03/03/25
3.000.000 di Visualizzazioni per Il Blog di Fabrizio Falconi - Si festeggia con i tre libri usciti da poco. Grazie a tutti!
24/02/25
"Il Grande Ritratto" - un profetico romanzo di Dino Buzzati dimenticato
La migliore libreria del mondo è ormai, di gran lunga, Ebay.
E' possibile cambiare il nostro carattere, la nostra personalità ? La risposta di Carl Gustav Jung
Ci chiediamo spesso, durante la nostra vita, se è possibile cambiare (i difetti della) nostra personalità, del nostro carattere. Se possiamo migliorarci insomma, o comunque cambiare, nella direzione che intravediamo come soluzione per noi, ma che ci è difficile raggiungere. E la stessa cosa ci chiediamo a proposito di qualcun altro, che magari ci è a cuore, che è vicino a noi, ma che non riesce a compiere un cammino evolutivo come noi vorremmo, e come crediamo sia meglio anche per lui. La risposta che dà a questo quesito Carl Gustav Jung è piuttosto radicale e illuminante.
Nessuno sviluppa la propria personalità perché qualcuno gli ha detto che sarebbe utile farlo.
10/02/25
"Il Giorno più Bello per Incontrarti" - RECENSIONE
IL LIBRO
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31/01/25
"Il Libro dei Bambini" di Antonia S. Byatt - Un grande libro
Ci sono libri difficili che ripagano la fatica del lettore. Con il tempo capisci quando vale la pena di insistere perché ti verrà dato il premio di un grande libro.
Una lucida analisi sulla perfettibilità degli esseri umani, sul crudele egoismo della natura d'artista, sulla fascinazione per l'infanzia.
14/01/25
Ricordo di un incontro-intervista con Vittorio Gassman
11/01/25
19 Settembre 1969: quel giorno che i Beatles si separarono (dal Libro "La Fine del Sogno")
“Le cose erano diventate appiccicose, durante il White Album e anche durante la lavorazione di Let it Be (il progetto inizialmente chiamato Get Back n.d.a.)”, racconta Mc Cartney, “George lasciò per qualche tempo il gruppo in quel momento, e anche Ringo, ma riuscimmo a risolverlo”. La questione però è destinata a ripresentarsi, più gravemente, finita la registrazione di Abbey Road, con Paul che ha pronto anche lui, il suo primo album solista. “Più o meno in quel momento”, continua McCartney, “tentai l’ultima carta. Avemmo un incontro negli uffici Apple (nel mese di settembre 1969, n.d.a.), e feci agli altri un discorso: «sentite, se c’è qualcosa che non va, dobbiamo sistemarlo. Quello che penso è che dovremmo tornare a essere una band, tornare come quella piccola unità che siamo sempre stati. Penso che dovremmo andare in piccoli club e fare un piccolo tour. Impariamo ad essere di nuovo una band insieme, non uomini d’affari». A quel punto, John mi ha guardato negli occhi e ha detto: «Penso che tu sia uno sciocco. E in effetti non avevo pensato di dirtelo ora, ma… lascio il gruppo». A quanto mi ricordo, queste furono le sue esatte parole. E le nostre mascelle sono cadute. Poi ha continuato, spiegando quanto fosse una bella sensazione togliersi di dosso quel peso, un po’ come quando aveva annunciato a sua moglie di voler divorziare. Un vero sollievo. Il che sarà stato sicuramente molto bello per lui, ma non per noi.”[1]
Dal canto suo, John, a posteriori, riconosce
che l’arrivo di Yoko nella sua vita ha dato l’impulso determinante per la
decisione che venne comunicata quel giorno: “Ero un Beatle,” racconta nel 1980,
“ma le cose avevano cominciato a cambiare. Nel 1966, poco prima che incontrassi
Yoko, ero andato in Almeria, in Spagna per girare un film. Mi ha fatto molto
bene. Sono stato lì per sei settimane. Ho scritto Strawberry
Fields Forever, fra l’altro. Mi ha dato il tempo di pensare,
lontano dagli altri. Da quel momento in poi stavo cercando un posto dove
andare, ma non ho avuto il coraggio di scendere da solo dalla barca e spingerla
via. Quando però mi sono innamorato di Yoko, ho capito tutto: “mio Dio, questo
è diverso da qualsiasi altra cosa. Questo è qualcos’altro. Questo è più di un
disco, di un successo, più dell’oro, più di tutto. È indescrivibile”.”[2]
Il drammatico (per le sorti del
gruppo) incontro alla Apple, termina con un compromesso: la decisione presa da
John, e il conseguente scioglimento dei Beatles, non verrà per ora annunciato. Ci
sono importanti faccende economiche in ballo – rinegoziare il contratto
discografico – e c’è da decidere cosa fare del progetto lasciato in sospeso - Get
Back - dove ci sono canzoni straordinarie, tra le più importanti in
assoluto scritte dai Beatles.
Quel giorno segna comunque la
fine (ufficiosa) della loro avventura insieme. Il bilancio definitivo dice che
dal 1963 al 1969, cioè in soli sei anni, i Beatles hanno scritto centottantatré
canzoni. Lennon ne ha scritte in tutto settantatré e Paul quattro in meno, sessantanove.
I due, insieme, ne hanno composte “soltanto” diciassette, anche se – in base
all’accordo di ferro stipulato in gioventù, di cui ho già detto – tutti i loro
brani sono firmati insieme con il marchio: Lennon & McCartney. Harrison ha scritto ventidue canzoni, Ringo
soltanto due. Un’analisi approfondita, che i musicologi e i fan del gruppo
hanno fatto, mostra la diversa preponderanza di uno o dell’altro, nel corso
degli anni: all’inizio si devono alla penna di Paul i successi più importanti
del gruppo, mentre nella fase centrale il peso creativo di John diventa
prevalente; nella fase finale, infine, è di nuovo Paul a firmare come autore
praticamente tutti i maggiori successi del gruppo, complice, sicuramente, il
progressivo distacco di John.