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21/09/14

La poesia della domenica - 'Ora' di Carol Ann Duffy.


Ora


L'amore mendica tempo, ma anche un'ora sola,
che brilla come un soldo caduto, rende ricco l'amore.
Se troviamo un'ora insieme, non spendiamola per fiori
o vino, ma per tutto il cielo estivo e un prato erboso.
Baci da mille secondi; i tuoi capelli
come tesoro a terra; la luce di Mida
volge le tue braccia in oro. Il tempo rallenta, poiché qui
siamo milionari, ribaltiamo la notte
così nessun buio porrà fine alla nostra notte di luce,
né un gioiello starà al pari della bava d'insetto
che pende dal filo d'erba al tuo orecchio,
né candelabro o lanterna ti daranno più luce
che qui. Ora. Il tempo odia l'amore, lo vuole povero
ma fila oro l'amore, oro, oro, dalla paglia.

Carol Ann Duffy, da La donna sulla luna, Le Lettere, 2011.

10/04/14

Intervista a Thomas S. Eliot: "Essere poeti, il rischio di perdere tempo inutilmente."




Questa conversazione ha avuto luogo a New York, nell'appartamento della signora Cohn, amica di Eliot e di sua moglie. Eliot era di ritorno da un viaggio a Nassau, era abbronzato e leggermente ingrassato, così comincia il libro intervista di Donald Hall, pubblicato per la newyorchese Penguin e tradotto in Italia da Minimum Fax, con l'introduzione di Pasquale Panella, che si diverte a giocare con l'ingombrante personaggio di Eliot, uno dei monumenti della poesia mondiale: Eliot come stai? E dove Eliot, tu stai? Sono domande queste? Si sono domande. Possiamo rispondere a tutto, non è vero Eliot? Rispondere con le parole che dicono qualcosa, che dicono la cosa veramente, il nome e la posizione della cosa.

E' un libro molto interessante. T.S. Eliot offre le sue parole a chi vuole scrivere versi, a chi inizia a scriverli.

Nelle prime poesie c’è un problema di inesperienza – avere da dire più di quel che si sa dire e volere rendere in parole e ritmo qualcosa, ma non avere abbastanza controllo sulle parole e sul ritmo per renderlo in una forma immediatamente accessibile.

Questo tipo di oscurità si presenta quando il poeta sta ancora imparando a usare il linguaggio. Sei costretto a dire le cose in maniera difficile. L’unica alternativa è non esprimerti affatto, in quella fase.

Credo però sia terribilmente pericoloso dare consigli generici. La cosa migliore che si può fare per un giovane poeta è analizzare dettagliatamente una sua poesia: discuterne con lui se necessario, dargli la propria opinione e, se ci sono conclusioni generali da trarre, lasciare che lo faccia da sé. Ho capito che le persone hanno un diverso modo di lavorare a seconda dei casi e percepiscono la realtà in modo diverso. Non si sa mai se quella che si sta facendo è un’affermazione universalmente valida per tutti i poeti o una che puoi applicare solo a te stesso. Credo non ci sia nulla di peggio che cercare di plasmare la gente secondo la propria immagine. (…)

Per me è stato molto utile esercitare altre attività, lavorare in banca, o anche fare l’editore. E penso anche che la difficoltà creata dal fatto di avere meno tempo a disposizione di quanto ne avrei voluto mi abbia dato una grande urgenza di concentrazione

Il pericolo che si corre, quando non si ha niente altro da fare è, di norma, quello di scrivere troppo, invece di concentrarsi e perfezionare piccole porzioni di testo. (…)

Nessun poeta onesto può mai essere sicuro della validità di ciò che ha scritto. Potrebbe aver perso il suo tempo inutilmente”.

06/04/14

La poesia della domenica: "Dolce oscurità" di David Whyte.





Dolce oscurità

Quando i tuoi occhi sono stanchi
anche il mondo è stanco.

Quando la tua visione se n'è andata
nessuna parte del mondo può trovarti.

Tempo di andare nell'oscurità
dove la notte ha occhi
per riconoscere chi le appartiene.

Allora sarai sicuro
di non essere al di là dell'amore.

L'oscurità sarà il tuo utero
stanotte.

La notte ti darà un orizzonte
più lontano di quanto tu non riesca a vedere.

C'è una cosa che devi imparare,
il mondo è stato fatto per viverci in libertà.

Abbandona tutti gli altri mondi
eccetto quello a cui appartieni.

Qualche volta occorrono oscurità e
dolce prigionia della tua
solitudine per imparare

che qualunque cosa o chiunque
non ti renda vivo

è troppo piccolo per te.


David Whyte, da The House of Belonging.

02/02/14

Poesia della domenica - "Tu nella notte" (You in the Night) di Harold Pinter.





Tu nella notte

Tu nella notte dovresti sentire
il tuono e l'aria che cammina.
Su quella riva tu devi resistere
là dove a dominare sono le intemperie.

Tutta quell'onorata speranza
fallirà sopra l'ardesia,
e spezzerà l'inverno
che strepita ai tuoi piedi.

Sebbene ardano gli altari amorosi,
e il sole abbia l'intento
di far gridare l'aquila,
tu camminerai sulla corda tesa.

Harold Pinter, 1952.  Tratto da Poesie d'amore, di silenzio, di guerra, a cura di Edy Quaggio, Einaudi, 2006.

versione originale

You in the Night

You in the night should hear
The thunder and the walking air.
You on that shore shall bear
Where mastering weathers are.

All that honoured hope
Shall fail upon the slate,
And break the winter down
That clamours at your feet.

Thought the enamouring altars burns,
And the deliberate sun
Make the eagle bark
You'll tread the tightrope.







26/01/14

La poesia della Domenica - "Baudelaire" di Delmore Schwartz.





Baudelaire 


Quando mi addormento, e persino
nel sonno,
Odo distintamente voci che dicono
Intere frasi, trite e banali,
Che non hanno rapporto con ciò
che faccio.

… Sono stanco di questa vita di stanze ammobiliate.
Sono stanco di avere raffreddori
e mal di capo:
Sai della mia strana vita. Ogni giorno
porta
La sua quota di rabbia. Tu sai poco
Della vita d’un poeta, cara Mamma: devo scrivere
poesie,
La più debilitante delle
occupazioni.
Seppur ti costi immane dolore,
Seppur tu non creda che sia
necessario,
E tu sia in dubbio che la somma
sia corretta,
Per favore inviami denaro per almeno
tre settimane.


Delmore Schwartz
(Brooklyn, 8 dicembre 1913 – New York, 11 luglio 1966)


(versione originale)

Baudelaire

When I fall asleep, and even during
sleep,
I hear, quite distinctly, voices speaking
Whole phrases, commonplace and trivial,
Having no relation to my

Having no relation to my
affairs.
…I am sick of this life of furnished
rooms.
I am sick of having colds and
headaches:
You know my strange life. Every day
brings
Its quota of wrath. You little know
A poet’s life, dear Mother: I must write
poems,
The most fatiguing of
occupations.
Although it costs you countless agony,
Although you cannot believe it
necessary,
And doubt that the sum is
accurate,
Please send me money enough for at least
three weeks.

09/12/12

La poesia della Domenica: 'La madre di Dio' di William Butler Yeats.




La Madre di Dio 

Triplice sgomento dell'amore:
un bagliore di fiamma nel cavo di un orecchio,
ali che battono in giro per la stanza;
sgomento d'ogni sgomento,
recare i cieli nel mio grembo.

Non ero forse contenta nella scena
che ogni donna comune conosce,
il camino, il vialetto del giardino,
la cisterna di pietra dove battiamo i panni
e raccogliamo le chiacchere?

Che cos'è questa carne che acquistai con dolore,
questa stella caduta che il mio latte sostenta,
questo amore che arresta il mio sangue nel cuore
o mette un freddo improvviso nelle ossa
e fa rizzare i capelli?

William Butler Yeats (1865 - 1939) in Poesia 64 (1993) pag.9, tr. di A.Marianni.

11/11/12

La poesia della Domenica - Little Gidding di Thomas S. Eliot








                                   Se tu venissi qui,
per una strada qualsiasi, partendo da un posto qualunque,
in qualunque ora e in qualunque stagione,
accadrebbe sempre lo stesso: dovresti spogliarti
del senso e dell'idea. Non sei qui per provare,
per istruirti, per soddisfare la curiosità
o preparare un rapporto. Tu sei qui per inginocchiarti
dove la preghiera ha una ragione. La preghiera è più
che un ordine di parole, ma l'impegno cosciente
della mente in preghiera, o il suono della voce in preghiera.
Quanto i morti, da vivi, non pronunziavano
possono dirtelo, essendo morti: la manifestazione
dei morti avviene con lingue roventi, oltre l'idioma dei vivi.
Qui l'incrocio con l'attimo senza tempo
è l'Inghilterra e nessun posto. Mai e sempre.


Thomas E. Eliot, da Little Gidding, Four Quartets (Quattro Quartetti) - da vv. 39 traduz. di Elio Grassi, Palomar, 2000

07/10/12

La Poesia della Domenica - 'Lo strumento' di Les Murray.





Lo strumento


Tra le strofe ferine molte per incarnarsi
vogliono la tua carne. Solo l'arte compiuta
scevra d'obbedienza al suo tempo può piroettarti
attraverso i poemi più vasti che stai vivendo.
Star fuori d'ogni poesia è un vuoto irraggiungibile.

Perché scrivere poesia? per essere stranamente
disoccupati. per i mal di testa indolori da sfruttare
per colpire al momento maturo giù dal braccio che scrive.
Per i successivi aggiustamenti, calibrare un verbo
prima che la trance ti lasci. per lavorare sempre oltre

il limite della tua intelligenza. Per non aver da salire
e tradire i poveri nel farlo. Per una non vorace fama.



Les Murray (1938 - ) - The Instrument (qui il testo completo in inglese).


25/03/12

La poesia della Domenica - 'Se ti dovessi assentare' di Desmond O'Grady


E, sottratti all'agonia della luce,
lasciandoci dietro tutta la distruzione passata,
stendiamoci ancora sul vecchio letto
solido sotto il tetto d'alghe e bambù,
aprendo l'un l'altro bianche braccia felici.

Poi lascia che ti racconti tutta quella storia,
l'arte di sopravvivere nella lotta quotidiana:
i colpi dati, le percosse ricevute,
di anni vagabondi di vincite e di perdite
cercando di non diventare un distruttore.

Mentre veglio su di te, lascia cadere i lunghi capelli
che siano d'ombra alle tue spalle prima del sonno,
perché tutto questo luogo si romperà
e andrà in pezzi se ti dovessi assentare.

Desmond O'Grady - da 'Pillow Talk'. 

And, out of the light's agony
leaving behind all past destruction,
let us lie down again on that old bed
steadfast under the bamboo and seaweed ceiling, 
opening glad white arms to one another.

Then let me tell you all that story
That's the skill of survival in the daily struggle:
the blow's given, the beatings taken, 
of wandering for years and of wins and losses
in the search not to end a destroyer.

While I watch over you, let down your long hair
to shadow your shoulders before sleep
for all this place shall break
and fall apart should you go absent. 

26/02/12

La poesia della Domenica - 'E la morte non avrà più dominio' di Dylan Thomas.



E la morte non avrà più dominio
di Dylan Thomas (Swansea 1914 - New York 1953)

E la morte non avrà più dominio.
I morti nudi saranno una cosa
Con l’uomo nel vento e la luna d’occidente;
Quando le loro ossa saranno spolpate e le ossa pulite scomparse,
Ai gomiti e ai piedi avranno stelle;
Benché impazziscano saranno sani di mente,
Benché sprofondino in mare risaliranno a galla,
Benché gli amanti si perdano l’amore sarà salvo;
E la morte non avrà più dominio.
E la morte non avrà più dominio.
Sotto i meandri del mare
Giacendo a lungo non moriranno nel vento;
Sui cavalletti contorcendosi mentre i tendini cedono,
Cinghiati ad una ruota, non si spezzeranno;
Si spaccherà la fede in quelle mani
E l’unicorno del peccato li passerà da parte a parte;
Scheggiati da ogni lato non si schianteranno;
E la morte non avrà più dominio.
E la morte non avrà più dominio.
Più non potranno i gabbiani gridare ai loro orecchi,
Le onde rompersi urlanti sulle rive del mare;
Dove un fiore spuntò non potrà un fiore
Mai più sfidare i colpi della pioggia;
Ma benché pazzi e morti stecchiti,
Le teste di quei tali martelleranno dalle margherite;
Irromperanno al sole fino a che il sole precipiterà;
E la morte non avrà più dominio.
And death shall have no dominion.
Dead men naked they shall be one
With the man in the wind and the west moon;
When their bones are picked clean and the clean bones gone,
They shall have stars at elbow and foot;
Though they go mad they shall be sane,
Though they sink through the sea they shall rise again;
Though lovers be lost love shall not;
And death shall have no dominion.
And death shall have no dominion.
Under the windings of the sea
They lying long shall not die windily;
Twisting on racks when sinews give way,
Strapped to a wheel, yet they shall not break;
Faith in their hands shall snap in two,
And the unicorn evils run them through;
Split all ends up they shan’t crack;
And death shall have no dominion.
And death shall have no dominion.
No more may gulls cry at their ears
Or waves break loud on the seashores;
Where blew a flower may a flower no more
Lift its head to the blows of the rain;
Though they be mad and dead as nails,
Heads of the characters hammer through daisies;
Break in the sun till the sun breaks down,
And death shall have no dominion.
traduzione di Ariodante Marianni