18/07/14
In un nanosecondo il mistero dell'Universo (e della poesia).
04/10/13
La vita armonica. (perché debbo vivere armonicamente ?)
L'obiezione mossa da alcuni (dai tempi di Schopenhauer e prima ancora, e sempre più spesso) è: perché si dovrebbe scegliere l'uno - cercare faticosamente di vivere in armonia - invece dell'altro, abbandonarsi alla inerzia delle cose, visto che il fine della vita è lo stesso, ovvero la morte e la dispersione di tutto?
La risposta, molto banalmente, è nel dover essere.
E' così che è. Perché l'universo si è formato e sviluppato, secondo un ordine perfetto, invece di non nascere e di sbrindellarsi in un immane caos ? Perché la vita ha ordinato il suo filo nel corso di miliardi di anni, per raggiungere uno scopo obbedendo ad un ordine inaudito di sequenze, anziché non nascere e rimanere poltiglia, cosa inespressa ?
Il dover essere del mondo è il suo essere.
Il dover essere è una legge (per quanto misteriosa) del mondo.
Noi siamo mondo.
E a quanto pare, nessuno può esimerci dal desiderio di una ricerca di vita armonica, perché - a quanto pare - l'armonia nasce solo da un'ordine (o al massimo da un armonico disordine).
Fabrizio Falconi
30/04/13
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza.
13/04/13
Si nasce soli, si vive insieme, si muore soli. .. O no ?
18/01/13
Un mistero di cui mai arriveremo al fondo - John Barrow e l'universo.
11/08/12
La scala dell'Universo - un meraviglioso sito.
http://scaleofuniverse.com/
25/07/12
J.M. Coetzee e il disegno intelligente.
24/07/12
Il Paradosso dell'Orologiaio. L'argomento teleologico, ancora attuale.
Lo stesso valeva, secondo lui, per la natura: la sua complessità dimostrava che era frutto di un progetto intelligente.
In realtà Paley non aveva inventato nulla: l'argomento teleologico - cioè l'evidenza della esistenza di Dio giustificata dalla complessità, dall'armonia, e dal mistero della natura - era già stato utilizzato dai grandi pensatori del passato: primi fra tutti, Averroè e Sant'Agostino.
Il primo era un convinto assertore che la Verità può essere conquistata con la Ragione, oltre che con la Fede.
Per il secondo, la creazione del mondo (che è finito e mortale) è avvenuta fuori dal tempo.
La dimensione del tempo insomma, NON è sempre esistita, ma è stato creata. Solo l'anima del primo uomo è stata creata direttamente da Dio.
L'argomento teleologico fu ferocemente contestato, nel corso dei secoli, e venne 'smontato' razionalmente da Hume prima, e da Kant poi.
Ma l'obiezione razionalistica non è riuscita a prevalere del tutto. Per un semplice motivo: Al tempo di Agostino prima, e di Hume e Kant poi, era difficile anche lontanamente immaginare la reale complessità che all'esterno ci circonda e all'interno ci penetra.
Nessuno - neanche tra i più grandi visionari del passato (pensiamo a Giordano Bruno), poteva lontanamente immaginare quello che la Fisica oggi ci sta rivelando sull'Universo, sulla sua nascita, sulla sua consistenza (il 75% del quale è composto da materia oscura e da energia oscura della quale tutto ignoriamo), sul suo sviluppo, e sul fatto che l'Universo da noi abitato è soltanto uno dei molti, infiniti universi probabilmente interconnessi.
Né avrebbe potuto immaginare la complessità spaventosa della fisica sub-atomica, o della biologia molecolare.
Ecco dunque che le argomentazioni teleologiche trovano oggi una inaspettata revanche motivata dalla complessità di quanto scopriamo: sappiamo per certo, ad esempio, che la vita è un fenomeno che si è verificato sulla Terra, in tutta la storia della Terra (4,5 miliardi di anni) una sola volta. Tutta la vita che oggi esiste sul pianeta discende da quel misterioso fenomeno, del quale non sappiamo quasi nulla.
Sappiamo soltanto che per nascere, la vita, la vita biologica, dovette superare un esame difficilissimo, anzi potremmo dire matematicamente ai limiti dell'impossibile: la probabilità che solo una molecola di proteine venga formata a caso (ci dice la scienza molecolare) è 1 verso 10 alla 243ma (cioè il numero dieci seguito da 243 zeri). E una cellula è costituita da milioni di molecole di proteine. Come la mettiamo ? Chi o cosa - si chiedono i moderni teleologi - ha permesso o causato questo evento così imponderabile ?
Fabrizio Falconi
21/10/11
Nihil ad Excludendum .
Mi sembra che un atteggiamento mentale molto diffuso oggi, che riscontro tra amici anche colti o intelligenti, quando si affrontano i cosiddetti ultimi, cioè le questioni fondamentali – sempre le stesse della nostra vita - chi siamo da dove veniamo e dove andiamo – sia quello di asserire con certezza, a prescindere da una qualsiasi fede, ma di asserire con certezza soltanto in negativo , cioè escludendo a priori.
Eppure io credo invece che, proprio alla luce delle attuali conoscenze della fisica, e di quello di incredibile che stiamo scoprendo, occorrerebbe da parte di noi umani nelle nostre valutazioni di giudizio, una dose infinita di umiltà. E basterebbe dedicare un po’ di tempo alla lettura di uno qualsiasi dei grandi libri di fisica divulgativa disponibili sul mercato, per concludere che l’unica verità che potremmo affermare, sostenibile senza timore di smentita è questa: ” Nihil ad excludendum”.
Non possiamo escludere nulla, dovremmo mantenere la mente molto molto aperta, se possibile. Ecco quel che scrive ad esempio Martin Rees, uno dei maggiori astronomi moderni, Research Professor della Royal Society all’Università di Cambridge e Astronomo Reale d’Inghilterra in un libro capitale, Il nostro ambiente cosmico ( edizioni Adelphi, pag.183).
“Svariati scenari conducono a universi multipli. Andrej Linde, Alex Vilenkin, e altri hanno simulato al calcolatore un’inflazione “eterna”, nella quale più universi emergono da big bang distinti in regioni disgiunte dello spaziotempo. Alan Guth e Lee Smolin hanno immaginato, partendo da ipotesi diverse, che all’interno di un buco nero possa germogliare un nuovo universo che espandendosi formerà un dominio spaziotemporale a sè stante, a noi inaccessibile.
19/10/11
I diversamente vivi.
Mi piace spesso usare per i nostri morti, la definizione di ‘diversamente vivi’.
Non è un eufemismo e non è un gioco di parole.
Dipende da come ci si pone di fronte al grande mistero della morte. Per molti, specialmente oggi, la morte non è altro che la fine biologica, e quindi la fine – in-sensata – di un’altra cosa in-sensata, che è la vita, frutto del caso.
Per altri, e io sono uno di quelli, la morte non è la fine, ma il fine. Cioè lo scopo della nostra vita.
Ed è molto curioso e interessante che la nostra lingua, la lingua italiana, nasconda nell’etimologia di questa parola, fine, un doppio significato così opposto.
Se si ragiona in termini religiosi, trovare una spiegazione a fenomeni bizzarri di spiriti che scelgono di manifestarsi dall’oltre-morte attraverso persone a loro care, con scritti o manifestazioni di varia natura, è piuttosto semplice.
Fa infatti parte di qualunque tradizione religiosa, la convinzione che esista una vita oltre la morte, e che i morti possano manifestare la loro presenza in diversi modi anche ai vivi.
Ma l’interesse per questo tipo di fenomeni – chi è cristiano e chi crede nella resurrezione, non si meraviglia di certo, non dovrebbe meravigliarsi - trascende le convinzioni puramente religiose.
C’è infatti da considerare che noi sappiamo attualmente molto poco, quasi niente anzi, di cosa sia la morte, e soprattutto di cosa sia la vita.
Siamo calati in un mistero infinito, che solo ora cominciamo ad esplorare a tentoni, come un bambino che cammina nel buio.
Viviamo in un ambiente cosmico, un universo, che LA SCIENZA – non la religione – ci dice essere ‘vecchio’ di circa 14 miliardi di anni. Questo universo, ci dice LA SCIENZA – non la religione – non è L’UNICO universo, ma uno degli infiniti (?) universi che formano il cosiddetto ‘multiverso’. Questi universi, ci dice LA SCIENZA – non la religione – sono probabilmente collegati tra di loro attraverso quelle ‘smagliature’ chiamate buchi neri. Il tempo e lo spazio, come ci dice LA SCIENZA – non la religione – sono solo un accidente, una convenzione delle dimensioni che formano o fanno da sfondo al multi verso. La materia visibile, come ci dice LA SCIENZA – non la religione – è solo un accidente, appena il 5% di quanto è contenuto nell’universo, o negli universi. E il restante 95% è formato, ci dice LA SCIENZA – non la religione – da ‘materia oscura’ e da ‘energia oscura’, che non sappiamo ancora assolutamente cosa siano. In più, LA SCIENZA – non la religione – ci dice che esiste l’antimateria, e che ad ogni particella di materia, anche la più infinitesimale, corrisponde una particella contraria, invisibile, di carica opposta.
Ora, alla luce di questo, di questo enorme, abbacinante mistero, come si può escludere a priori che le voci e le presenze di coloro che non sono più visibili e presenti in questa vita limitata e ‘reale’, esistano ancora, seppure in una forma per noi in-visibile ?
A parte la logica, ciascuno di noi, se soltanto fa un po’ di silenzio nella propria chiassosa vita, può sperimentare una ‘forma di dialogo’ con le persone che non ci sono più, che può passare anche attraverso la semplice interpretazione di segni, di segnali che ci sembra di cogliere nel corso delle nostre giornate.
Sono fenomeni di diversa natura, nei confronti dei quali io nutro il più profondo rispetto. Anche e soprattutto perché i ‘diversamente vivi’ spesso sembrano avere molte cose da raccontare, e importanti, a noi che siamo ancora qui; se soltanto noi abbiamo l’accortezza di fare, almeno per un poco, silenzio.
Fabrizio Falconi.
05/05/08
Vito Mancuso - Le quattro discontinuità, i grandi misteri dell'esistenza.
Con piacere vi ripropongo qui - dopo averlo cercato a lungo - il brano della trasmissione di La7 L'infedele, in cui era ospite Vito Mancuso, teologo dell'Università San Raffaele di Milano, che in poco più di due minuti riassume con efficace sintesi quelle quattro discontinuità che sono al centro del suo libro, L'anima e il suo destino, grandissimo successo editoriale, pubblicato da Raffaello Cortina Editore.
Vi consiglio di ascoltarlo con attenzione, perchè, in pochissimo tempo, si percepisce appunto quale incredibile, stupefacente concatenazione di eventi (di un livello di improbabilità elevatissima) hanno permesso la nostra vita qui, la vita della specie umana, di noi tutti su questo pianeta.
E' una cosa a cui non pensiamo spesso, e che invece dovrebbe essere sempre al centro della nostra consapevolezza.
Buona visione !
Il sito di Raffaello Cortina Editore:
http://www.raffaellocortina.it/
Su Vito Mancuso:
http://it.wikipedia.org/wiki/Vito_Mancuso
Il sito de La7: