Visualizzazione post con etichetta athanasius kircher. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta athanasius kircher. Mostra tutti i post

01/09/14

Meraviglie romane: la falsa cupola di Sant'Ignazio e il sepolcro di Kircher.




Una delle meraviglie romane è la Chiesa di Sant'Ignazio, nella piazza omonima tra Via del Corso, il Pantheon e il Collegio Romano. 

Ogni anno attrae visitatori da tutto il mondo, in primis per il prodigio pittorico realizzato dal pittore gesuita Andrea Pozzo: mago della prospettiva, realizzò una finta cupola, affrescata su una parete completamente piatta (a Sant'Ignazio per vari motivi, la Cupola progettata non fu mai costruita). 

Così chi entra nella Basilica, dal fondo della navata non si accorge di nulla, e viene illuso dalla esistenza di una Cupola che in realtà non c'è. 

Soltanto  avanzando e disponendosi sotto l'affresco si scopre l'inganno prospettico.

La Falsa Cupola fu realizzata da Andrea Pozzo nel 1685 cinque anni dopo la morte di Athanasius Kircher, il grande gesuita (scienziato, esploratore, vulcanologo, paleografo, enciclopedico, ecc..) alla ricerca del sepolcro del quale mi sono messo qualche anno fa. 

Durante questa lunga (e infruttuosa) ricerca (soltanto il cuore di Kircher è accertato trovarsi nel Santuario della Mentorella sui monti Prenestini), ebbi modo anche di esplorare i sotterranei di Sant'Ignazio. 

C'era infatti la possibilità che  la tomba di Kircher potesse trovarsi non al Gesù, come indicato dalle fonti (senza riscontro), ma alla Chiesa di Sant'Ignazio. Le due chiese in realtà sono distanti poche centinaia di metri. Un amico mi segnalò il fatto che a Sant'Ignazio vi era stato un recente ritrovamento di tombe antiche.

E per fugare il dubbio che tra queste potesse trovarsi anche quella di Kircher un giorno ho chiesto il permesso di visitare il Sotterraneo della Chiesa. 

Esattamente sotto la Falsa Cupola, al centro della navata, vi è, incassata nel pavimento una pesante botola di marmo. Che si può sollevare mediante due grossi anelli di bronzo dorato (ci vuole un bel po' di forza..). 

Con una normale scala a pioli, inserita nella botola (in orario di chiusura della Chiesa), siamo scesi nel sotterraneo, dove non esiste illuminazione, e bisogna portare una lanterna elettrica, per orientarsi. 

In quella occasione ho potuto verificare l'esistenza di un centinaio di sepolture, ottimamente conservate e allineate con ordine, che corrono in diversi larghi ambienti sotto il pavimento della Basilica. I nomi dei morti sono perlopiù scritti direttamente sulla superficie di cemento che chiude i loculi, con nerofumo o carboncino. 

Per quanto riguarda Kircher, ricerca ebbe esito negativo: le sepolture risultarono essere quasi tutte posteriori al 1720-1730, e comunque non sono risultate traslazioni più antiche, né tanto meno quella di  Kircher. 

Una esperienza comunque notevole. Di questa ho scritto in Dieci luoghi dell'anima, pubblicato qualche anno fa.

Fabrizio Falconi

29/07/13

Mirabilia Urbis VIII - Santuario della Mentorella




Mirabilia Urbis

VIII. Santuario della Mentorella

Significava certo qualcosa
quel tuo essere sepolto
ai piedi della Vergine, il cuore
la parte preminente,
la meridiana
foro anima o fessura
dell'altra vita,
dove in un solo colpo appare
nascita, morte, ritorno.
Stabat Mater, al riconoscente
soglio si arrestò
la parabola di Athanasius Kircher
sipario di roccia, fenditura,
antro, grotta, buio:
da questa Vertigine, il senso
spiega le ali sul vuoto della vita.


Testi per la mostra Petrology (dipinti di Justin Bradshaw) - Chiostro del Bramante, 15 novembre/4 dicembre 2005.  Da Fabrizio Falconi, Il respiro di oggi, Terre Sommerse, Roma 2009.


10/05/12

Gli obelischi di Roma - 8.Obelisco Minerveo.



Nel nostro excursus attraverso gli Obelischi egizi romani (nell'ordine nel quale furono rieretti)- qui le precedenti puntate - tocca oggi a quello forse più caratteristico, detto anche popolarmente il pulcino, il più piccolo, quello che si trova oggi nella piazza antistante la splendida Basilica di Santa Maria Sopra Minerva.


8. Obelisco minerveo 

anno di rierezione: 1667 
– m. 3,47 - 12.68 (completo di basamento) 

Innalzato dal faraone Uahibre o Hopra (come è chiamato nella Bibbia) o Apries (nei testi greci) o Ouaphre, della XXIV dinastia, successo al fratello Psammetico II nel 588 a.C. nella città di Sais. 

Trasportato da ignoto a Roma per adornare il tempio di Iside e Osiride (pendant di quello trasferito a Urbino). 
Abbattuto in circostanze ignote. Ritrovato nella cosiddetta zona della Minerva Vecchia (nel convento della Minerva dalla parte dell’attuale Via del Seminario, sorto sulle ‘ruine’ di un tempio doppiamente dedicato alla Sapienza, prima l’egiziana Iside e poi la romana Minerva) intorno al 1650, sotto Alessandro VII

Lo stesso papa ne ordina l’erezione affidandone l’opera a due architetti: Gian Lorenzo Bernini come architetto, e il gesuita padre Paglia come direttore dei lavori. 

L’elefante come elemento del basamento viene imposto dallo stesso Alessandro VII, accettato dal Bernini e scolpito da Ettore Ferrata. 

Disputa tra Bernini e Paglia sul sostegno sotto la pancia dell’elefante, coperto dalla gualdrappa ideata dal Bernini, e voluta da Paglia di questa lunghezza. 

L’iscrizione voluta da Alessandro VI è una risposta ironica all’arroganza di Luigi XIV, che per vendicare un supposto complotto del papa contro l’ambasciatore francese a Roma, marchese di Crèqui, aveva umiliato Alessandro VI con la famosa ‘piramide’ nella quale il papa si inchinava al potere francese, vicino Palazzo Farnese, poi abbattuta nel 1668.


(Chi vuole può approfondire queste notizie. 

Quel che a noi interessa in questa sede, è sottolineare come in pieno '600, era questo lo Spirito della Roma Cristiana: collegare simboli dell'antica sapienza egizia ai 'nuovi' emblemi cristiani. 

Il fautore: Athanasius Kircher. In questa opera confluiscono: 

- Un simbolo animale esotico, il simbolo dell'Elefante. il 6 giugno 1655 a Roma era stato condotto un elefante, uno dei primi mai visti. Fu esposta, la povera bestia, a Monte Brianzo, dove le cronache riferiscono che si pagava 'un giulio' per l'ingresso. Era un elefante femmina. Che destò enorme impressione nella popolazione di Roma. Al momento di scegliere un simbolo di sapienza, Alessandro VII scelse l'elefante (sotto consiglio dello stesso Kircher), del quale esisteva finalmente un modello in carne ed ossa. - un reperto egiziano. L'obelisco. Per decifrare i misteriosi segni, subito dopo il ritrovamento, fu chiamato Kircher, l'unico esperto di letteratura arcana, come egli stesso si definiva. Anche in questo caso, Kircher interpretò i geroglifici a modo suo, senza azzeccarne una. Ma, come vedremo meglio Kircher aveva scoperto due cose fondamentali: la stretta relazione tra l'alfabeto copto e i geroglifici (intuizione che servì a Champollion), e il 'meccanismo logico' dei geroglifici, al punto tale che - come vedremo - egli era in grado di 'disegnare' con precisione le parti mancanti degli obelischi che venivano alla luce - azzeccandoci sempre. - i simboli cristiani.  
In questo caso la Croce sulla sommità dell'obelisco. 

Con le famose iscrizioni poste sulla base del monumento: 

VETEREM OBELISCUM | PALLADIS AEGYPTIAE | E TELLURE ERUCTUM | DIVINAE SAPIENTIAE | ALEXANDER VII DEDICAVIT | ANNO SAL: MDCLXVII 

Questo antico Obelisco, monumento della Pallade Egiziana, scavato dalla terra ed eretto nella piazza già di Minerva, e ora della madre di Dio, Alessandro VII dedicò alla divina Sapienza nell'anno della cristiana salvezza 1667. 

SAPIENTIS AEGYPTI | INSCULPTAS OBELISCO FIGURAS | AB ELEPHANTO | BELLURAM FORTISSIMA | GESTARI QUISQUIS HIC VIDES | DOCUMENTUM INTELLIGE | ROBUSTAE MENTIS ESSE | SOLIDAM SAPIENTIAM SUSTINERE 

Chiunque tu sia che vedi nell'obelisco le figure scolpite dal sapiente Egitto sostenute dall'elefante, il più forte degli animali, sappi che è proprio di una robusta mente alimentare una solida sapienza. 

Egitto, esoterismo (la zona della Minerva, da sempre 'pozzo' di significati esoterici, prima egizi, poi legati al culto di minerva), studio delle profondità, magico accordo unitario dei simboli. Kircher era tutto questo.)

04/05/12

Gli obelischi di Roma - 7.Obelisco Agonale.



Settima puntata (nell'ordine in cui furono rieretti) del nostro excursus sui 13 obelischi egizi esistenti a Roma. (Qui le precedenti puntate). E' oggi la volta del celebre e celebrato monolite che troneggia al centro di Piazza Navona, l'obelisco dei Pamphilj o Obelisco Agonale. 


7. Obelisco domiziano in Piazza Navona o Agonale 

Rieretto nel 1651 
altezza - m.16,53 (solo il fusto. Con basamento circa m.30) 

Geroglifici estesi. 

Provenienza egizia sconosciuta. 

Innalzato dall'imperatore Domiziano ( 81-96 d.C.) come ornamento centrale dell’Iseum et Serapeum, il tempio dedicato alle due divinità egizie costruito a Roma nella seconda metà del I sec. d.c. nella zona attuale del Rione Pigna. 

Geroglifici fatti scolpire a Roma dallo stesso Domiziano, in onore dello stesso imperatore, definito Signore delle due terre

Spostato nel grande circo a lui (massenzio) dedicato ( a poca distanza dalla tomba di Cecilia Metella, sulla via Appia ) nel 309 dall’imperatore Massenzio per eternare la memoria del figlio Romolo morto a nove anni. 

Abbattuto forse dal Re dei Goti Vitige nel 535 o da Totila nel 547. Rimasto nella memoria orale e negli scritti, viene ritrovato e dissepolto in cinque pezzi sotto Innocenzo X (Pamphilj) nell’aprile del 1647

Trasportato in Piazza Navona l’anno seguente (l’obelisco torna in un luogo domiziano, per straordinaria coincidenza visto che i geroglifici sull’obelisco, di epoca romana, che indicavano la dedicazione all'imperatore Domiziano, non erano stati ancora decifrati ), viene eretto (su probabile decisione di P. Athanasius Kircher), al centro della fontana dei fiumi del Bernini nell’agosto del 1649. Nel novembre dello stesso anno viene sovrapposta la colomba di bronzo (alta m.1,70) simbolo di pace e della famiglia Pamphilj.