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18/10/20

Juliette Récamier, la donna più bella di Francia (3)


 Juliette Récamier, la donna più bella di Francia - 3

Il primo ammiratore degno di nota di Juliette fu Jean-Francois de La Harpe, un ometto deforme, combattivo, non più giovane, che era stato uno dei protetti di Voltaire.
Juliette benché attratta dalla sua fama e intelligenza, non sapeva nulla del suo passato movimentato. In sua presenza La Harpe faceva lo stupido in modo spettacolare e Juliette rideva di lui allegramente e non certo beffardamente. Questo era uno dei suoi doni: prendere in giro le persone senza ferirle, farle sentire onorate di farla sorridere.
Il successivo uomo che si infatuò di lei fu il giovane Lucien Bonaparte, l'imbarazzante fratello minore di Napoleone che per un anno le scrisse lettere d'amore in stile affettato, copiato dallo stile dei romanzi di Madame de La Fayette.
Al suo corteggiamento Juliette rispose in un modo classico che non ammetteva repliche - mostrò le lettere al marito.
Poi Juliette incontrò Adrien de Montmorency che era alto, biondo affabile - il fiore di una antica e nobile famiglia dell'Ile de France.
Adrien sembrava abile, assolutamente equilibrato: era reticente, ma con grazia.; eloquente e tuttavia in modo salottiero e beneducato.
Presto si sentì attratto da Juliette e la sua conversazione cominciò a presupporre un'intimità.
La coppia era sospesa in quella che la donna percepiva come "una gradevole mezza-luce" e Juliette si aspettava di innamorarsi di lui. Il che non accadde.
"Mi sarebbe piaciuta più passione", ammise più tardi, "Qualche scaramuccia sarebbe stata utile."
Il corteggiamento scemò, ma i due sarebbero rimasti sempre buoni amici.
Solo una volta Juliette arrivò quasi a concedersi a un uomo: accadde a Coppet, nel 1807 (Juliette aveva 30 anni), quando fu presentata al Principe Augusto di Prussia, un focoso nipote di Federico il Grande che la portava in barca a remi per il lago di Ginevra e la corteggiava con tutta la turbolenza di cui Juliette aveva letto nei romanzi.
3. - segue

fonte: Dan Hofstadter - La storia d'amore come opera d'arte

17/10/20

Juliette Récamier, La Donna più bella di Francia (2)


Juliette Récamier, La donna più bella di Francia (2)

Circa cinque anni dopo il matrimonio, nel 1798, Récamier acquistò la casa di città che il padre di M. de Stael aveva costruito nella Rue du Montblanc, con gli interni completamente ristrutturati e realizzati dall'ebanista Jacob.
Ai primi ricevimenti di Juliette, gli ospiti rimanevano a bocca aperta davanti alle vaste specchiere, ai soffitti affrescati e ai candelabri scintillanti e la donna si dimostrò una padrona di casa di talento nell'accogliere principi e parvenu con uguale premura, nel suonare il piano con le lacrime agli occhi, lasciando di tanto in tanto intravedere ai suoi visitatori uno scorcio del letto enorme che aveva ai quattro angoli altrettanti cigni dorati.
Ci fu sempre un'aura di luminosa vacuità intorno a Juliette Récamier.
Nata in una società che amava le parrucche incipriate e le creme bianche per il viso, la sua quintessenza era lunare.
La pelle era bianca, gli abiti erano quasi invariabilmente bianchi e il suo unico ornamento erano le perle; benché parlasse e scrivesse bene, la sua unica incursione nella letteratura fu la traduzione di alcune strofe del Petrarca - un esercizio di riflessione.
Una volta disse a Benjamin Constant, a proposito delle sue letture preferite: "Mi piacevano quelle storie in cui il dovere si oppone al sentimento e alla fine lo doma. E tuttavia questo genere di letture è in realtà piuttosto pericoloso perché fa accettare al lettore come cosa naturale la lotta tra la passione e la virtù.... Benché non mi mancassero i piaceri dell'amore, sentivo la mancanza del dolore. Pensavo di essere fatta per amare e soffrire, ma non amavo niente e nessuno e soffrivo solo per la mia stessa indifferenza."
In realtà anche "Il racconto di Juliette", scritto da Constant nel 1815, quando lei aveva 38 anni, si occupa soprattutto dei suoi rapporti con gli uomini - o piuttosto, delle umilianti sconfitte amorose subite dagli uomini in sua presenza.

Fonte: Dan Hofstadter - La storia d'amore come opera d'arte
(2. - segue)