcun contatto con la casa discografica, tranne quando il loro manager dell'etichetta si presentava di tanto in tanto con un paio di bottiglie di vino e un paio di spinelli." 

Apparentemente la band trascorreva lunghi periodi di tempo lavorando su suoni semplici o su un particolare riff di chitarra. Hanno anche trascorso diversi giorni all'AIR cercando di creare musica utilizzando una varietà di oggetti domestici, esperimento che venne ripetuto anche per gli album seguenti, The Dark Side of the Moon e Wish You Were Here . 

Wright per la suite di Echoes, aveva alimentato una singola nota attraverso un altoparlante Leslie , producendo un rumore metallico simile a un sottomarino . La band ha provato ripetutamente a ricreare questo suono in studio ma senza successo, e così la versione demo è stata utilizzata su quello che sarebbe poi diventato "Echoes", mixato quasi esclusivamente agli AIR Studios. 

In combinazione con David Gilmour's chitarra, la band è stata in grado di sviluppare ulteriormente la traccia, sperimentando effetti sonori accidentali (come la chitarra di Gilmour che viene collegata a un pedale wah-wah al contrario) 

L'ultimo pezzo di 23 minuti, Echoes, alla fine avrebbe occupato l'intero secondo lato dell'album. 

" One of These Days " è stato sviluppato attorno ad una bassline ostinata creata da Roger Waters , alimentando l'output attraverso un Binson Echorec. La linea di basso è stata eseguita da Waters e Gilmour utilizzando due bassi, uno su vecchie corde. 

La band registrò nella prima metà di aprile 1971, ma nella seconda metà suonò a Doncaster e Norwich prima di tornare a registrare alla fine del mese. 

Agosto è stato trascorso nell'estremo oriente e in Australia, settembre in Europa e da ottobre a novembre negli Stati Uniti. 

Sebbene le tracce possiedano una varietà di stati d'animo, Meddle è generalmente considerato più coeso rispetto al suo predecessore del 1970, Atom Heart Mother . 

"One of These Days" in gran parte strumentale è seguita da " A Pillow of Winds ", che si distingue per essere una delle poche canzoni d'amore acustiche e silenziose nel catalogo dei Pink Floyd. 

Queste due canzoni si susseguono l'una nell'altra attraverso effetti sonori ventosi, anticipando la tecnica che sarebbe stata successivamente utilizzata su Wish You Were Here . Il titolo di "A Pillow of Winds" è stato ispirato dai giochi di Mahjong che Waters, Mason e le loro mogli giocavano nel sud della Francia. 

La canzone " Fearless " comprende registrazioni sul campo di tifosi del Liverpool FC nella Kop canto dell'inno del club anthem, " We never walk alone ", che porta la canzone ad un fine in un pesantemente riverberato fade-out . 

" San Tropez ", al contrario, è una canzone pop dalle influenze jazz con un tempo shuffle , composta da Waters nel suo stile sempre più intriso di songwriting sbarazzino. 

La canzone è stata ispirata dal viaggio della band nel sud della Francia nel 1970. 

I Pink Floyd hanno mostrato in modo insolito il loro senso dell'umorismo con " Seamus ", traccia assai originale con il cane di Steve Marriott (cui Gilmour faceva da dog sitter) che ulula a tempo di musica.

L'ultima canzone dell'album è "Echoes" di 23 minuti. 

Il titolo dell'album Meddle è un gioco di parole: una via di mezzo tra "medaglia" , e il verbo "interferire". 

L'immagine di copertina è stata fotografata da Bob Dowling. L'immagine rappresenta un orecchio, sott'acqua, che raccoglie onde sonore (rappresentate da increspature nell'acqua). 

La copertina contiene una foto di gruppo della band (l'ultima dei Floyd fino al 1987, A Momentary Lapse of Reason ). 

Meddle è stato rilasciato il 31 ottobre 1971 negli Stati Uniti e il 13 novembre nel Regno Unito. Sebbene nel Regno Unito abbia raggiunto il numero tre in classifica, la scarsa pubblicità da parte della Capitol Records ha portato a vendite deboli negli Stati Uniti e una posizione in classifica al numero 70. 

Meddle però è stato successivamente certificato disco d'oro dalla RIAA il 29 ottobre 1973 e poi doppio disco di platino l'11 marzo 1994, in seguito all'attenzione aggiunta dagli album successivi successi della band negli Stati Uniti. 

Fatto sta che oggi Meddle è considerato una pietra miliare del rock e della musica contemporanea. 50 anni, e non li dimostra. 




08/10/21

Sting compie 70 anni e pubblica: "The Bridge", un ponte metafisico pieno di speranza. "Amo sempre più l'Italia"

 


Intervistato da Luca Valtorta per Robinson di La Repubblica, Gordon Sumner, in arte Sting, leggendario front man del gruppo dei Police e autore contemporaneo tra i più noti, racconta della sua scelta di vita in Italia, dove risiede ormai da molti anni, nella Tenuta Il Palagio, a Figline Valdarno, e di quello che ha messo dentro il suo nuovo album, The Bridge, scritto e inciso durante il lockdown. 

Adesso sono quasi vent'anni che vive anche in Italia: che cosa ha imparato del nostro paese? 

"Amo l'Italia. Ma è perfetta? Ovviamente no (ride, ndr). Ci sono un sacco di cose sbagliate in ogni paese però amo la capacità di apprezzare le cose buone della vita, la capacità di sedersi attorno a una tavola con del buon cibo, il senso della famiglia, queste cose. E la gente ha un atteggiamento veramente gentile nei miei confronti. E poi mi interessa molto la storia: sono ossessionato dalla storia Romana e leggo tutto quello che trovo a riguardo: Cicerone, la transizione tra la repubblica e la dittatura con l'avvento di Giulio Cesare. Mi affascina per i parallelismi con quello che è successo nel Senato americano con la folla e i populisti: esattamente come 2000 anni fa. Il che è spaventoso ma anche molto coinvolgente. Ho sempre saputo dei romani perché la mia città nel nord dell'Inghilterra, Wallsend, era proprio ai margini dell'impero: da lì iniziava il Vallo di Adriano che segnava il confine tra la Britannia occupata e le tribù dei Pitti. E anche in questo caso: l'Impero Romano non era sicuramente un sistema perfetto ma comunque molto, molto interessante".

Dell'Inghilterra di oggi, con la Brexit in atto, cosa pensa? 

"Non mi faccia parlare. Vorrei trovare una sola persona capace di spiegarmi oggi perché la Brexit è una buona idea ma nessuno lo può fare perché è una cosa assolutamente stupida. Gli piaceva così tanto questa idea purista: 'Noi dobbiamo essere soli!'. Non sta andando bene. E questo non mi rende felice. Amo la mia nazione e sono triste nel vederla soffrire".

Come ha passato il periodo del lockdown? 

"Sono molto fortunato perché ho una grande casa, un grande giardino e uno studio dentro la casa, per cui anche se non ho potuto andare in tour ho comunque lavorato: per un anno intero entravo in studio alle dieci e ne uscivo solo per cena. Alcuni giorni non riuscivo a tirar fuori granché ma in altri mi veniva qualche buona idea e alla fine ne è uscito fuori un album di cui sono molto orgoglioso, l'ho chiamato The Bridge. Il titolo è una sorta di metafora per quello che io, ma credo un po' tutti noi, stiamo cercando in questo momento: un ponte verso qualcosa di più sicuro, di più felice, perché siamo in un momento di difficile transizione, pieno di incognite, dalla pandemia al cambiamento climatico, alla dura situazione sociale e politica. È un ponte metafisico in un disco pieno di speranza ma anche di realismo nel cercare di essere comunque ottimista".


Leggi qui l'intervista originale - fonte: Luca Valtorta - Robinson/La Repubblica

20/09/21

L'incredibile storia del chitarrista dei Nirvana e dei Soundgarden diventato soldato in Afghanistan e Iraq e ora barista

 

Everman ai tempi dei Nirvana e nell'esercito qualche anno dopo

E' davvero incredibile la storia di Jason Everman, che già nel suo cognome custodiva forse il destino di una vita dalle mille vite, molto diverse l'una dall'altra.  Sembrerebbe l'ottima sceneggiatura per un film o per una serie televisiva. 

Ripercorriamola insieme. 

Jason Mark Everman è nato il 16 ottobre 1967 e in una intervista del 2013 al New York Times Magazine, quando gli è stato chiesto della sua nascita ha detto: "Il mio certificato di nascita dice che sono nato a Kodiak, ma sono abbastanza sicuro che fosse Ouzinkie, dove i miei genitori vivevano in una capanna di due stanze con un gattopardo domestico, chiamato Kia." I

In effetti i suoi genitori si erano allora trasferiti nella remota Spruce Island per "tornare alla natura", ma il loro matrimonio non "ha funzionato"

Sua madre partì con Jason quando era un bambino, si trasferì a Washington, risposandosi con un ex militare della Marina; la famiglia alla fine si stabilì a Poulsbo, a un'ora da Seattle.

Secondo la sorellastra di Everman, con la quale è cresciuto, la madre di Jason "era estremamente depressa, un genio artistico che era anche un'alcolizzata ingoia-pillole. Jason e io abbiamo imparato a camminare sui gusci d'uovo e abbiamo davvero imparato a prenderci cura di noi stessi"


Dopo un incidente in cui lui e un amico hanno fatto esplodere una toilette con un petardo M-80, la nonna è intervenuta perché affrontasse sessioni di terapia per affrontare i suoi problemi emotivi. 

Everman iniziò così  suonare la chitarra durante le sessioni di terapia; inizialmente utilizzò una delle chitarre che il terapeuta teneva nel suo ufficio, e il terapeuta poi decise di suonare con lui, sperando che lo aiutasse ad aprirsi. 

Ha continuato a suonare in diverse band durante gli anni del liceo. 

Inoltre, ristabilì un contatto con il padre biologico, che a quel tempo possedeva una barca da pesca in Alaska, e lavorò diverse stagioni sulla barca. 

Prima di unirsi ai Nirvana , suonò la chitarra in una band locale chiamata Stonecrow con il futuro batterista dei Nirvana Chad Channing . 

Jason Everman oggi

Everman si unì poi ai Nirvana nel febbraio 1989 come secondo chitarrista. È elencato come secondo chitarrista in Bleach dei Nirvana e appare sulla copertina, ma in realtà sembra che non abbia suonato in nessuna delle tracce. Nell'edizione rimasterizzata del 2009 di Bleach , Everman non è più accreditato ma gli viene dato un ringraziamento speciale nel libretto. 

Everman comunque andò in tour con i Nirvana nell'estate del 1989 per il lancio di Bleach. Ma la collaborazione con i Nirvana - Everman sostituì dal vivo Cobain quando ruppe  la sua chitarra la notte precedente del concerto - durò poco: i Nirvana licenziarono Everman dopo la fine del tour a causa dei suoi scatti d'umore. 

Everman si unì allora ai Soundgarden nel 1990 come successore temporaneo di Hiro Yamamoto al basso.

Ma anche qui durò poco: se ne andò subito dopo che i Soundgarden completarono il loro tour promozionale per Louder Than Love a metà del 1990. 

Nel settembre 1994, la svolta improvvisa della sua vita: influenzato dall'icona del Rinascimento italiano Benvenuto Cellini (che Everman dichiarò essere un uomo a tutto tondo: artista, guerriero e filosofo), lasciò il rock, per arruolarsi nell'esercito degli Stati Uniti, con le Forze Speciali, effettuando campagne militari in prima linea in Afghanistan e Iraq. 

Dopo aver completato il servizio, si prese una pausa dall'esercito e visse a New York, dove lavorò brevemente come fattorino in bicicletta. 

Ha poi viaggiato in Tibet e ha lavorato e studiato in un monastero buddista prima di tornare negli Stati Uniti. 

Dopo aver ricevuto un congedo con onore nel 2006 dall'esercito, Everman ha conseguito un Bachelor of Arts in filosofia presso la Columbia University School of General Studies il 20 maggio 2013.

Nel luglio 2013, il New York Times ha pubblicato un ritratto su Everman, in cui si racconta come vada "ancora regolarmente all'estero, lavorando come consulente per l'esercito". 

Nel maggio 2017 Everman ha incontrato il collega veterano Brad Thomas a New York e i due hanno deciso di formare una band. A luglio la band, chiamata Silence & Light, aveva una formazione completa composta da veterani militari con Everman che suonava la chitarra. Hanno iniziato a registrare un album nel gennaio 2019 a Van Nuys in California. Una canzone è stata pubblicata nell'ottobre 2019 e l'album completo è stato pubblicato nel dicembre 2019. I profitti della band sono dedicati ad aiutare i membri della comunità delle operazioni speciali, i militari e i primi soccorritori. 

L'ultima attività riconosciuta di Everman è quella di barista in alcuni locali californiani. 


Fabrizio Falconi - 2021

12/08/21

Quando David Bowie si innamorò della voce di Nina Simone e trasformò "Wild is the Wind" in un capolavoro

 


La grande, impareggiabile Nina Simone dovette aspettare tre anni dall'uscita del suo album di debutto, Little Girl Blue nel 1958, per apparire per la prima volta in una classifica LP negli Stati Uniti  grazie al Live Nina At Newport. 

Dopo essere entrata in classifica con un altro disco dal vivo, Nina Simone In Concert del 1964, fu inserita due volte nella classifica dei migliori album pop di Billboard nello stesso anno seguente, il 1965, con I Put A Spell On You a giugno e con Pastel Blues meno di quattro mesi dopo. 

Il primo di questi album non è entrato nella classifica R&B, che Billboard ha introdotto all'inizio di quell'anno, ma il secondo è diventato una top ten, al n.8. 

Il suo picco al numero 139 sul lato pop sottolinea che il pubblico principale di Simone in quei giorni era nel mercato del rhythm and blues. 

Col senno di poi, il vero shock è notare che Simone non ha mai avuto un altro Top 10 LP nella classifica soul. 

 Tuttavia, altre quattro voci seguirono quel conto alla rovescia per un periodo di 14 mesi, a partire dal 10 settembre 1966, quando Wild Is The Wind oltrepassò la soglia delle migliori 25 posizioni salendo al numero 23. 

L'LP di 11 tracce di Simone, prodotto come al solito dal compositore e arrangiatore newyorkese Hal Mooney, conteneva una delle sue composizioni, il commento sociale tipicamente coraggioso "Four Women". 

Ma l'album prendeva il nome dalla composizione di Dimitri Tiomkin e Ned Washington, che era stata introdotta in una versione nominata all'Oscar da Johnny Mathis, nell'omonimo film del 1957: Wild is the Wind.

David Bowie era tra i tanti devoti della canzone, come ha dimostrato la sua cover contenuta nell'album Station To Station del 1976.

“La sua voce era usata principalmente come strumento” disse in proposito Bowie. 

Quando Simone ha suonato allo Square East di New York a marzo, ha aperto con "Wild Is The Wind", facendo una grande impressione sul suo pubblico, come ha osservò il recensore di Billboard Claude Hall. 

"Era una produzione martellante con un ritmo crescente e un finale crescente", ha scritto. “La sua esibizione al pianoforte è stata grandiosa; la sua voce è stata usata principalmente come strumento, aggiungendo all'effetto totale

Quella canzone inquietante divenne in seguito ben nota, in particolare al pubblico britannico, in una registrazione di successo di Elkie Brooks. Fu registrata anche da Jeff Buckley nel suo album di riferimento del 1994, Grace

 Wild Is The Wind ha raggiunto il n.12 nella classifica R&B e il n.110 nel mercato pop. Negli anni successivi sarebbero arrivati ​​consensi ben maggiori e più diffusi. Grazie anche alla versione live di Bowie per la BBC che resta ancora oggi una pietra miliare e che qui riproponiamo.

Fonte: Paul Sexton per Udiscovermusic.com


26/01/21

David Bowie, Sukita e la storia della iconica foto di copertina dell'album "Heroes"



David Bowie non lo conosceva nemmeno, non sapeva chi fosse. Ma decise comunque di andare ad un suo concerto.

E lo fece perché rimase colpito, attratto, dal manifesto dell'evento: c'era Bowie, con una gamba alzata e su uno sfondo nero

Inizia tutto da li'.

E' da quel giorno che le foto di Masayoshi Sukita hanno iniziato a raccontare i 'volti' di Bowie. Foto che qualche tempo fa sono state esposte a Palazzo Fruscione, a Salerno, in una retrospettiva, "Stardust Bowie by Sukita", che raccontava non solo il quarantennale rapporto professionale tra i due ma anche il tempo che Bowie ha vissuto e in parte ha anticipato. 

"Vedere David Bowie sul palco mi ha aperto gli occhi sul suo genio creativo. In quella circostanza osservai Bowie esibirsi con LouReed ed era davvero potente. Bowie era diverso dalle altre rock star, aveva qualcosa di speciale che dovevo assolutamente catturare con la mia macchina fotografica", racconto' Sukita che, dopo quel concerto, riuscì ad incontrare Bowie di persona grazie all'aiuto dell'amica e stylist Yasuko Takahashi, pioniera di questo mestiere in Giappone nonche' mente dietro alle prime sfilate di londinesi di Kansai Yamamoto, lo stilista che disegno' i costumi di scena di Bowie durante il periodo di Ziggy Stardust, ritratti anche nelle foto in mostra. 

I due si incontrarono, non si parlarono quasi durante il servizio fotografico, divisi dalla lingua. Ma scattò qualcosa. 

Nel 1973 Sukita ritrae di nuovo Bowie, sia negli Stati Uniti che durante il suo primo tour in Giappone, ma l'incontro indubbiamente piu' significativo avviene nel 1977 quando Bowie torna a Tokyo per la promozione dell'album "The Idiot" di Iggy Pop, che aveva prodotto. 

Sukita segue i due per la conferenza stampa promozionale e i concerti, ma durante un day off chiede a Bowie e Iggy Pop di posare per lui in una breve sessione fotografica

In appena due ore, una per ogni artista, Sukita scatta 6 rullini e realizza anche la fotografia che non sapeva sarebbe divenuta la celebre copertina dell'album "Heroes". 


08/12/20

40 anni senza John Lennon - "Happy Xmas (War is Over)" Storia di una canzone leggendaria

 


40 anni fa  John Lennon veniva ucciso a New York.  Il mondo lo celebra e noi lo celebriamo con una delle sue canzoni immortali, particolarmente adatta a questo momento che l'umanità vive, dove a pochi giorni dal Natale si combatte una guerra fatta non con le armi e tra popoli (per fortuna), ma contro un aggressore  virale, biologico.  E' l'occasione comunque per riascoltarla e per ricostruirne la storia. 

Happy Xmas (War Is Over) fu composto da John Lennon e Yoko Ono, pubblicato come singolo natalizio, il 6 dicembre del 1971, con la melodia del brano tratta da uno standar folk: Stewball.

La canzone fu incisa ai Record Plant (East) Studios di New York il 28 e 29 ottobre 1971, sotto la produzione di Phil Spector, e nacque come brano di protesta contro la guerra in Vietnam, diventando in seguito uno tra i più noti classici natalizi.

Il pezzo venne accreditato alla Plastic Ono Band insieme al coro gosperl Harlem Community Choir, che partecipò all'incisione, pubblicata in USA in concomitanza con le festività natalizie del '71, e l'anno successivo in Europa. Lennon compose il pezzo all'inizio dello stesso mese, registrandone anche una versione demo, con il testo ancora incompleto, soprattutto nella contromelodia che utilizzava il sottotitolo, slogan usato per la sua campagna per la pace della fine del '69.

All'inizio del brano, Lennon e la Ono augurano un buon Natale ai loro due figli,rispettivamente Julian e Kyoko, dai quali all'epoca vivevano separati.

Il brano folk che servì d'ispirazione a Lennon  è una tipica canzone-racconto circa un cavallo da corsa che beve sempre troppo vino, un "canto di lavoro" dei neri americani con parole provenienti dalla Gran Bretagna, "derivante rispettivamente dalla ballata The Noble Skewball con un nuovo testo di epoca Elisabettiana intitolato Go from My Window." 

Anche negli anni successivi alle pubblicazioni ufficiali, in occasione del  Natale, il brano è più volte entrato nella classifica britannica.



Così questo è il Natale,
e cosa hai fatto?
un altro anno è passato
ed uno nuovo è appena iniziato
e così questo è il Natale
spero che ti diverta
con il più vicino e il più caro
col più vecchio e il più giovane

un felice Natale
e un meraviglioso anno nuovo
speriamo che sia davvero un buon anno
senza alcuna paura

e così questo è il Natale (la guerra è finita)
per i deboli e per i forti (se lo vuoi)
per i ricchi e per i poveri (la guerra è finita)
il mondo è così sbagliato (se lo vuoi)
e così buon Natale (la guerra è finita)
per i neri e per i bianchi (se lo vuoi)
per i gialli e per i neri (la guerra è finita)
fermiamo tutte le guerre (adesso)

un felice Natale
e un meraviglioso anno nuovo
speriamo che sia davvero un buon anno
senza alcuna paura

così questo è il Natale (la guerra è finita)
e cosa abbiamo fatto? (se lo vuoi)
un altro anno è passato (la guerra è finita)
ed uno nuovo è appena iniziato (se lo vuoi)
e così questo è il Natale (la guerra è finita)
spero che ti diverta (se lo vuoi)
con il più vicino e il più caro (la guerra è finita)
col più vecchio e il più giovane (adesso)

un felice Natale
e un meraviglioso anno nuovo
speriamo che sia davvero un buon anno
senza alcuna paura

la guerra è finita, se lo vuoi
la guerra è finita, adesso

testo originale:

So this is Christmas
And what have you done
Another year over
A new one just begun
I hope you have fun
The near and the dear ones
The old and the young

And a happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fears

So this is Christmas
For weak and for strong
The rich and the poor ones
The war is so long
For black and for white
For yellow and red ones
Let's stop all the fights

So this is Christmas
And a happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fears

So this is Christmas
And what have we done
Another year over
A new one just begun
We hope you have fun
The near and the dear ones
The old and the young

So this is Christmas
(And a happy New Year)
Ooh, oh
(Let's hope it's a good one)
It's a good, it's a good one
Without any fear

War is over, if you want it
War is over, now