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03/06/22

*Krishnamurti e Maharishi si sono mai incontrati? Sì, una volta, e non andò molto bene...*



 

Sono due personalità molto famose nella storia del pensiero orientale del Novecento, eppure non potrebbero essere più diversi. Jiddu Krishamurti, nato in India nel 1895, fu portato in Inghilterra da Charles Leadbeater. I membri della società teosofica inglese erano convinti che il ragazzo, allora 14enne, fosse nientemeno che la reincarnazione del Signore Maitreya, una delle più importanti divinità indu. Il giovane e illuminato Krishna tradì presto le loro aspettative, svincolandosi dai teosofi che lo adoravano e rifiutando perentoriamente il ruolo di guida spirituale e tantomeno di guru. Divenne uno dei più grandi pensatori del Novecento e morì a Ojai, in California (dove esiste ancora la sua bellissima casa/fondazione) nel 1986.
Maharishi Mahesh Yogi (il suo nome completo), indiano anche lui, divenne il più classico dei "guru", ottenendo tra gli anni '60 e gli anni '70 una enorme popolarità anche in occidente, fautore della Meditazione Trascendentale (che vanta ancora oggi milioni di persone seguaci di questo metodo nel mondo), e ancora di più dopo il famoso soggiorno indiano dei Beatles, nel 1967, nel suo madrash, che portò la notorietà di Maharishi ai massimi livelli.
C'è anche un celebre documentario, realizzato da un paio d'anni che racconta bene le settimane trascorse dai Beatles, e da altri famosi adepti, nella residenza di Maharishi.
I Quattro Beatles ebbero però, in merito a questa esperienza, e all'affidamento a una autorità spirituale, reazioni diverse:
I Beatles erano ancora scettici riguardo alle autorità. Se seguire la folla non è una buona idea, forse seguire i leader – esperti, guru, coloro che sono su un piano “più alto” – poteva essere un'idea.
L'idea dell'India e di Maharishi era stata di Harrison.
Ma Lennon divenne rapidamente disilluso e sospettava che il Maharishi fosse un imbroglione. Successivamente scrisse anche una canzone su di lui "Sadie sexy" su di lui, spiegando: "Mi sono sbarazzato di lui, anche se non avrei scritto 'Maharishi, cosa hai fatto, hai preso in giro tutti'".
A questo periodo risale anche l'aneddoto che riguarda l'unico incontro di cui si abbia traccia tra Krishnamurti e Maharishi.
Incontro che avvenne per puro caso: viaggiando a Delhi in aereo nel 1974, Krishnamurti si accorse che nella sala d'aspetto c'era il Maharishi. Questi, si precipitò a salutare Krishnamurti, stringendo un fiore e suggerendo una cooperazione tra i due.
Ma Krishnamurti si scusò rapidamente e se ne andò da solo, mentre la folla si radunava attorno al Maharishi.
L'aneddoto dice qualcosa di importante su Krishnamurti, che credo sia l'esempio più chiaro di maestro illuminato del nostro tempo e che insegna in modo puramente filosofico e rifuggiva come la peste l'idea di un guru e di poter essere lui stesso un guru.
L'atteggiamento scettico di Lennon è rivelato nel suo resoconto della partenza dei Beatles dall'ashram di Maharishi. Quando il Maharishi chiese ai Beatles perché se ne stessero andando, Lennon rispose con il suo eterno tono provocatorio: "'Beh, se sei così cosmico, saprai perché. Mi rivolse uno sguardo truce, e ho capito quando mi ha guardato, che era perché avevo capito bluff".
Probabilmente Lennon non avrebbe pensato la stessa cosa di Krishanmurti, che cercava semplicemente di rendere comune la sua "Sorgente" e il cui obiettivo era quello di evitare completamente il guru-centrismo.
Chiunque abbia lavorato con l'insegnamento di Krishnamurti può riconoscerlo. E in relazione alla filosofia, anche questo è interessante poiché l'insegnamento di Krishnamurti in questo modo segue la virtù centrale della filosofia che è questa: "pensa da solo!"
Infatti, il suo insegnamento è caratterizzato dall'uso della filosofia, invece della predicazione religiosa o della psicoterapia. Dunque, anche uno come Lennon, che aveva più di un problema con le autorità, qualunque esse fossero (in primis religiose), avrebbe potuto apprezzare, e trarre giovamento.

02/06/22

La Canzone più drammatica (e allo stesso tempo lieve e sublime) scritta dai Beatles: "She's Leaving Home*


Da quel capolavoro assoluto che è Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, album del 1967, ho riscoperto con meraviglia una delle canzoni di quell'album, piuttosto dimenticata.

Si tratta della settima traccia: "She's Leaving Home".
Un pezzo di rara bellezza che si apre con le note di un'arpa (per la prima volta una donna suonò in un album dei Beatles) e prosegue punteggiata dagli archi e dalle voci di Paul e di John che si mescolano melodiosamente e si alternano.
Paul trasse l'ispirazione per questa canzone da un fenomeno che si andava diffondendo all'epoca: giovani ragazze che scappavano di casa, per non tornare più. La notizia era stata letta da Mc Cartney sulla prima pagina del Daily Mirror: una diciassettenne, Melanie Coe era fuggita di casa all'improvviso, mentre i suoi genitori erano al lavoro.
Mc Cartney cominciò a scrivere il testo, immaginando la ragazza che se ne va di notte, lasciando un biglietto e poi descrivendo il drammatico risveglio dei genitori.
Lennon, genialmente, inventò una sorta di "coro greco" che si alterna al racconto, dando voce al punto di vista dei genitori: "Le abbiamo dedicato tutta la nostra vita, le abbiamo dato tutto ciò che il denaro può comprare", ecc..
E' una delle pochissime canzoni nelle quali i 4 Beatles non suonano nessuno strumento, essendo la canzone arrangiata per archi (e l'arpa).
Riascoltandola non si può fare a meno di ammirare ancora una volta il prodigioso talento creativo di questi ragazzi che in meno di dieci anni cambiarono per sempre la storia della musica.
Ecco il Testo in inglese e in italiano

Wednesday morning at five o'clock
As the day begins
Silently closing her bedroom door
Leaving the note that she hoped would say more
She goes down the stairs to the kitchen
Clutching her handkerchief
Quietly turning the backdoor key
Stepping outside, she is free
She, ... (we gave her most of our lives)
Is leaving (sacrified most of our lives)
Home (we gave her everything money could buy)
Father snores as his wife gets into her dressing gown
Picks up the letter that's lying there
Standing alone at the top of the stairs
She breaks down and cries to her husband
Daddy, our baby's gone.
Why would she treat us so thoughtlessly?
How could she do this to me?
She (we never thought of ourselves)
Is leaving (never a thought for ourselves)
Home (we struggled hard all our lives to get by)
She's leaving home, after living alone, for so many years
Friday morning, at nine o'clock
She is far away
Waiting to keep the appointment she made
Greeting a man from the Motortrade
She (what did we do that was wrong)
Is Having (we didn't know it was wrong)
Fun (fun is the one thing that money can't buy)
Something inside, that was always denied,
For so many years, .
She's leaving home
Lei se ne va di casa
Mercoledì mattina alle cinque quando inizia il giorno
Chiude silenziosamente la porta della sua camera
Lascia il biglietto che lei sperava avrebbe detto qualcosa in più
Lei scende le scale verso la cucina stringendo il suo fazzoletto
Gira in silenzio le chiavi della porta sul retro
Esce all’esterno, è libera
Lei (Le abbiamo dato la maggior parte delle nostre vite)
Se ne va (Abbiamo sacrificato molto delle nostre vite)
Di casa (Le abbiamo dato qualunque cosa i soldi potrebbero comprare)
Se ne va di casa dopo aver vissuto da sola (Ciao ciao)
Per così tanti anni
Il padre russa mentre sua moglie s’infila nella vestaglia
Raccoglie la lettera che giace lì
Resta in piedi da sole in cima alle scale
Esplode in lacrime dal marito, Papà, la nostra piccola se n’è andata
Perché avrebbe dovuto essere così sconsiderata con noi
Come ha potuto farlo
Lei (Non abbiamo mai pensato a noi stessi)
Se ne va (Mai un pensiero per noi stessi)
Di casa (Abbiamo lottato duramente tutta la vita per tirare avanti)
Se ne va di casa dopo aver vissuto da sola (Ciao ciao)
Per così tanti anni
Venerdì mattina alle nove lei è lontana
In attesa dell’appuntamento che aveva fissato
Incontra un uomo dell’industria automobilistica
Lei (Cosa abbiamo sbagliato)
Si sta (We didn’t know it was wrong)
Divertendo (Il divertimento è quella cosa che i soldi non possono comprare)
Qualcosa dentro che le è sempre stato negato (Ciao ciao)
Per così tanti anni
Lei se ne va di casa (Ciao ciao)

Ed ecco il video della Canzone:


19/05/22

Per la prima volta Roger Waters parla del suo incontro con John Lennon ad Abbey Road: "Era arrogante, ma anche io lo ero"

 


In una conversazione con Marc Maron sul podcast WTF, il co-fondatore dei Pink Floyd Roger Waters ha parlato del compianto John Lennon, dei Beatles e altro ancora. 

Parlando dell'incontro con Lennon, Waters ha detto: "Stavamo facendo Piper At The Gates of Dawn in Abbey Road Studio 3, e i Beatles stavano facendo Sgt. Peppers nel numero 2. E in seguito ho fatto altri dischi in questo stesso studio". 

"Ho incontrato John Lennon solo una volta, con mio grande rammarico, ed era nella Control Room n. 2, ed era un po'... Era piuttosto arrogante, proprio come me." 

Quando gli è stato chiesto se frequentava i club di Londra dove si ritrovano tutte le big band, ha detto: "Ho già sentito parlare di quei club a Londra, come The Establishment, dove i Rolling Stones e i Beatles si incontravano e uscivano insieme. Ma non ho mai fatto niente di tutto questo né ho partecipato a niente di tutto ciò”

"Non so perché. Onestamente, non riesco a ricordare perché [non ho preso parte a tutto questo]”. Quando gli è stato chiesto se all'epoca andava spesso ai concerti, ha risposto: “Sono andato ad ascoltare musica, ma non sono andato a vedere le band [in particolare]. Ho visto i Rolling Stones una volta al Gaumont State di Kilburn, facevano parte di un grande spettacolo organizzato e indossavano giacchette, erano tutti in uniforme. 

“Erano circa quinti sul poster. Chi c'era in lista? Eddie Cochran, Bo Diddley, Helen Shapiro, Mickie Most... E ci pensi e pensi, 'Wow, non è pazzesco?'."

Nonostante l’incontro freddo con John Lennon, Roger Waters ha raccontato di essere rimasto sconvolto quando ha ascoltato Sergent Pepper’s Lonely Hearts Club Band per la prima volta: «Mi ricordo che ero in macchina, nella mia vecchia Ford scassata, ascoltavo la radio e qualche stazione ha trasmesso tutto l’album dall’inizio dalla fine. Mi sono dovuto fermare e l’ho ascoltato tutto a bocca aperta».

10/12/21

Qual è l'ultima foto scattata in assoluto che ritrae John Lennon e Paul Mc Cartney insieme?

 


La docu-serie Get back! di Peter Jackson realizzata per Disney+ che sta spopolando in tutto il mondo, ha riportato d'attualità il mito dei Beatles (del resto mai offuscato) e la loro travagliata storia artistica, durata dieci anni, che ha cambiato per sempre il mondo della musica. 

Rivedendo le immagini delle sessioni di registrazione del gennaio del 1969, precedenti di poco la separazione definitiva, viene da chiedersi quando vi furono gli ultimi contatti ufficiali tra i due leader del gruppo, John Lennon e Paul Mc Cartney: in particolare quale fu l'ultima volta che si videro, l'ultima volta che suonarono insieme, quale è l'ultima fotografia che li ritrae insieme.

Come è noto, i Beatles si separarono ufficialmente nell'aprile del 1970, anche se John era ormai già emotivamente lontano da tempo dal gruppo e non ne risentì minimamente.

I contatti fra Lennon e Mc Cartney si esaurirono definitivamente. 

E si rividero per la prima volta, dopo ben 4 anni. 

Lennon, insieme a Yoko Ono, cominciò a trascorrere molto più tempo negli Stati Uniti, che in Europa, impegnato nella sua attività solista. A New York c'era la sede della ABKCO Records, con l'ufficio di Allen Klein, che già dal 1970 gestiva gli interessi della Apple Records e di tre ex Beatles: Lennon, George Harrison, e Ringo Starr.


In questo periodo alla Pang, fu chiesto di aiutare Lennon e sua moglie Yoko Ono a curare i loro progetti artistici d'avanguardia, come i film sperimentali Up Your Legs Forever e Fly.

Successivamente divenne la segretaria personale e factotum della coppia sia a New York che in Inghilterra, il che la portò a diventare una collaboratrice fissa dei coniugi Lennon quando si trasferirono definitivamente da Londra a New York nel 1971.

Quando il rapporto di John con Yoko entrò in crisi, Lennon cadde in una profonda depressione, ma fu proprio la Pang che gli diede il coraggio necessario per affrontare i familiari (soprattutto il primo figlio Julian con il quale c'erano stati sempre rapporti molto complicati, difficili) e gli amici. 

E proprio durante il periodo della love story tra Lennon e May Pang, che durò 18 mesi, Paul McCartney e Lennon si incontrarono nuovamente per suonare insieme per la prima volta dalla separazione dei Beatles. 

Paul e Linda McCartney visitarono la coppia il 28 marzo 1974

Il 31 marzo, furono raggiunti da Stevie Wonder, Harry Nilsson, Jesse Ed Davis e Bobby Keys per una jam session rimasta leggendaria presso la casa al mare che Lennon aveva a Santa Monica, Los Angeles. 

Di queste estemporanee sessioni è rimasta testimonianza in un celebre bootleg (A Toot and a Snore in '74).

In questa occasione furono scattate le ultime foto che ritraggono Paul Mc Cartney insieme (quella che ho pubblicato in testa si ritiene sia l'ultima in assoluto di loro due vicini). 

Le foto vennero pubblicate molti anni dopo, nel 2008, da May Pang, nel libro fotografico Instamatic Karma.

In esso sono presenti numerose fotografie di May Pang e Lennon insieme e anche qualche scatto storicamente rilevante come Lennon mentre firma l'atto ufficiale di dissoluzione dei Beatles, e l'ultima fotografia conosciuta che ritrae insieme Lennon e Paul McCartney.

Questa, nel 1974, fu certamente l'ultima volta che Lennon suonò con Paul McCartney (quattro anni dopo lo scioglimento dei Beatles). 

Ma questa fu anche l'ultima volta in cui i due si videro? 

Secondo quanto affermato da Lennon in un'intervista rilasciata poco prima di morire, nel 1980, l'ultima volta che i due si videro fu due anni dopo, nel 1976, quando Paul si presentò improvvisamente a casa sua. 

In quell'occasione, mentre guardavano il Saturday Night Live alla televisione, il presentatore della trasmissione invitò in studio gli ex componenti dei Beatles in cambio di una somma di denaro. 

I due furono tentati di presentarsi allo studio, posto nelle vicinanze della casa di Lennon, ma desistettero per la stanchezza. 

Questo leggendario, ma vero, episodio è stato anche preso come spunto nel film Due di noi di Michael Lindsay-Hogg (già regista di Let It Be).

In quella occasione però, non furono scattate foto (o comunque non sono mai state rese note).
La fotografia scattata da Mary Pang, quindi, è a tutt'oggi l'ultima foto esistente che ritrae Paul Mc Cartney e John Lennon insieme. 


08/12/20

40 anni senza John Lennon - "Happy Xmas (War is Over)" Storia di una canzone leggendaria

 


40 anni fa  John Lennon veniva ucciso a New York.  Il mondo lo celebra e noi lo celebriamo con una delle sue canzoni immortali, particolarmente adatta a questo momento che l'umanità vive, dove a pochi giorni dal Natale si combatte una guerra fatta non con le armi e tra popoli (per fortuna), ma contro un aggressore  virale, biologico.  E' l'occasione comunque per riascoltarla e per ricostruirne la storia. 

Happy Xmas (War Is Over) fu composto da John Lennon e Yoko Ono, pubblicato come singolo natalizio, il 6 dicembre del 1971, con la melodia del brano tratta da uno standar folk: Stewball.

La canzone fu incisa ai Record Plant (East) Studios di New York il 28 e 29 ottobre 1971, sotto la produzione di Phil Spector, e nacque come brano di protesta contro la guerra in Vietnam, diventando in seguito uno tra i più noti classici natalizi.

Il pezzo venne accreditato alla Plastic Ono Band insieme al coro gosperl Harlem Community Choir, che partecipò all'incisione, pubblicata in USA in concomitanza con le festività natalizie del '71, e l'anno successivo in Europa. Lennon compose il pezzo all'inizio dello stesso mese, registrandone anche una versione demo, con il testo ancora incompleto, soprattutto nella contromelodia che utilizzava il sottotitolo, slogan usato per la sua campagna per la pace della fine del '69.

All'inizio del brano, Lennon e la Ono augurano un buon Natale ai loro due figli,rispettivamente Julian e Kyoko, dai quali all'epoca vivevano separati.

Il brano folk che servì d'ispirazione a Lennon  è una tipica canzone-racconto circa un cavallo da corsa che beve sempre troppo vino, un "canto di lavoro" dei neri americani con parole provenienti dalla Gran Bretagna, "derivante rispettivamente dalla ballata The Noble Skewball con un nuovo testo di epoca Elisabettiana intitolato Go from My Window." 

Anche negli anni successivi alle pubblicazioni ufficiali, in occasione del  Natale, il brano è più volte entrato nella classifica britannica.



Così questo è il Natale,
e cosa hai fatto?
un altro anno è passato
ed uno nuovo è appena iniziato
e così questo è il Natale
spero che ti diverta
con il più vicino e il più caro
col più vecchio e il più giovane

un felice Natale
e un meraviglioso anno nuovo
speriamo che sia davvero un buon anno
senza alcuna paura

e così questo è il Natale (la guerra è finita)
per i deboli e per i forti (se lo vuoi)
per i ricchi e per i poveri (la guerra è finita)
il mondo è così sbagliato (se lo vuoi)
e così buon Natale (la guerra è finita)
per i neri e per i bianchi (se lo vuoi)
per i gialli e per i neri (la guerra è finita)
fermiamo tutte le guerre (adesso)

un felice Natale
e un meraviglioso anno nuovo
speriamo che sia davvero un buon anno
senza alcuna paura

così questo è il Natale (la guerra è finita)
e cosa abbiamo fatto? (se lo vuoi)
un altro anno è passato (la guerra è finita)
ed uno nuovo è appena iniziato (se lo vuoi)
e così questo è il Natale (la guerra è finita)
spero che ti diverta (se lo vuoi)
con il più vicino e il più caro (la guerra è finita)
col più vecchio e il più giovane (adesso)

un felice Natale
e un meraviglioso anno nuovo
speriamo che sia davvero un buon anno
senza alcuna paura

la guerra è finita, se lo vuoi
la guerra è finita, adesso

testo originale:

So this is Christmas
And what have you done
Another year over
A new one just begun
I hope you have fun
The near and the dear ones
The old and the young

And a happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fears

So this is Christmas
For weak and for strong
The rich and the poor ones
The war is so long
For black and for white
For yellow and red ones
Let's stop all the fights

So this is Christmas
And a happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fears

So this is Christmas
And what have we done
Another year over
A new one just begun
We hope you have fun
The near and the dear ones
The old and the young

So this is Christmas
(And a happy New Year)
Ooh, oh
(Let's hope it's a good one)
It's a good, it's a good one
Without any fear

War is over, if you want it
War is over, now


13/11/20

I retroscena sulle morti di 50 rockstar in un nuovo libro - da John Lennon a Jim Morrison e tanti altri




Retroscena e misteri sulla morte di 50 rockstar che hanno segnato la storia della musica. È disponibile in libreria e negli store digitali "Amore, morte e Rock 'n' Roll" (Hoepli), il nuovo libro dello scrittore e giornalista musicale, Ezio Guaitamacchi, dedicato agli ultimi istanti di vita di diverse icone del rock. Arricchiscono il volume le prefazioni di Enrico Ruggeri e di Pamela Des Barres (una delle groupie piu' iconiche negli anni Sessanta e Settanta).


Decano del giornalismo musicale, autore e conduttore radio/tv, scrittore, docente e performer, direttore di due riviste specializzate e di varie collane di libri, nonche' autore di una ventina di titoli sulla storia del rock, amante del "dark side" del mondo della musica, Ezio Guaitamacchi ha voluto in questo nuovo libro spingersi oltre, raccontando come le ultime ore di vita di cinquanta rockstar siano spesso intrecciate con i loro grandi affetti e come la mancanza dei medesimi possa essere, a volte, un killer spietato

"Io credo che sia la vita sia la morte dei grandi del rock continui ad affascinare innanzitutto perche' e' abbastanza normale che nessuno di noi voglia pensare che i propri idoli siano finiti anche se, come ricordo spesso, ci resta la consolazione che le voci di questi grandi artisti non verranno mai dimenticate e che le loro opere vivranno per sempre. In secondo luogo, visto che e' umano non voler credere alla fine di un sogno, e' altrettanto normale che lo si alimentino con ipotesi alternative, false leggende. C'e' chi immagina ad esempio Jim Morrison rilassato su un'isola tropicale a sorseggiare un cocktail di frutti esotici. Tuttavia, la verita' e' piu' semplice: la morte cosi' come l'amore, come racconto nel libro, fa diventare i grandi artisti piu' simili a noi comuni mortali. Detto cio', molte delle loro vicende sono ancora avvolte dal mistero e la spiegazione sta nel fatto che a volte sono state fatte delle indagini poco accurate per non dire farraginose, cosa che ha giustamente alimentato dubbi e sospetti. Oltretutto le morti di questi grandi personaggi fanno scalpore, per cui c'e' una forte pressione mediatica anche da parte dell'opinione pubblica che vuole conoscerne il perche' e spesso non accetta dei perche' che, inducendo un sentimento di tristezza, spengano la luce folgorante di questi personaggi" spiega lo scrittore. 

Per questo l`opera, Illustrata da Francesco Barcella, raggruppa per tipologia di "crimine" gli ultimi momenti di diverse leggende della musica, corredando ogni storia con immagini d`archivio, box di approfondimento, citazioni e canzoni che fanno da "colonne sonore" ai racconti.

"Esiste una lunga tradizione nella storia musicale anglo-americana che e' quella delle "murder ballad", ossia delle ballate di omicidio nelle quali c'e' sempre stata una fortissima liason tra amore e morte. 

Nei casi che ho raccontato forse solo quello di Sid Vicius e Nancy Spungen potrebbe essere veramente assimilabili a una murder ballad. 

In realta' durante la scrittura del libro ho scoperto che in quasi tutte le storie c'era questo fortissimo legame spiega Guaitamacchi. 

Ecco perche' queste storie, piu' che misteriose o tragiche, finiscono per essere estremamente commoventi: penso a Leonard Cohen e Marianne ma anche a John e Yoko perche' sara' proprio lei, la donna piu' odiata della storia del rock, a tenere fra le braccia il marito morente. 

Diciamo che nel libro ho poi voluto sottolineare anche come l'assenza dell'amore abbia creato un abisso interiore in alcuni di questi artisti famosi, una specie di solitudine fortissima che ha contribuito alla loro morte.

La solitudine e' stata quindi non un vero e proprio killer ma sicuramente un complice di omicidi". 

Scritto in modo originale e appassionato, documentato con puntualita' e rigore giornalistici, "Amore, morte e Rock 'n' Roll" presenta retroscena, curiosita' e aneddoti come: il mistero dei tre testamenti di Aretha Franklin, l`ipotesi di uno scandalo di pedofilia dietro la morte di Chris Cornell, l`inquietante "faccia a faccia" tra James Taylor e l`assassino di John Lennon poche ore prima dell`agguato al Dakota Building, lo strano giro di medici e psichiatri che circondava Prince e molto altro. 

Sono tante le storie che mi hanno colpito, vorrei dire quasi tutte, perche' le vite straordinarie di questi personaggi hanno avuto degli epiloghi altrettanto straordinari. Accanto alle morti come quelle di Bowie, Lou Reed e Aretha Franklin ci sono le morti assurde che solo il mondo del rock puo' regalare. 

Mi riferisco alla vicenda del furto di cadavere di Gram Parsons che viene portato da due suoi amici nel deserto del Joshua Tree. 

Penso anche a vicende molto piu' intricate come alla morte di Brian Jones con un piu' o meno diretto coinvolgimento dell'entourage dei Rolling Stones; alle morti piu' recenti su cui non si e' investigato abbastanza come quella del giovane trapper della Florida XXXTentation e del dj svedese Avicii morto nel Sultanato dell'Oman" conclude lo scrittore. 

09/10/20

Gli 80 ANNI di John Lennon e la sua battaglia contro l'ipocrisia

 


Avrebbe compiuto ieri 80 anni John Lennon, e sicuramente, come tutti gli esseri umani che hanno vissuto su questa terra, anch'egli sarà stato costretto, nella vita, a fare compromessi (la coesistenza con Mc Cartney per esempio), fare - come si dice - a volte, "buon viso a cattivo gioco".
Lennon, però, in questa veste ci stava male, ci stava a disagio.
Spirito libero, controcorrente, Lennon, aveva di mira soprattutto gli ipocriti.
Il 29 novembre 1969, mentre era ancora sposato con Cynthia, Lennon pubblica l'album di musica sperimentale "Unfinished Music n.1: Two Virgins", sulla cui copertina lui e Yoko Ono compaiono completamente nudi.
Le case discografiche rifiutano di distribuirlo, nei negozi l'album viene venduto chiuso in una busta di carta. Non entra in classifica in Inghilterra e in America arriva al numero 124.
Lennon reagisce così: "I problemi principali di oggi nel mondo sono l'ipocrisia e l'insicurezza. Se la gente non è in grado di affrontare il fatto che altra gente se ne stia nuda o fumi erba o qualsiasi altra cosa, non arriveremo mai da nessuna parte."

Fabrizio Falconi - 2020

fonti: Michele Primi, Il sogno non è finito, La Lettura, Corriere della Sera, domenica 4 ottobre 2020

10/12/13

Le strane coincidenze della morte di John Lennon, l'8 dicembre di 33 anni fa.


Questa qui sopra è una immagine della copia dell'Lp 'Double Fantasy' autografata da John Lennon a Mark Chapman, il suo assassino, 6 ore prima di essere da lui colpito con 5 colpi di pistola, l'8 dicembre del 1980, trentatre anni fa. 

La firma del disco avvenne intorno alle 17. Sulla copertina dell'LP è visibile l'autografo di John, apposto proprio sul collo di Yoko. 

Acquistato nel 1980 da un giardiniere che lo trovò nei pressi del palazzo Dakota di New York, luogo dell'omicidio, il disco fu venduto da questi nel 1999 a un anonimo privato che nel 32esimo anniversario della morte di Lennon, l'anno scorso, lo ha messo di nuovo in vendita presso la casa d'aste 'Moments in time'.

Come raccontano le cronache, alle cinque del pomeriggio di quel fatale giorno, la vittima e il suo killer si trovarono faccia a faccia: Lennon si fermò a salutare i fan che lo aspettavano davanti al Dakota Building (il lussuoso palazzo in cui risiedeva, sulla 72ª strada, nell'Upper West Side a New York). L'assassino gli bloccò la strada. 

"Gli dissi: John mi autografi il disco? Fu molto gentile. Scrisse il suo nome e la data, 1980" raccontò più tardi il venticinquenne malato di mente Mark Chapman. 
Mancavano sei ore al delitto. 

Com'è noto, John Lennon fotografato fu dunque fotografato con il suo assassino, Mark Chapman mentre firma per lui la copia del disco. 


Sei ore più tardi, esattamente alle 22,51 , John e Yoko stavano rincasando, senza sapere che Chapman era lì da tutto il giorno.

Il ragazzo esplose contro di lui cinque colpi di pistola colpendolo quattro volte (il quinto colpo non andò a segno) mentre esclamava: «Hey, Mr. Lennon». Uno dei proiettili trapassò l'aorta e Lennon fece in tempo a fare ancora qualche passo mormorando «I was shot...» (mi hanno sparato..) prima di cadere al suolo.
Soccorso da una pattuglia di polizia, Lennon perse conoscenza durante la corsa verso il Roosevelt Hospital, dove fu dichiarato morto alle 23.07.


Questa è invece un immagine del portone di accesso del Dakota Building, il palazzo in cui John Lennon risiedeva, nell'Upper West Side a New York e di fronte al quale fu ucciso.  

In questo palazzo, qualche anno prima, tra gli ultimi mesi del 1967 e i primi del 1968, Roman Polanski aveva girato alcune scene del suo film Rosemary's baby:  si notano spesso nel film le ringhiere che circondano il Dakota, decorate con teste di draghi rettiliani.

Come è noto Rosemary's è uno dei più inquietanti lavori della filmografia di Polanski, nel quale la protagonista, interpretata da Mia Farrow scopre di essere incinta e di aver partorito un bambino figlio del diavolo. 

Appena qualche mese dopo l'uscita del film, il 9 agosto del 1969, la compagna di Polanski, l'attrice Sharon Tate fu massacrata insieme ad altre quattro persone nella villa di Bel-air a Beverly Hills, dalla banda di Charles Manson.

Sharon Tate era incinta, all'ottavo mese, a sole due settimane dal  parto. Per un puro caso Polanski non si trovava con lei: era in quei giorni a Londra per la lavorazione di un nuovo film, The Day of the dolphin,

La banda di Manson, dopo il massacro, lasciò numerose scritte tracciate con il sangue sui muri della villa. due (una su di uno specchio e una sulla superficie di un frigo), con il titolo (leggermente storpiato) di una delle canzoni più misteriose dei Beatles: 'Helter Skelter', contenuta nel celebre White Album, che era divenuta una vera ossessione per Manson. E che era firmata da John Lennon.  E il cerchio si chiude.

Fabrizio Falconi © - proprietà riservata/riproduzione vietata. 



08/12/10

John Lennon - gli eroi idealisti non muoiono mai.


Sono molto colpito oggi - trentesimo anniversario della morte, avvenuta violentemente a NewYork l'8 dicembre 1980, poco dopo aver compiuto il 50mo anno di età - dal proliferare di ricordi, ovunque, dedicati a John Lennon. Una vera invocazione collettiva per una mancanza.

Sono colpito perché è la dimostrazione eclatante di quanto nel mondo si senta la mancanza di idealismo. Lennon lo era per eccellenza, al punto che certe sue battaglie oggi fanno perfino sorridere. E degli idealisti è sempre facile ridere, sorridere, burlarsi. E' lo sport più facile del mondo: il cinismo vince sempre contro l'idealismo. Sembra una partita senza speranza: il cinismo può distruggere ogni idealismo - specie il più innocente - con una alzata di spalle, con un ringhio da iena, con una battuta fulminante. Sei un idealista? Peggio per te... Svegliati, il mondo è questo. Non sei un bambino, cos'è: fai ancora la pipì al letto ?

E però...

Però alla fine, la vicenda Lennon lo conferma: quanto abbiamo bisogno di questi idealisti, di questi stupidi, quanto ci mancano, quanto ne sentiamo la rumorosa assenza, quanto tristi sono le nostre vite senza lo straccio di un pensiero, di una speranza. Quanto buio e angoscioso è questo vuoto, senza nessun canto che lo abiti.