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09/06/14

E' morto Luca Canali.




E' morto ieri a Roma, all'ospedale Gemelli, dov'era ricoverato da una settimana, Luca Canali, uno dei più grandi latinisti italiani, poeta e scrittore.

Nato a Roma nel 1925, avrebbe compiuto 89 anni il 3 settembre. 

I funerali si svolgeranno in maniera privata per volontà della famiglia. 

Militante da giovane nella Resistenza e iscritto al Pci dopo la fine della guerra, e' stato docente di Letteratura latina all'Università di Pisa ma anche grande narratore e traduttore di classici. 

Mercoledi' 11 giugno arriverà in libreria per Giunti il suo ultimo libro 'Pax alla romana-Glieterni vizi del potere', scritto con il filologo Lorenzo Perilli, sul malcostume politico e sociale che ci appartiene almeno dai tempi di Augusto, raccontato attraverso le parole di grandi scrittori e poeti, da Lucrezio a Tacito, da Virgilio e Giovenale, riportate in latino e italiano con commenti degli autori e rimandi alla nostra attualità. 

Tra i suoi libri 'Autobiografia di un baro' (Mondadori), 'Diario segreto di Giulio Cesare' (Mondadori), 'Amate ombre' (Bompiani) e 'Augusto, braccio violento della storia' (Bompiani). 

03/11/13

La poesia della domenica - 'Er salice piangente' di Trilussa.






Er salice piangente.

- Che fatica sprecata ch'è la tua!
- diceva er Fiume a un Salice Piangente
che se piagneva l'animaccia sua -
Perchè te struggi a ricordà un passato
se tutto quer che fu nun è più gnente?
Perfino li rimpianti più sinceri
finisce che te sciupeno er cervello
per quello che desideri e che speri.
Più ch'a le cose che so' state ieri
pensa a domani e cerca che sia bello!

Er Salice fiottò: - Pe' parte mia
nun ciò né desideri né speranze:
io so' l'ombrello de le rimambranze
sotto una pioggia de malinconia:
e, rassegnato, aspetto un'alluvione
che in un tramonto me se porti via
co' tutti li ricordi a pennolone.


Trilussa, da Libro Muto, 1935.

06/01/13

La fatica degli anni che passano.





La fatica degli anni che passano, cambia le nostre prospettive.  E cambia anche il senso della nostra fatica.

Ho trovato queste parole straordinariamente rispondenti.


Ho sempre più l'impressione che il torrente da guadare si allarghi alle dimensioni di un fiume, anzi di un mare. 

Il gesto di lanciare sassolini nel torrente guardando con fiducia, quasi con possesso, all'altra sponda, si è tramutato in me in un altro: siamo inviati, mi pare, non ad assicurarci il passaggio di un corso d'acqua, bensì ad entrare semplicemente, a piccoli passi, nell'acqua di un mare ampio, per immergerci in esso superando le nostre paure. 



Carlo Maria Martini, Capire, comprendere, pregare, in La preghiera di chi non crede, VII Cattedra dei non credenti, Mondadori, Milano 1994, pag.104.

01/09/12

"Lord Jim" di Joseph Conrad - una rilettura 'iniziatica'.




E' sempre curioso scoprire le differenze nella considerazione di un grande romanzo, quando è passato molto tempo dalla prima volta che si è letto.

Per Lord Jim di Joseph Conrad, la differenza è sostanziale: quando lo lessi durante gli anni del liceo, lo interpretai come un puro libro di avventura.

Riletto oggi, mi appare un grande libro iniziatico.  Nel senso che la storia di Jim, la storia della sua perdizione, dopo il quasi involontario atto di codardia, l'abbandono della nave che si crede stia affondando, è diventata ai miei occhi, la grande storia di una iniziazione alla comprensione più profonda della natura umana, che ciascuno deve compiere - quindi anche della sua natura - nel corso della propria vita.

Nelle pagine finali di questa celebre storia, Jim si sacrifica come un eroe sull'altare della sua pura idealità ferita - e riguadagnata proprio grazie a quel sacrificio finale, che appare in-evitabile. 

Qualche pagina prima della fine ho trovato questa frase pronunciata da Jim, che mi sembra paradigmatica dell'intero romanzo: Gli uomini a volte si comportano male senza essere per questo molto peggiori di altri.

Sembra una resa di fronte alla in-sindacabilità dei destini e delle scelte umane di fronte agli incredibili orditi del Fato, che riesce sempre a scombinare qualsiasi certezza noi pensiamo di possedere riguardo a ciò che motiva il nostro agire. Il Fato - si potrebbe dire - ne sa sempre di più. 

Eppure la resa di Jim non è totale, né unilaterale. Lui anzi, come dimostra il sacrificio finale, non si è in fondo mai arreso. Ha soltanto trovato una 'via giusta' (e dunque autentica, e quindi morale, per poter dire di aver vissuto sensatamente, nonostante la macchia originaria e indelebile che lo ha afflitto).

La parola che più mi viene in mente per definire questo romanzo è "struggente". E' struggente il destino di Jim, è struggente la sua vicenda umana - estrema. Struggente e appassionato il racconto che ne fa Marlow, il testimone. 


Tra i tanti gli spunti che offre un grande romanzo come questo, è particolarmente  interessante quello che suggerisce Czeslaw Milosz nella postfazione alla edizione Mondadori, cioè una possibile allegoria del Patna - il vascello -  come la 'Patria', che Jim abbandona senza staccarsene completamente mai.

Questo, pensando alla vicenda umana di Conrad, offrirebbe una lettura molto originale (pensando anche alla Patria non solo come luogo fisico) - addirittura psico-analitica - della storia: senso di colpa (il padre aveva dato tutto, compresa la vita, per la patria polacca), nostalgia, voglia di tradimento e allo stesso tempo di ritorno e di espiazione.

In fondo è anche per questo che l'opera di Conrad, insieme al suo sguardo triste, non smette mai di interrogarci. 

Fabrizio Falconi


22/04/12

La Poesia della Domenica - 'La sera si fa sera' di Franco Fortini.




La sera si fa sera

Tu non avrai compagni.
Ed allora verrà
La faina da te
Per metterti paura.
Ma non prendere paura,
Prendila per sorella.
La faina conosce
E l'ordine dei fiumi
E i fondali dei guadi
E ti farà passare
Senza che tu t'anneghi
E poi ti condurrà
Fino alle fonti fredde
Perché tu ti rinfreschi
Dai polsi fino ai gomiti
Dei brividi di morte.

Anche comparirà
Davanti a te il lupo
Per metterti paura.
Ma non prender paura
Prendilo per fratello
Perché il lupo conosce
E l'ordine dei boschi
E il senso dei sentieri
E ti accompagnerà
Per la via più leggera
Verso un alto giardino
Dove la luce è quieta.
Il tuo posto è laggiù,
Dove vivere è bello
Dov'è il campo di dalie
La collina dei giuochi.
E laggiù c'è il tuo cuore.


Franco Fortini, Poesie scelte 1938-1973, V. Mengaldo cur., Oscar Mondadori