13/09/22
Cos'è la strana creatura scolpita da Bernini che appare nella Fontana dei Fiumi a Piazza Navona? Lo si scopre tra le pagine di "Porpora e Nero"
05/06/21
La bellissima e misconosciuta Giovanna d'Arco nei giardini dell'Aventino
In un giardino pubblico appartato all'Aventino a Roma, tra la Basilica di Santa Sabina e quella di Sant'Alessio c'è, tra due giovani alberi una preziosa scultura che passa del tutto inosservata e che ritrae Giovanna d'Arco, soggetto piuttosto poco rappresentato nella capitale.
La firma dell'autore di questa scultura dallo stile inconfondibilmente liberty è ben visibile alla base del piedistallo (sulla destra) ed è del francese Maxime Real del Sarte.
Chi era costui?
Nato a Parigi nel 1888, Maxime Real del Sarte fu personaggio poliedrico che nella prima metà del Novecento raccolse una certa celebrità sia come artista-scultore, sia come politico.
Era nato in una famiglia di artisti: figlio di uno scultore, Louis Desire Real e di Magdeleine Real del Sarte, cugino della pittrice Thérèse Geraldy, e perfino imparentato con il compositore Georges Bizet.
Del Sarte si laureò alla École des Beaux-Arts e prese parte alla prima e alla seconda guerra mondiale; nel 1916, a seguito dei combattimenti in cui si trovò coinvolto, gli fu amputato un braccio, il sinistro, come si vede anche da questa foto d'epoca.
Per le sue opere, realizzate usando soltanto il braccio destro, nel 1921, vinse il Grand Prix national des Beaux-Arts.
Realizzò oltre cinquanta medaglie per le onorificenze di guerra e anche varie statue di Giovanna d'Arco, tra cui quella all'Aventino.
In politica militò nell'Action française, vicino alle posizioni monarchiche di Charles Maurras, Léon Daudet, Jacques Bainville, Maurice Pujo, Henri Vaugeois e Léon de Montesquiou.
Era un devoto e fervente Cattolico romano e un profondo ammiratore di Giovanna d'Arco, fondando in suo onore l'associazione "Les Compagnons de Jeanne d'Arc".
Morì a Saint-Jean-de-Luz il 15 febbraio 1954.
Fabrizio Falconi - (foto realizzate dall'autore)
09/12/20
ItalianWays: La Casa Museo Hendrik Christian Andersen a Roma, un luogo meraviglioso
La Casa Museo Hendrik Christian Andersen, a Roma, è dedicata a un artista interessante da vari punti di vista, il cui legame con la capitale d’Italia fu fortissimo.
Nell’Urbe, Andersen – norvegese di Bergen, classe 1872 – si stabilì intorno ai vent’anni, proprio in questo magnifico palazzo liberty, “Villa Hélène”, che fungeva da sua abitazione e studio d’arte. Lo scultore decise che dopo la propria morte il palazzo e la collezione di statue da lui realizzate sarebbero diventati di proprietà dello Stato italiano. Così dal 1978 l’edificio è aperto al pubblico.
Lo studioso Fabrizio Falconi spiega che la complessa personalità di Andersen conteneva elementi di megalomania, come si può osservare anche dalle dimensioni delle sue sculture, e di idealismo
.
Andersen, continua Falconi, aveva studiato arte nelle più prestigiose scuole europee e, durante le molte ore passate ad analizzare le opere dei più grandi maestri, aveva maturato la convinzione che solo l’arte potesse salvare l’umanità, minacciata in quegli anni da conflitti spaventosi e guerre mondiali. Vagheggiava la realizzazione di una grande città mondiale, una sorta di capitale planetaria dell’arte e della cultura, in grado di trasmettere agli uomini ideali di pace e armonia, già inseguiti prima di lui da grandi geni delle discipline più disparate
.
A Roma Andersen incontrò Henry James, il grande scrittore, più vecchio di lui di circa trent’anni
, col quale stabilì un legame strettissimo, ricordato da numerose lettere che testimonierebbero come tra i due vi fosse una forte attrazione e un grande coinvolgimento sentimentale
(F. Falconi, “Misteri e segreti dei rioni e dei quartieri di Roma”, Newton Compton, Roma 2013)
04/01/20
Sabato d'arte: Michelangelo vide la giugulare 100 anni prima della medicina
26/10/19
Sabato d'Arte: Il "Fregio" della Casa di Gauguin nelle Isole Marchesi conservato al Museo d'Orsay di Parigi
La sensuale semplicità di questo tipo di decorazione segna la nascita di un'estetica "primitivista" che, nel XX secolo, conoscerà brillanti sviluppi con Matisse, Derain, Lhote e Picasso.
I pannelli della "Casa del Piacere" di Gauguin sono oggi conservati al Museo d'Orsay di Parigi, mentre sul frontone della capanna delle Isole Marchesi sono state apposte delle copie.
Paul Gauguin (1848-1903)
Basso rilievo in legno della Casa del Piacere 1902
Bassorilievo policromo di legno di sequoia
Cm 284 x 732
Musée d'Orsay
09/10/19
Canova a Roma: Una grande mostra a Palazzo Braschi
28/03/19
Torna a risplendere Santa Maria del Priorato, capolavoro e tomba del Piranesi sull'Aventino .
Il bianco che si unisce all'ocra in una delicata e affascinante cromia. Il gioco delle ombre che restituisce la profondità e fa risaltare ogni figura sulle pareti, nelle nicchie e nella volta maestosa. E poi l'estrosa vivacità delle decorazioni, in cui tradizioni millenarie si rincorrono con i propri simboli.
05/12/18
Lisippo è dell'Italia. A Fano già lo aspettano !
La giustizia italiana ha detto "l'ultima parola" sul destino dell'Atleta Vittorioso (o Atleta di Fano), il bronzo alto circa un metro e mezzo, risalente al IV sec. e attribuito aLisippo, conteso da anni tra l'Italia e il Museo Getty di Malibu che lo acquisto' nel 1977 per 3,7 milioni di dollari.
La Cassazione ha respinto integralmente il ricorso presentato dai legali del museo contro l'ordinanza immediatamente esecutiva per la confisca del bene "ovunque esso si trovi" emessa dal gip di Pesaro Giacomo Gasperini a giugno.
La decisione della suprema Corte rende definitiva l'ordinanza anche nella parte in cui stabilisce che la statua e' un bene indisponibile, perché fa parte del patrimonio dello Stato e che quindi appartiene all'Italia.
Ora "auspichiamo che al piu' presto le autorita' Usa si attivino per favorire la restituzione del Lisippo all'Italia" dice all'ANSA il ministro della Cultura Alberto Bonisoli, che ribadisce "l'importanza dei beni per l'identita' delle comunita' e dei territori".
Ma il Getty annuncia battaglia: "continueremo a difendere il nostro diritto al Lisippo. La legge e i fatti non giustificano la restituzione al governo italiano di una scultura che e' stata esposta al pubblico a Los Angeles per quasi messo secolo" ha detto Lisa Lapin, vice presidente delle comunicazioni del Getty.
Ma il pm di Pesaro Silvia Cecchi, che ha seguito per anni l'iter giudiziario per il ritorno della statua in Italia, e' ottimista: "stiamo preparando la rogatoria internazionale - dice all'ANSA - e aspettiamo le motivazioni della sentenza".
Cecchi ammette che il lavoro e' stato complesso e che ha coinvolto vari settori del diritto, compreso quello penale e quello internazionale e due ordinamenti, italiano e statunitense.
A suo avviso, a questo punto c'e' un'unica strada eventualmente percorribile: "rivolgersi alla Corte Europea dei diritti dell'Uomo".
Nessuna indicazione dai legali del museo, gli avv. Alfredo Gaito e Emanuele Rimini, sulla strategia da seguire, mentre negli Usa si ipotizza di rivolgersi alla giustizia statunitense.
La statua, incrostata di conchiglie e residui, venne recuperata nel 1964 da un peschereccio di Fano, il 'Ferruccio Ferri' nelle acque davanti a Pedaso (Fermo).
Da li' il bronzo, non denunciato all'epoca alle autorità, fini' dopo alterne vicende (compreso il seppellimento in un campo di cavoli e un periodo presso un parroco umbro) nelle sale del Getty di Malibu, acquistata da un mercante d'arte tedesco.
Un acquisto regolare ha sempre sostenuto il museo, che nega l'appartenenza del bronzo al contesto culturale italiano. Ma dal 2007, quando l'associazione culturale marchigiana Le Cento Citta' ha presentato un esposto alla Procura di Pesaro, ben tre gip hanno decretato che si tratta appunto di un bene indisponibile perche' appartenente al patrimonio dello Stato.
"Qui non e' in gioco solo il Lisippo - dice l'avv. Tristano Tonnini, legale de Le Cento Citta' - se fosse passata la linea del Getty tutti i nostri beni culturali all'estero scomparirebbero". "Una lunga battaglia per una bella vittoria" commenta il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. Una battaglia combattuta anche dall'Avvocatura dello Stato, con gli avv. Maurizio Fiorilli e di recente Lorenzo D'Ascia. E a Fano si preparano (per l'ennesima volta, va detto) al ritorno del Lisippo.
fonte Alessandra Massi per ANSA
28/03/18
Il meraviglioso "Spinario": una delle Statue più famose e belle di Roma.
Bellissimo, oltreché sensuale, il particolare delle labbra in rame.
La statua, come detto, ha avuto nei secoli molte copie, antiche e moderne, ospitate in diversi musei del mondo. L'esemplare del Museo dei Capitolini però, essendo senza dubbio il più antico, viene considerato l'originale.
Fabrizio Falconi
12/02/18
Quella volta (L'unica) che la Pietà di Michelangelo lasciò Roma e il Vaticano e attraversò l'Oceano. 1964.
La Pietà venne dunque caricata a bordo della motonave Cristoforo Colombo con un sofisticato meccanismo che - nel caso in cui la nave fosse colata a picco - avrebbe consentito alla cassa verniciata di arancione contenente la Pietà Vaticana di sganciarsi in maniera autonoma mediante un complesso sistema di cavi d’acciaio, emergendo a pelo dell’acqua con boe luminose, per essere facilmente individuata dagli aerei. Il viaggio durò 8 giorni fra la traversata oceanica e la risalita del fiume Hudson e subito esposta al Padiglione Vaticano dell'Expo.
Nel suo discorso alla fiera di New York il Pontefice ricordò le convinzioni religiose che spinsero Michelangelo a quelle vette artistiche, aggiungendo: «We feel that these same religious convictions can move men in a similar way to seek peace and harmony among the peoples of this world».
Le stesse apprensioni accompagnarono il viaggio di ritorno che però, per fortuna, andò bene come quello dell'andata. Alla fine però le autorità vaticane decisero che quello sarebbe stato il primo e ultimo viaggio della Pietà: troppi rischi, troppi patemi.
Sbarcato a Napoli, il capolavoro di Michelangelo fece ritorno in Vaticano a bordo di un camion della Gondrand in un giorno di dicembre. E sicuramente anche i romani, allora, tirarono un sospiro di sollievo.
Fonte Raffaella Cortese per Raiexpo
02/10/17
Le meravigliose Gallerie dell'Accademia di Venezia compiono 200 anni storia ! Una grande mostra.
16/08/17
45 anni fa venivano ritrovati i Bronzi di Riace - un mistero che continua.
fonte: Alessandro Sgherri per ANSA
19/04/17
Torna a casa, in Italia, la meravigliosa Testa di Druso Minore .
Visse per un periodo nella capitale e prese poi l'incarico di governatore nell'Illirico, quando nel 19 Germanico morì, lasciando Druso come unico erede del Principato. Il giovane venne eletto console una seconda volta nel 21 e ricevette la tribunicia potestas nel 22, ma cadde nelle mire del potente e ambizioso prefetto del pretorio Seiano, per mano del quale morì.
fonte Lapresse