21/11/15

"A capo della congiura, il tempo", le poesie di Raoul Precht.




Dopo la traduzione e la cura di Schulin di Sternheim, ancora inedito in italia, sempre per La Camera Verde,  e dopo le poesie de I viaggi dell'Ofiuco, portati anche in uno spettacolo a Roma, torna Raoul Precht, con una nuova raccolta poetica, appena pubblicata sempre da La Camera Verde, A capo della congiura il tempo. 

Nella consueta eleganza della veste grafica di queste edizioni, Precht propone due poemetti, Oscure dimore e La festa, già pubblicati nella Italian Poetry Review (VIII, 2013, pp.91-98) e una nuova raccolta di dodici liriche, A capo della congiura, il tempo, scritta nel gennaio del 2015.

Tutti e tre i lavori sono molto interessanti. La voce poetica di Precht è sempre più limpida, nuda ed essenziale. 
In Oscure Dimore, la tentazione di un bilancio di vita - Scoprirò le strade che ho già percorso/ritroverò i ciottoli/ i dolori di un tempo, mummie/ che imperlano il cammino verso la comune/ partenza - si mischiano ad annunci di contese non solo esistenziali (che in questi giorni d'Europa risultano quanto mai profetici): Sussulti di battaglie e la gente / - uno sciame - che s'apre/ alla violenza di ogni ora, / comodamente acquattata tra i tavoli/ del bar, in attesa che tutto taccia.  

Ne La Festa - cinque parti compatte - il desiderio o l'ambizione di estraniarsi dal gioco dissennato del mondo - il biglietto d'invito, l'ho bruciato/ Chi è di spuria origine resti fuori/ dalla mischia: solitudine esigo/ come un flagello, ma è falso il piacere - è colmo di malinconia e sofferenza. 

Infine, nell'ultima parte, A capo della congiura, il tempo, Precht offre una meditazione filosofica e poetica sul tempo, con straordinarie immagini (nella savana dei nostri rimpianti; potrei ritirare le truppe biancorosse/e del mondo tutte le tastiere scordare; un piano inclinato d'alabastro - così/ m'immagino l'amore, che vive di macchie) sui suoi beati inganni e sulla sua imperdonabile condanna. Ma è solo con il tempo, sembra suggerire Precht, che si può gabbare il tempo.  Altro non (ci) è dato, e forse non è poco. 

Fabrizio Falconi 


20/11/15

"Un amore degli anni venti" di Simone Caltabellota, i meravigliosi tempi di Sibilla Aleramo. (Recensione)




Finalmente un libro diverso

Simone Caltabellota, con pazienza certosina e amore appassionato ha ricostruito una storia perduta italiana, dell'Italia degli anni venti, una vicenda d'amore (e non solo amore, ovviamente) tra una grande scrittrice e un giovane mago, Sibilla Aleramo e Giulio Parise. 

Ma il libro è molto di più: è la ricostruzione meticolosa di quella complessa trama di relazioni, intrighi, rancori, disegni politici, tradimenti intellettuali, tradizioni iniziatiche e pratiche magiche - come recita la bandella del volume - che ruota intorno al misterioso «Gruppo di Ur» e alle figure di Julius Evola e del matematico pitagorico Arturo Reghini, avendo come teatro la Roma magica di quegli anni, con i suoi palazzi, i caffè, i teatri, le biblioteche, e anche i commissariati di polizia. 

Fu proprio durante il Ventennio infatti che la storia d'amore tra Sibilla Aleramo, all'epoca una scrittrice già famosa e  Giulio Parise, molto più giovane di lei, bellissimo e misterioso, sfida le convenzioni e la rigida disciplina di quegli anni, rispolverando l'antica e magica Sapienza pagana alle origini della civiltà italica e dell’intera cultura occidentale, quella stessa Sapienza alla quale in quegli anni si rivolgevano diverse associazioni filosofiche, massoniche, esoteriche in diverse parti d'Europa.

Sibilla e Giulio - del giovane Mago si sono perse le tracce definitivamente e al giorno d'oggi non esiste nemmeno una sua foto, per reperirla Caltabellota si è rivolto agli eredi, che ancora vivono a ROma - si incontrano, si amano, si perdono, si allontanano, si ritrovano, si tengono uniti sul filo di una esperienza iniziatica, una serie di prove che Giulio impone a Sibilla insieme alla sua distanza

E Caltabellota ricostruisce questa vicenda, mai raccontata, passo dopo passo, attingendo direttamente dalla Fondazione Gramsci e dall'Archivio Aleramo dove sono custodite le lettere originali, i biglietti autografi, le fotografie. Sono le voci di quel mondo apparentemente lontano e invece molto moderne, con le sue inquietudini, i suoi strappi, i suoi disorientamenti tra desiderio di elevazione e passioni divoranti. 

Pagina dopo pagina affiora il destino perduto di Sibilla, il suo amore che non si è completamente concesso, che è rimasto sempre misteriosamente negato, il volto di Giulio che appare e scompare, tra le diatribe di Reghini ed Evola che si accapigliano sulle riviste dell'epoca su ardue questioni filosofiche che soltanto in apparenza celano i risentimenti e i risvolti passionali, nei confronti di quella donna, Sibilla, che ha saputo tenere magicamente i fili di vicende così diverse, restando protagonista, restando sempre, anche di fronte alla sofferenza, nuda, se stessa. 

Un amore degli anni Venti 
Simone Caltabellotta 
Collana: Scrittori 
Ponte alle Grazie
Pagine: 192Prezzo: € 15.00

Fabrizio Falconi


18/11/15

La grandezza della Letteratura Francese, a Roma. Il calendario degli eventi delle Biblioteche romane.




un modo per reagire ai terribili fatti di Parigi è anche riscoprire la grandezza della letteratura francese. In questa lodevole iniziativa del circuito delle Biblioteche di Roma. 
Qui di sotto l'elenco completo anche degli altri appuntamenti. 


Parigi, 13 novembre 2015

"Il terrorismo e la menzogna sono le armi del debole, non del forte"
 Mahatma Gandhi



Festival della narrativa francese, VI EDIZIONE
le voci della narrativa francese incontrano il pubblico italiano  22 ottobre -  26 novembre
Prosegue la kermesse dedicata alla letteratura francese fino al 25 novembre presso l'Institut français - Centre Saint-Louis in Largo Toniolo 22, con: Alessandro Tota e Pierre Van Hove "Il ladro di libri", Coconino Press (19 novembre ore 19);
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Estate assassina di Gilda Piersanti, Bompiani
Presentazione libro con l'autriceGuglielmo Marconi - martedì 24 novembre, h. 18:30
Nell'ambito del Festival della Narrativa francese, organizzato dall'Institut français Italia/Ambasciata di Francia in Italia, Teresa Ciabatti presenta  Gilda Piersanti.
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Colonia Italia
Presentazione libroEuropea - venerdì 20 novembre, h. 17:30
Prima presentazione romana del libro Colonia Italia, di  Mario Josè Cereghino e Giovanni Fasanella, edito da Chiarelettere. Sulla base di un lavoro di ricerca su documenti del governo, della diplomazia e dell’intelligence inglese, desecretati
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Mostra del nuovo cinema europeo
Rassegna cinematograficaEuropea -  23 - 29 novembre
EUNIC, il partenariato tra Istituti di Cultura, Accademie e Ambasciate Nazionali dell‘Unione europea a Roma, lancia la prima edizione della Mostra del nuovo cinema europeo.
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Pasolini - il cinema in venti tavole
 Inaugurazione mostraElsa Morante - mercoledì 18 novembre, h. 17:00
Inaugurazione della mostra "Pasolini - Il Cinema in 20 Tavole", a cura della Fondazio Cinema per Roma. L'evento fa parte delle iniziative per il 40° anniversario della morte del grande intellettuale, scrittore, regista e poeta.
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Biblioring. Ultimo round!
Partecipa on line al Biblioring: prendi in prestito, acquista, commenta, vota  14 luglio -  30 novembre
Vuoi  che il tuo libro sia il “testo più letto e amato” del BiblioRing? Inserisci un commento e indica con una stellina da 1 a 5 la tua preferenza su www.bibliotu.it.

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La vita è in gioco
Presentazione libro
 Centrale per Ragazzi - giovedì 19 novembre, h. 17:00
In occasione del 26° anniversario della Giornata Mondiale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, un incontro a cura di Amnesty International.
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Luce, Gravità e Musica
 Conferenza e concertoVaccheria Nardi - sabato 21 novembre, h. 11:00
Ancora un sabato mattina dedicato alla musica nella sala della Vaccheria Nardi, con una conferenza concerto organizzata dall’Associazione Suono Immagine Onlus, che celebra il centenario della formulazione della Relatività Generale di Albert Einstein.
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Roma dei misteri di  Vittorio Di Giacomo
Presentazione libro Nelson Mandela - giovedì 19 novembre, h. 16:30
Il Centro Culturale G.G. Belli presenta il libro "Roma dei misteri": la magia, l’alchimia, la stregoneria come provocazione, sfida o difesa contro la “potenza”.
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Donne in giallo
Incontro-conferenzaRispoli - lunedì 23 novembre, h. 17:00
Agatha Christie, Dorothy Sayers e il merito delle scrittrici nella nascita del mystery. Incontro-conferenza a cura di Valeria Palumbo. Tra gli Anni Venti e gli Anni Quaranta fiorì il cosiddetto giallo deduttivo.
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Flautissimo 2015. Il viaggio segreto della musica. 17a edizione
Parco della Musica , Centrale Preneste , Biblioteca Villa Leopardi e Vaccheria Nardi  27 novembre -  22 dicembre
Prende il via la XVII edizione di Flautissimo, il Festival Italiano del Flauto, organizzato dall’Accademia Italiana del Flauto. Il programma di quest'anno presenta inquadrature e angolazioni per un’offerta di spettacolo innovativa e multidisciplinare
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Lunetta Savino in Grand Guignol all’italiana
 Teatro Eliseo SPECIALE PROMOZIONE Biglietto € 20 (anziché € 34) 17 - 29 novembre
Grossolanità, cinismo, squartamenti e lacrime da cronaca nera, eros e bordello a infarcire un drammone popolare senza lieto fine. Nella Francia di fine ‘800, il “Grand Guignol” era tutto questo; un miscuglio non molto amalgamato di tinte fortissime,
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Quartetto di Cremona in Esplorando Beethoven
Sabato 21 novembre 2015 ore 17.30 Aula Magna Sapienza Università di Roma
P.le Aldo Moro 5 Romasabato 21 novembre
Il ciclo completo dei Quartetti di Ludwig van Beethoven – diciassette geniali e straordinari capolavori, che costituiscono uno di più grandi monumenti della musica di tutti tempi – è da anni l’obiettivo cui lavora il Quartetto di Cremona, che li sta
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Concerto per Odysseo. Cronache dall’Iliade di Omero
Teatro di Documenti Via Nicola Zabaglia 42  PROMOZIONE SPECIALE SOLO 8 €URO 20 - 22 novembre
L'Iliade come non è mai stata raccontata finora. Continua ad affascinare e ad interessare anche le giovani generazioni. Raccontiamo ancora una volta di uomini ed eroi, della guerra e della assoluta necessità della pace, di vendetta ma soprattutto di
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Sandro Veronesi in "Non dirlo. Il Vangelo di Marco"
 22/11/2015 Auditorium Parco della Musica  Sala Petrassi  ore 21domenica 22 novembre
Questa non è una storia classica, non è composta né scritta in modo classico: qui si sta parlando di un rivoluzionario, un personaggio che è venuto a rivoltare il mondo, e Marco capisce che deve rivoluzionare anche il racconto.
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Dino Zoff: la storia di un mito
Teatro Golden  Via Taranto, 36 domenica 22 novembre ore 21domenica 22 novembre
Dino Zoff: portiere nato, recordman nato, titolare fisso. E’ la storia di un mito, di un bambino che non sognava di fare gol ma di pararlo. Unico giocatore di calcio celebrato con un francobollo, il portiere più grande di tutti i tempi, a 40 anni da
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Alla scoperta delle Basiliche Maggiori di Roma con Artefacto
S.Giovanni in Laterano, S.Maria Maggiore, S.Nicola in Carcere 21 - 25 novembre
Gli archeologi di Artefacto vi propongono, per il prossimo weekend, una visita guidata alla scoperta di due importanti Basiliche romane e della Chiesa di S.Nicola in Carcere con i sotterranei.
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GIOVANNI E PAOLO al di là di Falcone e Borsellino
Teatro Sala Umberto 25  novembre 2015 ore 21.30mercoledì 25 novembre
Lo spettacolo, nella sua drammaturgia di testo, musica e azione, mette in scena un Falcone e Borsellino inediti; crea le condizioni per cui, nonostante la loro/nostra storia sia conosciuta a tutti, si possa ancora scuotere la testa e dire:
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La versione di Tristano. Giovanni Scifoni voce narrante e Quartetto Roma Tre
Accademia Filarmonica Romana Sala Casella giovedì 26 Novembre 2015 ore 21  giovedì 26 novembre
La vicenda di Tristano e Isotta è una delle più celebri storie a noi pervenuta dalla tradizione medievale. Il racconto, con il trascorrere dei secoli, si è trasformato, arricchito, diversificato: la storia è diventata leggenda, la leggenda mito;
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Giorgio Albertazzi protagonista de La Tempesta di William Shakespeare
Teatro Ghione  19 novembre -  13 dicembre
L’uomo di oggi è confuso, disorientato, frastornato da persuasori occulti, anaffettivo, comprato da una società che lo ha divorato, digerito, trasformato in cieco consumatore e prodotto di mercato. A capo chino bruchiamo la porzione d’erba a noi
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17/11/15

Le Chiese e i siti cristiani di Nagasaki. Una bellissima mostra sul Giappone al Palazzo della Cancelleria, a Roma.

Cattedrale di Oura


La mostra, "Le Chiese e i Siti Cristiani di Nagasaki", candidati al riconoscimento come patrimonio culturale dell’umanità, intende presentare come si è radicato il cristianesimo in Giappone e come esso abbia favorito per quattrocento anni lo scambio di valori tra Giappone ed Europa, sarà aperta al pubblico dal 23 al 29 di novembre 2015, è organizzata dalla Prefettura di Nagasaki, Prefettura di Kumamoto, Comune di Nagasaki, Comune di Sasebo, Comune di Hirado, Comune di Goto, Comune di Minamishimabara, Comune di Ojika, Comune di Shinkamigoto, Comune di Amakusa, è realizzata grazie al contributo dell’ANA, Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone e si avvale del Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri del Giappone e del Pontificio Consiglio della Cultura.



Una statuetta di Maria Kannon XIX secolo Arcidiocesi di Nagasaki La leggenda vuole che la statua fosse di proprietà dei credenti di Urakami. Sculture raffiguranti la Dea kannon venivano prodotte in massa in Cina, perciò questo tipo di scultura fu scelta per rappresentare la Vergine Maria. I “senpuku kirishitan” (cristiani clandestini) la chiamavano “Hanta Maruya” (Santa Maria)

“Le Chiese e i Siti Cristiani di Nagasaki”, candidati al riconoscimento tra i patrimoni culturali dell’umanità. Le orme dello straordinario cristianesimo giapponese. PALAZZO DELLA CANCELLERIA (PIAZZA DELLA CANCELLERIA 1, ROMA)

Da lunedì 23 a domenica 29 novembre

Chiesa di Egami 


Situata all'estremo occidente del Giappone, la regione di Nagasaki è un territorio costituito da una miriade di isole i cui colori dominanti sono l'azzurro e il verde grazie all'intenso tono blu del cielo che le sovrasta ed al verde cristallino del vasto mare che le circonda. Sin dall'antichità attiva protagonista degli scambi culturali con il continente, la regione di Nagasaki, nel suo ruolo di porta d'ingresso per gli scambi con l'Occidente, ha svolto un ruolo determinante per lo sviluppo della cultura giapponese e per il processo di modernizzazione della stessa. In tale contesto, si è assistito alla creazione di una cultura originale di questa regione, che come caratteristica principale ha quella di essere in grado di testimoniare il processo di radicamento del cristianesimo in Giappone.



Un paravento decorativo pieghevole raffigurante l’arrivo degli europei in Giappone (copia) ca. 1600 Questo paravento ritrae in maniera estremamente vivida le scene di arrivo in Giappone di missionari e mercanti. Nella parte in alto a destra si può notare una chiesa, circondata da numerosi negozi che vendono rosari e altri oggetti di culto.





L'introduzione del cristianesimo in Giappone, ad opera del missionario gesuita Francesco Saverio, avvenne nel 1549 e a partire dal XVI secolo la regione di Nagasaki costituì il centro delle attività dei missionari, che portarono alla diffusione della religione cristiana. In seguito, a causa dei divieti, delle oppressioni e delle persecuzioni delle autoritàà politiche del tempo, per un periodo di circa 250 anni i credenti della regione di Nagasaki tramandarono la loro fede costituendosi in comunità clandestine, fino a che, alla metà del XIX secolo, non riuscirono a ricongiungersi alla chiesa cattolica. 



L’“O-kake-e” (L’Annunciazione) Risalente alla seconda metà del XVIII secolo- inizio XIX secolo circa Museo di Shimanoyakata nell'isola di Ikitsuki, Comune di Hirado Immagine sacra tramandata dai “senpuku kirishitan” (cristiani clandestini) dell' isola di Ikitsuki di Hirado, denominata “Il bucato”, poiché vi si sovrappongono strati pittorici di diverse epoche, che testimoniano la trasformazione dallo stile pittorico occidentale a quello giapponese. Nel dipinto, che raffigura la scena dell’Annunciazione, sono ritratti l’Arcangelo Gabriele, con le ali sul dorso, la Vergine Maria che già tiene il Cristo tra le braccia e, nella parte superiore, Dio

Con la mostra "Le Chiese e i Siti cristiani di Nagasaki", candidati al riconoscimento tra i patrimoni culturali dell’umanità, intendiamo illustrare la peculiare storia del processo di recepimento del cristianesimo da parte del Giappone, verificatosi a partire dal XVI secolo e per un periodo di circa 400 anni e presentare la cultura e i patrimoni culturali ad esso legati, attraverso gli oggetti, le immagini e i documenti esposti. In un paese come il Giappone, le cui radici spirituali erano legate al buddismo e allo shintoismo sin dalla più remota antichità, come è stato possibile diffondere il cristianesimo ed assistere alla sua drammatica rinascita dopo un lungo periodo di agonia La meraviglia di questa storia è sotto i vostri occhi.
Villaggio di Sakitsu a Amakusa



Un’orecchia di mare (copia) Museo della chiesa di Dōzaki Una conchiglia chiamata “orecchia di mare”, riportante l'iscrizione: “San Givan”. Si ritiene che il nome “San Givan” indichi San Giovanni Battista. I “senpuku kirishitan” (cristiani clandestini) intravedevano la figura del Santo nei riflessi che risplendono nella parte interna della conchiglia. Fu così che queste “orecchie di mare” iniziarono ad essere utilizzate e tramandate in vari luoghi come oggetti di devozione.

13/11/15

Raffaello, Parmigianino, Barocci: una mostra imperdibile ai Musei Capitolini fino al 10 gennaio.





“Raffaello, Parmigianino, Barocci”: è un confronto a tre quello che andrà in scena fino al 10 gennaio 2016 ai Musei Capitolini, un’esposizione di sguardi incrociati: quello degli autori antichi sul Parmigianino e Barocci e la loro relazione con Raffaello; quello dei due pittori su Raffaello e, infine, lo sguardo stesso dei tre artisti rivolto allo spettatore negli autoritratti selezionati

La mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura e allo Sport di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo in collaborazione con il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, è organizzata da MetaMorfosi con Zètema Progetto Cultura ed è curata dalla direttrice del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Marzia Faietti. Catalogo Palombi Editori. 

Una selezione assai mirata di dipinti richiamerà i nodi tematici principali offerti dalla grafica. Lo sguardo dei protagonisti di quell’ideale dialogo artistico, attraverso i loro autoritratti (lo straordinario Autoritratto giovanile di Raffaello e l'Autoritratto di mezza età di Barocci, entrambi dalla Galleria degli Uffizi, e i due Autoritratti del Parmigianino dall'Albertina di Vienna e da Chatsworth), introdurrà il percorso originale di quest'esposizione. 

In programma visite didattiche e laboratori per le scuole di ogni ordine e grado e visite didattiche dedicate al pubblico non scolastico.

Info e prenotazioni allo 060608. 


Di seguito il link dal quale è possibile scaricare alcune immagini delle opere in mostra: 

12/11/15

Oltre la Mente - La vita a scartamento ridotto.





Due cose realizzano la vita: la consapevolezza e la pienezza. 

Si possono vivere grandi emozioni, grandi sensazioni (ancora più epidermiche), ma se non si è consapevoli di ciò che (si) vive, tutto scorre senza lasciare traccia, tutt'al più pallidi ricordi. 

Ciò avviene perfino per le sofferenze.  Nella nostra vita ce ne sono di molte inautentiche. Crediamo di star male per quel motivo, molto spesso banale. Invece l'origine del malessere è di tutt'altra natura.  Le sofferenze inautentiche infatti, sono definite da Carl Gustav Jung, come nevrosi. 

Anche discernere una vera sofferenza, dunque, si può fare soltanto se si è consapevoli di essa.  Di cosa è che la fa scaturire, di cosa e perché (ci) provoca quella reazione. 

Allo stesso modo avviene con la pienezza.  Sono molti gli stati d'animo della vita, che rimangono tali. Sono stati dell'animo, appunto.  Che vanno e vengono, che piegano a sinistra e a destra la bandierina della nostra anima, come fa la rosa dei venti. 

Ma noi non siamo (solo) stati d'animo.  L'essere umano è fatto di ben altra profondità, che lo rende grave nella sua condizione terrestre, ovvero pesante, radicato al suolo, bisognoso di trovare (e di rendere consapevoli) le sue radici. 

In questo senso, la pienezza è qualcosa che trascende la vita, rendendola degna di essere vissuta, e non soltanto attraversata. Più leggo i pessimisti, più amo la vita, scriveva Cioran (in Lacrime e santi). E se c'è uno che si intende di pessimismo, questo è lui. 

Questo amore per la vita, per la follia della vita, per la imprevedibilità della vita, per la sua forza trascinante è appunto la pienezza.   Anche la sofferenza contribuisce a questo.  La sofferenza, scrive anzi Dostoevskij, è la causa unica e sola della coscienza. 

Ed è molto velleitario pensare di poter raggiungere la pienezza della vita, senza conoscere la (vera) sofferenza.  La sofferenza, anzi, è la stessa misura della pienezza. Come una cartina di tornasole, infatti, la sofferenza rende vero, per contrasto, il piacere, rende vero, per contrasto, lo stare bene, il sentirsi in sintonia con l'onda della vita. 

Senza sofferenza, senza autenticità, e quindi senza consapevolezza e senza pienezza, si vivono vite a scartamento ridotto.  Si vive funzionando, come una macchina, un puro corpo biologico. 

Su questo binario a scartamento ridotto, il panorama è monotono, è sempre uguale: quel che vediamo scorrere dal finestrino, non ci appassiona e non ci scuote. Ci lascia indifferenti. 

Per questo bisogna avere il coraggio di scegliere il binario più veloce, quello che rischia di scaraventarti fuori e di perderti, ma che scuote e incoraggia, dispone prove e concede la forza per superarle. 


Fabrizio Falconi
(C) -2015 riproduzione riservata.
foto in testa dell'autore


11/11/15

Le piramidi "sbilenche" di Snefru e altri misteri. Un convegno internazionale a Roma.



Piramidi 'sbilenche' ma costruite con perfette rappresentazioni del cielo, telescopi di ossidiana e monumentali lastre di pietra bucate per puntare il Sole: sono solo alcune delle più recenti scoperte dell'archeoastronomia, lo studio del passato archeologico con gli occhi scientifici degli astronomi, presentate a Roma in occasione del convegno internazionale della Societa' Europea per l'Astronomia nellaCultura (Seac), fino al 13 novembre. 

"Forse una delle piu' rivoluzionari scoperte degli ultimi anni nello studio dell'antico Egitto - ha spiegato Juan Antonio Belmonte, astronomo dell'Istituto di Astrofisica delle Canarie - arriva dalle piramidi di Snefru, da sempre considerate come un tentativo poco riuscito di piramidi. Studi recenti, integrando archeologia e astronomia, hanno permesso di stravolgere questa visione e dimostrato che quelle opere erano volutamente costruite in quel modo e sono cariche di simbolismo sia politico che astronomico"

La 'riscoperta' di queste piramidi rappresenta solo uno dei grandi successi arrivati dallo studio delle relazioni che le antiche civiltà del passato avevano con il cielo, il tutto attraverso l'astronomia e le moderne tecniche di analisi. 

"E' una disciplina - ha spiegato Vito Francesco Polcaro, dell'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (Iaps) dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) - che aveva avuto un grande sviluppo a inizio del '900 ma che e' stata poi svergognata dai nazisti che la usarono per giustificare la loro ideologia e dai moltissimi studi anche attuali privi di qualsiasi valore scientifico ma che hanno trovato grande visibilita' grazie a un giornalismo di basso livello". 

Se fatta correttamente l'unione di archeologia e astronomia diventa pero' uno strumento potentissimo che ha permesso di raggiungere grandi risultati, come capire la funzione delle grandi lastre di pietra 'bucate' presenti in tutto il sud Italia, risalenti al II millennio a.C., la cui funzione era di perfetto calendario, o la possibilita' dell'uso di pietre di ossidiana come specchi per rudimentali telescopi.

questo il programma:
Convegno/Cultura Astronomy in Past and Present Cultures

lunedì 9 novembre 2015, ore 09.00 aula Odeion – edificio di Lettere piazzale Aldo Moro 5, Roma martedì 10 novembre 2015, ore 08.00 auditorium – Cappella universitaria piazzale Aldo Moro 5, Roma
mercoledì 11 e giovedì 12 novembre 2015, ore 09.00 auditorium – Cappella universitaria piazzale Aldo Moro 5, Roma
venerdì 13 novembre 2015, ore 09.00 museo dell’arte classica – edificio di Lettere piazzale Aldo Moro 5,

Roma Lunedì 9 novembre, presso il Museo dell’arte classica, si inaugura il convegno internazionale della European society for astronomy in culture (SEAC) “Astronomy in Past and Present Cultures”. La manifestazione riunisce scienziati che lavorano nel campo dei beni culturali e dell’astronomia. Nelle varie sessioni del convegno, che prosegue presso l’auditorium della Cappella universitaria, si propone un’analisi dei fenomeni astronomici nel mondo antico e gli aspetti culturali legati all’osservazione del cielo, all’organizzazione e alla gestione del territorio, nonché alla progettazione di edifici e spazi in funzione dell’osservazione celeste. 

10/11/15

La "Resurrezione" di Piero della Francesca al Restauro: emergono grandi sorprese.





A pochi mesi dall’avvio del restauro della Resurrezione di Piero della Francesca per mano dei restauratori Paola Ilaria Mariotti e Umberto Senserini, il Comune di Sansepolcro, il Museo Civico, l’Opificio delle Pietre Dure e Soprintendenza di Arezzo (costituenti la direzione dei lavori) comunicano i primi, importanti, risultati delle indagini e delle operazioni effettuate in questo primo periodo

L’intervento conservativo e di restauro sull’opera, che era già stata oggetto di una ampia campagna di indagini preliminari, è iniziato con test mirati ad effettuare le operazioni di prima pulitura. 

Dopo aver approfondito lo studio delle sostanze estranee soprammesse all’originale, è stato deciso di procedere nella pulitura asportando selettivamente gli strati di accumulo superficiali, utilizzando solventi ad azione contenuta che operassero limitatamente alle sostanze da asportare. 

I metodi di pulitura saranno diversi in base alle campiture cromatiche diverse, questo per adeguarsi alla tecnica di esecuzione e ai pigmenti impiegati.

I metodi di pulitura sono stati prima testati in base alla loro specifica idoneità chimico-fisica su micro-aree di prova, poi estesi alla intera campitura cromatica; l’operazione, si ribadisce, è finalizzata, al momento, solo alla asportazione delle sostanze estranee di deposito e di accumulo e dei fissativi applicati sulla superficie pittorica in passato, che hanno subito trasformazioni chimiche che li rendono dannosi

In tal modo si è recuperata la visibilità di alcuni particolari, prima osservabili solo in fotografia all’infrarosso, come piccoli borghi, torri e castelli che popolano le colline dello sfondo. 

La Resurrezione di Piero della Francesca, collocata sulla parete di fondo della sala Piero della Francesca del Museo Civico di Sansepolcro, anche se in restauro, è attualmente visibile grazie ad un ponteggio progettato ed realizzato ad hoc

Il restauro è stato voluto dall’amministrazione comunale in seguito ad una campagna diagnostica, condotta dall’Opificio delle Pietre Dure nel 2008-2010, che aveva constatato la presenza di fenomeni di degrado in atto in corrispondenza della pellicola pittorica e degli intonaci dipinti. 

Tali fenomeni di degrado sono principalmente identificabili in solfatazioni, decoesione della superficie pittorica e degli intonaci, sollevamento e distacco dello strato pittorico in alcune parti. 

Anche i materiali superficiali derivati da interventi pregressi hanno un’incidenza negativa non solo sulla lettura dell’opera in quanto offuscano il colore originale, ma anche sulla sua conservazione in quanto l’invecchiamento dei secoli li ha trasformati in ossalati. 

Fra i più preoccupanti fenomeni di degrado vi sono quelli relativi al distacco dell’intonaco pittorico in numerose zone della superficie dipinta

Numerosi ritocchi antichi sono presenti in corrispondenza delle cadute di colore: nel tempo tali ritocchi si sono alterati cromaticamente rispetto all’originale, come ad esempio sul manto rosa del Cristo dove adesso risultano di colore arancio; o sull’elmo verde del soldato dove si sono alterati in azzurro.

Più goffi nel loro intento erano alcuni ritocchi a pastello giallo che erano stati apposti sul colmo delle colline per attenuare la tonalità bruna che le velature di verde rame trasparente hanno assunto a causa dell’invecchiamento naturale del materiale. 

Nonostante non siano ancora completamente note le vicende conservative della pittura, un antico intervento di pulitura che usò sostanze aggressive risulta evidente da questi fenomeni di degrado e anche dalle scolature visibili sotto i cespugli bruni, conseguenza di un parziale scioglimento del verderame dovuto ad una reazione con una sostanza basica.

 Proprio per chiarire queste vicende accanto al restauro procedono le ricerche di archivio che si spera possano dare risposta ai tanti interrogativi che segnano la vita di questo capolavoro. 

Sul fronte dello studio della tecnica esecutiva sono emersi nuovi particolari.

Possiamo dire che la Resurrezione è stata realizzata tramite 18 giornate, cioè 18 stesure intonaco: questo non significa che Piero abbia impiegato 18 giorni per dipingere l’opera. 

Una giornata poteva infatti corrispondere ad un periodo di tempo superiore al giorno solare o, in caso di scelta di non usare una tecnica ad affresco puro, poteva essere dipinta anche in vari giorni e ripresa anche successivamente per apportare finiture

E’ risultato, inoltre, evidente che tutta la cornice perimetrale dell’opera, integrata perché fortemente lacunosa, è stata completata in varie riprese (almeno 4)

Piuttosto interessante è stato poter appurare come fosse rimasto incompleto fino a tempi relativamente recenti come dimostra una documentazione fotografica del 1961 grazie alla quale si possono vedere alcune le zone perimetrali di colore bianco o stuccature angolari di colore neutro.

 Il rifacimento perimetrale è documentato con esattezza attraverso un rilievo grafico. Come tecnica di trasporto del disegno, Piero ha impiegato il metodo dello spolvero che ha lasciato sul muro la memoria di un esattissimo e ammirevole disegno. La tecnica pittorica è attualmente oggetto di indagini scientifiche (a cura del Laboratorio Scientifico dell’OPD, da parte dei chimici Giancarlo Lanterna e Carlo Galliano Lalli) ma possiamo già affermare che Piero ha qui impiegato una tecnica mista, di cui la maggior parte della campiture cromatiche, fu realizzata a secco. 

Le indagini termografiche (a cura di Facoltà di Ingegneria dell’Aquila), ripetute in quattro diverse campagne, a seconda della stagione e su varie porzioni architettoniche della sala, hanno consentito di ubicare esattamente la canna fumaria presente dietro la parete della Resurrezione in tutta la sua estensione, nonché di comprendere la tessitura muraria della pittura e della intera parete. 

Il Restauro della Resurrezione di Piero della Francesca conservata nel Museo Civico di Sansepolcro è realizzato da: Opificio delle Pietre Dure di Firenze: Marco Ciatti, Soprintendente; Cecilia Frosinini, Direttrice del Settore Restauro Dipinti Murali e Stucchi Paola Ilaria Mariotti, Restauratore e Conservatore Soprintendenza BAP SAE di Siena, Grosseto e Arezzo: Anna Di Bene, Soprintendente Paola Refice, Funzionario di zona Umberto Senserini, Funzionario Diagnosta Restauratore Ente proprietario: Comune di Sansepolcro Daniela Frullani, Sindaco di Sansepolcro Chiara Andreini, Assessore alla Cultura del Comune di Sansepolcro Museo Civico di Sansepolcro: Mariangela Betti, Direttrice Enti coinvolti: Istituzione culturale Biblioteca Museo Archivi storici - Città di Sansepolcro Daniele Piccini, Presidente Il Restauro è realizzato grazie ai contributi di: Comune di Sansepolcro, Ente proprietario Dr. Aldo Osti, Mecenate e finanziatore Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo MUSEO CIVICO DI SANSEPOLCRO Via Niccolò Aggiunti, 65 – 52037 Sansepolcro, Arezzo, Italy Telefono e fax: +39 0575 732218 e-mail: museocivico@comune.sansepolcro.ar.it Prenotazioni visite: tel. +39 0575 732218 Orari di visita: tutti i giorni (mai chiuso), dalle ore 10.00 alle ore 13,00 e dalle 14,30 alle ore 18 Ingresso: intero € 8, ridotto e gruppi € 5 Sito web: www.museocivicosansepolcro.it 

09/11/15

"La fonte meravigliosa" di Ayn Rand, un romanzo totale. (Recensione)




Chi è alla ricerca di un libro capace di catturare completamente, aprendo scenari e riflessioni di vita interiore, insomma un libro di quelli che nella vita di un lettore restano a lungo, può affrontare senza esitazione le seicento pagine de La fonte meravigliosa (The Fountainhead), il romanzo scritto in pieno conflitto mondiale, nel 1943, da Ayn Rand, che anche se oggi piuttosto dimenticato, ebbe grandissima eco, con quasi 6.5 milioni di copie vendute nel mondo, grazie anche al successo del celebre film che ne fu tratto nel 1948 con  Gary Cooper protagonista.

Ayn Rand – al secolo Alissa Zinovievna Rosenbaum, originaria di San Pietroburgo - si era trasferita negli Usa nel 1925 a causa dei rovesci finanziari familiari causati dalla Rivoluzione d'Ottobre e oggi 
viene considerata uno dei maggiori filosofi americani del Novecento, anche se il suo nome e le sue dottrine, in altra epoca molto diffuse, oggi hanno conosciuto contrasti e offuscamento. 

Ayn Rand riuscì a pubblicare il romanzo dopo ben 12 rifiuti di editori importanti.  Ma alla sua uscita il successo fu enorme, incarnando in fondo quello che era il significato profondo del libro, l'affermazione della individualità creativa umana e del talento personale contro ogni gretta costrizione della società e dei sistemi. 

In questo senso La fonte meravigliosa disegna un vero e potente affresco alla voglia di affermazione della libertà dell'animo umano: della sua indipendenza, anticonformismo, insofferenza alle costrizioni, capacità di rompere con le convenzioni e il quieto vivere o viceversa del bisogno di adeguarsi alla maggioranza.

Il libro si incentra sulla figura del giovane Howard Roark, ispirata per stessa ammissione della scrittrice su quella di uno dei più grandi architetti del Novecento, Frank Lloyd Wright, seguendone le orme da quando, all'inizio della storia viene espulso dalla Scuola di Architettura dell'Istituto di Tecnologia di Stanton, proprio alla vigilia della laurea per le sue idee rivoluzionarie che rifiutano i canoni neoclassici e caldeggiano il ricorso a linee moderne, tecnologiche, ardite. 
Roark ha appreso queste idee dalla voce del suo talento ma anche dall'esempio anticonformista del suo maestro, Henry Cameron, genio dell'Architettura moderna finito in disgrazia.
Il deuteragonista è invece Peter Keating, compagno di corso di Roark, suo amico eppure suo opposto, animato da ambizione sfrenata, ma senza talento, e con la capacità di adattarsi senza problemi a qualunque imposizione esterna, specie quella del grande studio dell'architetto Francon - molto à la page - presso il quale lavora.
  
Altri tre grandi protagonisti della storia sono la figlia di Francon, la bellissima Dominque (che si innamora di Howard, ricambiata, anche se il loro rapporto va incontro a ostacoli di ogni tipo), il giornalista Ellsworth Tookey, vero e proprio genio del male, esperto e critico di architettura, che blandisce Dominque e cerca di manipolarla, e l'editore di giornali Gail Wynand, che si è fatto dal nulla e ha costruito un impero editoriale con riviste popolari. 

Sarà proprio lui a sposare Dominique (dopo il primo matrimonio di lei con Keating) e a dialogare con Howard sui differenti modi di realizzare se stessi, contro le muraglie imposte dal sistema. 

Roark dovrà attraversare una personale via crucis per affermarsi, ma alla fine il suo talento individuale purissimo, e la sua idealità romantica verranno ricompensati. 
Il prezzo da pagare però è molto duro. 

Ayn Rand ha intessuto il romanzo delle sue convinzioni filosofiche: l'avversione nei confronti delle masse, la convinzione che soltanto dall'inseguimento delle proprie roccaforti interne - e dalle relative zone d'ombra - sia possibile emanciparsi e raggiungere il frutto vero della esperienza umana: quello delle proprie capacità, della missione unica che ci è stata concessa. 

In questo senso appare perfino crudele il fatto che anche i sentimenti siano relegati e asserviti all'ideale che è ben più importante.

Alla fine il romanzo vira su tirate idealistiche forse datate.  Ma in Europa, al contrario degli Stati Uniti - dove la fama esagerata conquistata dal romanzo ha generato un culto esasperato che ruota intorno all'apologia del liberismo sfrenato - La fonte meravigliosa può essere apprezzato ancora per quello che è: una straordinaria storia che fa  muovere personaggi indimenticabili e li fa vivere nella coscienza e nei pensieri del lettore molto a lungo. 

Fabrizio Falconi