Il genio di scrittori come Carrère si riconosce anche dagli (apparenti) dettagli.
19/02/24
Chi è l' "Avversario" ? Carrère lo svela nelle ultime 3 righe
Il genio di scrittori come Carrère si riconosce anche dagli (apparenti) dettagli.
20/08/23
Perché c'è il male nel mondo? La domanda senza risposta. O forse no.
Molti anni fa, quando nacqui, mio padre e mia madre mi battezzarono. Come avevano fatto i propri genitori con loro e risalendo indietro nel tempo, centinaia di generazioni prima di loro.
08/10/15
La scoperta del male - Il bandito Cimino.
18/03/15
Su "Fargo". La banalità del male è più forte del male puro.
C'è genialità nella serie televisiva Fargo, del resto dominatrice dei premi della stagione.
22/11/13
(Dieci grandi anime) - 3. Clive Staples Lewis (5-fine)
21/05/12
Josif Brodskij e il Male.
Il male mette radici quando un uomo comincia a pensare di essere migliore di un altro.
Josif Brodskij (Leningrado, 24 maggio 1940 – New York, 28 gennaio 1996)
24/03/12
L'orrore di Tolosa e Dostoevskij.
11/01/11
L'umorismo è il maggior nemico del diavolo - J.Hillman.
07/10/09
L'attenzione e la cognizione del reale - Simone Weil.
Ci sarebbe un'altra qualità - cristiana - da aggiungere a quel 'poco' e a quella 'cura' di cui parlavo nel post precedente. L'attenzione fa parte della cura, ma si riferisce più esattamente alla cura di un altro essere umano, all'ascolto di lui/lei - e quindi alla fratellanza - che in qualche caso autentico può portare all'aiuto risolutivo, cioè alla guarigione.
Di questo parla, la lettera che pubblico oggi, scritta da Simone Weil a Joe Bousquet nel 1942, un anno prima di morire. Bisogna leggerla con attenzione, appunto. Come tutte le cose scritte da Simone, contiene un tesoro che si svela mano a mano, che rivela sempre ulteriori profondità.
Inserisco la lettera in una doppia versione - video, e nella trascrizione letterale.
Mi ha profondamente commossa constatare che ha dedicato una viva attenzione alle poche pagine che le ho mostrato. Non ne traggo la conclusione che meritino attenzione. Considero tale attenzione come un dono gratuito e generoso da parte sua. L’attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. A pochissimi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono. Fin dalla mia infanzia non desidero altro che averne ricevuto, prima di morire, la piena rivelazione. Mi sembra che lei sia orientato verso questa scoperta. In effetti, ritengo di non aver conosciuto, da quando sono giunta in questa regione, nessuno il cui destino non sia di gran lunga inferiore al suo; tranne un’eccezione. (L’eccezione, lo dico di sfuggita, è un domenicano di Marsiglia quasi completamente cieco, di nome padre Perrin. Deve essere stato nominato da poco, credo, priore in un convento di Montpellier; se capitasse a Carcassonne, ritengo che varrebbe la pena di organizzare un incontro tra voi.)
La scoperta che le dicevo è in fondo il soggetto della storia del Graal. Solamente un essere predestinato ha la facoltà di domandare ad un altro: «Qual è dunque il tuo tormento? ». E non gli è data nascendo. Deve passare per anni di notte oscura in cui vaga nella sventura, nella lontananza da tutto quello che ama e con la consapevolezza della propria maledizione. Ma alla fine riceve la facoltà di rivolgere una simile domanda, nel medesimo istante ottiene la pietra di vita e guarisce la sofferenza altrui.
E questo, ai miei occhi, l’unico fondamento legittimo di ogni morale; le cattive azioni sono quelle che velano la realtà delle cose e degli esseri oppure quelle che assolutamente non commetteremmo mai se sapessimo veramente che le cose e gli esseri esistono. Reciprocamente, la piena cognizione che le cose e gli esseri sono reali implica la perfezione. Ma anche infinitamente lontani dalla perfezione possiamo, purché si sia orientati verso di essa, avere il presentimento di questa cognizione; ed è cosa rarissima. Non v’è altra autentica grandezza. Parlo di tutto questo non propriamente come un cieco, ma come un quasi cieco potrebbe parlare della luce. Almeno penso di vedere abbastanza per avere potuto riconoscere in voi questo orientamento.
E un regno in cui opera il semplice desiderio, purché autentico, non la volontà; in cui il semplice orientamento fa avanzare, a patto che si resti sempre rivolti verso lo stesso punto. Tre volte felice colui che è stato posto una volta nella direzione giusta. Gli altri si agitano nel sonno. Colui che procede nella giusta direzione è libero da ogni male. Benché sia, più di chiunque altro, sensibile alla sventura, benché la sventura gli procuri soprattutto un sentimento di colpa e di maledizione, tuttavia per lui la sventura non costituisce un male. A meno che non tradisca e non distolga lo sguardo, sarà sempre preservato. Anche quando si sente completamente abbandonato da Dio e dagli uomini, è comunque preservato da ogni male. Per aver parte a questo privilegio basta desiderarlo. E' proprio questo desiderio a essere cosa estremamente difficile e rara. La maggior parte di coloro che sono convinti di averlo, non l’hanno.
Tutta la parte mediocre dell’anima si rivolta e vuole soffocare il desiderio da cui si sente minacciata di morte, e riesce il più delle volte a raggiungere il suo scopo attraverso qualche menzogna. Allora si sente al sicuro. Gli sforzi, la tensione della volontà non la turbano. Si sente unicamente minacciata dalla presenza nell’anima di un punto di desiderio puro. Quanto prima le manderò la copia di alcuni versi di Eschilo e di Sofocle con il mio tentativo di traduzione. Anche un Nuovo Testamento in greco. Mi rimprovero di non averle detto una cosa a Carcassonne. Questa. Poiché lei ha bisogno di far venire un farmaco da Marsiglia, se in qualche modo posso esserle utile, disponga di me. Non tema di causarmi disturbo, se sarà necessario.
Creda alla mia amicizia.
17/07/09
Renè Laurentin - "Cristo e Maria non sono che una cosa sola".
Padre René Laurentin rappresenta, senza ombra di dubbio, una delle massime autorità in materia di mariologia, il ramo della teologia che studia la figura della Madonna e il suo ruolo nella storia della salvezza degli uomini e del mondo. Negli ultimi 40 anni, dopo essere stato perito al Concilio Vaticano II, il religioso francese si è occupato delle principali apparizioni mariane della storia. Un vero esperto, insomma, la cui intervista, concessa in esclusiva a ‘Petrus’, non mancherà di far discutere, a partire dal ruolo di co-redentrice della Vergine alle presunte apparizioni di Medjugorje, da cui Padre Laurentin prende sulle nostre colonne improvvisamente le distanze. Ma andiamo per gradi.
Padre Laurentin, nella Apocalisse di Giovanni, Maria prevale sul Dragone. Possiamo dire, dunque, che insieme alla Santissima Trinità, la Madonna è l’avvesaria più temuta da Satana?
“Il capitolo 12 dell’Apocalisse è effettivamente il punto teologico principale che oppone la Vergine e il Drago, ma la stessa Genesi (3,15) dice che la Donna, cioè Maria, insidierà con il proprio calcagno la testa del demonio. Poi che la Madonna sia l’avversaria più temuta da Satana insieme alla Trinità, è tutto confermato dagli esorcisti e dall’esperienza cristiana”.
A proposito, i più grandi esorcisti hanno potuto appurare come gli spiriti infernali vengano assaliti dal terrore quando sentono pronunciare il nome della Vergine e molti di essi sembrano addirittura portarLe rispetto chiamandola 'la Signora': possiamo sostenere che Ella abbia ricevuto una sorta di 'mandato' specifico da parte di Dio contro il male?
“Molto semplicemente, come accennavo prima, la Vergine è il nemico del diavolo. E lo è non per aver ricevuto un mandato specifico, ma già per la sua Immacolata Concezione. Come dire, la Madonna terrorizzava il Maligno prima ancora della sua venuta al mondo”.
Praticamente in tutte le apparizioni mariane, la Vergine esorta alla recita costante, quotidiana, del Santo Rosario, definendo questa pia pratica la arma più potente contro Satana. Da mariologo, Lei ritiene il Santo Rosario più una preghiera mariana o cristologica?
“Cristo e Maria non sono che una cosa sola: nessun dilemma! Non mi piace la parola ‘mariana’, che ha un sapore particolarista e avrebbe fatto ridere la Vergine Maria quando andava alla fontana”.
Maria è stata co-redentrice del mondo con il Figlio Gesù? Nella Chiesa se ne parla da tempo, ma non sembra ancora giunta l'ora della proclamazione di un dogma, malgrado ciò sia stato chiesto a più riprese e con insistenza da molti Vescovi e Cardinali (in particolare) dell’America Latina. Lei che ne pensa?
“Studio da 50 anni il ruolo di Maria nella Redenzione del mondo. È sin dall’inizio ho pensato quanto questa participazione sia stata unica. Tuttavia, il titolo di co-redentrice è ambiguo, spesso mal capito, e per giunta contraddittorio dal punto di vista teologico ed ecumenico. E’ per questo che personalmente sono contro la definizione di Maria co-redentrice e penso che coloro che firmano, senza capire cosa fanno, le petizioni per la definizione di un dogma ad hoc, farebbero meglio ad approfondire con serietà il ruolo di Maria nella Redenzione. Un ruolo importante, importantissimo, ma non pari a quello unico di Gesù”.
Nel 'Salve Regina', definiamo la Madonna 'Avvocata Nostra': che ruolo avrà la Vergine quando ci troveremo davanti al Tribunale di Dio? Il suo giudizio conterà per la salvezza delle nostre anime? Cioè, potrà intercedere presso Gesù per alleggerire il nostro Purgatorio?
“Maria è nostra madre: ama, sostiene e difende i suoi figli. Ciò si chiama intercessione, ma sarebbe sbagliato rappresentare la Madonna in maniera così ingenua, impegnata in un dialogo durante il quale prende la nostra difesa contro Dio o contro il Cristo, come immaginava la cattiva letteratura del XV e del XVII secolo. L’azione di Maria presso Dio è un cuore a cuore nell’identificazione d’amore alla quale è arrivata e ci attira. Dunque, non c’è bisogno che la Madonna ci difenda presso Dio perché Egli non è un giudice cattivo e, come dice lo stesso Gesù nel Vangelo (Giovanni 5,22), ‘il Padre non giudica nessuno". Non dimentichiamo, poi, che la funzione Trinitaria di Dio è ancora più materna che paterna. Leggiamo Giovanni 1,18: il Figlio è nel seno del Padre".
Ricorre il 150° anniversario delle apparizioni di Lourdes, ma ve ne sono altre riconosciute ufficialmente dalla Chiesa (vedi Fatima). Cosa ci vuole comunicare la Vergine?
“Intanto ricordiamo che solo 13 apparizioni di Maria sono state riconosciute ufficialmente, mentre una quattordicesima è stata ammessa in forma pastorale, anche se non canonica, dal vescovo di Saint Nicolas, in Argentina. Ciò premesso, per quel che riguarda i messaggi, sono differenti ma, al tempo stesso, univoci, in quanto rappresentano la semplice eco del Vangelo ed invitano alla preghiera, alla conversione, alla penitenza, al digiuno, alla lettura della Bibbia, con dele modalità diverse a seconda dei tempi e dell’attualità profetica di ogni singolo messaggio ma senza travalicare mai quella che è la Dottrina della Chiesa”.
Lei è un sostenitore delle apparizioni di Medjugorje, invece molti altri illustri mariologi sono scettici. A Suo avviso, la Chiesa quando si pronuncerà su queste manifestazioni? Anche perchè in Vaticano non sembrano convintissimi dell'autenticità delle apparizioni di Medjugorje...
“A Medjugorje, il vescovo è contro le apparizioni e il suo predecessore l’ha scelto proprio per questa ragione. Naturalmente, come è noto a tutti, la Santa Sede, in questi casi, fa sempre sua la posizione del vescovo locale. Tuttavia, il Cardinale Ratzinger aveva rifiutato il giudizio negativo di Monsignor Zanic (nel 1986), il primo vescovo trovatosi ad affrontare la questione delle apparizioni. Io non sono che un esperto e non ho nessun Magistero. E non mi permetto mai di dare un giudizio sulle apparizioni che studio. Esamino solo i fatti, le ragioni a favore e quelle contro. Le discerno, le spiego il più chiaramente possibile, ma non dò alcun giudizio. Se lo avessi fatto, ciò avrebbe aumentato ancora di più le mie difficoltà, che sono già grandi, dal momento che mi occupo piuttosto assiduamente di questo fenomeno controverso”.
Padre Laurentin, la Sua, ci consenta, sembra una marcia indietro: Lei ha scritto anche dei libri sostenendo la tesi dell’autenticità delle apparizioni di Medjugorje…
“Ribadisco il concetto di prima: non ho mai espresso giudizi sull’autenticità o meno delle apparizioni; i miei studi sono soltanto un piccolo contributo alla Chiesa e ai fedeli…”.
Restando a Medjugorje: in particolar modo in quel luogo, ma anche in altre parti del mondo, molti cattolici antepogono Maria a Cristo. Lo stesso fanno numerosi ecclesiastici, nelle cui Chiese fanno prevalere la presenza di immagini della Vergine a quelle del Crocifisso addirittura alle spalle del presbiterio. Non crede che la Madonna stessa non sia contenta di tutto ciò?
“Penso che il problema sia opposto a quello che pone lei: Maria viene più sottovalutata che apprezzata. Proviamo a pensare a tutti quei cattolici che non la apprezzano e riconoscono come Madre”.
Padre Laurentin, in conclusione: chi dev'essere Maria per noi e chi siamo noi per lei?
“Non vorrei ripetermi, ma Maria è nostra Madre e nostra Regina: ‘Più madre che regina’, diceva, per la verità, Santa Teresa di Lisieux. E di conseguenza, noi siamo ‘semplicemente’ i figli della migliore, la più Santa e più meravigliosa delle Madri”.
FONTE: Petrus - http://www.papanews.it/dettaglio_interviste.asp?IdNews=9399
23/03/09
Ma esiste un Piano Divino?
04/02/09
Il Vangelo della Domenica scorsa - Lo spirito impuro.
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,]insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Mi sembra che oggi siano sempre più pochi quelli che prendono il Vangelo, cioè più esattamente che prendono le parole pronunciate da Gesù, 'alla lettera'. Illustrando questo famoso passo del Vangelo di Marco, per esempio ho sentito spesso argomentare con delicate disquisizioni l'Autorità di Gesù, il contenuto di questa autorità, e le sofisticate teorie teologiche che ne discendono.
Ma invece a me il passo che mi sembra più sconvolgente di questo passo del Vangelo è l'esistenza di un uomo che - si dice testualmente - era posseduto da uno spirito impuro.
Insomma, spesso sento cristiani che si 'dannano l'anima' sulla vecchia e irrisolta (e irrisolvibile) questione della esistenza del male. Però vedo che sempre di più si laicizza una visione del male - anche tra cristiani - che tende ad escludere la presenza del maligno, o del diavolo, dentro di noi. Della sua azione personale e diretta sul nostro agire, e anche sul nostro stesso essere. E quindi ad attribuire la presenza del male a non si sa bene cosa, al caso, alle circostanze o alla sfortuna.
Invece i Vangeli, quando riportano le parole di Gesù, parlano molto chiaro, in materia: non solo il diavolo esiste, non solo il diavolo è una (anzi molte) persone, non solo il diavolo tenta e possiede gli uomini ( quelli che presumibilmente gli aprono le porte), ma tenta anche Gesù stesso, come sappiamo.
E il diavolo - o lo spirito impuro, come viene chiamato in questo passo del Vangelo di Marco - sa talmente bene chi è Gesù, che lo riconosce subito. La cosa assai interessante è che il posseduto si rivolge al Maestro al plurale: "Che vuoi da noi ? Sei venuto a rovinarci ? "
So che questa versione appare oggi piuttosto politically in-correct, soprattutto se capita di affermarla in una situazione sociale, mondana: ma la visione del cristianesimo è molto, molto chiara rispetto alla esistenza del male in noi. Il male non dipende solo da noi. Noi abbiamo una grande responsabilità nel commettere il male, e nel lasciare le porte aperte al male, nel dover in ogni momento della nostra vita scegliere, e dire un sì o un no. Ma non è solo questo a determinare l'esistenza del male.
Il male è un'essenza di opposizione al disegno della creazione, che si incarna e si manifesta in 'spiriti impuri' e in 'presenze', in 'demoni', e non è uno qualsiasi a dirlo, ma è Gesù Cristo, il dio dei cristiani, numerose volte ed esplicitamente in tutti e quattro i Vangeli.
I cristiani dovrebbero sapere questo, e dovrebbero anche sapere che soltanto Lui - a quanto pare, e a quanto viene ribadito in questo passo evangelico - ha il potere di liberarci definitivamente e immediatamente da questa impura influenza che può pesare e pesa sulle nostre terrestri vite.
18/09/08
La Risposta a Giobbe - di Carl Gustav Jung.
Sto leggendo in questi giorni un meraviglioso libro, di quel grande genio dell'umanità che è stato Carl Gustav Jung. Il quale in un famosissimo saggio, intitolato "Risposta a Giobbe", pubblicato nell'ultima fase della sua vita, nel 1952, si pose come obbiettivo quello di rispondere alla domanda cruciale della nostra esistenza: ovvero la presenza del male, nelle nostre vite, che da un punto di vista veterotestamentario, è rappresentato in tutta la sua drammatica pienezza nel Libro di Giobbe.
Chiunque sa che quel Libro della Bibbia sottopone un problema fondamentale: perchè il Giusto viene punito - ingiustamente - da Dio ? Perchè Dio si accanisce contro di lui, cedendo alle lusinghe di Satana che pone dei dubbi a Dio sulla fedeltà di Giobbe (il quale invece non ha nessuna colpa, tutt'altro) ? Perchè l'onniscente Dio - sembrerebbe per un puro divertimento sadico - si diverte a tormentare il povero Giobbe, l'uomo giusto e incolpevole, fedele a Dio: soltanto per constatare se egli riuscirà a rimanergli fedele anche nelle sofferenze più atroci inviategli ingiustamente ? Ma che gioco è questo ? Dio ragiona così ?
A tutte queste drammatiche domande, Jung dà una serie di risposte geniali, fornendo una interpretazione psico-analitica delle dinamiche che si instaurano tra Dio-Yahwèh e l'Uomo, la sua creatura.
Secondo Jung, Giobbe è il 'punto di rottura' nell'equilibrio tra Dio - creatore e Uomo-creato. E' quella crasi che rende 'necessario' il cambiamento in Dio stesso, e che porta all'incarnazione.
" Tutto il mondo è di Dio, e Dio è in tutto il mondo, " scrive Jung, " sin dalle prime origini. Ma perchè allora tutta questa grande impresa dell'incarnazione ? ci si domanda stupiti. Dio è sì, de facto, in tutto, ma nonostante ciò dev'essere mancato qualche cosa perchè sia stato necessario inscenare, con tante precauzioni e con tanta cura, una , per così dire, seconda entrata nella Creazione. .... Ma quando si pensa che il male è stato originalmente insinuato da Satana e che questi continua ancora incessantemente ad instillarlo con le sue male arti in tutto il creato, sembrerebbe molto più semplice che Yahwèh avesse richiamato energicamente all'ordine, e una volta per tutte, questo practical joker, eliminando il suo influsso dannoso ed estirpando così il male alla radice. Non ci sarebbe stato allora alcun bisogno di organizzare una particolare incarnazione.... "
Ma.... il testo di Jung è una affascinante (e assai persuasiva risposta) a queste e a molte altre obiezioni.
12/04/08
L'istinto morale è innato - Uno studio dell'Università di Yale.
A me invece sembra del tutto evidente che oltre la pura biologia, esiste un quid di inafferrabile nell'essere umano, che non è solo biologia, un qualcosa di più che non sappiamo cos'è e che non sappiamo definire, ma che esiste e ci è data.
Mi è sembrato sempre evidente. E mi sembra tuttora evidente.
L'idea è poi confortata quando arrivano notizie come queste: un recente studio americano, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature compiuto da ricercatori dell'Università di Yale, ha dimostrato che i bambini, già a pochi mesi, sono in grado di riconoscere e apprezzare l'altruismo nei protagonisti di una semplice storia illustrata.
Lo studio documenta come bimbi di sei e dieci mesi, spettatori di una storiella interpretata da pupazzi, sono in grado di scegliere tra diversi tipi: l'altruista, il neutrale, il cattivo.
Inoltre la maggioranza dei bambini, senza alcun condizionamento esterno, preferisce il modello del "buon samaritano".
"Questo studio" spiegano i ricercatori, " confermerebbe l'ipotesi secondo cui le capacità di valutare le persone è un adattamento biologico universale e non appreso. L'abilità di riconoscere le persone da cui possiamo ricevere aiuto è essenziale."
E quindi, conclude lo studio, anche l'istinto morale sarebbe innato. In qualche modo pre-scritto nel nostro essere, e dato come assunto precostituito.
Se la capacità di identificare e scegliere il bene è innata, per quale motivo al mondo dovremmo negare di possedere un'anima ?